Creato da eliapirone1 il 18/07/2010

COCCI DI VETRO

di Elia Pirone

 

 

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Fino a quando?

Post n°15 pubblicato il 29 Luglio 2010 da eliapirone1
 

Aggiorno nuovamente il blog con una triste notizia: due soldati facenti parte del contingente italiano in Afghanistan sono morti a seguito dell’esplosione di uno IED (ordigno esplosivo improvvisato). Ferita anche una donna ufficiale, il capitano Federica Luciani, mentre i deceduti si chiamavano Mauro Gigli (41 anni, maresciallo capo) e Pier Davide De Cillis (33 anni, caporal maggiore).

Il Corriere della Sera descrive così la morte dei soldati italiani: “Uomini della polizia afghana avevano notato una bomba ai margini della strada. Hanno avvertito il comando italiano che ha subito messo in moto le operazioni per neutralizzare l’ordigno. Sono partiti una ventina di militari a bordo di mezzi blindati. Hanno raggiunto l’area in cui era presenta la minaccia. Con le armi spianate, si sono schierati a cerchio per proteggere i due artificieri impegnati nel disinnesco della bomba. Dopo aver concluso l’operazione, i due sminatori hanno cominciato a guardasi intorno, controllavano il terreno per accertarsi che non ci fossero altri ordigni nascosti. In quel momento, il disastro. Una terribile esplosione li ha investiti uccidendoli sul colpo. Una troupe televisiva che aveva seguito i militari ha ripreso tutta la scena. L’episodio ha fatto pensare a una trappola preparata dai talebani. La prima bomba, lasciata in vista, sarebbe quindi servita per attirare gli artificieri, con l’intenzione di colpirli poi con un secondo ordigno camuffato ai margini della carreggiata […]”.

Secondo le statistiche che riporta il Corriere, sono 3300 i soldati italiani impegnati in Afghanistan. Tra questi, 28 sono stati uccisi e uno si è suicidato. In Iraq invece i soldati impiegati ammontano a 3000, di cui 33 caduti.

Le parole del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, chiamato a parlare riguardo la tragedia, risultano ancora una volta vergognose: egli ha affermato di essere “molto rattristato” e che, “ogni volta che ci poniamo la domanda se vale la pena di restare in quel Paese”, lui risponde “che ne vale la pena”.

Ne vale la pena? Per quale motivo? L’Italia non c’entra assolutamente nulla con questa sporca guerra capeggiata dagli Stati Uniti. E tutti coloro che affermano che si tratti di una “missione di pace” il cui scopo è “garantire la democrazia” in quei luoghi così martoriati, dicono delle grandi stupidaggini. D’altra parte, Wikipedia afferma: “L'atteggiamento della dirigenza statunitense di fronte alla prospettiva di una guerra, decisamente più "interventista" rispetto ad altre situazioni, così come la velocità del dispiegamento militare e l'immediato accordo raggiunto coi ribelli dell'Alleanza del Nord lasciano supporre che gli U.S.A. avessero pianificato l'invasione dell'Afghanistan ben prima dell'11 settembre”.

L’interessante articolo LE ORIGINI DELLA GUERRA IN AFGHANISTAN”, pubblicato su comedonchisciotte.org nel febbraio 2009, che vi consiglio di leggere integralmente, oltre ad effettuare un’analisi degna di attenzione, pone questo interrogativo:

“Secondo Ted Rall (“It is about oil”. San Francisco Chronicle. Nov. 2, 2001) il governo degli Usa pagò gli stipendi dei funzionari talebani fino al 1999 e non fu che nel 2001 che a seguito dell’attacco delle torri gemelle, il Presidente Bush, per mobilitare il consenso del popolo americano a bombardare l’Afghanistan, denunciò il maltrattamento delle donne in Afghanistan. In seguito anche Laura Bush divenne femminista e denunciò tali abusi. L’11 settembre segnò la fine dell’alleanza Usa-Talebana e la caduta del governo stesso che venne sostituito nel 2001 da un altro movimento pro-USA dei Mujahidden che iniziarono la lotta contro i talebani. Si tornò alla produzione di oppio.

Ora la domanda che esige una risposta è: Com’è possibile che gli USA appoggiassero i talebani, sapendo del loro sostegno a Bin Laden e ai gruppi terroristici (che erano stati finanziati in origine dagli USA)? Com’è che il governo talebano non era mai stato dichiarato “un governo che appoggia il terrorismo”? Una delle ragioni è che, l’averlo fatto, avrebbe significato che le compagnie petrolifere americane non avrebbero potuto firmare un accordo con il governo talebano che permettesse loro di costruire un oleodotto per il trasporto del petrolio dal Kazajstan e dal Turkmenistan fino all’Oceano Indiano. In realtà l’appoggio sarebbe continuato se non fosse avvenuto l’11 settembre. E da allora la storia è nota.”

Senza contare le altre osservazioni poste, che vi invito nuovamente a leggere integralmente.

Alla luce di ciò, noi cosa ci stiamo a fare lì?

Commenti al Post:
hscic
hscic il 31/07/10 alle 22:39 via WEB
mi scusi.....ma la sua macchina va a legna?
 
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