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Quando eravamo glam e non lo sapevamo

Post n°119 pubblicato il 22 Luglio 2012 da STUPENDA700
 

Come già ebbi modo di scrivere qualche anno fa ,quando nel giro di pochi mesi riuscii ad andare in Cina,a Torino e ad Ancona,è tempo di grande mobilità.
Vabbè,direte voi,che ci vuole ad andare ad Ancona?
Per una persona che ha le sue abitudini,a cominciare dal risveglio,proseguendo con la pennica,fino al rituale del riaddormentamento,contrastare autentici moti maniacali compulsivi tesi al mantenimento dell'equilibrio faticosamente conquistato in anni di adattamento,è un vero trauma.
Il primo trauma è stato il risveglio alle tre e mezzo di notte per prendere l'aereo a Roma alle 6.20.
Così ci guadagnamo una giornata per visitare la città.
E intanto bestemmiamo il momento in cui questa insana idea ci è venuta.
Non andiamo alle cerimonie che si celebrano in zona,adducendo motivazioni inattaccabili,ma andiamo ad un matrimonio ad Amsterdam.
Matrimonio gay,mica lauretta mia bimba adorata la serenata la canta papà(e trombano da decenni,mica lauretta con papà,lauretta col promesso sposo e talune volte pure col compare)
E il desiderio di non partire più viene quasi esaudito dalla reale possibilità di perdere il volo.
Si parte.Subito dopo cado addormentata e per quanto sono stanca per la prima volta non rilevo i barriti che il mio partner emmette russando.
A dir la verità anch'io russo,c'ho l'allergia,naso chiuso,mica è colpa mia.
Dopo due ore atterriamo e lo sguardo di compassione,tra il divertito e lo schifato,dei nostri compagni di viaggio,ci fa capire  che non deve esser stato un bel dormire per loro.
La città si presenta grigia e puzzolente,ma abbellita in ogni dove da fioriture rigogliose.
Bisogna prendere il treno per arrivare al centro e per comprare il biglietto bisogna usare la carta di credito che non si sa in che direzione ficcarla e ci si mette pure uno spagnolo saputello a dare suggerimenti,molliamo la presa,lasciamo che si acquisti lui il biglietto per imitarlo,ma niente,se ne va bestemmiando pure lui.
Ma noi siamo tenaci,siamo laureati!Alla fine ci riusciamo!
La città è bella,nonostante la pioggia ed il freddo.
Il mio amico,uno degli sposi,mi aveva raccontato dello stupore provato al suo arrivo.In ogni dove vedeva gente in sedia a rotelle,ingessata ed in stampelle.
Poi ha capito.E l'abbiamo scoperto anche noi.
Sono molto indisciplinati e spericolati in bicicletta.
Incuranti del traffico,della presenza di pedoni,anzi la presenza di un bersaglio umano da falciare è un incentivo alla velocità,del cestino o carrello nel quale trasportano l'infante,li vedi orgogliosi padroni della città e nulla li puo' fermare,o quasi...
Anche i pochi motociclisti sono abbastanza free,il casco è un optional rarissimo.
Tu ti immagini il paese nordico civile in cui non ci sono cartacce per terra e si fa la raccolta differenziata e si usano le energie pulite,manco per niente.Altro che i borboni!
Comunque con il mio fidanzato si è stabilito subito che la fila per andare a vedere Van Gogh non ce la facevamo,non per la fila,perchè siamo dei tursi più interessati al quartiere a luci rosse e alla mariuana libera(che non ci ha offerto nessuno) ed ai
ristorantini indonesiani che una bella pittura che avremo tutto il tempo di vedere su internet o al limite quando torneremo d'inverno e non sarà igienico fare i turisti lungo i canali già abbastanza ventilati in luglio.
Sul matrimonio,celebrato presso la compagnia delle Indie e festeggiato a bordo di un battello in giro per la città,ci sarebbe da dire molto.
Sembrava un film di Ozpetek,dove tu vedi questa borghesia colta e benestante che crea un tessuto molto simile ad una famiglia e ti chiedi,da spettatore,se nella realtà queste cose esistano davvero.
Si esistono,e da giovane ne facevo parte,pur essendo una squattrinata.
Che emozione riconoscere personaggi frequentati ai tempi in cui ero una studentessa fuori sede e la mitica casa sotto la sopraelevata era meglio frequentata della factory di Andy Warrol!
Ora sono diventata una placida donna di campagna,neanche tanto placida.
In un negozio di Volendam,pieno di porcellane,vetri,piatti,lampade e saponette in stile nordico,ho urtato con la borsa,non una borsa qualunque,una Gucci New lady autentica,uno spigolo ed ho rischiato di dovermi riportare a casa centinaia di euro di cocci.
In un momento,la magica atmosfera cosmopolita e democratica nella quale ero ridiscesa è svanita e mi sono sentita come quando a nove anni mi arrampicai sullo scaffale delle bottiglie di pomodoro fatte durante l'estate e me le portai appresso,rompendole tutte.

 

 
 
 
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