PASSI...
PASSI NELLA NOTTE« Tutto ciò...Parte 1 | BIVI » |
Stamani uscito presto, non avevo voglia di correre e mi godevo il diradarsi
della nebbia del primo mattino. Stranamente, io che amo quel guidare
“sportivo”, quel salire di giri sino a far schizzare l’auto torturando le
marce mentre l’orecchio ed il corpo vive in sintonia con il motore, mi sono
messo il più possibile a destra e non superando i 70 mi godevo il
paesaggio.
Riflettevo un po’ su tutto, su ciò che ognuno di noi vuole nella vita, su ciò
che appaga e su ciò che reca un peso dentro. Facile per chi ha 20, 30 anni
non pensarci, non sono pensieri che sfiorano perché sembra avere
tanto tempo avanti, poi arrivano i 40 con i primi bilanci e ti guardi
indietro, ai 50 credi di aver bene stabilito cosa vuoi, hai preso la tua vita
in mano e la stringi salda con forza e rabbia qualche volta, tenace e sicuro.
Facevo paragoni con quelli che conosco, su ciò che conosco delle loro
vite, certo non posso sapere davvero cosa si agita dentro di loro, dei loro
pensieri, del loro essere reali al di là di quanto possano loro stessi dire.
L’essere umano è fatto così, non dirà mai delle sue meschinità, se ne
vergogna troppo, forse solo qualche volta, in un barlume di assoluta
sincerità, lo rivela a se stesso ma non ammetterà mai nulla dinanzi a
nessuno, anzi, ha l’innata abilità a mostrarsi sempre migliore di quanto sia.
Dietro ogni censore, dietro ogni sicurezza nel mostrarsi vi è spesso il
dubbio, se non peggio il relegare le proprie parti che non ci piacciono in
una piega della nostra mente al punto che noi stessi evitiamo di pensarci
anzi, se qualcuno osa insinuare certe cose gli diamo addosso, con sdegno o
con l’orgoglio di dire: IO non sono così.
Non esiste colui che non ha dubbi, che abbia i suoi momenti di riflessioni
al di là delle certezze salvo non sia un pazzo o un ottuso, prima o poi tutti lo fanno.
In fondo ognuno desidera qualcosa, spesso utopistico, si dice pronto a dare
ma in spesso vuole più di quanto si dia e la vita va avanti così,
prendendo con un cuore che spesso si indurisce perché è luogo comune
che essere figli di “buona donna” fa tanto maschio o un malcelato cinismo
che viene scambiato con senso della realtà.
Preso da questi pensieri nel mio guidare son giunto ad una curva e dinanzi
mi si è parato un piccolo pesco in fiore, a ridosso, subito dietro, una mimosa.
Insieme si stagliavano contro un cielo plumbeo, macchia di colore in
quel grigio, sarà stato il momento, sarà stato il semplice ed improvviso
apparire alla mia vista ma mi ha rincuorato e li ho visti come una
promessa di una primavera alle porte, frenato di botto sono sceso e
lì, in quella curva, velocemente, ho voluto immortalarlo, fermare quel
istante nella sua goccia di tempo, legarlo ai miei pensieri e poi metterlo
qui, per chi passa e sa cogliere il senso delle cose.
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