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L'anima ingombrante

Quando una poetessa d'Abruzzo si racconta...

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« Piccole gioie quotidiane...Poesia d'amore e d'altro... »

Il colore del buio, in esclusiva per i mei lettori di Libero.

Post n°43 pubblicato il 21 Gennaio 2013 da ilcignorossoFF
 
Foto di ilcignorossoFF

 

Aveva movenze d'incanto e occhi che profumavano dell'inverno che si sarebbero lasciati alle spalle.
Aveva la tenera innocenza di un bambino che si avvicina alle ginocchia della madre e cerca di frugare tra le sue vesti per trovare un pò di ristoro: di cibo e sonno.
Aveva la bellezza incontaminata del primo amore, un primo amore che si fa selvaggio, per imparare tutto, subito, e non dover più nutrire alcun tipo di rimpianto.
Era giovane, lui, e la desiderava come un uomo con la sua donna.

Ogni giorno, alla stessa ora, aveva imparato ad aspettarla.

La guardava passeggiare lontano.

La guardava.
E gli sembrava il sole dell'alba e del tramonto, e poi, la notte più scura, senza stelle.

Lei, rimaneva sempre in cielo.

Ma un giorno, si disse, gli sarebbe appartenuta  ed iniziò ad inventare una storia, da raccontarle dopo aver fatto il loro primo  amore.

Un amore affannato, sudato,  estremamente sofferto.

La aspetto e la circuì.

Lei, lottò solo un breve momento. Poi si arrese.

Si arrese perché sapeva che non avrebbe potuto sentire ancora altro male.

Dopo tutto, affranta, con i capelli ancora scomposti  sul bel volto, gli disse, gelida:- Niente di ciò che tu potrai ancora inventare, dire, o più semplicemente indirizzarmi in un pensiero distratto, potrà ferirmi di più di ciò che già provo, di ciò che già mi manca, di ciò che già concepisco come il peggiore dei miei fallimenti sentimentali. Niente. Ora, però, voglio che tu abbia il supremo coraggio di andartene via, per sempre, di voltare la mia pagina, di riprendere il tuo cammino, lontano da me. Da ogni carezza che non posso smettere di rivolgerti anche ora, in queste parole.
Vattene, e non voltarti.
Ti auguro solo il meglio, ma laddove non ti raggiungerà più, mai più la luce del mio sorriso.
Laddove non potrai più annusare il mio profumo.
Nè ricordare la bellezza del nostro unico corpo addormentato, in mezzo al cielo, quando non potevamo ancora tra le nostre braccia, profumatissime.
Vattene.
E non ti fermare a pensare che ti ho amato, disperatamente.
Ma non hai capito.
O forse, dovremmo accontentarci di questo tempo, che non ci potrebbe appartenere, così sincopato.

E lui:-L'amore delle panchine vuote è quello che riempiamo ad ogni ora, guardando fuori dalla finestra.

Le disse tutto questo, in mente, e molto altro ancora, le disse, la implorò quindi di non andarsene. Mai e per nessun motivo al mondo. Le sarebbe bastato pensarla, pensare che in qualche modo lei, nella sua vita, c'era ancora, per rincominciare a respirare.

Ma la violenza  delle parole non dette, la ferì più di ogni altro coltello, di ogni altra violenza i cui segni possono scomparire con il tempo.

Quella di un sentimento mai rivelato, resta.

Ed è indelebile.

Ed  ha lo stesso colore del buio.

E impietrisce, nel tormento di tutto ciò che avrebbe potuto essere e che invece è rimasto tra le labbra socchiuse.

 

 
 
 
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