PASSI...
PASSI NELLA NOTTENella nostra umanità, intesa come genere umano, ho sempre ravvisato
una graduale differenziazione, vi sono coloro che sopperiscono ai
bisogni “primari”, cibo, vestiario, casa, e sesso e non si interessano di
altro forse perché completamente assorbiti da questi o semplicemente
perché la loro mente non è stata educata a pensare, o magari perché era
proprio congenito in loro questo status. Altri, invece, hanno cercato
altre forme di appagamento quando hanno realizzato una certa
sicurezza in questo. Siamo in questo esseri molteplici, dalle
infinite sfaccettature più è in noi la ricerca di determinate cose, più
tendiamo a cercare altro. E’ un po’ come partire da una pianura e
decidere di salire su una collina che ci sbarra l’orizzonte pensando
di poter aver definito un punto di arrivo per poi, scoprire dietro, una
altra collina e desiderare di voler continuare a vedere dietro.
Una sete continua di esplorare noi stessi , di voler capire, una sete che,
spesso, trova solo momentanei appagamenti in cui ci illudiamo di aver
trovato un equilibrio per poi ricominciare. In qualcuno è la sete del
sapere, in altri una continua richiesta di adrenalina ed emozioni ed il
bdsm, come altre cose, si presta magnificamente a questo.
Vi sono Master sempre alla ricerca di una nuova schiava come se
il solo fiutarla crei in loro il desiderio di averla, schiave che sentono
la voglia e poi il bisogno mentale e fisico di esserlo ed ogni volta
vi è la volontà di un passo più avanti, un qualcosa che sia più “forte”
e così si parla di Master che “senti” dentro o meno, ciò che crea quel
legame fatto di mille cose ma alla fine è che solo Lui può darti quella
scarica di adrenalina, quella eccitazione che si ricerca nell’Appartenere.
Alla fine, in fondo, siamo per gli altri, reciprocamente, le proiezioni di
noi stessi, non gli esseri completi e complessi di una realtà difficile da
afferrare nel suo insieme, ma ombre, profili sfrondati che per quanto si
possa esservi addentro non riescono o non vogliono mostrare ogni
parte di se.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Leggevo di queste cose, osservo spesso, curiosando su diari e blog,
rovisto curiosamente per cercare di intuire gli altrui pensieri,
alcune volte prendendone atto senza giudicare, ponendomi domande,
brutto vizio il mio di voler sempre capire la mente altrui.
Menti molteplici che cercano apparentemente le stesse cose eppure si
differiscono tanto, certe volte mi annoiano quando troppo semplici
e scontate se ne può fare un fascio e buttarlo via, altre volte mi
affascinano e continuo a seguirle.
Tutte concordi però a parlare di sincerità e fiducia, tutte a dire
che queste sono le basi ed è vero, estremamente giusto, anche se
spesso attraverso i fatti, le diatribe tra Master e schiave o quel
cambiare continuamente legame, cosa che non depone a favore di
nessuno, sia piuttosto diffusa ed allora ci si domanda quanta sincerità e
fiducia vi sia stata nel precedente.
Sono le cose più importanti che ci siano l’una concatenata all’altra,
indissolubilmente. Ciò che nasce da un abile affabulatore deve poi
trovare riscontro nei fatti. Nasce la prima nel porsi, nel trovare
riscontro, supporto concreto alla parola al di là di ogni fumoso dire
ed in essa germoglia la seconda come un virgulto da quel seme che
si rafforza ogni giorno di più.
La sincerità è la base della fiducia, il suo seme e guai all’uomo che per
tema di perdere un qualcosa omette di usarla. Nulla è più
dequalificante di chi si professa Master o schiava e tradisce la
fiducia che gli è stata donata, egli o ella dimostra tutta la sua
meschinità e la sua poca forza di carattere.
Discorso valido per tutti, da entrambe le parti perché se ci si aspetta
che un Padrone abbia quel polso fermo e sia sincero altrettanto deve
essere valido per una schiava altrimenti, diciamocelo: abbiamo giocato
e tutti a casa.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Festa della mamma, fra tutte le donne che vi sono qui
alcune lo sono, altre no ma di certo ognuno ha o ha avuto
una mamma. Si nasce per mille ragioni su questa terra ma
spesso per Amore. Queste due righe le dedico a tutti coloro
che amano e sono amati dentro e di fuori il bdsm.
Amare
Amare è prendere la musica e farne una
onda che ti porti in vetta spumeggiando,
ti avvolga ed accarezzi la pelle sino a
farla fremere sotto le sue note.
Amare è una tela da riempire dei colori del sole,
rubi un raggio ed il bianco si trasforma in iride
mentre doni pennellate di felicità.
Amare è parlare.
Amare è tacere.
Amare è il Silenzio che grida.
Amare è uno sguardo che ti prende per mano.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Sapete cosa è una ragnatela? Risposta ovvia, lo sanno anche i bambini, una
ragnatela è come una rete tesa per catturare altri insetti. In realtà nella
natura ve ne sono di vari tipi, da quella classiche a rete a quelle che
appaiono come imbuti dal colore lattiginoso dato lo spessore dei fili,
in queste ultime il ragno si pone, a seconda dei casi, alla fine dell’imbuto o
da fuori per precipitarsi dietro la sua vittima e sbarrargli ogni via di uscita.
Non tutti i ragni tessono ragnatele, ve ne sono alcuni che vanno a caccia
saltando sulle prede rincorrendole con enorme velocità e per questo sono
denominati saltatori.
Istintivo è il paragone nel bdsm tra un Master ed un ragno. Qualcuno,
sofferente di aracnee fobia può trovare la cosa sgradevole ma se riesce a
superare questo suo problema si rende conto di quanta somiglianza vi sia.
A differenza di ragnatele, atte a catturare chi incautamente vi sbatte contro,
il Master ne costruisce una lentamente attorno alla schiava, è un lavoro
curato,fatto di mente, in cui egli stende dei fili sempre più stretti attorno di
lei sino al momento che se anche volesse volare via si rende conto di non
poterlo più fare.
Capita che una schiava si illuda di poter avere il “controllo” della situazione
creando un senso di falsa sicurezza di cui diventa consapevole solo quando
quando già Appartiene ed allora è troppo tardi, la rete non ha più vie di
uscita.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Per una volta non parlo di bdsm, bhe’ può anche capitare mica faccio il
Master da mattina alla sera, datemi un po’ di ferie ogni tanto.
Stamani sono andato al mare, giornata meravigliosa a prendere il sole, vi
erano 25 gradi, questo detto giusto per alimentare il mio lato sado che
causerà invidia a chi è rimasto a casa. Poca gente, periodo di comunioni
e di gente che soffre “incravattata” con signore che sfoggiano i nuovi vestiti
primaverili o sperano, riciclando i vecchi, che nessuno si ricordi di averli già
visti. Ero lì sulla spiaggia a deliziarmi sotto il sole con una lieve brezza
quando poco distanti son giunti un piccolo gruppo di ragazze e ragazzi.
Solito chiasso fatto dai giovani e fin qui nessun problema, certo se avessi
una barca di certo andrei a cercarmi qualche spiaggetta isolata e discreta
ma…non la ho. Quello che non sopportavo di loro era il parlare a voce alta
con un tono dialettale del miglior strascico di “forcella” , questo per gli
intenditori che ben sanno che “forcella” non è quello che si definisce un
quartiere tra i più aristocratici di Napoli. Certo, non vorrei essere
discriminante ma da buon partenopeo posso amare il dialetto di Eduardo
come il genovese di Govi e tutti gli altri ma la cosiddetta “stesa” nella sua
volgarità mi prende lo stomaco. Pareva di assistere a delle sceneggiate di
Merola in versione giovanile.
Riflettevo, nella mia vita privata, quella di ogni giorno, qualche volta sono
stato definito snob ed in fondo, a rifletterci, lo sono. Ma essere snob per me
è essere cordiale ma mettere dei paletti, delimitare come un Lupo il Mio
territorio, un cerchio invisibile che permetto a pochi di valicare.
Odio la volgarità nella vita di ogni giorno e la posso accettare solo in una
camera da letto ed in certe situazioni ma al di fuori di queste aborrisco
ogni senso di volgarità, le battute triviali, il parlare sboccato che abbia
dinanzi un uomo o una donna lo detesto. In certe occasioni, lo confesso,
dicono che sfoderi una aria di superiorità ma in fondo è solo il mio non
condividere certe cose da cui mi distacco, come dire, scusate ma se siete
“sotto il ginocchio” come usava dire il partenopeo Pazzaglia, a me non
interessate. Mah, mi sa che sono proprio …snob.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: comando101
il 04/08/2013 alle 19:55
Inviato da: Bons petits plats
il 04/08/2013 alle 10:42
Inviato da: comando101
il 22/10/2010 alle 21:18
Inviato da: que.bella.luna
il 22/10/2010 alle 18:12
Inviato da: comando101
il 16/12/2009 alle 22:44