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Post n°7 pubblicato il 19 Maggio 2008 da cirl
VESTIAMOCI DI COTONE... MA BIO! Quando pensiamo ad un batuffolo candido di cotone l’immagine che ci viene in mente è quella della purezza... è da ridere! ABBIGLIAMENTO AD ALTO CONTENUTO DI CHIMICA Il 5% delle terre coltivate è destinato alla coltivazione del cotone. Tali piantagioni assorbono il 25% della produzione mondiale di pesticidi. La coltivazione del cotone può essere definita come la più inquinante in assoluto. Non solo, nel trattamento del cotone convenzionale sono impiegati: detergenti, sbiancanti, coloranti, brillantanti, conservanti, antiparassitari. I capi di cotone convenzionale possono contenere fino al 25% di fibre di altra natura e riportare sull’etichetta la dicitura UNA GUERRA DI DIFESA Se l’abbigliamento indossato contiene sostanze chimiche o fibre sintetiche la pelle mette in atto un programma di difesa che prevede l’utilizzo di tutte le armi che ha a disposizione. La risposta del corpo sarà sotto forma di sudore, acidi, proteine, ormoni e li invierà nella zona sottoposta all’attacco. La pelle può apparire calda e arrossata, o fredda e umida. Le sostanze organiche impiegate dal corpo nel suo tentativo di difesa e trasmesse col sudore possono causare irritazione, infiammazione, prurito e causare odori “sgradevoli”. Questi odori sono socialmente “imbarazzanti” e per correre ai ripari ci laviamo con saponi, spalmiamo il corpo con creme e profumi aggressivi, lubrificanti, ammorbidenti, antibatterici così oltre a difendersi dalle sostanze chimiche dei tessuti, la pelle deve difendersi anche dai “rimedi” che abbiamo adottato ma che invece contribuiscono ad aggravare la situazione. IL COTONE BIOLOGICO NEL CAMPO Il cotone biologico nasce in terreni decontaminati da pesticidi e fertilizzanti di sintesi. Per proteggere le piantagioni i contadini impiegano strategie antiche e moderne: - Introduzione di predatori naturali dei parassiti; - Razionamento dell’acqua al 70% del fabbisogno naturale delle piante per renderle più “coriacee” all’assalto dei parassiti; - Piccoli campi - Impiego di antiparassitari a base vegetale; - Utilizzo di fertilizzanti di origine organica; - Utilizzo di sementi che abbiano almeno subito quattro cicli di germinazione senza trattamenti chimici. IL COTONE BIOLOGICO NELL’OPIFICIO La filatura e tessitura avviene senza l’aggiunta di sostanze chimiche di sintesi che possano alterare le proprietà organolettiche della fibra naturale. I macchinari addetti alla lavorazione vanno specificamente ripuliti dai residui della lavorazione del cotone convenzionale. Persino l’olio impiegato per lubrificare i rulli ed ingranaggi deve essere di origine biologica. La colorazione è effettuata con colori naturali o di origine minerale a basso impatto ambientale ed esenti dalla presenza di metalli pesanti. IL COTONE BIOLOGICO E LA SALUTE Il filo del cotone biologico, cresciuto in campi esenti da trattamenti con pesticidi e fertilizzanti chimici, si presenta con una fibra più corta, più compatta e resistente di quello convenzionale e un alto contenuto di olio naturale. Studi recenti condotti dall’Università Davis in California, hanno dimostrato che quest’olio ha importanti applicazioni per la salute dell’uomo come benefici per la microcircolazione e proprietà batteriostatiche. Liberamente tratto da: http://www.oticbiotex.it/cotone.html |
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