Post n°12 pubblicato il 14 Novembre 2011 da roberto.roncolato
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Post n°11 pubblicato il 04 Novembre 2011 da roberto.roncolato
mettere il cuore in un piatto, mettere gli anni (se ben ancora pochi) di esperienza durante tutta la preparazione di ogni singolo particolare che andrà a formare la pietanza, l'equilibrio tra i sapori, tra le consistenze e profumi....e poi viene servito con una posata portata a mano, senza un tovagliolo senza nessuna cortezza per il cliente....che dire?benvenuti in italia! ;) |
Post n°10 pubblicato il 02 Novembre 2011 da roberto.roncolato
Il bollito che si scioglie in bocca...ecco la caratteristica che un cliente ha usato per dire che non andava bene....oggi un cliente, mi ha chiesto di fargli un filetto di orata ben cotto, io ho eseguito l'ordine, e con il pesce stracotto mi ha detto che la cottura era perfetta....allora penso che ci sia qualcosa che non va....si è perso l'abitudine di mangiare bene...ed io?cosa faccio ancora qui?????? |
Post n°9 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da roberto.roncolato
La pearà, termine veneto che significa "pepata", è una salsa realizzata con pane grattugiato, midollo di bue, burro od olio extravergine di oliva, brodo di carne e abbondante pepe. Per una realizzazione perfetta è fondamentale una lenta e lunga cottura (anche 2 o 3 ore). Questa salsa è tradizionalmente accompagnata al bollito misto, detto anche lesso. La diffusione di questa salsa, tipico accompagnamento del lesso delle domeniche o del Natale, è limitata al Veneto, soprattutto nella provincia di Verona. Non è da confondere con la peverada, salsa a base di fegatini di pollo, da cui differisce molto. Le origini di questo piatto povero e agricolo sono ignote; la leggenda narra che fu il cuoco di Alboino, re dei Longobardi, a inventarla perché aveva bisogno di un cibo in grado di ridare forza a Rosmunda, la moglie del re, che si stava lasciando morire di fame in seguito all'assassinio del padre. Di sicuro si sa che, assieme al lesso, la pearà era l'alimento principale delle famiglie povere. Nella seconda metà del 1800, per l'impoverimento generalizzato del Veneto in seguito all'unità d'Italia, il bollito, e quindi anche la pearà, venne introdotto nei menù dei nobili, sdoganando così l'immagine e la diffusione del piatto. Oggigiorno, comunque, l'esecuzione di questo piatto cambia da paese a paese, addirittura si diversifica nei vari nuclei familiari, portando alla creazione di numerose varianti. |
Post n°8 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da roberto.roncolato
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