cinzia guidetti

Musica, eventi, recensioni, notizie...di tutto un po', ma sempre in ambito musicale...

 

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I GRANDI STRUMENTI MUSICALI DEI MAYA

Post n°338 pubblicato il 24 Settembre 2009 da cinzia_guidetti
 

Vi segnalo questo curioso articolo. Fonte

Dalla leggendaria torre di Babele ai grattacieli di New York, tutto ciò che l'uomo costruisce in verticale rappresenta una sfida. Per i Maya del 1800 a. C. l'obiettivo era riuscire a comunicare con dio, ed è per questo che hanno costruito le loro incredibili piramidi. Secondo una ricerca internazionale pubblicata sul New Scientist, i gradini funzionavano come uno strumento musicale: progettati per provocare la diffrazione del suono dei passi di chi li percorreva, riproducevano un rumore simile a quello delle gocce di pioggia che cadono in una pozzanghera. Destinatario del messaggio musicale il dio della pioggia Chaac, venerato nelle zone del Messico con scarse precipitazioni.

Per capirlo, gli studiosi Jorge Cruz della Professional School of Mechanical and Electrical Engineering di Città del Messico e Nico Declercq del Georgia Institute of Technology negli Stati Uniti hanno confrontato le frequenze sonore che si producono salendo i gradini del Castillo, nel complesso archeologico Maya di Chichen Itza, con quelle della Piramide della Luna a Teotihuacan, nel Messico centrale. In entrambi i siti hanno registrato i suoni sentiti alla base quando qualcuno sale i gradini, osservando in tutti e due i casi una somiglianza con il rumore e la frequenza delle gocce di pioggia.

Secondo i ricercatori, ciò è dovuto alla diffrazione del suono provocata dalle scale, che rompendo l'onda sonora riproducono un effetto simile a quello di un acquazzone. La dottoressa Elizabeth Graham dello University College London precisa però che entrambe le piramidi sono state restaurate, e che è dunque inattendibile uno studio basato su superfici non originali.


Della capacità del Castillo di riprodurre suoni, del resto, si discute da anni, ma nessuno è mai riuscito a chiarire né il meccanismo che provoca il fenomeno né la sua eventuale utilità. Il primo ad analizzarlo fu l'ingegnere acustico David Lubman nel 1998, secondo il quale il tempio dedicato a Kukulkan, dio del vento e della conoscenza, "cinguettava". Qualche anno dopo Declercq, affascinato da queste ricerche, partì per Chichén Itzá per studiare personalmente la cosa.

Fin dall'inizio gli esperti hanno creduto che nel caso de El Castillo l'effetto sonoro fosse provocato dalla cavità della struttura, ma lo studio di Cruz e Declercq spiega che tutto nasce dalla diffrazione provocata dei gradini. Lubman inoltre era convinto che i costruttori della piramide avessero creato l'effetto intenzionalmente, ma Declercq e colleghi obbiettano oggi che potrebbe non essere necessariamente così. La loro analisi sull'acustica della piramide mostra infatti che il riscontro preciso dell'eco dipende dal suono che lo provoca. Quello del tamburo, ad esempio, produce un diverso effetto di risonanza.

"Con un po' di immaginazione - spiega Cruz - possiamo immaginare le piramidi Maya come giganteschi strumenti musicali, da utilizzare in modo sempre diverso". Ma purtroppo nessuno può provare che i membri della civiltà precolombiana li "suonassero" davvero.

 
 
 
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Un blog di: cinzia_guidetti
Data di creazione: 07/03/2008
 

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LA FRASE...

Joni Mitchell parlando di Nefertiti di Wayne Shorter

E' un brano musicale molto insolito, perché è come una serigrafia. Attaccano all'unisono, e poi ciascuno di loro diventa sempre più individuabile, come in una serigrafia offset. Tony è sull'orlo dell'esplosione, è il solista. Il pezzo ha una forma molto semplice, quasi come una canzone folk. Strofa, strofa, strofa, senza neanche un ritornello o un bridge. Come se fossero dei moduli che si ripetono. E' una forma insolita per il jazz...ricordo che qualcuno disse: - senti che forma ha, è così strana -. E io pensai che era soltanto una semplice forma folk, ma guarda cosa succede, non ti aspetti che i musicisti attacchino gli assoli: la melodia è sufficiente, ma nel frattempo il batterista è come impazzito. Evoca questa immagine di una notte newyorkese: un tipo sta arrivando da Chinatown ed è ubriaco e prende a calci i bidoni dell'immondizia e urla camminando verso nord. C'è una rabbia che cresce nella batteria. E tutto questo lo rende uno spledido pezzo.

Tratto da "Wayne Shorter. Il filosofo col sax" di M. Mercer

 

LIVE NEFERTITI

Stanley Clarke, Wayne Shorter, Michel Petrucciani

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

JAZZ di Arrigo Polillo
Euro 15,00 Ed. Mondadori


Un grande classico della storia della musica afro-americana, jazz di Arrigo Polillo- ad un tempo testamento di pensiero e frutto di una grande passione e di lunghe riflessioni su questa musica straordinaria e i suoi protagonisti dalle storie tormentate e spesso disperate- è riproposto qui, in una sorta di continuità ideale, in una nuova edizione aggiornate da Franco Fayenz e arricchita da un saggio critico, "Il secolo del Jazz", sulle nuove linee di tendenza, i risultati più originali di questa creatività musicale, i protagonisti della musica jazz di fine secolo in tutto il mondo. La storia del jazz, che è anche la storia dei negri d'America e delle loro lotte per l'emancipazione, rivive, per i lettori appassionati di tutte le generazioni, nelle indimenticabili pagine di Polillo, dai mitici anni di New Orleans, Chiacago, New York all'orchestra di Duke Ellington, dal ragtime e dalla danza anni Trenta a ritmo di swing alla rivoluzione del bebop, del cool e dell'hard bop, fino al free rock e alla fusion. Ma la grande vitalità del jazz di fine secolo, sebbene meno vorticosa e genialmente sregolata, trova interpreti più colti e consapevoli della propria e delle altre civiltà musicali, anche nei loro tratti popolari e caratteri nazionali. La "musica totale", già intuita da Gaslini e Polillo, è sempre più per un "ascoltatore totale", colto e futuribile, che sappia trarre dall'unicità della musica il massimo di contenuto emozionale. Da Ornette Coleman a Gil Evans, Bill Evans, George Russell; Keith Jarrett, Cecil Taylor e la musica informale, Carla Bley, Don Byron, Cassandra Wilson, Henry Threadgill, Lester Bowie, il nuovo jazz è sempre più ricco di rapporti con la musica europea, tra avanguardia e ricerca di nuovi ritmi e armonie da parte di musicisti eccezionali.

Fonte: www.bol.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

A LOVE SUPREME  di Ashley Kahn
Euro 29,00 Ed. Il Saggiatore 2004

Pochi album hanno avuto l'influenza, la risonanza e il successo durevole di "A love supreme", dimostrando che il jazz può essere una forma universale di esplorazione spirituale. Ashley Kahn ne ricostruisce con passione processi creativi e session musicali, includendo anche notizie biografiche e una descrizione del contesto culturale degli anni Sessanta e delle innovazioni rivoluzionarie che lo caratterizzarono. Questo album racchiude tutta la spiritualità dei gospel, unita alla più alta forma di sperimentazione musicale. Scritto con la collaborazione della famiglia di Coltrane, il libro attinge a oltre un centinaio di testimonianze, tra cui quelle di celebri musicisti, come il batterista Elvin Jones e il pianista McCoy Turner.

Fonte: www.ibs.it 

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

I segreti del Jazz Stefano ZenniI segreti del jazz. Una guida all'ascolto. Con CD-ROM di Stefano Zenni Euro 25,00 Ed. Nuovi Equilibri

Un libro da leggere e ascoltare. Con più di 100 brani musicali in mp3 nel Cd Rom allegato, scelti tra i capolavori della storia del jazz, ecco la più completa guida integrata all'ascolto e alla comprensione delle musiche afroamericane.
Tutto quello che finora è parso il frutto di un impenetrabile estro artistico trova il proprio posto nel quadro dettagliato di questo libro: un viaggio che abbraccia la cultura e il linguaggio jazzistici e intanto getta luce sui meccanismi profondi del fare musica, dall'improvvisazione alle poliritmie, dal sound alle forme, raccontati con rigore analitico e in modo accessibile, e resi finalmente concreti attraverso gli ascolti. Una grande sintesi d'assieme, uno sguardo sulle profondità storiche ed espressive della musica, costellato dalla rivelazione di affascinanti finezze in centinaia di capolavori, tra cui le opere di Davis, Ellington, Parker, Mingus, Armstrong.

Fonte: www.ibs.it

 

CONSIGLI PER LA LETTURA

LA MUSICA DEI NERI AMERICANI. DAI CANTI DEGLI SCHIAVI AI PUBLIC ENEMY di Eileen Southern
Euro 45,00 Ed. Il Saggiatore 2007

Dalle suggestive testimonianze degli esploratori europei del Seicento in Africa alla tradizione orale dei clan tribali. L'evoluzione della musica nera degli schiavi nelle colonie nordamericane tra la Guerra d'indipendenza e quella di secessione: gli inni e i salmi nelle congregazioni religiose, le canzoni dei soldati e quelle contro la schiavitù, la musica urbana del primo Ottocento e i canti di lavoro nelle piantagioni che diedero origine agli spiritual; l'esplosione del ragtime e delle commedie musicali dopo la Grande guerra, le prime registrazioni discografiche, la nascita del blues e del jazz, l'intensa vita musicale di Harlem, la rivoluzione del bebop, ma anche cantanti, strumentisti e compositori che si sono cimentati con l'opera e la musica classica. E infine le influenze sul rock'n'roll, la storia della mitica Motown, il rhythm & blues e il pop. Ogni capitolo è preceduto da una cronologia degli eventi storici più importanti.

Fonte: www.ibs.it 

 
 

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