...NONSOLOIMMAGINI..

arte che diventa spazzatura o spazzatura che diventa arte?


 Qualche giorno fa ho sentito al telegiornale la notizia dell'addetta alle pulizie che a Bari ha scambiato per spazzatura alcune cosiddette "opere d'arte" del valore di migliaia di euro. Ma questa signora, non so com'è, mi ha fatto subito simpatia, forse perchè in un certo senso rappresenta la stragrande maggioranza della gente. E, dato che avevo appena finito di leggere il libro "100 cose che non sai sulla tua mente", di Suendra Verma, Mi sono venute in mente le 5 distorsioni cognitive di cui si parla nel testo, teorizzate da Michael Shermer. In pratica si afferma che, quando ci creiamo una convinzione, la conserviamo e la rinforziamo ponendo in atto alcune distorsioni cognitive, che modificano le nostre regole per permetterci di adattarci alla nuova credenza. Eccone elencate quattro:diamo troppa importanza all' opinione di un'autoritàci ancoriamo troppo ad un'unica informazione cerchiamo prove a sostegno delle nostre convinzioni, ignorando quelle contrarieattribuiamo grande valore alle convinzioni del gruppo Se queste "distorsioni" di un comportamento che invece sarebbe per noi più naturale ci impediscono e ci hanno impedito in passato di aprire gli occhi di fronte alle innovazioni scientifiche, a maggior ragione possono indurci ad avere un comportamento non troppo razionale di fronte a qualcosa di soggettivo come la valutazione di un'opera d'arte, che non può essere analizzata sulla base di parametri fissi e scientificamente dimostrabili. Perciò a mio parere, quando alcune persone legate al mondo dell'arte si trovano dinnanzi ad un'opera  che l'innato buonsenso dell'uomo non riesce a riconoscere come tale, si trovano costrette (più o meno inconsciamente) a:far riferimento al parere di un'autorità del settoreancorarsi alle sue affermazioniignorare il dissenso dei più di fronte al riconoscimento del valore artistico di una cosiddetta "opera"attribuire valore alle convinzioni del ristretto gruppo di "eletti" capaci di apprezzare il "singolare" prodotto "artistico".Come ho già avuto modo di esprimere nel post "arte astratta... secondo me", il perseverare in questa "distorsione", a mio parere conduce dritti dritti a considerare un capolavoro anche questo...
Due estati fa, io e le mie sorelle, abbiamo visto il palazzo della Secessione di Vienna. Dopo aver ammirato  il bellissimo esterno dell'edificio e lo splendido Fregio di Beethoven di Klimt, abbiamo visitato una mostra di cosiddette "installazioni", presente in quel momento all'interno del palazzo.Prendevano parte a queste "installazioni" svariati elementi, che parevano accostati in un modo del tutto casuale e assolutamente lontano da ogni criterio estetico; in particolare su una c'era addirittura una gabbia tutta sporca con dentro con un canarino vero (faceva parte pure lui a sua insaputa dell'"opera d'arte", porello...), e la scatola del suo mangime; su un'altra poggiava un comunissimo bicchiere di plastica "spiaccicato". Il bicchiere faceva forse parte delll'installazione? O forse un visitatore maleducato lo aveva appoggiato lì? Il dubbio ci tormenta ancora oggi.
Il fatto è che c'è arte che può diventare spazzatura (anche perchè forse in effetti lo è già) e spazzatura che diventa arte, e quest'ultima ha invece, secondo me, un alto valore. Un'opera che nasce da materiali "di scarto" porta infatti con sè alcuni messaggi importanti:si pone come alternativa ad una diffusa mentalità dell'"usa e getta"fa sì che un materiale di scarto, altrimenti non apprezzato, possa vivere una seconda vita e nobilitarsi trasformandosi in qualcosa di bello l'oggetto prodotto, non essendo costituito da una materia prima preziosa, deve il suo valore interamente all'abilità, al gusto e alla creatività di chi lo ha ideato e realizzato, perciò l'azione dell'uomo in questo caso diviene di fondamentale importanza.Questo utilizzo di tutto ciò che viene comunemente considerato di scarso valore mi fa pensare a ciò che avveniva nel Medioevo: materiali comuni come la pietra, il legno o il mattone venivano plasmati da artisti e da abili artigiani per trasformarsi in quei gioielli architettonici e scultorei che sono tante chiese romaniche.Ed è per questo che amo curiosare in tutti quei siti che propongono straordinarie creazioni nate dalla valorizzazione di materiali di uso comune o addirittura di scarto. Quella sì che è arte, anche se non viene celebrata nei musei.