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Prima fecero l'acqua nera, poi...

Post n°6 pubblicato il 05 Giugno 2008 da indiocherokee
 


“Che faremo adesso?” disse il Nilo con aria arresa mentre tornava a sedere accanto al fuoco.
“Si combatte, come sempre” fu la risposta secca del Guerriero, e un sorriso incorniciato da una fossetta comparve sul viso basso di Nilo che cominciò a giocherellare con un pezzo di legno, e disegnò come Orso Solitario quando cercava le sue risposte.
“Ci hanno portato via tutto e adesso anche l’acqua, il torrente è sporco, i pesci risalgono a galla morti, perfino i castori sono andati via dai fiumi, distruggeranno tutto!” replicò infuriato Viako, e lanciò in aria il suo pasto, la ciotola andò in frantumi, Arianna corse a raccogliere quello che di quella ciotola era rimasto. Il Guerriero non fece una piega, incrociò le gambe e chiuse gli occhi. Non era tranquillo come voleva apparire, da giorni si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare. Orso Solitario glielo avevano portato via e ormai neppure più il vento rispondeva. Sorridendo pensò che in passato quelle risposte che il vento gli aveva passato, le aveva sussurrate proprio Orso Solitario per farle arrivare dritte a lui. Il fiume era taciturno, anzi, sembrava morto, non era più di quel limpido che lasciava intravedere i ciottoli e i pesci grandi e piccoli che lo abitavano, adesso era fangoso, sporco…triste non c’era traccia di pesci che saltavano fuori dall’acqua schizzando dappertutto. Colpa dei bianchi. Cosa stavano facendo alle loro acque? “gli dobbiamo mandare via! Uccidiamo anche noi”
“Viako, noi non siamo assassini” Viako strinse gli occhi e li ridusse a fessure, si piegò sulle ginocchia e guardò dritto gli occhi del Guerriero e lo fece quasi con violenza.
“Lo capisci che lo hanno ucciso?” fece una pausa e si alzò quasi sbattendo i piedi “Ci hanno decimati!” il Guerriero annuì e lasciò trasparire un po’ del nervosismo di quel cenno. Ricordava perfettamente il giorno in cui i bianchi entrarono nel villaggio. Il giorno in cui Orso Solitario si lasciò uccidere. Per questo era arrabbiato con lui. Per questo. Orso Solitario si era lasciato uccidere.
“dove sono adesso?” chiese tornando calmo
“sulla spiaggia, non molto lontano da noi, li possiamo attaccare” rispose eccitato Viako con quel suo sorriso esaltato, istintivo come al solito. Il Guerriero li posò una mano sulla spalla e uscì dalla capanna, si guardò attorno e gli si strinse il cuore nel guardare la tenda dove erano riposti i malati, per quella acqua malata che avevano bevuto. I guaritori del villaggio erano riusciti a salvarne qualcuno, altri non ce l’avevano fatta, tre bambini, cinque donne e due uomini erano morti, gli altri lottavano per la vita, stesi lì con gli occhi chiusi e i visi sofferenti, decise di non entrare. Viako e Nilo lo raggiunsero.
“dobbiamo trovare l’origine delle infezioni”
“ per il momento abbiamo trovato una sorgente ancora non infetta, alcune donne l’hanno raggiunta accompagnate da Gil e Violante saranno di ritorno al tramonto.”
“ottimo lavoro”
“andiamo a vedere cosa fanno i bianchi, dobbiamo capire che cosa stanno facendo alle nostre acque” disse impaziente Viako. Il Guerriero per una volta, trovò sensata la sua proposta.
“prepara dieci uomini, domani all’alba andiamo al villaggio dei bianchi”
Si nascosero tra i cespugli con arco e frecce, come avevano fatto tempo prima, all’arrivo dei bianchi, quando giù dalla loro enorme zattera avevano trasportato delle enormi casse di legno. Adesso quegli uomini che ridevano a squarciagola e che cantavano qualche strana canzone, facevano più paura. Con quelle loro armi che sputavano fuoco. Dalle ferite del fuoco nemmeno Orso Solitario era riuscito a sopravvivere, e come lui altre decine di uomini. Le armi che sputavano fuoco facevano tanto rumore, quasi a far scoppiare le orecchie. Tra tutti quegli uomini, il Guerriero riconobbe uno strano animale molto simile a quello che da un po’ di tempo era entrato nel villaggio.
Un animale mai visto, a quattro zampe, con qualcosa di strano attorno al collo, il Guerriero aveva tentato di mordere quella cosa gialla che pendeva da una striscia di tessuto, ma si era fatto male. L’animale a quattro zampe era rimasto al villaggio, sembrava amichevole, con quella coda che svolazzava a destra e a sinistra, giocava spesso con i bambini, non era molto grande, ma riusciva a portare qualche bambino anche sulla schiena. L’avevano chiamato Astrid.
“gli scarichi!” urlò un uomo bianco da sopra la zattera alata e Viako colpì violentemente il Guerriero sulla schiena. I bianchi stavano buttando qualcosa in acqua.
“che sono gli scarichi?”
“l’acqua sta diventando nera”
“silenzio” intimò il Guerriero. Fece cenno di nascondersi dietro le rocce, Viako esitò, ma eseguì gli ordini. Attesero che gli uomini bianchi tornassero dietro le loro mura, che spegnessero il fuoco e che le luci. Uscirono dal loro nascondiglio e raggiunsero la spiaggia. Era sporca, a tratti nera, macchiata, malata, e sul bagnasciuga c’era la stessa polvere nera dal pessimo sapore che il Guerriero aveva trovato qualche tempo prima. Era convito, era la stessa cosa. Qualche metro più in la, Viako vide la carcassa di un animale, sempre l’animale a quattro zampe, e accanto a quello ancora un altro. Si piegò sulle ginocchia per guardarli meglio e con un robusto ramo di legno lo mosse, niente, sembrava morto, doveva essere morto da un po’ e la corrente l’aveva forse riportato a riva.
“sono animali morti”
“Viako c’è anche una strana polvere, sembra simile a quel pezzo grigio che hanno tolto dal petto di Orso Solitario”
“carcasse di animali, quella strana polvere. I bianchi buttano i loro rifiuti nelle nostre acque!”
“come ce ne liberiamo?” il Guerriero per la prima volta si lasciò cadere per terra, lontano dal bagnasciuga, si sistemò sulla sabbia ancora bianca, non infettata.
“Lilium e Pos sono salvi” disse Gil sollevato raggiungendo il Guerriero che si era posato sulla rupe, accanto alla cascata, almeno quella era rimasta limpida e faceva tanto rumore, tanto, ma era un rumore piacevole. Annuì semplicemente senza lasciar trasparire il suo sollievo. Gil gli strinse la spalla e andò via tornando al villaggio. Il Guerriero chiuse gli occhi, intrecciò le gambe e mise le mani sulle ginocchia. Implorò ancora una volta il vento di dirgli qualcosa, ma niente. Fino a che uno strano rumore e qualcuno che correva, dei passi leggeri e affanno.
Era Astrid che senza chiedere il permesso si mise tra le sue braccia. E cominciò a fare strani versi. Due, tre, quattro volte, poi si alzò, quasi si fece male, e scappò via. Il Guerriero alzò le spalle e chiuse ancora gli occhi. Inutile chiedersi il perché di certi gesti da parte degli animali. Anche se qualche minuto dopo il vento si alzò, da quanto tempo il vento non si alzava? Da quando Orso Solitario era morto, e il Guerriero si alzò in piedi e cominciò ad urlare “auuuuuuuuuuuuuuuuuuuà ” il grido di battaglia.
“battaglia, battaglia Guerriero, solo così andranno via, solo così le acque saranno pulite, solo così la nostra terra sarà ripulita, i bianchi devono andare via”

Roberta.

 
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