cinzia guidetti

Musica, eventi, recensioni, notizie...di tutto un po', ma sempre in ambito musicale...

 

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« TORNANO I MASSIVE ATTACKISCHIA JAZZ FEST »

FESTIVAL MITO 2009

Post n°332 pubblicato il 30 Agosto 2009 da cinzia_guidetti
 

Vi segnalo questa notizia che parla del festival MiTo (Fonte). Comunque potete trovare tutto il programma al seguente link: http://www.mitosettembremusica.it/

Un palcoscenico gi­gantesco e invisibile sta per essere getta­to per la terza volta tra Milano e Torino, quasi un salvagente di bellezza in mezzo al mare agitato dalla crisi di questa cupa estate padana. È l’edizione 2009 di MiTo Settem­breMusica, il festival che negli ultimi due anni (con un totale di 330mila spettatori) ha già vinto la sua ambiziosa scom­messa: proporre musica di qua­lità a prezzi contenuti (metà del cartellone è addirittura gra­tis). Filo conduttore del proget­to è solo l’amore a 360˚ per le sette note che, dal 3 al 24 set­tembre, avranno licenza di ucci­dere noia e banalità in tutti gli spazi possibili delle due città, dai teatri più prestigiosi alle piazze di periferia. Anche se i fondi stanziati (5,5 milioni di euro per la parte milanese, 4,5 per quella torinese) serviranno anche per seminare rapporti in vista dei due grandi appunta­menti del prossimo futuro: le celebrazioni per i 150 anni del­l’unità d’Italia a Torino (2011) e l’Expo del 2015 a Milano, dove gli amministratori hanno deci­so di metterci anche la faccia. E non è un modo di dire, perché il sindaco Letizia Moratti, come già Eleanor Roosevelt e Marga­reth Thatcher, sarà voce narran­te nel «Lincoln Portrait» che ce­lebrerà il bicentenario della na­scita del grande presidente ame­ricano (23/9), mentre l’assesso­re alla Cultura Finazzer Flory an­drà in scena con la sua perfor­mance teatrale «L’orecchio di Beethoven» (22/9, entrambi a Milano).

Il MiTo proporrà fino a 5 ap­puntamenti al giorno per un to­tale di 213 eventi in 107 loca­tion diverse tra Piemonte e Lombardia, che coinvolgono 3.400 artisti. Con una novità che spezza la continuità territo­riale: l’omaggio che l’Orchestra Imperiale giapponese Reigaku­sha, il 25/9 al Carlo Felice di Ge­nova, tributerà al gagaku , una delle più antiche forme di arte musicale di quel Paese.

È infatti proprio il Giappone, dopo la Corea e la musica tziga­na, il protagonista del focus di quest’anno: concerti dedicati al compositore contemporaneo Hosokawa, teatro No e Kabuki, cerimonie del tè, canto di corte, danza nihonbuyo, ma anche rassegne di cinema e fumetti manga, con perfino le marionet­te della famiglia Colla ne «La sposa del sole», una poetica fia­ba giapponese che non «recita­vano » dal 1906. «La cultura del Sol Levante, così combattuta tra modernità e tradizione, ha molto da insegnare a noi italia­ni —, dice Enzo Restagno, diret­tore artistico del festival —: la precisione calligrafica, l’essen­zialità, la cura per il dettaglio e la capacità di osservazione».

Si parte il 3 settembre al Lin­gotto di Torino con la Filarmoni­ca di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov, che inaugura un piccolo festival nel festival (che poi proseguirà a Milano an­che con spettacoli per ragazzi) dedicato a Prokofiev. Da lì, sarà un diluvio di concerti di musica jazz (Fresu, Rava, Bollani), ba­rocca, contemporanea oltre a di­verse contaminazioni tra i gene­ri e maratone musicali, anche se la sinfonica fa la parte del leo­ne: basti pensare ai concerti del­l’orchestra di Santa Cecilia con Pappano, di quella di St. Martin in the Fields con Perahia, della Royal Philharmonic con Dutoit, dell’Orchestra della Radio Sve­dese con Harding e della Filar­monica della Scala con Myung-Whun Chung.

Fuori cartellone è finito inve­ce Ryuichi Sakamoto. Il tastieri­sta giapponese, che avrebbe do­vuto esibirsi nel Festival con la sua mitica Yellow Magic Orche­stra, recupererà con un concer­to per piano solo il 2 novembre, al Regio di Torino.

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Nessuno può ignorare la cri­si, ma il MiTo tiene botta: «Qual­che sponsor ha diminuito il pro­prio contributo, ma abbiamo ri­solto tutto riducendo la pro­grammazione di tre giorni — di­ce Enzo Restagno —. Così abbia­mo preservato l’alta qualità del festival, per noi irrinunciabile, perché vogliamo portare più gente possibile a contatto con la grande musica: solo con spet­tacoli d’eccellenza potremo con­vincere a uscire di casa i tantissi­mi che sono ancora intimiditi al­la sola idea di metter piede in un teatro. L’aumento dei bigliet­ti venduti in prevendita ci dice che forse abbiamo imboccato la giusta strada. Ma il vero salto di qualità si avrà quando Milano e Torino capiranno di essere cul­turalmente complementari. A fare sistema avranno solo da guadagnarci » .

Marcello Parilli

 
 
 
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Un blog di: cinzia_guidetti
Data di creazione: 07/03/2008
 

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LA FRASE...

Joni Mitchell parlando di Nefertiti di Wayne Shorter

E' un brano musicale molto insolito, perché è come una serigrafia. Attaccano all'unisono, e poi ciascuno di loro diventa sempre più individuabile, come in una serigrafia offset. Tony è sull'orlo dell'esplosione, è il solista. Il pezzo ha una forma molto semplice, quasi come una canzone folk. Strofa, strofa, strofa, senza neanche un ritornello o un bridge. Come se fossero dei moduli che si ripetono. E' una forma insolita per il jazz...ricordo che qualcuno disse: - senti che forma ha, è così strana -. E io pensai che era soltanto una semplice forma folk, ma guarda cosa succede, non ti aspetti che i musicisti attacchino gli assoli: la melodia è sufficiente, ma nel frattempo il batterista è come impazzito. Evoca questa immagine di una notte newyorkese: un tipo sta arrivando da Chinatown ed è ubriaco e prende a calci i bidoni dell'immondizia e urla camminando verso nord. C'è una rabbia che cresce nella batteria. E tutto questo lo rende uno spledido pezzo.

Tratto da "Wayne Shorter. Il filosofo col sax" di M. Mercer

 

LIVE NEFERTITI

Stanley Clarke, Wayne Shorter, Michel Petrucciani

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

JAZZ di Arrigo Polillo
Euro 15,00 Ed. Mondadori


Un grande classico della storia della musica afro-americana, jazz di Arrigo Polillo- ad un tempo testamento di pensiero e frutto di una grande passione e di lunghe riflessioni su questa musica straordinaria e i suoi protagonisti dalle storie tormentate e spesso disperate- è riproposto qui, in una sorta di continuità ideale, in una nuova edizione aggiornate da Franco Fayenz e arricchita da un saggio critico, "Il secolo del Jazz", sulle nuove linee di tendenza, i risultati più originali di questa creatività musicale, i protagonisti della musica jazz di fine secolo in tutto il mondo. La storia del jazz, che è anche la storia dei negri d'America e delle loro lotte per l'emancipazione, rivive, per i lettori appassionati di tutte le generazioni, nelle indimenticabili pagine di Polillo, dai mitici anni di New Orleans, Chiacago, New York all'orchestra di Duke Ellington, dal ragtime e dalla danza anni Trenta a ritmo di swing alla rivoluzione del bebop, del cool e dell'hard bop, fino al free rock e alla fusion. Ma la grande vitalità del jazz di fine secolo, sebbene meno vorticosa e genialmente sregolata, trova interpreti più colti e consapevoli della propria e delle altre civiltà musicali, anche nei loro tratti popolari e caratteri nazionali. La "musica totale", già intuita da Gaslini e Polillo, è sempre più per un "ascoltatore totale", colto e futuribile, che sappia trarre dall'unicità della musica il massimo di contenuto emozionale. Da Ornette Coleman a Gil Evans, Bill Evans, George Russell; Keith Jarrett, Cecil Taylor e la musica informale, Carla Bley, Don Byron, Cassandra Wilson, Henry Threadgill, Lester Bowie, il nuovo jazz è sempre più ricco di rapporti con la musica europea, tra avanguardia e ricerca di nuovi ritmi e armonie da parte di musicisti eccezionali.

Fonte: www.bol.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

A LOVE SUPREME  di Ashley Kahn
Euro 29,00 Ed. Il Saggiatore 2004

Pochi album hanno avuto l'influenza, la risonanza e il successo durevole di "A love supreme", dimostrando che il jazz può essere una forma universale di esplorazione spirituale. Ashley Kahn ne ricostruisce con passione processi creativi e session musicali, includendo anche notizie biografiche e una descrizione del contesto culturale degli anni Sessanta e delle innovazioni rivoluzionarie che lo caratterizzarono. Questo album racchiude tutta la spiritualità dei gospel, unita alla più alta forma di sperimentazione musicale. Scritto con la collaborazione della famiglia di Coltrane, il libro attinge a oltre un centinaio di testimonianze, tra cui quelle di celebri musicisti, come il batterista Elvin Jones e il pianista McCoy Turner.

Fonte: www.ibs.it 

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

I segreti del Jazz Stefano ZenniI segreti del jazz. Una guida all'ascolto. Con CD-ROM di Stefano Zenni Euro 25,00 Ed. Nuovi Equilibri

Un libro da leggere e ascoltare. Con più di 100 brani musicali in mp3 nel Cd Rom allegato, scelti tra i capolavori della storia del jazz, ecco la più completa guida integrata all'ascolto e alla comprensione delle musiche afroamericane.
Tutto quello che finora è parso il frutto di un impenetrabile estro artistico trova il proprio posto nel quadro dettagliato di questo libro: un viaggio che abbraccia la cultura e il linguaggio jazzistici e intanto getta luce sui meccanismi profondi del fare musica, dall'improvvisazione alle poliritmie, dal sound alle forme, raccontati con rigore analitico e in modo accessibile, e resi finalmente concreti attraverso gli ascolti. Una grande sintesi d'assieme, uno sguardo sulle profondità storiche ed espressive della musica, costellato dalla rivelazione di affascinanti finezze in centinaia di capolavori, tra cui le opere di Davis, Ellington, Parker, Mingus, Armstrong.

Fonte: www.ibs.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

LA MUSICA DEI NERI AMERICANI. DAI CANTI DEGLI SCHIAVI AI PUBLIC ENEMY di Eileen Southern
Euro 45,00 Ed. Il Saggiatore 2007

Dalle suggestive testimonianze degli esploratori europei del Seicento in Africa alla tradizione orale dei clan tribali. L'evoluzione della musica nera degli schiavi nelle colonie nordamericane tra la Guerra d'indipendenza e quella di secessione: gli inni e i salmi nelle congregazioni religiose, le canzoni dei soldati e quelle contro la schiavitù, la musica urbana del primo Ottocento e i canti di lavoro nelle piantagioni che diedero origine agli spiritual; l'esplosione del ragtime e delle commedie musicali dopo la Grande guerra, le prime registrazioni discografiche, la nascita del blues e del jazz, l'intensa vita musicale di Harlem, la rivoluzione del bebop, ma anche cantanti, strumentisti e compositori che si sono cimentati con l'opera e la musica classica. E infine le influenze sul rock'n'roll, la storia della mitica Motown, il rhythm & blues e il pop. Ogni capitolo è preceduto da una cronologia degli eventi storici più importanti.

Fonte: www.ibs.it 

 
 

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