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« V A C A N Z ETU PUOI SALVARMI PRIMA P... »

TU PUOI SALVARMI PRIMA PUNTATA PRIMA PARTE

Post n°269 pubblicato il 12 Settembre 2011 da carmen650
 

save

 

IL SALVATAGGIO
La donna corse più forte che potè lungo
la banchina e salì sul predellino del
treno. La porta
era ancora aperta. Ma, in quel momento
il treno ESC 1780 iniziò a muoversi.
Lei si aggrappò ai sostegni ma le parve
di cadere giù nel sentirlo muoversi,
sbarrò gli occhi spaventata. Mentre
cercava di salire il secondo scalino,
si sentì afferrare alla vita e trarre
all'interno.
L'uomo stava guardando fuori dallo
sportello del treno quando vide la
donna saltare sul predellino del
treno che stranamente si era messo
in moto senza chiudere quell'ultima
porta. Non poteva certo lasciarla
fuori in bilico, lasciando che lo
spostamento d'aria la scuotesse come
una bandiera e la porta si chiudesse
davvero, così nello spazio di uno
spicciolo di pochi secondi, l'afferrò
alla vita. La porta si chiuse in quel
momento da sola. Lei doveva esser in
grave pericolo per commettere un impudenza
del genere. Irritato pensò che le donne
erano tutte uguali, perdevano ore a
prepararsi per poi ridursi all'ultimo
a compiere le cose importanti.
Si voltò verso la persona che l'aveva
salvata.
Lo guardò con il respiro corto per
la folle corsa.
-dico, è forse impazzita?-
-no...- sussurrò, scuotendo il
capo. Guardò bene l'uomo dall'
imponente. Non era bello ma attraente.
Ripensò al suo amante e provò un certo
disgusto verso se stessa. Sfuggiva ad
un uomo e notava quanto ne fosse attraente
un' altro! Guardò l'espressione
dell'uomo. Leggeva chiaramente in lui
un misto di stizza e curiosità per il
suo comportamento avventato per quanto
imprescindibile.
L'uomo che aveva salvato la donna,
cercò di capire cosa passasse nella
testa di quella giovane donna. Lei
lo osservava con una luce tutta particolare,
di sfida ma anche di timore.
-No, non sono pazza-
-dice?-
-sono in fuga! - ribatté con il
respiro corto.
-Scommetto che non ha il biglietto-
-come potevo perder tempo a comprarlo?-
e si aggrappò ad un sostegno. Si tolse
una ciocca di capelli dagli occhi.
Lui la guardò con attenzione. Era una
donna non bella ma comunque attraente.
Il suo aspetto era un po' troppo vistoso
per i suoi gusti in quanto a donne.
Ma la trovava desiderabile.
Desiderabile? Ma che gli prendeva
ora? Era ancora reduce dalla fine
del suo terzo matrimonio avvenuta
otto mesi prima e già guardava
un'altra donna? Ma era anche nella
sua natura di maschio cacciatore di
prede. Ma la donna era una preda
troppo vulnerabile, fragile. Doveva
rallentare subito la corsa.
Il treno aveva preso velocità pur
essendo poco fuori dalla stazione.
I binari scorrevano sotto incrociandosi
rapidamente, come si incrociavano le vite
delle persone. Come le vite dell'uomo e
della donna che si stavano osservando.
-Senta, dobbiamo cercare un
controllore per regolarizzare il suo
viaggio. O forse sto aiutando una
criminale in fuga dalla polizia?-
Magari la sua parvenza innocente era
solo una finzione? No, non poteva crederlo.
Lei lo guardò in quel modo adorabile.
La donna provò dei brividi d'orrore nel
sentirsi chiamare criminale. No! Non
era come il suo amante! Doveva metter
subito in chiaro le cose con quel tipo.
Aveva bisogno d'aiuto non di accuse.
Si spostò la ciocca dagli occhi e si
sbottonò la giacca.
-No! Sono una vittima in fuga-
ribatté la donna, con sguardo smarrito
che lo sciolse dentro.
Doveva capirlo come si riteneva lei,
voleva sentirlo dire da lei. Ed era
terribilmente sincera. Spaventata e
sincera.
-Va bene. Si calmi, le credo.
Ha un aria troppo vulnerabile per
esser pericolosa-
-Io...- mormorò ma si fermò
perché le si chiuse la gola per la
quella tenerezza gratuita e inaspettata.
Lui aveva uno sguardo severo e
sospettoso ma poi le rivolgeva quelle
frasi intrise di comprensione e dolcezza.
Stavano per imboccare il corridoio quando
lei vide giungere dall'altra parte un
uomo dall'aspetto famigliare. Aveva
collaborato con l'uomo con cui viveva
e da cui scappava. Si sarebbe chiesto
cosa come mai si trovava lì, da sola.
Guardò l'uomo che l'aveva salvata,
con sguardo allarmato.
Lui le scrutò gli occhioni verdi.
accadeva ora? Sembrava paralizzata
dalla paura. Di nuovo quella richiest
a negli occhi di lei 'salvami' Come
prima quando aveva detto di esser
una vittima. Ma si chiese di nuovo
come mai tanta paura dell'uomo che
stava sopraggiungendo.
Lei si guardò intorno, non c'era una
benché minima via di fuga per lei.
Era spacciata se quell'uomo, dello
staff del suo amante, la vedeva.
L'uomo invece che l'aveva salvata
cercava di capire la sua paura improvvisa
e irrazionale. Sicuramente si stava
chiedendo come poteva aveva paura di
un' altro sconosciuto sul treno. Lo
stomaco le si strinse. Lottò per non
tremare mentre sussurrava:
-oddio...non deve vedermi...-
-c'è solo una soluzione...-era
l'unica idea pratica per nasconderla
alla vista dell'uomo sconosciuto ormai
a pochi passi da loro.
-quale? Mi vuole, forse, buttare
giù dal treno?-domandò lei allarmata.
Quell'uomo era forse più pericoloso
del suo inseguitore?
-Il corridoio era libero dalle
solite valigie che lo ingombravano
quindi l'uomo si muoveva rapidamente.
Il suo salvatore era un uomo dall'aria
così enigmatica quando pensava. Un
attimo prima dimostrava tenerezza e
un 'attimo dopo meditava di farle del
male. Ora le stava vicino in modo
così minaccioso! Cosa voleva farle?
Si era stancato di salvarla?
-no, non sia cosi drastica-
la frase di lei era carica di ironia
e faticosamente non aveva sorriso
per il tono. Ma non c'era più tempo.
Doveva agire subito. Le si avvicinò
e ignorando lo sguardo di paura di lei,
la prese fra le braccia, circondando
la sottile vita , facendo ben aderire
il corpo di lei al proprio. Era
piccola e formosa. Quindi chinò il
capo e le catturò le labbra piene
che si socchiusero all'istante. Gustò
ogni angolo della bocca di lei, aveva
il gusto delle fragole, spaziò a lungo
nella sua morbidezza. La girò verso
il finestrino perché chi passava in
quel momento, non vedesse il suo volto.
Fu un bacio che parve senza fine.
Lei lasciò che lui la baciasse in
quel modo così intimo. Parve che la
volesse mangiare. Ma finalmente la
lasciò andare.
-Grazie...mi ha salvato
un'altra volta-
Ancora una volta lui, decidendo
rapidamente, l'aveva salvata. Certo,
era lampante che per l'uomo era stato
assai piacevole e facile. Era da quando
era salita su quel treno che non faceva
che guardarla famelico. Sembrava inoltre
che fosse molto portato a 'salvataggi'
di quel tipo. Una vocina maliziosa
di sé la pungolò ' ti è piaciuto il
bacio ammettilo ragazza! ' ma lei scosse
il capo stizzita.
-questo salvataggio mi è piaciuto
molto di più. - ironizzò lui. Stringerla
fra le braccia e baciarla era stato
davvero piacevole e inaspettato. Quel
mattino quando aveva preso quel treno,
non si aspettava certo di salvare una
giovane donna per ben due volte. Di
baciare una perfetta sconosciuta ma
che decise in quell'istante di non
lasciarsela sfuggire. Voleva salvarla.
Era troppo sensibile e ingenua. ' ecco
e tu ne vuoi approffitare? Vuoi sedurla
eh? ' lo ammonì la voce della coscienza
. Lui scosse il capo.
Lei si mise le mani sui fianchi e
lo guardò con riprovazione. Anche se
una vocina le diceva che era stato
davvero un bacio eccitante. Lui sorrise
per l'espressione adorabile. Sembrava
una bambina petulante. Prima lo
ringraziava per averla salvata e poi
lo rimproverava inalberandosi!
-non faccia il broncio, sennò
la bacio di nuovo. Venga-e l'afferrò
per il braccio.
Lo seguì. Un bacio era più che sufficiente.
L'aveva già sconvolta abbastanza, la
minaccia che la baciasse di nuovo, la
spronò a muoversi. Si rimproverò anche
di essersi comportata in modo tanto
incoerente. Lui non doveva vantarsi
di quel bacio. Apprezzava il suo
salvataggio ma doveva limitarsi a
quello. Senza sottolinearlo, era
imbarazzante.

In altro luogo, gli scagnozzi
dell'amante della donna sul treno,
tornarono dalla stazione. Non erano
riusciti a riacciuffarla.
L'uomo imprecò. Quella donna era la
sua femmina.. Come le era saltato in
testa di andarsene, scappare da lui
Come pensava di cavarsela quella
ragazzina viziata. Abituata agli agi?
Aveva lavorato solo tre mesi nella
sua vita poi era finita nel suo letto
e lui l'aveva mantenuta in un lusso
sfrenato, visto che lei gli aveva
donato la sua purezza.
Ma l'avrebbe cercata presto in ogni
angolo del mondo. Lei sapeva troppo.
-Spero che non abbia visto.
Sentito solamente? Puo' darsi. Ma
posso sempre dire che stavo
stappando lo champagne. No, non
scappava solo perche' aveva sentito
- MA PERCHE HA VISTO. Disse quasi fra
se e se. Se lei sapeva troppo doveva
eliminarla, non aveva modo di salvarsi.
Se quella femmina parlava, per lui
era la fine. Ma forse lei aveva troppa
paura per rivolgersi alla polizia
altrimenti perché salire su un treno
anziché andare alla polizia? Si rilassò.
-Cosa facciamo? .- lo
interpellarono i suoi due tirapiedi.
-Bisogna liberarsi del morto.
La cercheremo poi-
-Si capo...-
Quel tizio, quel portaborse schifoso,
aveva indagato e scoperto le sue
conoscenze mafiose. I suoi contatti,
i suoi affari lucrosi ma al di fuori
dalla legge. Voleva una vita agiata.
Lo stipendio da deputato non gli bastava
mai se doveva far affari con certa gente
e ottenere un tenore di vita altissimo.
Il portaborse sapeva troppo e premere il
grilletto sulla sua testa era stato
inevitabile e l'odore del sangue
stranamente lo eccitava. Uccidere
chi gli sbarrava la strada era un
vero spasso. Quanto il sesso. Ma ora
non poteva pensare a quell'ingrata.
Doveva pensare a liberarsi del cadavere
e organizzò con i suoi scagnozzi come
sarebbe avvenuto.
I due scagnozzi caricarono il morto
nel bagagliaio di un auto rubata
quindi si recarono vicino ad Ostia.
Nei pressi di un cantiere edille fermo
per mancanza di finanziamenti,
scesero dall'auto e le diedero fuoco.
Quindi risalirono sull'altro auto di lusso
e tornarono a Roma.

 

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