traunpoielaltro
vivere qui ed oraoggi sono stata a lavorare in un ente pubblico, dovrò fare alcune sostituzioni nella reception di una scuola di genii... ho vissuto osservato respirato l'aria di quel luogo e la mia domanda è MA DOVE CAVOLO STIAMO ANDANDO? MA CHE SENSO HA RINCHIUDERSI IN QUELLE GABBIE PER ORE E ORE AL GIORNO?
Diverse soluzioni: adattarsi e rimanere frustrati, illuminarsi e amare tutti, oppure decidere di cambiare società e trasferirsi nelle cosidette zone sottosviluppate, peccato che i sottosviluppati siamo noi, siamo handicappati di sorrisi e apertura di cuore, il nostro sviluppo consiste nell'accumulo di denaro e di oggetti inutili e nell'abilità a farsi gli affari altrui e a spettegolare...
In India, Puttaparthi, ashram di Sai Baba, per strada ci sono persone che possiedono davvero poco, a malapena hanno di che nutrirsi però sono felici sorridono accettano la vita ti guardano negli occhi e vedono la tua anima. Che me ne faccio di una villa con piscina se poi devo passare 8 ore della mia giornata in un ufficio a fare cose pressochè inutili. Mha. Oggi grandi domande mi passano dentro...
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Pensiero del giorno 20/02/2007.
"«Mio Padre ed io siamo uno». Se Gesù ha potuto pronunciare una
simile frase, significa che aveva fatto un lavoro gigantesco su
di sé; e dopo di lui, anche noi dobbiamo sforzarci di fare lo
stesso lavoro, seguendo il suo esempio.
Dio vive in noi, e anche il Suo Regno è in noi. Colui che
diviene consapevole di essere inseparabile dal Creatore, vede
sempre più chiaro per poter risolvere i propri problemi e fare
del bene attorno a sé. Colui che invece sente Dio esterno a sé è
abbandonato alle sue sole risorse che sono ben limitate. Questo
lavoro di identificazione con la Divinità lo si ritrova nella
pratica induista dello Jnani-yoga, lo yoga della conoscenza. Lo
yogi impara a meditare sulla formula “Io sono Lui” (Lui, ossia
il Principio divino), e la pronuncia finché essa diventa in lui
carne e ossa. A quel punto, il suo sé limitato e personale non
esiste più: soltanto Lui, il Signore, esiste in lui, e a partire
da quel momento egli può compiere meraviglie. "
Omraam Mikhaël Aïvanhov
La felicità che l’uomo può ricavare dalle agiatezze del mondo è limitata. Pensare che la ricchezza e le proprietà, le comodità ed i vantaggi possano darvi gioia senza fine è follia totale: nessuno di questi può dare felicità vera. Allora, come la si può ottenere? Essa non può essere ottenuta dall’esterno perché origina dal cuore. Il cuore è il luogo di residenza di Dio. Per sperimentare la felicità vera, l’uomo deve maturare fede ferma in Dio. Dove c’è fede c’è amore e soltanto quando l’uomo ha amore dentro di sé può praticare la rettitudine; la rettitudine porta alla verità che, a sua volta, porta a Dio.
–Baba
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Pensiero del giorno 13/01/2007.
"Narra una leggenda che il poeta Orfeo aveva ricevuto dal dio
Apollo una lira a sette corde dai magici poteri. Quando cantava
accompagnandosi con quello strumento, egli ammaliava gli dei e
gli uomini, addomesticava le bestie feroci e poteva persino far
commuovere le rocce.
Questa lira a sette corde, che ha fatto tanto sognare musicisti
e poeti, in realtà la possediamo tutti. Sì, la possediamo perché
ciascuno di noi è egli stesso quella lira. Le sette corde che ci
compongono rappresentano i nostri sette corpi: fisico, eterico,
astrale, mentale, causale, buddhico e atmico. Ogni corda, ogni
corpo, possiede una vibrazione propria, e ha la funzione di
metterci in comunicazione con una determinata regione dei mondi
visibili e invisibili, e con i loro abitanti. Per poter entrare
in armoniosa relazione con quelle regioni, dobbiamo dunque
lavorare ogni giorno sui nostri vari corpi, e questo lavoro si
chiama purificazione, illuminazione e resurrezione. "
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Dimenticando la vostra Divinità innata andate cercando Dio nel mondo esteriore; voi stessi siete Dio, dirigete la vostra visione all’interno in cerca del vostro Sé reale. L’auto-indagine porta alla effettiva visione di Dio (Sakshatkara) ; una volta ottenuto questo, sarete liberi da tutte le preoccupazioni. Dire che non avete sperimentato Dio è un errore: Egli è presente in voi. Non cercate Dio all’esterno; tutto ciò che vedete all’esterno è illusorio, non fatevi incantare dal mondo apparente. Solo così potete ottenere la pace e finalmente comprendere la verità “Io sono Io”. Per conoscere questa verità semplice non avete bisogno di studiare numerosi testi sacri; mettete i testi da parte e godete la sensazione della Divinità dentro.
–Baba
da:Il Pensiero del giorno di Prashanti Nilayam
13 gennaio 2007
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LA PARABOLA DELLA PICCOLA ANIMA - Neale Donald Walsch
La Piccola Anima e il Sole
Dissi alla Piccola Anima che poteva scegliere di essere la parte di Dio che preferiva.
"So cosa voglio essere, io so cosa voglio essere" annunciò la Piccola Anima sprizzando di felicità da tutti i pori. "E ho deciso che sceglierò quella parte che viene chiamata ESSERE DISPOSTI AL PERDONO. Non è forse speciale essere indulgenti?".
"O certo -assicurò Dio- è molto speciale".
"Va bene, è proprio quello che voglio essere, voglio saper perdonare, voglio fare esperienza in questo modo".
"C'è una cosa però che dovresti sapere" disse Dio.
La Piccola Anima fu quasi sul punto di perdere la pazienza, sembrava ci fosse sempre qualche complicazione
"Che c'è ancora?", ribattè con un sospiro.
"Non c'è nessuno da perdonare", disse Dio.
"Nessuno?!", era difficile credere a ciò che aveva appena udito.
"Nessuno", ripetè il creatore.
"Tutto ciò che ho creato è perfetto, none visite anima che sia meno perfetta di te. Guardati attorno".
Solo allora la Piccola Anima si rese conto che si era radunata una grande folla.
Tanti altri suoi simili erano arrivati da ogni angolo del Regno perché si era sparsa la voce di quella straordinaria Conversazione con Dio e tutti volevano ascoltare.
Osservando le innumerevoli altre anime radunate lì intorno, non potè fare a meno di dare ragione al Creatore, nessuna appariva meno meravigliosa, meno magnifica o meno perfetta.
Tale era il prodigio di quello spettacolo e tanta era la luce che si sprigionava tutt'attorno, che la Piccola Anima riusciva a malapena a tenere lo sguardo fisso sulla moltitudine. "Chi dunque dovrebbe essere perdonato?" tornò alla carica Dio.
"Accidenti, mi sa proprio che non mi divertirò. Mi sarebbe tanto piaciuto essere COLUI CHE PERDONA. Volevo sapere come ci si sente ad essere speciali in quel senso".
La Piccola Anima capì in quel momento cosa si prova ad essere tristi, ma un'anima amica si fece avanti fra la folla e disse:
"Non te la prendere, io ti aiuterò".
"Dici davvero? Ma cosa puoi fare?"
"Ecco, posso offrirti qualcuno da perdonare"
"Tu puoi…"
"Certo, posso venire nella tua prossima vita e fare qualcosa che ti consentirà di dimostrare la tua indulgenza"
"Ma perché, per quale motivo?" chiese la Piccola Anima
"Sei un essere di suprema perfezione, puoi vibrare ad una velocità così grande da creare una luce così tanto splendente da impedirmi quasi di guardarti. Cosa mai potrebbe indurti a rallentare le tue vibrazioni fino ad offuscarla? Cosa potrebbe spingere te, che sei in grado di danzare in cima alle stelle e viaggiare per il regno alla velocità del pensiero, cosa potrebbe spingerti a calarti nella mia vita e divenire tanto pesante da compiere questo atto malvagio?"
"E' semplice -spiegò l'anima amica- perché TI VOGLIO BENE" Sentendo quella risposta lo stupore invase la Piccola Anima. "Non essere tanto meravigliato Piccola Anima. Tu hai fatto lo stesso per me, davvero non ricordi? Abbiamo danzato insieme mille volte tu ed io, nel corso di tutte le età del mondo e di ogni periodo storico. Abbiamo ballato, abbiamo giocato per tutto l'arco del tempo e in molti luoghi, solo che non te ne rammenti. Entrambi siamo stati tutto, siamo stati giù e su, siamo stati la sinistra e la destra, il qui e il là, l'adesso e il poi, anche maschio e femmina, bene e male, siamo ambedue stati la vittima e l'oppressore, ci siamo incontrati spesso tu ed io in passato, e ognuno ha offerto all'altro l'esatta e perfetta opportunità di esprimersi e di fare esperienza di ciò che siamo in realtà, e quindi - continuò- io verrò nella tua prossima vita e questa volta sarò il cattivo, commetterò nei tuoi confronti qualcosa di veramente terribile e allora riuscirai a provare come ci si sente nei panni di colui che perdona"
"Ma che cosa farai -domandò la Piccola Anima- da risultare tanto tremendo?".
"Oh -rispose l'anima amica strizzando l'occhio- ci faremo venire qualche bella idea. Poi soggiunse a voce bassa "Sai, tu hai ragione riguardo a una cosa".
"E quale sarebbe?". "Dovrò diminuire alquanto le mie vibrazioni ed aumentare a dismisura il mio peso per commettere questa brutta cosa, mi toccherà fingere di essere ciò che non sono, e quindi ti chiedo in cambio un favore"
"Qualsiasi cosa, qualsiasi cosa" gridò la Piccola Anima, che intanto ballava e cantava "Riuscirò a perdonare, riuscirò a perdonare!!".
Poi si rese conto del silenzio dell'anima amica e allora chiese: "Cosa posso fare per te, sei davvero un angelo, sei così disponibile ad accontentarmi".
A quel punto la Piccola Anima sentì ancora più forte il desiderio di esaudire la richiesta e chiese di nuovo: "Cosa posso fare per te?"
E l'anima amica: "Quando ti colpirò e ti maltratterò, nell'attimo in cui commetterò la cosa peggiore che tu possa immaginare, in quello stesso istante dovrai rammentare chi sono in realtà", concluse l'anima amica.
"Lo farò -esclamò la Piccola Anima- te lo prometto, e ti ricorderò sempre come sei qui, in questo momento".
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