per te.

Post N° 4

Non guardo il cielo invocando il tuo nome, il tuo aiuto o il tuo sguardo... Preferisco e amo guardare la terra, trovarti qui intorno a me facendo crescere e sbocciare i fiori che mi hai regalato in tutta la tua esistenza, facendo crescere e sbocciare i fiori che continui a regalarmi mentre ancora esisti. Poi, mano a mano che i fiori cominciano a sbocciare, alzo il naso e gli occhi al cielo e ti guardo riempirmi di luce dalla stella più vicina, più calda, più grande. Il mio sole senza tramonto.

Oggi per tornare a casa ho preso la navetta, come sempre. Come sempre la navetta ha percorso silenziosamente la sua strada, ha percorso tutta la via principale e poi si è avvicinata a casa mia. Prima però, due minuti prima, c'è il cimitero, come sempre. Grigio, fermo e vuoto, c'è il cimitero. Seduto di fronte a me un signore anziano, un'ottantina d'anni portati male. Triste, grigio, spento...anche lui. Vuole prenotare la fermata ma non ci riesce, allora la prenoto io per lui e mi sorride. In quel sorriso, mentre premevo il bottone per prenotare la fermata, ho visto il sorriso di mio papà. Tristezza tra le ossa, vento che parla del futuro tra i miei capelli entra e si ferma tra me e il signore dal finestrino. Il vento entra, ci fa guardare, e porta il fresco e la nostalgia del silenzio. Silenzio. Il signore sorride ancora, scende, va a trovare la sua amata. Prossima fermata, casa. Prossima fermata, volo tra le braccia di mio padre.