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Post n°8 pubblicato il 16 Giugno 2015 da hamadeus
GLI ITALIANI ONESTI PAGANO. Oggi gli Italiani pagheranno fra IMU e TASI circa 12 Miliardi di €. In Italia però non c'è una VERA PATRIMONIALE capace di applicare un contributo solidaristico a partire dalle grandi ricchezze immobiliari e finanziarie. Mentre gli Italiani onesti pagano IMU e TASI senza avere in contropartita i servizi pagati .Intanto continua lo scandalo Mafia Capitale,le ruberie e gli inttrallazzi della classe dirigente e il governo Renzi riduce i diritti ,mina la scuola pubblica,privatizza beni pubblici,facilita l'aggressione ambientale con leggi sfascia italia ,beffa i pensionati taglieggiati,ecc.
Post n°7 pubblicato il 16 Giugno 2015 da hamadeus
LITORALE NORD Zona Caronte:Il Camminamento dell'ambiguità.Serve fare chiarezza.
L’'uso della SPIAGGIATO per riempire il camminamento fra le scogliere e la linea Ferroviaria a Nord del litorale marino del Caronte. le motivazioni con le quali l'assessore ai ciclo dei Rifiuti Giulio Silenzi e dell' assessore ai LL.PP Marco Poeta hanno contrapposto alle critiche e che definiva lo SPIAGGIATO FILTRATO usato nel camminamento fra gli scoglie e la ferrovia a nord del Caronte non ci ha mai convinto.
Noi non avevamo e non abbiamo le certezze degli amministratori comunali .Certezze che per altro non ci hanno convinto. Letta la delibera e gli allegati le carte e per fare chiarezza senza entrare nella polemica che si era avviata abbiamo preferito sottoporre all’Arpam,al Noe alla Polizia Provinciale e alla Capitaneria di Porto di Civitanova ognuna per le sue competenze un dossier e relative immagini delle modalità di selezione dello piaggiato e dell’uso dello stesso in particolare per rafforzare ,alzare il livello del “camminamento “ nel Litorale a Nord del Caronte fra la scogliera sul litorale e la Ferrovia .
A quanto ci è dato sapere la Polizia Provinciale ha provveduto a fare le verifiche necessarie e sembra che non tutta l’operazione “Spiaggiato Filtrato” sia in linea con le normative sull’uso di questo materiale che la legge considera rifiuto. Il condizionale è d’obbligo perché sembra che i risultati del sopraluogo effettuato dalla Polizia Provinciale abbia rilevato delle irregolarità e che del problema sia stata investita la Procura della Repubblica di Macerata.
Aspettiamo con fiducia la fine dell’iter ma non possiamo esimerci nel ricordare che per quanto riguarda l’uso dello piaggiato abbiamo sempre consigliato agli amministratori comunali che il trattamento di questi rifiuti che fra l’altro costano alle casse comunali in modo rilevante non può essere “affaire” del solo Comune di Civitanova Marche.
Lo piaggiato in grandissima parte portato dalle piene del Chienti riguarda anche i comuni che il fiume attraversa e la Provincia e questi enti dovrebbero farsene quota parte adottando parametri oggettivi gli stessi Comuni e la stessa Provincia. Questa è stata e rimane una proposta che è stata avanzata da tempo ma inascoltata dagli amministratori comunali di Civitanova Marche.
Cogliamo anche l’occasione per ribadire un’altra proposta ossia quella di affidare la delega ai Rifiuti all’assessorato all’ambiente in modo che le politiche ambientali di cui i rifiuti sono grande parte abbiano un solo luogo di governo.
Cittaverde
Post n°6 pubblicato il 13 Giugno 2015 da hamadeus
L'estremismo Gender e il cattolicesimo conservatore. Come un classico tour il Movimento per la Vita fa tappa a Civitanova per presentare una iniziativa che va sotto il titolo:Diritto all'Identità- Teoria del Gender e LIbertà di Educare. Iniziative come queste non sono altro che nascondendosi dietro aggettivi altisonanti quanto generici contestano la teoria Gender -Genere. Credo che questi due concetti quello dei ruoli e del sesso prestabilito come naturale e quello de che invece viene attribuito a culture discriminanti che assegnano ruoli a prescindere non siano altro che fenomeni classici della fine delle ideologie in cui L’identità sessuale viene oramai abrogata in favore del genere. Questo scontro culturale trova alimento forte dal contenuto del decreto 104/2013 “La scuola riparte”, approvato dalla Camera. Infatti la chiesa teme che l'educazione nelle scuole all'affettività,alle diversità e alle pari opportunità si trovi il grimaldello capace di scardinare la famiglia tradizionale come la intende la chiesa più conservatrice. Una chiesa che pensa che la non discriminazione sia un valore negativo. Detto questo che ci fa un Sindaco che si dice Comunista con questo Convegno? Niente,forse il saluto di opportunità visto che l'amministrazione comunale figura fra gli enti e associazioni che hanno Patriocinato l'evento. Io non condivido questa scelta del Sindaco non perchè ancorchè non condividendone gli orientamenti abbia un pregiudizio ideologico irrazionale contro il MpV ma perchè un Sindaco che aveva promesso assieme al Presidente del Consiglio Comunale l'istituzione del Registro Comunale delle Unioni Civili ogni qual volta ne rimbalzava la notizia a livello nazionale non può che lasciare contrariati e comunque un alone di ambiguità che la trasparenza e la laicità non si può permettere. Viva la Parità di genere Viva la differenza fra i sessi.
Su facebook.Cittaverde
Post n°3 pubblicato il 12 Giugno 2015 da hamadeus
SBARCHI MISTIFICATI. Da settimane si agita lo spettro delle persone sbarcate in Italia per cercare rifugio nel nostro o negli altri paesi europei. In realtà, il loro numero dall’inizio dell’anno al 7 giugno è di 52.671. Quindi, poco più dei 47.708 registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Sulla base di questo trend è calcolabile un numero di 190.000 a fine anno (200.000 secondo altri). Come si giustificano, allora, le posizioni estreme e i toni, talora quasi paranoici, raggiunti nel dibattito su questo fenomeno in Italia e in Europa? Davvero si vuol far credere che l’arrivo di alcune centinaia di migliaia di persone costituisca una minaccia per gli equilibri economici e sociali di un gruppo di paesi tra i più ricchi del mondo? In realtà, stiamo assistendo a una grossolana mistificazione. Intanto, sembra smarrito ogni senso delle proporzioni e si parla come se s’ignorassero dati di fatto significativi. I paesi membri dell’Ue, alla fine del 2013, contavano un numero di immigrati di prima generazione (cioè nati all’estero), regolarmente registrati ed attivi nelle rispettive economie assommanti a più di 50 milioni, di cui circa 34 milioni nati in un paese non europeo. Questi immigrati, come gli altri che li hanno preceduti, concorrono direttamente alla produzione e alla ricchezza di quei paesi. E non si vede proprio come nuovi flussi che si aggiungono a quelli registratisi negli anni precedenti non possono essere assorbiti con vantaggi demografici, economici e socio-culturali, solo che si adottino politiche appropriate e positive d’inclusione sociale. In secondo luogo, invece di contrastare sentimenti xenofobi, che pure allignano in parti della popolazione, li si strumentalizza e incoraggia pur di guadagnare consensi elettorali nel modo più spregiudicato. L’esempio più vicino di tale irresponsabile comportamento viene dalle dichiarazioni dei governatori di alcune delle regioni più ricche del paese. Il loro lepenismo sembra ignorare che proprio la vantata ricchezza di quelle regioni è dovuta anche al massiccio sfruttamento del lavoro degli immigrati. Sfruttamento tanto più facile e pesante con i clandestini. E questo ci porta dritto alla seconda mistificazione cui stiamo assistendo in Italia e in Europa. Indicare gli immigrati come una minaccia serve a motivare misure di contrasto e leggi restrittive che in realtà servono a sfruttare al massimo il loro lavoro, inducendoli a lavorare in nero, in impieghi pesanti e mal pagati, in affitto, a chiamata e simili. Infatti, sono proprio le soglie di sbarramento all’integrazione, poste sempre più in basso, e il mancato o difficoltoso riconoscimento dei diritti ai lavoratori immigrati che permettono ai gruppi dirigenti economici e ai loro alleati politici di sfruttare anche l’immigrazione per spingere verso la concorrenza al ribasso delle condizioni di lavoro. In tal modo, si rendono più agevoli le politiche di restrizione dei diritti dei lavoratori e di smantellamento dello Stato sociale. In terzo luogo, agitare lo spettro del pericolo immigrazione occulta altre responsabilità. Il fatto, cioè, che i maggiori paesi europei, Gran Bretagna e Francia in testa, ma seguiti anche da Germania e Italia si sono fatti promotori, accanto agli Stati Uniti e insieme ad altri, di pesanti interventi politico-militari in Africa e in Medio Oriente. L’elenco è lungo. Si può cominciare dall’interminabile guerra in Afghanistan. Si può proseguire con il supporto dato alla ribellione contro il regime siriano, rinfocolando conflitti civili e religiosi che ora sfuggono ad ogni controllo. Ancor più diretto è stato l’intervento in Libia, col risultato di una situazione, se possibile, ancor più confusa e ingovernabile. Si è soffiato sul fuoco di vecchi conflitti tra le popolazioni in Africa Centro-orientale perseguendo obiettivi tutt’altro che chiari. E lo stesso può dirsi per gli interventi in Mali e altri paesi. Nel 2013, il numero di profughi che hanno cercato di fuggire da zone di guerra, conflitti civili, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è stato di 51,2 milioni. Anche a considerare circa un quinto di essi, vale a dire gli 11,7 milioni di persone che, in quell’anno, si trovavano sotto il diretto mandato dell’Alto commissariato per i rifugiati delle nazioni unite e per i quali disponiamo di dati certi, vediamo che più della metà era costituito da persone che fuggivano dalla guerra in Afghanistan (2,5 milioni), dall’improvvisa deflagrazione del conflitto in Siria (2,4 milioni), dalla recrudescenza degli scontri da tempo in atto in Somalia (1,1 milione). Ad essi seguivano i profughi provenienti dal Sudan, dalla Repubblica democratica del Congo, dal Myanmar, dall’Iraq, dalla Colombia, dal Vietnam, dall’Eritrea. Per un totale di altri 3 milioni, sempre nel solo 2013. Altri richiedenti asilo cercavano di scampare dai «nuovi» conflitti in Mali e nella Repubblica Centrafricana. La grande maggioranza di queste e altri milioni di persone fuggite da situazioni di pericolo e sofferenza, sempre nel 2013, non hanno cercato e trovato accoglienza nei paesi più ricchi d’Europa o negli Usa, bensì nei paesi più vicini. Paesi con un Pil pro capite basso e variante tra i 300 e i 1.500 dollari l’anno. Infatti, fin dallo scoppio della guerra del 2001, il 95% degli afgani ha trovato rifugio in Pakistan. Il Kenya ha accolto la maggioranza dei somali. Il Ciad molti sudanesi. Mentre altri somali e sudanesi hanno trovato rifugio in Etiopia, insieme a profughi eritrei. I siriani si sono riversati in massima parte in Libano, Giordania e Turchia. Di fronte all’entità di questi flussi, il numero delle persone che, sempre nel 2013, hanno cercato protezione internazionale in 8 dei paesi più ricchi dell’Ue, con Pil pro capite dai 33.000 ai 55.000 dollari, assommava a 360mila (pari all’83% dei rifugiati in tutta l’Ue). Questi dati di fatto dimostrano l’assoluta mancanza di fondamento e la totale strumentalità che caratterizza la discussione in atto tra i paesi membri e le stesse istituzioni dell’Ue. Si discute di pattugliamenti navali, bombardamenti di barconi, per concludere con quello che viene definito un «salto di qualità» nel dibattito e che consisterebbe nella proposta di accogliere nei 28 paesi membri dell’Ue un totale di 40.000 rifugiati in due anni. Mentre, nel 2013, Pakistan, Iran, Libano, Giordania, Turchia, Kenya, Ciad, Etiopia, da soli, ne hanno accolti 5.439.700. Il che significa che un gruppo di paesi, il cui Pil è 1/5 di quello dei paesi dell’Ue, ha accolto in un anno un numero di immigrati e rifugiati che è 136 volte più grande del numero di quelli che sono disposti ad accogliere i paesi della grande Europa in due anni! Ma perfino questa misera proposta viene ora messa in discussione, dato anche l’atteggiamento negativo di paesi come la Gran Bretagna e la Francia, che pure si autodefiniscono grandi e civili. Lo spettacolo di tanta pochezza politica e morale induce a chiedersi se i nostri governanti e i dirigenti di Bruxelles si rendono conto che stanno assestando un altro colpo alla credibilità dell’Unione europea. Ignazio Masulli Il Manifesto
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