COCCI DI VETRO

“Che fai, mi cacci?” “…Sì” - il dittatore non si smentisce


Fini lo aveva domandato con tono di sfida a Berlusconi, il 22 aprile, durante la direzione nazionale del PDL: “Che fai, mi cacci?”. Era da tempo che le tensioni tra il presidente della Camera e il premier andavano sempre più intensificandosi e, in quell’occasione, arrivò la prima crepa che, in breve, sarebbe diventata una voragine incolmabile. In queste ore è arrivata la risposta di Berlusconi e soci: “L’ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’onorevole Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del PDL […] Di conseguenza viene meno anche la fiducia del PDL nei confronti […]” del presidente della Camera.Chiunque capirà che si tratta di una vera e propria rottura. Che Fini e Berlusconi siano diversi è innegabile, e non solo per l’aspetto fisico… Tuttavia appare assolutamente ingiustificabile, da un punto di vista democratico, la decisione di Berlusconi di cacciare Fini, che esprime solo il suo punto di vista e che ha proposto ieri la pace, a calci nel sedere. Piuttosto, tale proponimento sembra più degno di un Lenin o di uno Stalin. Ma, ovviamente, Berlusconi non è Lenin né Stalin, bensì Berlusconi, e non è detto che ciò sia meglio… Resta il fatto che questa azione anti-finiana rientra perfettamente nello “stile” (?) del premier: chi non la pensa come me, lo caccio. D’altra parte, non è la prima volta che Re Silvio oltraggia l’idea di democrazia e quindi ciò che sta succedendo può stupire solo fino a un certo punto. Alcuni dicono: “Se Fini vuole rimanere nel partito, ci resti, ma si dimetta da presidente della Camera”. Ma leggiamo cosa afferma, sul Corriere della Sera di oggi, Irene Pivetti, 46 anni, ex presidente (leghista) della Camera: “«il presidente della Camera è espressione del Parlamento, non del governo. Per questo io credo che Fini dovrebbe dare una risposta istituzionale, e dire: io sono stato eletto da tutti, sono al di sopra delle parti e quindi…»” E per il momento è tutto.