« NICOIL MIO CAMMINO SPIRITUALE »

CLAUDIO CISCO

Post n°20 pubblicato il 17 Gennaio 2013 da claudiocisco
Foto di claudiocisco

RISUSCITAMI

 

Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo

trasforma la mia vita e tutto in me

da tempo non vedo più la luce

hanno spento già la mia gioia di vivere

umiliato la mia speranza,

vedo i miei sogni cancellati tristemente

lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.

Maestro, non ho altro che io possa fare

solo tu hai tutto il potere,

sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione

c'è un macigno che Satana ha messo davanti.

Maestro, chiama il mio nome ti prego

ascolterò con fede inginocchiato la tua voce

rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire

fai rivivere i miei sogni: liberami!

Sospinto dalla fede che c'è in te

sicuro d'una vittoria che tu solo dai

risuscitami.

 

 


DOLCI SILENZI

 

Dolci silenzi mi accompagnano

mentre lo sguardo del mare

arricchisce il cuore,

libera la mente.

Parole incise in un diario

fanno da eco fra le onde,

sembrano perdersi oltre le nuvole

là dove l'orizzonte apre all'infinito.

Il vento modula suoni con la luce

non spegne il suo soffio,

tarda a morire,

si confonde in volo con ali di gabbiani.

Sotto la pelle ambrata

caldo scorre il sangue

pulsa nelle vene

e tutto si fa memoria.

 

 

 


IL MIO MARE


Ecco il mio mare!

Non parlerò.

Non dirò nulla.

Chiuderò solo gli occhi

e respirerò il suo respiro.

Ecco qui il mio mare,

immenso e potente,

dolce e glaciale.

Lo guardo

lasciando volare i miei pensieri,

con gli occhi seguo il suo movimento

scrutando l'orizzonte.

I miei sogni cercano chissà cosa.

Quanta magia c'è in lui!

La sua voce

è un dolce richiamo.

Ed io sono qui ad ascoltarla.

 

 

 

INCANTO DI LUNA

Gli occhi fissati in quel lembo

di luna rilucente a fili d'acqua

portano la mente a ricordare.

Antichi ma vivi sono i palpiti d'amore

la voce si fa lieve nel rimembrare

un grido sulla pelle ricama nuove emozioni.

Trame tessute su corpi nudi

avvolti in lenzuola di sabbia

inventano l'alba di un nuovo giorno.

Onde impazzite nel mare inseguendosi

cancellano ciò che la mente

non riesce a fare.

 

 

 

VELA

Silenziosa e assente

ti fai sospingere

dalla leggera brezza della sera.

Solchi i mari

sembri quasi trasparente

sospesa sull'acqua.

Solo un leggero fruscio

accompagna il tuo viaggio

nella calma del tramonto.

Sei come la mia vita

persa nel mare

della mia solitudine.

 

 

 

UNA SIRENA


Una sirena

in alto mare

mi ha portato il vento,

bagnata di sole,

fresca d'alga marina.

Una sirena

che intona canzoni d'altri mondi,

accorda melodie d'acque azzurre

bianche di schiuma,

profumate di salsedine.

E' il ritmo del mare;

quando le onde

tuonano di rabbia

nell'urlo della burrasca,

nel pianto di grandine incessante.

O mia sirena!

femmina mediterranea dalle squame d'argento

compagna d'abisso d'agili pesci e crostacei,

dissipa l'inganno dei tuoi inebrianti canti,

sussurrami al cuore sincere parole d'amore.

Intanto

echi omerici mi catturano

si dibattono tragici sul fondo

trascinandomi in un sepolcro senza fine.

 

 

 

UNA BOTTIGLIA NEL MARE


Quello che scrivo

lo metto in una bottiglia

e lo affido al mare.

In fondo

non mi ascolta nessuno

non serve nasconderlo.

Verrà trasportata dalle correnti

attraverserà mari ed oceani.

senza pace proprio come la mia vita.

Qualcuno un giorno troverà quella bottiglia

e forse in quel momento leggendo quei pensieri

avrà per sempre un'emozione da ricordare.

 

 


ANIMA SOLITARIA

Quell'istante tra la luce del giono ed il buio della notte

dove è ancora nitida la linea dell'orizzonte

è magia, è incanto per la mia anima solitaria.

Lentamente cancella con le sue carezze silenziose

ogni traccia del giorno passato

e il suo respiro si fa lieve.

Quella luce rimasta ancora, rischiara le acque

sento in lontananza le voci dei gabbiani

arrivati per il riposo notturno.

In questo momento vorrei essere con te

ad ammirarti, a respirarti

sotto questo cielo che brilla di stelle.

 

 

 

SONO COME IL MARE


Sono come il mare

e per amore di esso voglio vivere.

Puoi accarezzare le mie sponde di sabbia

e farti cullare dalle mie braccia azzurre.

M'immergo negli abissi

risalendo tra gli scogli.

Emergo tra bollicine d'acqua

simili a mormorii di rosari in coro.

Saltello su distese marine felice come un delfino

fra la voce del vento e quella delle acque.

Il sole affonda fra limpide profondità

dissipando le ombre, scacciando i fantasmi.

Custodisco i tesori di madreperla

vivendo tra fiorite chiome di corallo.

Regalo a chi mi cerca

perle colorate e tempestate di conchiglie.

Sono libero come il mare

e come il mare voglio vivere.

 

 

 

LA RAGAZZINA CHE GUARDA IL MARE


Appoggiata al muretto

la ragazzina guarda il suo mare

attenta, rapita, sognante.

Quel sole giallo

enorme palla lucente di remoti giochi infantili

saluta il giorno che muore regalando i colori più belli.

Il mare dolcemente si trasforma in adolescente

poi in padre comprensivo

e penetra nell'anima di quella ragazzina.

 

 

 


PRINCIPESSA DEL MARE

Eri tu la regina sullo scoglio

venuta dal mare

sirena dai neri capelli.

Fiera e vanitosa

ti lasciasti immortalare

come principessa del mare.

Tra quelle acque limpide e lucenti

stavi quasi per asciugare

quando tornò quell'onda che verso me t'aveva spinta.

Così il mare t'ha ripreso catturandoti

lasciandomi di te

solo due squame ed un ciuffo di capelli.

 

 


I TUOI SEGRETI


L'immensità che ti porti dentro

è come il mare.

Non scorgo l'orizzonte

del tuo essere.

Cielo e acqua si fondono

nella tetra nebbia della tua solitudine.

Non ci sono velieri di speranze in te,

e nemmeno alghe

che possano attaccarsi agli scogli.

Rifiuti la mia àncora di salvezza:

perchè ti lasci annegare così?

Preferisci naufragare nelle tue paure

per poi morire

nel vento e nella tempesta del tuo dolore.

Non posso far nulla se non ti lasci aiutare,

darei la mia vita per te.

E come un marinaio sconfitto

vago alla scoperta dei tuoi segreti.

 

 

 

ANIMA INQUIETA


La mia anima inquieta

di naufrago Ulisse,

non ha smesso

di navigare;

non ha porto

cui fare ritorno,

non ha lidi

sui quali approdare,

è perdutamente libera.

Dolce sirena,

più del tuo canto

mi vince il silenzio.

 

 

 

 

 

LE ALI DELL'ANIMA

C'è un momento nell'universo

in cui il cielo

incontra il mare.

Ed è proprio in quell'istante

che le ali dell'anima

iniziano a volare...

 

 

 

 


LA POESIA DEL GABBIANO


E' arrivata esultante

la stagione del gabbiano,

è tempo di migrare

verso terre lontane

per scoprire nuovi segreti,

nuove sensazioni.

Un nuovo giorno è oggi

per spiccare il volo

sulla superficie del mare aperto,

sull'orlo dell'oceano,

per volteggiare sulla cresta dell'onda.

Vola nel vento gabbiano!

vola più in alto che puoi!

non ti fermare.

La mia penna

saranno le tue ali,

i miei versi

la tua scia.

 

 

 

 

IL MARE E LA BAMBINA


L'inesorabile sbattere delle onde

graffia gli scogli,

li scolpisce,

li modella.

La bambina,

con la vestina gialla e il fiocco stretto in vita,

ha negli occhi l'immagine del sole

per l'ultima volta visto.

Guarda il mare,

vi proietta quell'immensa luce.

E' solo un attimo

e l'acqua la travolge.

E dopo è solo luce

luce che rischiara e scalda il mare

e la bambina è solo acqua.

 

 

 

 

 

LA SPOSA DEL MARE


Il suo corpo appartiene solo al mare

fedele sposa e amante del potente Nettuno.

Avanza elegante tra schiere di pesci

nel suo abito bianco,

spuma di cristallo

dal riflesso lunare.

Avanza la sposa sopra le onde,

cadono fiori dal cielo stellato

cielo che si confonde col mare,

brezze di vento

alitano accanto,

leggero un profumo di conchiglie

si diffonde sulle coste.

E' un rito la sua danza

sulle acque in controluce,

lontano s'ode un canto.

 

 

 


LAGGIU' DOVE SI DISPERDEVA IL MARE…


Si dirada come per incanto

la nebbia che mi avvolge

e s’apre d’improvviso il cielo

col suo manto azzurro,

torno a ritroso nel tempo in seno ai miei ricordi

come alghe marine che succhiano caute mammelle di roccia.

Mi rivedo di colpo adolescente

quando evitavo i compagni e le feste

e restavo da solo per ore

ad osservare la distesa infinita del mare,

una voce dentro mi ripeteva sempre:

“i sogni non muoiono mai”.

Cercavo la libertà,

mi chiedevo se nell’universo esistesse qualcuno simile a me,

immaginavo di volare via per scoprire il mondo

senza ritorno, senza fermarmi

come un’onda senza mai una spiaggia

ed i miei occhi ragazzini curiosi e attenti,

si perdevano in lontananza,

laggiù dove si disperdeva il mare oltre l’orizzonte.

 

 

 

ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE


Allontana da me questo calice, Mare!

non voglio berlo,

non è vino

ma è sporco di sangue, veleno per il mio spirito

è salato

come schiuma di mare.

Allontana da me questo calice, Mare!

non lasciare che io m'immerga in te

sino a scomparire sott'acqua,

sono ancora vivo

il mio corpo inerme non giace sul tuo fondale.

Allontana da me questo calice, Mare!

sono solo un uomo di carne e ossa

non posso vincere le tentazioni

non riesco a sconfiggere forze soprannaturali,

abbi pietà di me. Nelle tue acque ho gettato la rete.

Allontana da me questo calice, Mare!

sono come Gesù nell'orto degli ulivi

non posso perdermi

e tu non puoi abbandonarmi

ora che ne ho più bisogno.

Allontana da me questo calice, Mare!

trasmettimi la potenza delle tue onde

la libertà del tuo orizzonte,

fa' che la tua immensità

riempia la mia solitudine.

Aiutami!

 

 

 

 


LA MAGIA DI UN NUOVO GIORNO


E' ora finalmente

quell'attimo mansueto

che segue la notte e precede il mattino

trattiene il respiro,

la natura tutta è in attesa,

il risveglio è prossimo.

La magia

che si rinnova

nell'incanto dell'alba,

canta il gallo

ambasciator di questo evento,

poi trepido silenzio e fremente compostezza.

Ed eccolo il boato

in un fragore di luci che si accendono

tutte insieme,

esplodono nel cielo,

giunge infine il sole

a battezzare il nuovo giorno.

Ed è un festoso cinguettare di uccellini,

lo schiudersi dei fiori,

la carezza della rugiada

che lieve scivola sugli steli,

la òla dell'erba che vibra

pizzicata dalle esperte dita della brezza.

E poi ancora il guizzar dei pesci giù nel fiume,

il suono d’una campanella al collo d’una mucca,

il rincorrersi di un'onda dietro l'altra,

oche che schiamazzano in girotondo,

il sapore fresco del latte appena munto, del pane caldo,

delle uova raccolte sulla paglia,

lo sguardo di un pulcino appena nato con le piume in disordine.

I miei occhi sbigottiti che veloci applaudono

aprendosi e chiudendosi ritmicamente

sul mondo che nasce,

avidi e mai stanchi,

felici ancora di assistere

alla magia di un nuovo giorno.

 

 

 

 

SEGRETI

 

Segreto grave

occultato dalla maschera del silenzio.

Segreto profondo

sigillato da una promessa.

Segreto fragile

taciuto per rispetto.

Segreto inconfessabile

celato per vergogna.

Segreto remoto

ancestrale,

incomprensibile,

misterioso,

completamente folle.

Quanti segreti

appartengono alla coscienza d'un uomo!

Radice d'un male, silenzio dentro il silenzio,

amara fonte di strani tarli.

Quanti segreti verranno con liberazione confessati?

Ma quanti di essi sfoceranno poi nella morte!

 

 

 

OCCHI DI GATTA

 

Occhi oblunghi d'ambra e smeraldo

percorsi dai sentieri dell'eden.

Oasi sconfinati di terre e fuoco

solcati dai fiumi dell'anima.

Mondi lontani d'amore e odio

abitati da abissi profondi.

Occhi di gatta

inafferrabile enigma.

 

 


NEBBIA

 

E la nebbia scendeva

lentamente

confusa.

Solo una luce

si distingueva all'orizzonte

in un tremulo brillio.

Poi un'altra

e subito dopo un'altra

e un'altra ancora.

Indefinibile paura e insieme lontana speranza,

chiusi gli occhi

e non fu più niente.

 

 

 

 

I VECCHI

 

E guardo questi volti stanchi

il mio cuore e la mia anima

si aprono a nuove sensazioni profonde

di indicibile tenerezza

che mi conducono alla scoperta di un mondo

a me prima sconosciuto.

Provo a ridisegnare la vita di ciascuno di loro

anime vaganti in un limbo immaginario

ma così terribilmente reale

quasi tangibile.

così disperatamente soli, avviliti, scoraggiati

invecchiati di fuori ma tornati bambini di dentro.

Menti brillanti un giorno ormai lontano

ora prigioniere di se stesse

dove le parole che escono dal cuore

diventano solo suoni col sapore salato

delle loro lacrime non viste,

vecchi considerati morti ancor prima di esserlo.

Sarebbe così semplice capire, provare nella profondità di noi stessi

tutti i sentimenti che ci propongono

inconsapevolmente queste anime silenziose

che forse non hanno avuto il tempo di dire, ieri:

"Io vado. Esco di scena.

Ti lascio il palco della vita; il prossimo atto è tuo".

 

 

 

 

SCONVOLGIMI

 

Trascinando la mia anima per i capelli

portami  negli oceani più tumultuosi,

facendo ondulare nelle profondità

il mio esile essere come un fuscello.

Poi di corsa

trascinami nei deserti più arroventati,

con migliaia di serpenti ai miei piedi

in modo che io possa atterrirmi.

Quando tu mi prendi il cuore e lo stomaco

sei peggio di un cancro

non hai pietà

mi annienti, mi distruggi.

Spingimi da altissime cascate

e lanciami giù per lasciarmi affogare nelle acque impazzite

facendomi percepire il vuoto assoluto

più terribile della stessa imminente fine.

Segregami in caverne

popolate da infimi animali

che possano succhiare

quasi tutto il mio sangue.

Fammi sostare in vallate sconfinate perennemente ghiacciate,

abitate da enormi rapaci

pronti ad affondare i loro poderosi artigli

nella mia povera carne.

Sii spietata e crudele con me

perché sai esserlo se vuoi

questa è la tua essenza di donna angelica

pronta all'occorrenza a diventare diabolica.

Svegliami nel cuore della notte

accelerando i miei battiti all'impazzata

e poi via nelle foreste più nere

tra il rumore assordante delle piogge battenti.

Voglio che tu mi faccia sentire

il suono minimale della follia,

mordimi quando fai l'amore con me

mischia sangue e orgasmo, orgasmo e sangue.

Fammi raggiungere le cime delle montagne più alte

ed ascoltare il fortissimo sibilo del vento,

poi giù nelle grotte più oscure e remote

dentro l'occhio di uragani giganteschi.

Sarò nudo come un verme

ma tu indifferente ai miei lamenti

mi lascerai schiavo di dolorose tagliole

coi miei piedi lacerati da piaghe.

Insieme a te avrei voluto tante volte morire,

guardami!

mi è rimasta soltanto

un po' di compassione per me stesso.

Se mi farai tutto questo

io ti amerò di più,

amore mio

sconvolgimi!

 

 

 

 

PICCOLO RIVOLO

 

Ascolto il ruscello

mentre lento ma eterno

scorre assieme ai miei pensieri,

ai ricordi di una vita.

Gocce distillate

dal suono fresco di purezza

scendon giù dalla montagna

per finire chissà dove.

Solo io e te piccolo torrente

potessi seguirti,

tornando ad esser innocente bambino,

e lievemente carezzar le tue sponde.

Percorrere strade di verità

che solo tu sai attraversare

che noi umani abbiamo da tempo perdute

sulla nostra zattera ormai alla deriva.

La sapienza è sconfitta

la ragione calpestata,

è la speranza del domani che è morta

e con essa l'amore.

Ormai niente di questo mondo

somiglia più a te, casto ruscello!

Lascia che io stia qui vicino a te piccolo rivolo

ad imparare cose che solo tu puoi dirmi

con la musica delle tue limpide acque

col silenzio delle tue magiche parole.

 

 

 

 

PRIGIONIERO

 

Non ho mai chiesto di esser nato

ma è ugualmente avvenuto,

non è quello che volevo

indossare ogni giorno una maschera diversa

tanto da non sapere più chi sono

per chi vivo e perché.

Prigioniero di questo corpo

prigioniero di questa anima

prigioniero di questi pensieri

pensieri che ogni giorno si infrangono in me come onde forti

spinte dalla rabbia del mare

senza smettere mai.

L'odio, l'amore

la vita, la morte

la gioia, il dolore

che senso c'è in tutto questo?

se non il fatto di essere prigioniero di me stesso

prigioniero sino all'ultimo respiro.

E poi alla fine di questo incubo che cosa resta?

Una fredda tomba?

Solo il pensiero della pace

può darmi sollievo

quella  pace che non ho mai avuto

da prigioniero di questa carne,

una pace vera, finalmente!

senza più onde.

 

 

 

 

 

DI NOTTE

 

Di notte tutto è diverso,

e cambia aspetto

e anche il freddo

può divenire calore.

Di notte tutto è più intimo,

c'è chi si abbraccia per dormire,

chi per passeggiare,

chi per far festa,

e anche un randagio,

cane o uomo che sia,

può suscitarti tenerezza.

Di notte puoi essere quello

che di giorno non sei,

forse perché non ne hai il coraggio,

c'è chi si spoglia di quelle vesti non sue

obbligato ad indossarle col sole

finalmente libero di essere se stesso.

Di notte puoi sognare,

nasconderti

amare

fare ciò che la mente vuole

ed entrare in contatto con anime

che di giorno non puoi mai vedere.

Di notte tutto è più romantico,

ti guarda la luna dal cielo

e brillano su te le stelle

torni dentro le favole dei bambini.

Di notte fai l'amore nei posti più incantevoli,

in quelli più assurdi

spariscono i tabù, si cancellano le inibizioni.

Di notte rifletti

preghi

crei opere d'arte.

Di notte non ci sono fantasmi

esistono solo di giorno nella tua psiche

ma con l'aiuto delle ombre puoi liberartene.

Altro che tenebre,

la notte è vita,

magia.

Di notte ti ritrovi,

di notte vivi

di notte avverti le emozioni più forti.

Di notte tutto è possibile.

 

 

 

 

 

VAGO

 

Vado

ma in realtà vengo sospinto,

verso un destino ignoto

e vago senza luce;

avanzo a passi incerti,

non ho meta,

neppure so dove la via conduce.

Spesso smarrito

guardo alle mie spalle,

alla già lunga strada che ho percorso

ed avvilito resto a meditare

quanto del tempo mio

sia già trascorso

e quanto ancora me ne rimane.

Rivivo ore di dolore e gioia,

rivedo visi amati,

e sento a volte in lontananza

suoni di campane

scandire l'ore al buio della notte

quello stesso suono che avvertivo

nelle mie inquiete notti di fanciullo.

Mi ritrovo di colpo

ragazzo spensierato,

giovane speranzoso ed incosciente,

capace d'inseguire con coraggio

sogni che dominavano la mente;

non so esattamente cosa mi prende

ma in quegli attimi io mi sento rinascere.

Ma cosa resta in fondo

di ciò nel mio presente?

forse un po' d'esperienza ormai acquisita

qualche gioia che mi diletto a ricordare,

tristi rimpianti d'un'età beata

ma nulla più

che possa riempire questo incolmabile vuoto.

Vorrei sedermi un poco a riposare,

ma l'impietoso tempo non consente:

bisogna andare avanti senza pause,

incontro all'al di là, a cercare il niente,

darei miniere di soldi, maturità e saggezza dell'età adulta

pur di riavere in cambio anche solo un briciolo

della mia perduta adolescenza.

 

 

 

 

 

VOCI NOTTURNE

 

Scende la notte

sulla valle intorno

brillano in cielo

da lontan le stelle

la vita immersa

in un languor di pace.

Pur nel silenzio

voci vaghe s'odono

a tratti

altre

più ancor

distinte.

Fremiti di fronde

gracidii di rane

squittir d'alati

e d'animal notturni,

poi silenzio assoluto, più ombre e nulla

e fioche luci lontane.

O immenso buio

chi può dirmi

se riposa alfin

ciascun mortale

e se son pianto

le notturne voci?

 

 

 

NELLA VALLE DEI SOSPIRI

 

Notte tetra, l'anima è in tormento

nella vicina foresta sibila il vento,

occhi stanchi, tristi e doloranti

scorgono immagini aberranti,

i solchi della mente luoghi speciali

per accogliere pensieri innaturali,

sarà stanchezza o malinconia

oppure un eccesso di fantasia,

vedo gli avvenimenti del passato

che sino a qui mi han trascinato,

pezzi di un mosaico mai risolto

umana condizione che affligge molto,

come un rebus senza soluzione

ti conduce all'eterna dannazione;

rifuggo in un sonno riparatore

come una preda dal cacciatore,

la mia anima vagabonda all'infinito

cercando il sollievo che m'ha tradito,

naufrago smarrito nel mare dei pensieri

amici ambigui di oggi e di ieri,

giungo sulla riva immaginaria

di un isola fatata e solitaria,

percorro il mio strano cammino

noto solamente all'ente divino,

vedo anime raminghe e vessate

con colpe non ancora scontate,

giungono le voci e i molteplici  respiri

 

di spiriti che abitano la valle dei sospiri!

 

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