Quel progetto riuscito parzialmente con la legge 181 del 26 aprile 1981 che era iniziato con le riunioni carbonare prima solo fra poliziotti e poi anche fra poliziotti e operai,subì attacchi reazionari e fu succube di strategie del silenzio – dall’interno e dall’esterno della polizia – fin da subito. Ma la mobilitazione che produsse quella legge fu ancora più importante della legge stessa: produsse esperienze di resistenza in alcuni luoghi – commissariati, caserme, scuole di polizia, carceri – fino a quel momento presidi inattingibili del segreto, della gerarchia, dell’opacità pubblica.
Ciò che accadde alla scuola Diaz, esattamente vent’anni dopo non fu certo la prima ma forse la più esplicita prova di un fallimento. Eppure, forse, nella polizia ancora qualcosa, anche se debolmente, si muove.
Gli interventi che seguiranno a partire da oggi hanno come obiettivo quello di tentare uno sguardo storico su alcuni aspetti problematici relativi al rapporto fra polizia e società in Italia, alla luce del film di Vicari e di una frase riportata da Marcello Zinola in un suo libro importantissimo e pronunciata in senso autocritco da una poliziotta genovese riferendosi ai fatti del g8 2001:“ci siamo scoperti diversi da quello che credevamo”. [1]
1- il film, ovvero il suo contesto
Dopo undici anni dal G8 di Genova il cinema italiano prova ad interrogarsi su quello che le centinaia di telecamere delle televisioni locali, nazionali, internazionali, amatoriali e della controinformazione militante non hanno potuto documentare. I fatti accaduti all’interno delle scuole Diaz-Pertini e Pascoli e nella caserma genovese Bolzaneto fra la sera del 21 Luglio 2001 e la mattina del 22. Due interni fisicamente chiusi ma molto diversi tra loro. Una scuola, utilizzata come dormitorio dall’organizzazione del Genoa Social Forum (insieme alla Pascoli, centro logistico e di documentazione) e una caserma, la Genova-Bolzaneto a pochi chilometri dalla città, che era stata adibita a centro di identificazione dei fermati nel periodo del G8.
Il film di Vicari “Diaz. Don’t clean up this blood” prodotto da Fandango e uscito più di un messe fa nelle sale, prova ad entrare in quei luoghi chiusi servendosi delle testimonianze dirette dei presenti quella notte nella scuola genovese, ma soprattutto degli atti processuali e dei risultati dei lunghi interrogatori della magistratura e, infine, delle sentenze di primo e secondo grado che attendono di essere confermate o smentite dalla Cassazione a metà del giugno di quest’anno. Attraverso queste fonti il regista mette in scena l’essenziale raccordo fra le immagini di repertorio (l’entrata a “testuggine” dei poliziotti nella scuola e l’uscita in barella dei feriti) e quelle di ricostruzione finzionale (gli accadimenti interni alla scuola). Questo dialogo fra archivio e ricostruzione oltre a produrre un effetto di veridicità, di conferma reciproca delle immagini è, a mio parere, anche un indizio del posizionamento che intende assumere Vicari. La ricostruzione del passato infatti è per definizione incompleta, lacunosa e opaca, per questo la narrazione assume un’importante significato di integrazione e di possibilità. Ciò, sia chiaro, non perché il regno della possibilità e della narrazione (in questo caso filmica) siano agli antipodi da quello della prova, [2] del documento video inoppugnabile. Non deve ingannare l’uso che facciamo del termine finzione. La compresenza del ricostruito e del certo non hanno nel film di Vicari un intento conciliatorio (potrebbe essere accaduto come no), semmai un invito alla ricerca dubbiosa ma incessante della verità: un tentativo di decostruzione delle opacità e delle lacune presentate dall’archivio, dalle fonti a disposizione. Aggiungo che parte essenziale della ricostruzione non è solo affermare l’esistenza di opacità strutturali, date dalla natura limitata di ogni fonte ma anche smascherare i responsabili delle opacità volontarie.
Inviato da: cleo111
il 21/07/2012 alle 17:55
Inviato da: mariolino.1956
il 21/07/2012 alle 15:37
Inviato da: farfallanarrante
il 16/07/2012 alle 03:23
Inviato da: massimocoppa
il 14/07/2012 alle 19:51
Inviato da: mariolino.1956
il 14/07/2012 alle 16:20