Lettere del ragno

Lettera a Gozzano


..Piccole cose di pessimo gusto( Lettera a Gozzano. Ma non avevo di meglio da fare?).Guido,rimembri ancor quando beltà splendea negli occhi miei ridenti e fuggitivi? Tu, mesto, dal libro  di scuola le tue poesie mi offrivi, che mi ricordavan talvolta Guccini… (Là dove  ei parlando venìa di ‘stoviglie color nostalgia’…)E leggendo e studiando evadevo dalla stanza, e con gli occhi del pensier  Loreto impagliato e il busto dell’Alfieri immaginavo in quel salotto di ieri, quello di nonna Speranza… E poi altri oggetti delle morte stagioni  vedevo nelle sale polverose dei solai,conservati in   odor di cose morte,ove per poco il cor non si sconforte…Ma sonavan  tuttavia queste  quiete poesie- e le altre dintorno - della tua lieve ironia . E gli oggetti di chincaglieria senza stile,da Loreto al busto, diventavano ( sorridendo ) ‘ piccole cose di pessimo gusto’.Io gli studi talor lasciando e le sudate carte,nella mia mente malata e acerba immaginavo colazion nell’erba con tanti formichini infiltrati ahimè nei miei panini…Era così la mia breve ironia sulle ‘piccole cose’ della tua poesia …..Oggi, Guido, benché il mio parlar sia indarnoin questo tempo ancor crepuscolare,mi chiedo se potrebber tue parole di poesiatrovar terreno ancor per piccolezze e ironia… Di quel vago avvenir che in mente avevovedo realizzate molte grandi cose. Grandi,e , o sventura, o sventura!a danno dell’uomo e di natura!!l’industria , grande, appesta l’ariaed il cemento sovra li campi trionfa ed esulta,sì ch’a guardarli s’indurisce il core.E le piccole cose di pessimo gusto?Ce n’è, ce ne sono  forse alcune  nel Crepuscolo.C’è il cerone per le rughe dell’uomo assai in vista,il suo capello finto dipinto da un’artista,c’è il piccolo gossip quotidiano che non serve a niente. E non c’è sempre libertà di  ironiain quest’età decadente…   . .