Lettere del ragno

Venerdì nero


 Racconti dell'ambiguità.Venerdì nero... ( no disastro finanziario, ma reinterpretazione di un famoso romanzo di D.D.,XVIII sec.=  quale  romanzo?...). .Dopo molti anni era tornato in quei luoghi lontani e sperduti: là dove aveva vissuto un lungo segmento di vita, nonché le grandi sfide, il coraggio e la paura.Doveva , voleva ritrovare quel viaggio e quel passato: quasi un novello ulisse , che tenta di  rivisitare le tappe del suo mito…Ma che non sempre le ritrova come le aveva vissute e raccontate. La ricchissima piantagione sudamericana, ad esempio,  non era niente più di una grande proprietà sfruttata fino all’osso, lavorata da schiavi sfruttati e spremuti pure loro. I nemici, da cui si era sentito minacciato  nella vita e negli averi, non erano che indigeni delle isole: erano loro che vedevano in lui l’intruso, lo sconosciuto, il nemico…Nulla di simile ai temibili avversari dei suoi ricordi…Il mare, le spiagge di un candore accecante, la vegetazione  intricatissima: questi erano gli elementi rimasti uguali a se stessi. Come le violente tempeste, o come i tramonti rosso dorati.E rosso dorato era il tramonto di quella sera; i suoi riflessi nell’acquacielo si attardarono fin quasi a  mezzanotte.  Come a voler addolcire, alla fine, una pessima giornata. E allo scoccare della mezzanotte morì quel giorno nero che lo aveva accompagnato…Nero perché   lui lo aveva vissuto con sentimenti contrastanti, con stato d’animo diviso, confuso…. Era venerdi. Un venerdì che non avrebbe dimenticato, con quell’ alternarsi  di sentimenti positivi e negativi,  di fiducia  e di sospetto … Nero, insomma, perchè facendo un bilancio del suo viaggio a ritroso, alla ricerca delle avventure e dei ricordi  perduti, in quel giorno aveva trovato troppi miti infranti o falsificati da una memoria vanagloriosa. Giorno nero, dunque. Ma venerdi - morendo - non lo lasciò del tutto solo. Aveva un figlio, sabato,che non tardò a farsi vedere. All’alba era già accanto al viaggiatore e gli sussurrava che era tempo di tornare al mondo di sempre, alla realtà senza legggende di eroismi e avventure.