Roma, 30 ott. - (Adnkronos) - "Io, a Rio, ci saro'. Si', certo, me lo dovro' guadagnare, ma ci saro'. E se ci vado, non e' per vedere la spiaggia". Alex Zanardi, intervistato dal mensile GQ in edicola domani, prenota un posto per le prossime Paralimpiadi.
L'ex pilota di Formula Uno, oro paralimpico di handbike a Londra, non sembra spaventato dalla prospettiva di arrivare ai prossimi Giochi a 50 anni ed e' convinto di poter andare piu' forte di atleti piu' giovani: "Si', io tiro come una bestia". Zanardi parla poi dell'esclusione dalla maratona di New York dove in passato ha trionfato con il record del percorso: un'ora, 13 minuti e 58 secondi per i 42 chilometri e rotti piu' famosi al mondo, toccando punte di 70 all'ora giu' dal ponte di Verrazzano: "Dicono che e' per ragioni di sicurezza, ma francamente mi sembra una balla coi fiocchi. E poi non capisco bene. Il motto dei Giochi dedicati a noi disabili era: 'Inspire a generation', dare l'esempio che si puo', sempre, che uno puo' inseguire il suo sogno anche se gli manca un pezzo, o due. Non so se questo sentimento a New York e' arrivato. A occhio, non direi".
Zanardi ripercorre la sua vita, arrivando a parlare del tragico incidente in cui perse entrambe le gambe il 15 settembre 2001 a Lausitz, in Germania. "Devo aver realizzato qualcosa solo quando, a un certo punto, ho guardato davanti: non c'era piu' la macchina e nemmeno le mie gambe -aggiunge il campione Paralimpico-. Una volta ho visto quel film, 'Nato il 4 luglio', con Tom Cruise ridotto su una carrozzella dalla guerra. Ricordo di aver pensato: se succede a me, mi ammazzo".