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Argentina

Post n°31 pubblicato il 13 Marzo 2008 da voiarte

 



Quando la Corte d’Assise della
Repubblica Italiana sì è pronunciata con una condanna all’ergastolo a carico di
alti ufficiali delle Forze Armate Argentine per una serie di reati commessi ai
danni di cittadini italiani tra cui
figurano: omicidio, sequestro di persona, tortura. Si è chiusa, o almeno ha
finalmente trovato punto fermo, la controversa vicenda delle relazioni, su
scala politica e diplomatica, intessutesi tra il nostro paese e l’Argentina
durante gli anni delle
giunte militari. Ciò accade in un momento in cui
il paese sudamericano, al quale ci lega una lunga storia costruita sulla scia
di migliaia di emigranti, sembra aver fugato i dubbi sulle sue possibilità di riprendersi
dall’ultimo shock, quello della bancarotta del 2001.

Del processo da cui è originata
questa sentenza vorrei mettere in luce una peculiarità
fondamentale: la sua tardività. Esso è difatti spunto per una riflessione sulla
marginalità, spesse volte contraddittoriamente equivoca, con cui la dolorosa
vicenda Argentina è stata vissuta e gestita dalla politica e dalla società
civile italiane.



 








 
 
 
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WILLY SALTERINO

 

Mis ojos, sin tus ojos, no son ojos,
que son dos hormigueros solitarios...


 

Fragmento de Miguel Hernández

 
 

BAMBINE E GUERRA

In diversi momenti della storia e in molte culture, i minori sono stati coinvolti in campagne militari anche quando la morale comune lo riteneva riprovevole. A partire dagli anni settanta sono state firmate numerose convenzioni internazionali allo scopo di limitare la partecipazione dei bambini ai conflitti; nonostante questo, sembra che l'utilizzo dei bambini soldato negli ultimi decenni sia in aumento.
L'ultimo rapporto Save the Children documenta l'impatto dei conflitti sulle bambine, che costituiscono il 57% del totale dei minori oggi fuori dalla scuola.
A causa delle guerre sono le bambine le prime ad essere escluse dall'istruzione e le principali vittime delle più gravi forme di abuso e violenza
Vittime due volte: della guerra e della loro condizione di giovani donne. Che significa, spesso, dover rinunciare prima dei coetanei maschi alla scuola e subire gravissime violazioni. Quali essere utilizzate come bambine-soldato o mogli-bambine, subire terribili violenze e abusi nell'ambito di raid di pulizia etnica, essere molestate e sfruttate persino all'interno dei campi profughi e per opera di chi dovrebbe proteggerle: personale governativo, insegnanti, operatori umanitari.

 


 

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