L'uomo si rende conto che, in relazione al proprio destino, ogni attivita' umana si equivale, nel senso che e' indifferente "ubriacarsi in solitudine o condurre popoli. L'uomo e' una passione inutile" in quanto la realta' lo conduce comunque allo scacco, ovvero alla sconfitta inevitabile.
Sartre sostiene che l'uomo, per sfuggire all'equivalenza di ogni azione e all'inutilita' delle proprie attivita', progetta nientemeno di essere Dio, ovvero progetta di essere l'essere assoluto, il centro e la causa del mondo, ma e' inevitabile che questo suo tentativo venga frustrato in un continuo desiderio di raggiungere l'irraggiungibile.
Inoltre, questo tentativo eterno di porsi al centro dell'esistente e farsi causa del mondo viene irrimediabilmente ridimensionato dalla presenza degli altri uomini, che perseguono lo stesso obiettivo, e per questo i rapporti umani non possono che essere irrimediabilmente conflittuali.
Inviato da: tata70z
il 15/08/2008 alle 18:10
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il 28/07/2008 alle 06:26
Inviato da: auburnautumn
il 25/07/2008 alle 08:55
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il 25/07/2008 alle 06:33
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il 17/07/2008 alle 06:18