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Il cacciatore di aquiloni

Post n°353 pubblicato il 11 Settembre 2013 da Heathen_Pride
 
Foto di snoopymarconi

Una volta Kabul era una città in cui bambini davano la caccia agli aquiloni, tra loro c'erano Amir e Hassan. Vivevano le loro giornate con gioia e formavano una coppia imbattibile nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni. Le differenze tra i loro gradi sociali si notavano anche durante i combattimenti, Amir era pashtun e Hassan era hazara, uno era padrone e l'altro era servo.Nonostante questo la loro amicizia era indistruttibile. Poi però gli aquiloni non volarono più. E’ una storia di padri e figli, di amicizia e tradimento, di rimorso e redenzione, di fughe e ritorni sullo sfondo di un Afghanistan schiacciato dalla morsa sovietica prima e dai talebani poi. Amir, figlio di un ricco uomo d’affari, viveva con il padre Baba in quella che era considerata da tutti la più bella casa di Wazir Akbar Khan, un nuovo quartiere nella zona nord di Kabul. Anche Hassan viveva con il padre Ali, in una capanna di argilla, all’ombra del nespolo situato all’estremità meridionale del giardino della casa di Baba e Amir. Ma un giorno, sotto gli occhi dell’amico, Hassan venne violentato. Amir non corse ad aiutarlo e avendo commesso una colpa terribile l'armonia tra i due si infranse.
Circa venti anni dopo, Amir, ormai residente in America (luogo in cui si era trasferito con il padre) riceve una chiamata inaspettate che gli fa avvertire la necessità di tornare a casa. Un viaggio di ritorno, un viaggio dentro di sé, un viaggio di espiazione, un viaggio di riscatto. Ricordi assordanti e prorompenti, sensazioni sopite ma mai dimenticate. Ad attenderlo non ci sono però solo i rimorsi e i fantasmi della sua coscienza; quella che una volta era casa e patria è ora una landa desolata, terra di relitti umani e di donne invisibili la cui bellezza non esiste più. Qui avere un padre o un fratello, dopo gli indiscriminati stermini dei talebani, è una vera rarità; qui incrociare il loro sguardo, il più delle volte, significa tortura e morte; qui regnano sgomento e terrore.

Khaled Hosseini ha sfornato un vero e proprio capolavoro, non so perchè ma le storie strappalacrime ambientate in questi scenari mi fanno impazzire! E' un libro coinvolgente nonostante il finale sia molto "cinematografico". C'è da dire che è una storia toccante e merita di essere letta.  

 
 
 
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