Creato da chica130 il 06/07/2008 |
Nel mio mare, io mi considero tra quelli che nuotano. Ho rischiato più volte di annegare, ma per fortuna ho un'ottima resistenza in apnea . Nel mio mare, mi è capitato talvota di incrociare una scialuppa di salvataggio che si è mostrata essere solo un miraggio. Nel mio mare il sapore salato dell'acqua si confonde con quello delle mie lacrime, i pesci matengono i miei segreti più nascosti, le onde portano via i brutti ricordi dalla mia mente e il Sole mi riscalda il cuore al posto dell'amore. Nel mio mare continuo a nuotare .............
IL MISNTROPO.....MOLIèRE
amore è essere liberi di essere se stessi......è accettarsi,accettare l'altro e sapere di essere accettati per come si è.......è libertà di essere ,con la certezza che i propi difetti siano amati più dei propi pregi ......ma è difficile perchè per ricevere ciò bisogna prima saperlo dare ........e siamo tutti troppo egoisti e insicuri
Vivere pienamente ogni attimo ti lascia un segno...avere sulla pelle i segni di tutti gli attimi vissuti, lascia meno spazio a quelli che sogni di vivere domani .......
(Voglioriprovarci)
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Alice e Mattia subiscono un trauma da bambini che lascerà cicatrici indelebili nella loro anima. Qualcosa di talmente tremendo e crudo, da non potersi cancellare nemmeno con la forza della loro splendida amicizia e con l'illusione di un amore che non sboccerà mai. Le tenebre che li avviluppano, creano una cortina di silenziosa ostilità che impedirà loro di raggiungere la propria felicità, o di assaggiarne la dolcezza, in quanto l'amarezza che affligge i loro cuori li tratterrà sempre come una fastidiosa zavorra, impedendogli di spiccare il volo. In tutti noi si celano misteri spaventosi, e la paura di lasciarsi andare, a volte, li rende ancora peggiori................
"Ormai l'aveva imparato.Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante. Stavolta li riconosceva: quei secondi erano li e lui non si sarebbe più sbagliato........
........Mattia lo sapeva.Sapeva tutto quanto, ma non riusciva a muoversi da dov'era. Come se , abbandonandosi al richiamo di Alice, potesse ritrovarsi in trappola, annegarci dentro e perdersi per sempre. Era rimasto impassibile e in silenzio, ad aspettare che fosse troppo tardi......"
trsitemente non volarono mai insieme , scelsero , inconsapevoli o no ........
Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l’interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti “primi gemelli”: sono due numeri primi separati da un unico numero. L’11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l’uno all’altro nella loro solitudine.
Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo, sono così, due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai. Sono due universi implosi, incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano i loro abissi. Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Alice e Mattia, portano dentro e fuori di sé i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un isolamento atrocemente arreso.
I turbamenti e le cicatrici, i fallimenti mai confessati e l’incapacità di vivere quelli che normalmente sono considerati successi, insomma tutta l’umanità scartata dagli altri scrittori, entra nelle pagine di Paolo Giordano. Questo giovane fisico torinese, con la sua opera prima, sposta il baricentro del mondo verso l’angolo oscuro e disprezzato della società, facendo leva, come un moderno Galileo, sulla vita dei suoi ragazzi speciali, un esperimento ben riuscito che conferma una regola elementare: a volte basta spostare il punto di osservazione perché un altro universo ci esploda, meravigliosamente, tra le mani.
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