DA www.guidasicilia.it
Divertenti, esagerati, fastidiosi, ma professionali, senza dubbio. Parliamo dei giornalisti (per qualcuno saltimbanchi, ma crediamo che per loro vada bene lo stesso) de Le Iene, che la scorsa settimana hanno messo a segno un'altra delle loro frecciate. I nostri, occhiali, completo nero e faccia da schiaffi, hanno smascherato (e sputtanato) gli onorevoli deputati e senatori che spesso e volentieri pagano in nero i propri collaboratori (solo 54 su 683 assistenti è risultato avere un contratto regolare).
Dopo la prima messa in onda dell'inchiesta, l'altro ieri una Iena, appurando che il ''nero'' è roba diffusa anche in Senato, colto da improvvisa illuminazione ha pensato che i presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, hanno speso gran parte della loro vita nel sindacato a difendere i diritti dei lavoratori. Retoricamente la Iena si è chiesta: ma se tutti conioscevamo da un bel po' il malcostume, o meglio, l'illegalità diffusa nelle stanze del potere, è mai possibile che loro non se ne fossero mai accorti?
Di gran carriera è andato a chiederlo ai diretti interessati, prima a Montecitorio po a Palazzo Madama. Una punta di imbarazzo per Bertinotti, un po' di nervosismo per Marini, ma da entrambi una promessa: è una storia che presto finirà.
Detto fatto! La Presidenza della Camera ha approvato ieri mattina la delibera che mette fine all'anarchica situazione dei collaboratori parlamentari.
Ieri mattina, dunque, è stata diffusa la nota dalla Presidenza dalla Camera che fissa al numero di due gli assistenti di cui potrà avvalersi ciascun singolo deputato e obbliga ad instaurare con essi un regolare contratto di lavoro a titolo oneroso.
I deputati hanno due mesi di tempo per conformarsi alla nuova procedura: dovranno, cioè, consegnare una copia del contratto stipulato e approvato da un consulente del lavoro. Il contratto potrà essere stipulato anche con quei collaboratori che abbiano già un rapporto di lavoro con un soggetto terzo legato a sua volta al deputato, al partito o al gruppo parlamentare di riferimento.
La Presidenza ha confermato poi che i rapporti di collaborazione, per la loro natura fiduciaria, non si risolvono in rapporti giuridici diretti tra la Camera e i collaboratori, ma tra collaboratori e singolo deputato, oggetto perciò di autonomia contrattuale.
Dunque: BEN FATTO IENE!
Però, vogliamo aggiungere un però: se per sistemare le cose bisogna mandare goliardici e bravi giornalisti o il Gabibbo, non vorrà dire che in Italia siamo veramente arrivati alla frutta e quasta è marcita già da un bel po'?
Inviato da: italodgl13
il 05/02/2009 alle 16:11
Inviato da: albert.z
il 05/07/2007 alle 15:13
Inviato da: avanguardia07
il 30/04/2007 alle 18:31
Inviato da: difdom
il 20/04/2007 alle 14:03
Inviato da: maxscar_2007
il 14/03/2007 alle 14:59