Creato da snoopymarconi il 01/02/2012
Laboratorio di scrittura della classe 1° E del Liceo Linguistico Marconi di Pescara
|
Area personale
Tag
Menu
I miei Blog Amici
« Salamanca. | Questa mattina a Jenin » |
Questa mattina a Jenin
Post n°300 pubblicato il 16 Marzo 2013 da alessiadg97
Come ogni giorno a Jenin é colpita dai raggi del sole, che si riflettono sulle baracche e sui mercati in mezzo alla strada e qui, in questo gigantesco e strapopolato campo profughi , vive un ragazzo di nome Naman . Naman non ha famiglia , come tutti i bambini e i ragazzi orfani e per questo vive in una comunità.La comunità ha bisogno di riparazione , non ha bagni e l'unico bagno disponibile é fuori dall' abitazione e quei poveretti ogni volta che devono andare in bagno, specialmente di notte, hanno paura.Non una paura qualsiasi, ma terrore vero e proprio perché pensavano che non ritornavano più.In uno di questi viaggi un caro amico di Naman viene ucciso durante uno scontro a fuoco tra palestinesi e israeliani.Naman va al suo funerale e, dopo la cerimonia, promette sulla tomba dell' amico che giustizia sarà fatta.Passano alcuni anni e Naman cresce e ricorda la promessa fatta all' amico e allora decide di scappare da quel orribile posto dove tante persone che amava hanno perso la vita. Durante i giorni seguenti, dopo camminate estenuanti, supporto,supera i confini palestinesi e entra in quelli israeliani. Con passo deciso avanza ma non sa che il terreno dove sta appoggiando i piedi é strapieno di mine antiuomo a causa delle quali hanno perso la vita o sono rimaste mutilate tantissime persone. Appena lui avanza qualche centimetro mette il piede su una mina, non sa cosa fare perché se alza il piede morirà. Deciso alza il piede e corre dalla parte oppostasarebbe verso i confini della Palestina, ma viene colpito dall'esplosione ad una gamba.Naman, con un dolore immenso, continua la sua corsa ma questa volta strascidandosi e perdendo parecchio sangue. Si nasconde dietro un casolare abbandonato, qui cerca di curare la ferita, ma é molto grave. Avvolge la gamba in una maglietta, ma il sangue non si ferma e se non un medico morirà dissanguato. Allora si alza e cerca aiuto ai soldati israeliani dicendoli che era molto grave e che se lo avessero aiutato sarebbe stato uno di loro. Solo un soldato lo soccorre e chiama un medico. Il dottore gli medica la grossa ferita e dice che se non avesse avvolto la gamba nella maglietta gliela avrebbe dovuta amputare. Naman é accolto dalla famiglia del soldato e si prende cura di lui come se fosse un figlio e gli ha detto che quando sarebbe guarito sarebbe libero andare a casa sua. Naman dice che lì, nel suo paese, non ha una famiglia e che adesso l'ha trovata e che vuole diventare soldato per l'esercito israeliano. Dopo anni di accurata istruzione avuta da il padre adottivo é diventato abile nella lotta e negli scontri a fuoco e allora diviene generale. In un discorso fatto dal padre adottivo capisce che un suo caro amico é stato ucciso da lui durante un piccolo scontro tra palestinesi e israeliani nella notte. Questo discorso gli fa venire in mente la promessa fatta all'amico. Allora iniziava
|
Inviato da: esternoluce
il 29/12/2015 alle 16:47
Inviato da: ilaria.b97
il 20/09/2013 alle 08:49
Inviato da: ilaria.b97
il 20/09/2013 alle 08:43
Inviato da: ilaria.b97
il 20/09/2013 alle 08:41
Inviato da: liufty
il 20/09/2013 alle 08:41