claudio cisco
letteratura« NICO | IL MIO CAMMINO SPIRITUALE » |
CLAUDIO CISCO
RISUSCITAMI
Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo
trasforma la mia vita e tutto in me
da tempo non vedo più la luce
hanno spento già la mia gioia di vivere
umiliato la mia speranza,
vedo i miei sogni cancellati tristemente
lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.
Maestro, non ho altro che io possa fare
solo tu hai tutto il potere,
sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione
c'è un macigno che Satana ha messo davanti.
Maestro, chiama il mio nome ti prego
ascolterò con fede inginocchiato la tua voce
rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire
fai rivivere i miei sogni: liberami!
Sospinto dalla fede che c'è in te
sicuro d'una vittoria che tu solo dai
risuscitami.
DOLCI SILENZI
Dolci silenzi mi accompagnano
mentre lo sguardo del mare
arricchisce il cuore,
libera la mente.
Parole incise in un diario
fanno da eco fra le onde,
sembrano perdersi oltre le nuvole
là dove l'orizzonte apre all'infinito.
Il vento modula suoni con la luce
non spegne il suo soffio,
tarda a morire,
si confonde in volo con ali di gabbiani.
Sotto la pelle ambrata
caldo scorre il sangue
pulsa nelle vene
e tutto si fa memoria.
IL MIO MARE
Ecco il mio mare!
Non parlerò.
Non dirò nulla.
Chiuderò solo gli occhi
e respirerò il suo respiro.
Ecco qui il mio mare,
immenso e potente,
dolce e glaciale.
Lo guardo
lasciando volare i miei pensieri,
con gli occhi seguo il suo movimento
scrutando l'orizzonte.
I miei sogni cercano chissà cosa.
Quanta magia c'è in lui!
La sua voce
è un dolce richiamo.
Ed io sono qui ad ascoltarla.
INCANTO DI LUNA
Gli occhi fissati in quel lembo
di luna rilucente a fili d'acqua
portano la mente a ricordare.
Antichi ma vivi sono i palpiti d'amore
la voce si fa lieve nel rimembrare
un grido sulla pelle ricama nuove emozioni.
Trame tessute su corpi nudi
avvolti in lenzuola di sabbia
inventano l'alba di un nuovo giorno.
Onde impazzite nel mare inseguendosi
cancellano ciò che la mente
non riesce a fare.
VELA
Silenziosa e assente
ti fai sospingere
dalla leggera brezza della sera.
Solchi i mari
sembri quasi trasparente
sospesa sull'acqua.
Solo un leggero fruscio
accompagna il tuo viaggio
nella calma del tramonto.
Sei come la mia vita
persa nel mare
della mia solitudine.
UNA SIRENA
Una sirena
in alto mare
mi ha portato il vento,
bagnata di sole,
fresca d'alga marina.
Una sirena
che intona canzoni d'altri mondi,
accorda melodie d'acque azzurre
bianche di schiuma,
profumate di salsedine.
E' il ritmo del mare;
quando le onde
tuonano di rabbia
nell'urlo della burrasca,
nel pianto di grandine incessante.
O mia sirena!
femmina mediterranea dalle squame d'argento
compagna d'abisso d'agili pesci e crostacei,
dissipa l'inganno dei tuoi inebrianti canti,
sussurrami al cuore sincere parole d'amore.
Intanto
echi omerici mi catturano
si dibattono tragici sul fondo
trascinandomi in un sepolcro senza fine.
UNA BOTTIGLIA NEL MARE
Quello che scrivo
lo metto in una bottiglia
e lo affido al mare.
In fondo
non mi ascolta nessuno
non serve nasconderlo.
Verrà trasportata dalle correnti
attraverserà mari ed oceani.
senza pace proprio come la mia vita.
Qualcuno un giorno troverà quella bottiglia
e forse in quel momento leggendo quei pensieri
avrà per sempre un'emozione da ricordare.
ANIMA SOLITARIA
Quell'istante tra la luce del giono ed il buio della notte
dove è ancora nitida la linea dell'orizzonte
è magia, è incanto per la mia anima solitaria.
Lentamente cancella con le sue carezze silenziose
ogni traccia del giorno passato
e il suo respiro si fa lieve.
Quella luce rimasta ancora, rischiara le acque
sento in lontananza le voci dei gabbiani
arrivati per il riposo notturno.
In questo momento vorrei essere con te
ad ammirarti, a respirarti
sotto questo cielo che brilla di stelle.
SONO COME IL MARE
Sono come il mare
e per amore di esso voglio vivere.
Puoi accarezzare le mie sponde di sabbia
e farti cullare dalle mie braccia azzurre.
M'immergo negli abissi
risalendo tra gli scogli.
Emergo tra bollicine d'acqua
simili a mormorii di rosari in coro.
Saltello su distese marine felice come un delfino
fra la voce del vento e quella delle acque.
Il sole affonda fra limpide profondità
dissipando le ombre, scacciando i fantasmi.
Custodisco i tesori di madreperla
vivendo tra fiorite chiome di corallo.
Regalo a chi mi cerca
perle colorate e tempestate di conchiglie.
Sono libero come il mare
e come il mare voglio vivere.
LA RAGAZZINA CHE GUARDA IL MARE
Appoggiata al muretto
la ragazzina guarda il suo mare
attenta, rapita, sognante.
Quel sole giallo
enorme palla lucente di remoti giochi infantili
saluta il giorno che muore regalando i colori più belli.
Il mare dolcemente si trasforma in adolescente
poi in padre comprensivo
e penetra nell'anima di quella ragazzina.
PRINCIPESSA DEL MARE
Eri tu la regina sullo scoglio
venuta dal mare
sirena dai neri capelli.
Fiera e vanitosa
ti lasciasti immortalare
come principessa del mare.
Tra quelle acque limpide e lucenti
stavi quasi per asciugare
quando tornò quell'onda che verso me t'aveva spinta.
Così il mare t'ha ripreso catturandoti
lasciandomi di te
solo due squame ed un ciuffo di capelli.
I TUOI SEGRETI
L'immensità che ti porti dentro
è come il mare.
Non scorgo l'orizzonte
del tuo essere.
Cielo e acqua si fondono
nella tetra nebbia della tua solitudine.
Non ci sono velieri di speranze in te,
e nemmeno alghe
che possano attaccarsi agli scogli.
Rifiuti la mia àncora di salvezza:
perchè ti lasci annegare così?
Preferisci naufragare nelle tue paure
per poi morire
nel vento e nella tempesta del tuo dolore.
Non posso far nulla se non ti lasci aiutare,
darei la mia vita per te.
E come un marinaio sconfitto
vago alla scoperta dei tuoi segreti.
ANIMA INQUIETA
La mia anima inquieta
di naufrago Ulisse,
non ha smesso
di navigare;
non ha porto
cui fare ritorno,
non ha lidi
sui quali approdare,
è perdutamente libera.
Dolce sirena,
più del tuo canto
mi vince il silenzio.
LE ALI DELL'ANIMA
C'è un momento nell'universo
in cui il cielo
incontra il mare.
Ed è proprio in quell'istante
che le ali dell'anima
iniziano a volare...
LA POESIA DEL GABBIANO
E' arrivata esultante
la stagione del gabbiano,
è tempo di migrare
verso terre lontane
per scoprire nuovi segreti,
nuove sensazioni.
Un nuovo giorno è oggi
per spiccare il volo
sulla superficie del mare aperto,
sull'orlo dell'oceano,
per volteggiare sulla cresta dell'onda.
Vola nel vento gabbiano!
vola più in alto che puoi!
non ti fermare.
La mia penna
saranno le tue ali,
i miei versi
la tua scia.
IL MARE E LA BAMBINA
L'inesorabile sbattere delle onde
graffia gli scogli,
li scolpisce,
li modella.
La bambina,
con la vestina gialla e il fiocco stretto in vita,
ha negli occhi l'immagine del sole
per l'ultima volta visto.
Guarda il mare,
vi proietta quell'immensa luce.
E' solo un attimo
e l'acqua la travolge.
E dopo è solo luce
luce che rischiara e scalda il mare
e la bambina è solo acqua.
LA SPOSA DEL MARE
Il suo corpo appartiene solo al mare
fedele sposa e amante del potente Nettuno.
Avanza elegante tra schiere di pesci
nel suo abito bianco,
spuma di cristallo
dal riflesso lunare.
Avanza la sposa sopra le onde,
cadono fiori dal cielo stellato
cielo che si confonde col mare,
brezze di vento
alitano accanto,
leggero un profumo di conchiglie
si diffonde sulle coste.
E' un rito la sua danza
sulle acque in controluce,
lontano s'ode un canto.
LAGGIU' DOVE SI DISPERDEVA IL MARE…
Si dirada come per incanto
la nebbia che mi avvolge
e s’apre d’improvviso il cielo
col suo manto azzurro,
torno a ritroso nel tempo in seno ai miei ricordi
come alghe marine che succhiano caute mammelle di roccia.
Mi rivedo di colpo adolescente
quando evitavo i compagni e le feste
e restavo da solo per ore
ad osservare la distesa infinita del mare,
una voce dentro mi ripeteva sempre:
“i sogni non muoiono mai”.
Cercavo la libertà,
mi chiedevo se nell’universo esistesse qualcuno simile a me,
immaginavo di volare via per scoprire il mondo
senza ritorno, senza fermarmi
come un’onda senza mai una spiaggia
ed i miei occhi ragazzini curiosi e attenti,
si perdevano in lontananza,
laggiù dove si disperdeva il mare oltre l’orizzonte.
ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE
Allontana da me questo calice, Mare!
non voglio berlo,
non è vino
ma è sporco di sangue, veleno per il mio spirito
è salato
come schiuma di mare.
Allontana da me questo calice, Mare!
non lasciare che io m'immerga in te
sino a scomparire sott'acqua,
sono ancora vivo
il mio corpo inerme non giace sul tuo fondale.
Allontana da me questo calice, Mare!
sono solo un uomo di carne e ossa
non posso vincere le tentazioni
non riesco a sconfiggere forze soprannaturali,
abbi pietà di me. Nelle tue acque ho gettato la rete.
Allontana da me questo calice, Mare!
sono come Gesù nell'orto degli ulivi
non posso perdermi
e tu non puoi abbandonarmi
ora che ne ho più bisogno.
Allontana da me questo calice, Mare!
trasmettimi la potenza delle tue onde
la libertà del tuo orizzonte,
fa' che la tua immensità
riempia la mia solitudine.
Aiutami!
LA MAGIA DI UN NUOVO GIORNO
E' ora finalmente
quell'attimo mansueto
che segue la notte e precede il mattino
trattiene il respiro,
la natura tutta è in attesa,
il risveglio è prossimo.
La magia
che si rinnova
nell'incanto dell'alba,
canta il gallo
ambasciator di questo evento,
poi trepido silenzio e fremente compostezza.
Ed eccolo il boato
in un fragore di luci che si accendono
tutte insieme,
esplodono nel cielo,
giunge infine il sole
a battezzare il nuovo giorno.
Ed è un festoso cinguettare di uccellini,
lo schiudersi dei fiori,
la carezza della rugiada
che lieve scivola sugli steli,
la òla dell'erba che vibra
pizzicata dalle esperte dita della brezza.
E poi ancora il guizzar dei pesci giù nel fiume,
il suono d’una campanella al collo d’una mucca,
il rincorrersi di un'onda dietro l'altra,
oche che schiamazzano in girotondo,
il sapore fresco del latte appena munto, del pane caldo,
delle uova raccolte sulla paglia,
lo sguardo di un pulcino appena nato con le piume in disordine.
I miei occhi sbigottiti che veloci applaudono
aprendosi e chiudendosi ritmicamente
sul mondo che nasce,
avidi e mai stanchi,
felici ancora di assistere
alla magia di un nuovo giorno.
SEGRETI
Segreto grave
occultato dalla maschera del silenzio.
Segreto profondo
sigillato da una promessa.
Segreto fragile
taciuto per rispetto.
Segreto inconfessabile
celato per vergogna.
Segreto remoto
ancestrale,
incomprensibile,
misterioso,
completamente folle.
Quanti segreti
appartengono alla coscienza d'un uomo!
Radice d'un male, silenzio dentro il silenzio,
amara fonte di strani tarli.
Quanti segreti verranno con liberazione confessati?
Ma quanti di essi sfoceranno poi nella morte!
OCCHI DI GATTA
Occhi oblunghi d'ambra e smeraldo
percorsi dai sentieri dell'eden.
Oasi sconfinati di terre e fuoco
solcati dai fiumi dell'anima.
Mondi lontani d'amore e odio
abitati da abissi profondi.
Occhi di gatta
inafferrabile enigma.
NEBBIA
E la nebbia scendeva
lentamente
confusa.
Solo una luce
si distingueva all'orizzonte
in un tremulo brillio.
Poi un'altra
e subito dopo un'altra
e un'altra ancora.
Indefinibile paura e insieme lontana speranza,
chiusi gli occhi
e non fu più niente.
I VECCHI
E guardo questi volti stanchi
il mio cuore e la mia anima
si aprono a nuove sensazioni profonde
di indicibile tenerezza
che mi conducono alla scoperta di un mondo
a me prima sconosciuto.
Provo a ridisegnare la vita di ciascuno di loro
anime vaganti in un limbo immaginario
ma così terribilmente reale
quasi tangibile.
così disperatamente soli, avviliti, scoraggiati
invecchiati di fuori ma tornati bambini di dentro.
Menti brillanti un giorno ormai lontano
ora prigioniere di se stesse
dove le parole che escono dal cuore
diventano solo suoni col sapore salato
delle loro lacrime non viste,
vecchi considerati morti ancor prima di esserlo.
Sarebbe così semplice capire, provare nella profondità di noi stessi
tutti i sentimenti che ci propongono
inconsapevolmente queste anime silenziose
che forse non hanno avuto il tempo di dire, ieri:
"Io vado. Esco di scena.
Ti lascio il palco della vita; il prossimo atto è tuo".
SCONVOLGIMI
Trascinando la mia anima per i capelli
portami negli oceani più tumultuosi,
facendo ondulare nelle profondità
il mio esile essere come un fuscello.
Poi di corsa
trascinami nei deserti più arroventati,
con migliaia di serpenti ai miei piedi
in modo che io possa atterrirmi.
Quando tu mi prendi il cuore e lo stomaco
sei peggio di un cancro
non hai pietà
mi annienti, mi distruggi.
Spingimi da altissime cascate
e lanciami giù per lasciarmi affogare nelle acque impazzite
facendomi percepire il vuoto assoluto
più terribile della stessa imminente fine.
Segregami in caverne
popolate da infimi animali
che possano succhiare
quasi tutto il mio sangue.
Fammi sostare in vallate sconfinate perennemente ghiacciate,
abitate da enormi rapaci
pronti ad affondare i loro poderosi artigli
nella mia povera carne.
Sii spietata e crudele con me
perché sai esserlo se vuoi
questa è la tua essenza di donna angelica
pronta all'occorrenza a diventare diabolica.
Svegliami nel cuore della notte
accelerando i miei battiti all'impazzata
e poi via nelle foreste più nere
tra il rumore assordante delle piogge battenti.
Voglio che tu mi faccia sentire
il suono minimale della follia,
mordimi quando fai l'amore con me
mischia sangue e orgasmo, orgasmo e sangue.
Fammi raggiungere le cime delle montagne più alte
ed ascoltare il fortissimo sibilo del vento,
poi giù nelle grotte più oscure e remote
dentro l'occhio di uragani giganteschi.
Sarò nudo come un verme
ma tu indifferente ai miei lamenti
mi lascerai schiavo di dolorose tagliole
coi miei piedi lacerati da piaghe.
Insieme a te avrei voluto tante volte morire,
guardami!
mi è rimasta soltanto
un po' di compassione per me stesso.
Se mi farai tutto questo
io ti amerò di più,
amore mio
sconvolgimi!
PICCOLO RIVOLO
Ascolto il ruscello
mentre lento ma eterno
scorre assieme ai miei pensieri,
ai ricordi di una vita.
Gocce distillate
dal suono fresco di purezza
scendon giù dalla montagna
per finire chissà dove.
Solo io e te piccolo torrente
potessi seguirti,
tornando ad esser innocente bambino,
e lievemente carezzar le tue sponde.
Percorrere strade di verità
che solo tu sai attraversare
che noi umani abbiamo da tempo perdute
sulla nostra zattera ormai alla deriva.
La sapienza è sconfitta
la ragione calpestata,
è la speranza del domani che è morta
e con essa l'amore.
Ormai niente di questo mondo
somiglia più a te, casto ruscello!
Lascia che io stia qui vicino a te piccolo rivolo
ad imparare cose che solo tu puoi dirmi
con la musica delle tue limpide acque
col silenzio delle tue magiche parole.
PRIGIONIERO
Non ho mai chiesto di esser nato
ma è ugualmente avvenuto,
non è quello che volevo
indossare ogni giorno una maschera diversa
tanto da non sapere più chi sono
per chi vivo e perché.
Prigioniero di questo corpo
prigioniero di questa anima
prigioniero di questi pensieri
pensieri che ogni giorno si infrangono in me come onde forti
spinte dalla rabbia del mare
senza smettere mai.
L'odio, l'amore
la vita, la morte
la gioia, il dolore
che senso c'è in tutto questo?
se non il fatto di essere prigioniero di me stesso
prigioniero sino all'ultimo respiro.
E poi alla fine di questo incubo che cosa resta?
Una fredda tomba?
Solo il pensiero della pace
può darmi sollievo
quella pace che non ho mai avuto
da prigioniero di questa carne,
una pace vera, finalmente!
senza più onde.
DI NOTTE
Di notte tutto è diverso,
e cambia aspetto
e anche il freddo
può divenire calore.
Di notte tutto è più intimo,
c'è chi si abbraccia per dormire,
chi per passeggiare,
chi per far festa,
e anche un randagio,
cane o uomo che sia,
può suscitarti tenerezza.
Di notte puoi essere quello
che di giorno non sei,
forse perché non ne hai il coraggio,
c'è chi si spoglia di quelle vesti non sue
obbligato ad indossarle col sole
finalmente libero di essere se stesso.
Di notte puoi sognare,
nasconderti
amare
fare ciò che la mente vuole
ed entrare in contatto con anime
che di giorno non puoi mai vedere.
Di notte tutto è più romantico,
ti guarda la luna dal cielo
e brillano su te le stelle
torni dentro le favole dei bambini.
Di notte fai l'amore nei posti più incantevoli,
in quelli più assurdi
spariscono i tabù, si cancellano le inibizioni.
Di notte rifletti
preghi
crei opere d'arte.
Di notte non ci sono fantasmi
esistono solo di giorno nella tua psiche
ma con l'aiuto delle ombre puoi liberartene.
Altro che tenebre,
la notte è vita,
magia.
Di notte ti ritrovi,
di notte vivi
di notte avverti le emozioni più forti.
Di notte tutto è possibile.
VAGO
Vado
ma in realtà vengo sospinto,
verso un destino ignoto
e vago senza luce;
avanzo a passi incerti,
non ho meta,
neppure so dove la via conduce.
Spesso smarrito
guardo alle mie spalle,
alla già lunga strada che ho percorso
ed avvilito resto a meditare
quanto del tempo mio
sia già trascorso
e quanto ancora me ne rimane.
Rivivo ore di dolore e gioia,
rivedo visi amati,
e sento a volte in lontananza
suoni di campane
scandire l'ore al buio della notte
quello stesso suono che avvertivo
nelle mie inquiete notti di fanciullo.
Mi ritrovo di colpo
ragazzo spensierato,
giovane speranzoso ed incosciente,
capace d'inseguire con coraggio
sogni che dominavano la mente;
non so esattamente cosa mi prende
ma in quegli attimi io mi sento rinascere.
Ma cosa resta in fondo
di ciò nel mio presente?
forse un po' d'esperienza ormai acquisita
qualche gioia che mi diletto a ricordare,
tristi rimpianti d'un'età beata
ma nulla più
che possa riempire questo incolmabile vuoto.
Vorrei sedermi un poco a riposare,
ma l'impietoso tempo non consente:
bisogna andare avanti senza pause,
incontro all'al di là, a cercare il niente,
darei miniere di soldi, maturità e saggezza dell'età adulta
pur di riavere in cambio anche solo un briciolo
della mia perduta adolescenza.
VOCI NOTTURNE
Scende la notte
sulla valle intorno
brillano in cielo
da lontan le stelle
la vita immersa
in un languor di pace.
Pur nel silenzio
voci vaghe s'odono
a tratti
altre
più ancor
distinte.
Fremiti di fronde
gracidii di rane
squittir d'alati
e d'animal notturni,
poi silenzio assoluto, più ombre e nulla
e fioche luci lontane.
O immenso buio
chi può dirmi
se riposa alfin
ciascun mortale
e se son pianto
le notturne voci?
NELLA VALLE DEI SOSPIRI
Notte tetra, l'anima è in tormento
nella vicina foresta sibila il vento,
occhi stanchi, tristi e doloranti
scorgono immagini aberranti,
i solchi della mente luoghi speciali
per accogliere pensieri innaturali,
sarà stanchezza o malinconia
oppure un eccesso di fantasia,
vedo gli avvenimenti del passato
che sino a qui mi han trascinato,
pezzi di un mosaico mai risolto
umana condizione che affligge molto,
come un rebus senza soluzione
ti conduce all'eterna dannazione;
rifuggo in un sonno riparatore
come una preda dal cacciatore,
la mia anima vagabonda all'infinito
cercando il sollievo che m'ha tradito,
naufrago smarrito nel mare dei pensieri
amici ambigui di oggi e di ieri,
giungo sulla riva immaginaria
di un isola fatata e solitaria,
percorro il mio strano cammino
noto solamente all'ente divino,
vedo anime raminghe e vessate
con colpe non ancora scontate,
giungono le voci e i molteplici respiri
di spiriti che abitano la valle dei sospiri!
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