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riflessioni riflesse sul Covid 19 / 20

Post n°115 pubblicato il 16 Maggio 2020 da Z76cavalli1cavaliere

I telegiornali e le notizie in rete dipingono un futuro prossimo che nemmeno sotto l'effetto di stupefacenti, sarei riuscito ad immaginare.

A gennaio, mai avrei scommesso 50 centesimi se mi avessero detto che avrei dovuto girare tra gli scaffali di Oriocenter con mascherina e guanti da marzo e chissà fino a quando dovrò adottare questi strumenti per fare anche solo semplicemente la spesa.

Andare in spiaggia con sistemi di protezione diversi da quelli solari, non poter abbracciare i propri cari o semplicemente una pacca sulla spalla ad un amico che incroci e con cui scambi due parole, un caffè o una birra.

Eravamo ricchi e fortunati e non lo sapevamo nemmeno e, non so voi, ma mi sembra tutto così assurdo e grottesco dover fare i conti con limiti ad una libertà che era talmente assoluta da risultare, ora, appartenente ad un'epoca giurassica.

Avverto proprio la paura delle persone quando si incrociano davanti ad una porta, in un corridoio stretto, è palpabile il disagio di una presenza in aggiunta alla nostra e questo non è umano, non mi appartiene e faccio fatica ad uniformarmi al protocollo ma lo seguo e pure scrupolosamente  ma ciò non mi vieta di provare un sottile senso di smarrimento e di angoscia nel ricordo del passato prossimo e nel futuro.

Questo virus ci ha tolto la libertà , tanti amici , parenti e conoscenti , ci ha tolto lo stipendio e la quotidianità ma ci ha fatto almeno riflettere.

Pensateci.

Probabilmente, se piangiamo i nostri defunti è perché abbiamo ricevuto Amore.

Se ci sentiamo smarriti è perché prima eravamo su una via sicura.

Se soffriamo in quarantena è perché avevamo una vita sociale fatta di abbracci, baci, vacanze, tempo da condividere con amici, week-end al mare, in montagna, in Italia o all'estero.


Privilegi li chiameremmo oggi.


Quotidianità l'avremmo battezzata ieri. 

Incredibilmente abbiamo scoperto di aver goduto di un lusso, pur non possedendo proprietà immobiliari, yacht, conti in banca con cifre da capogiro.

In poche parole, eravamo ricchi perché avevamo affetti, salute e libertà.


E la Vita pensavamo fosse normale.

Eravamo ricchi. Un lusso a cui non badavamo, perché era la quotidianità.

Se ne vanno i nonni, gli zii, i parenti lontani. E con loro se ne va la tenerezza e la durezza di un'intera generazione che il pane se l'è dovuto guadagnare.
Lavorarono per ricostruire un'Italia disintegrata da una guerra.
Oggi combattono per arricchirci ancora, ricordandoci che abbiamo avuto tanto.

Glorifichiamo la Vita , diventiamo persone migliori e loro non avranno lottato invano.

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Commenti al Post:
tempestadamore_1967
tempestadamore_1967 il 27/06/21 alle 16:31 via WEB
queste osservazioni e riflessioni le condivido pienamente sono sconvolgenti e insieme fānno o dovrebbero indurci a riflettere MOLTO attentamente. un saluto
 
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