normalmente aldilà
bollente follia nella fredda quotidianità« ...la regina dei figli d... | L'araba fenice » |
c'è un bambino seduto sotto un albero. osserva le foglie che lentamente si distaccano dall'albero madre, gialle, verdi, rosse, accese di un fuoco caduco che brucerà veloce come la brezza invernale che le uccide.
c'è un bambino, appollaiato su di un ramo secco di quell'abero, e osserva le formiche che, meste, si radunano per racimolare le ultime briciole pr9ima del grande freddo. tutto è così effimero, tutto è così relativo.
I colori si mischiano con le sensazioni, un respiro di nuova vita s'intreccia con azzurro libertà, una sinfonia di note appassite suona per l'ultima volta i toni alti dell'estate, e tuttp ritorna al suo posto. fermo, immobile. gelato, rattrappito come un bruco ucciso.
non voglio rileggere quello che ho scritto,non m'importa. la cascata dei peensieri che affog ai miei istinti primordiali disseta la voglia di nuove cose, ma solo metaforicamente. la metafora, quale bella e ipocrita invenzione!il mio cuore vacilla, suona stonato di fronte a freschi pesci pescati in un fiume oramai sulla via del gelo, non sa decantare le lodi di boccioli di rosa frementi verso una nuova primavera...e tutto resta nel limbo, in stallo, a bocca aperta, morente come il sogno infantile di rimanere giovani di un adulto.
e tutto è relativo.
e mi crogiolo in questa merda che tanto mi scalda e tanto mi rattrista.
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