Lucieombre

...segretezza polare di un'anima al cospetto di se stessa...

 

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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 26 Luglio 2007 da solstiziod_inverno

E solo quando resto sola che mi sale la nostalgia.
Cerco di fare tante cose per tenere la mente occupata.
Ma inevitabilmente, quando arriva la notte, ecco che tutto riaffiora.
Ecco che tutto torna ad esistere e la realtà mi colpisce in faccia con tutta la sua durezza.
E quando resto sola con me stessa che sento qualcosa nello stomaco, come cemento, come un acido che brucia e corrode.
Sono patetica lo so.
Lo so, dannazione, lo so.
Mi aiuto così, scrivendo.
O mi faccio male fino a non sentire più dolore, fino a sopportare e diventare insensibile oppure, cerco di lenire un disagio che mi fa sentire inappropriata e fuori luogo.
Non vorrei cambiare anche se spesso è inevitabile che ciò accada.
Al lavoro sono insopportabile, piena di paranoie e di seghe mentali.
Mi isolo perchè non ho voglia di fare niente e neppure di dire niente.
E più cerco di chiudere i miei cerchi, più  sento bussare alla porta.
Non voglio parlare con nessuno, ma non perchè sia asociale o superiore agli altri.
Non ho semplicemente nulla di più da aggiungere a qualcosa che mi manca.
Come faccio a spiegare in 2 parole cosa mi succede?
Non è possibile, davvero, non è presunzione nè arroganza.
Non è prorpio possibile perchè se ci tento, le parole che escono dalla bocca o dal pensiero sminuiscono tutto e lo fanno apparire senza senso.
E non è così.
Lasciatemi stare.
Lascerò anche questo lavoro.
Oggi questa certezza mi ha accolto sulla soglia dell'ufficio.
Cercherò di prendere le distanze prima che l'inevitabile abbia luogo.
Devo cercare di non affezzionarmi più a niente.
Forse con l'anno nuovo me ne vado via.
Forse in sicilia, dove c'è la mafia.
Un pò di sana mafia non può che far bene.
Magari riesco anche a trovare un posto di lavoro fisso.
Magari potrei lavorare per permettermi di assoldare un picciotto e dirgli "Hey, qui ci sono i tuoi soldi. Prendili e sparami un colpo qui. Qui in fronte. Cosi la facciamo finita. Se sei bravo nessuno scoprirà mai nulla e tu...e tu continuerai a vivere come hai sempre fatto."
E magari riesco a rendere un tantino più sopportabile questa soppravvivenza che qui diventa intollerabile.
Come stai?
Mi sale un groppo alla gola che non mi permette di respirare.
Sono solo 3 giorni e mi sembra sia passata un'eternità.
Di notte, mentre aspetto che il sonno arrivi, mi metto a parlare con te.
Ti racconto quello che ora non ha più senso ascoltare.
E neppure dire.
Poi mi metto a piangere, anche se non vorrei.
Anche se vorrei essere più forte, meno vulnerabile.
Ma questa cosa mi sta distruggendo.
Quello che non ti uccide ti fa desiderare la morte.
Troppi ricordi in questa casa che già fatica ad accogliermi.
Troppi ricordi sommati che non ho il coraggio e la forza di guardare.
Anche le strade, le parole, i cartelloni.
I colori.


Avevo cominciato ad amare il sole, ora sono ripiombata in quello squallido grigiore che mi portavo dietro.
Mi aspettava, sapeva che sarei ritornata.
Quando ti parlo sei razionale o mi permetti di raggiungerti nella dimensione che respiravamo insieme?
Quando ci perdavamo in divagazioni fino al mattino.
Come posso solo pensare che al mondo ci sia un'altra persona con cui raggiungere quell'affinità che avevo con te?
Non era destino, e se lo era, era infame.
Mi fa male il cuore.
Anche l’ombra ha sudato oggi.
E fatico ad esserci.
Il tempo è arido e le poche gocce che cadono sono cattive ed amare.
Esasperano l’assenza.
Ti cerco  tra le mie cose.
So che ci sei.
Ti ho visto riflesso nello specchio.
Avevi la mia faccia ed i miei occhi.
Ed è durato solo un attimo...

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Data di creazione: 29/04/2005
 

 

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