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Post n°9 pubblicato il 05 Marzo 2008 da Falken_01F
CAPITOLO 6 Vita passata
ary nacque nell’ospedale di Providence diciassette anni, tre mesi e sedici giorni fa. La sua vita fu travagliata già dai primi mesi di vita. Alcune intolleranze alimentari gli impedirono di assumere latticini e altri cibi fondamentali e così Gary non crebbe come i suoi coetanei. Rimase più piccolo e magro degli altri bambini e per di più di salute cagionevole. I suoi problemi nel campo emotivo iniziarono in prima elementare dove venne preso di mira dai bulletti della scuola, che si presero la briga di fargli passare cinque anni d’inferno. La cosa continuò anche alle scuole medie, dove alcuni suoi aguzzini delle elementari finiti nuovamente in classe con lui lo trasformarono di nuovo nell’ “agnello sacrificale”. Fu la vittima predestinata di quasi tutti gli scherzi dei compagni; fino a quel giorno. Quel giorno in cui si stufò di tutto quello e decise di reagire. E reagì alla grande. D’altronde aveva una mazza da baseball, di quelle di legno duro. La mazza non si ruppe, le ossa degli aguzzini si. Non ne fecero parola con nessuno, dissero con tutti di aver avuto da dire con dei ragazzi più grandi. Troppo umiliati dal fatto di averle prese da uno sfigato totale come Gary Marshall, la smisero di torturarlo e di disturbarlo, ma continuarono comunque a schernirlo e insultarlo tutte le volte che le vedevano. Tenendosi a debita distanza. Andava bene a tutti: Gary si abituò e dopo qualche settimana e sviluppò un “sistema-anti-presa-per-il-culo”, grazie al quale gli insulti evitavano di arrivare al suo cervello. Continuò bene per alcuni anni, poi suo padre morì. Un incidente stradale, una cosa veloce e indolore, gli avevano detto. Si schiantò contro un camion che viaggiava tranquillamente contromano a più di 100km/h; il conducente ubriaco non si fece quasi niente. La vita iniziò a farsi più dura per Gary e per sua madre, che dovettero vendere la loro bella casa nel centro di Providence e traslocare in periferia. Comunque Gary Marshall non avrebbe mai immaginato nella sua travagliata vita di vivere esperienze come quelle che avrebbe avuto da li alle prossime quattro settimane… |
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Noi non siamo che pedine degli scacchi, che son facili a muoversi proprio come il Grande Giocatore di scacchi ordina. Egli ci muove sulla scacchiera della vita avanti e indietro e poi in scatole di Morte ci rinchiude di nuovo. (Oman Khayyam)
Il destino ha giocato con l'uomo, e l'uomo gioca a scacchi. (Leonid Stein)
Il gioco degli scacchi e' un insieme di mosse sbagliate. (Andy Soltis)