Ombre

Post n°120 pubblicato il 02 Giugno 2008 da comando101

Nella nostra umanità, intesa come genere umano, ho sempre ravvisato

una graduale differenziazione, vi sono coloro che sopperiscono ai

bisogni “primari”, cibo, vestiario, casa, e sesso e non si interessano di

altro forse perché completamente assorbiti da questi o semplicemente

perché la loro mente non è stata educata a pensare, o magari perché era

proprio congenito in loro questo status. Altri, invece, hanno cercato

altre forme di appagamento quando hanno realizzato una certa

sicurezza in questo. Siamo in questo esseri molteplici, dalle

infinite sfaccettature  più è in noi la ricerca di determinate cose, più

tendiamo a cercare altro. E’ un po’ come partire da una pianura e

decidere di salire su una collina che ci sbarra l’orizzonte pensando

di poter aver definito un punto di arrivo per poi, scoprire dietro, una

altra collina e desiderare di voler continuare a vedere dietro.

Una sete continua di esplorare noi stessi , di voler capire, una sete che,

spesso, trova solo momentanei appagamenti in cui ci illudiamo di aver

trovato un equilibrio per poi ricominciare. In qualcuno è la sete del

sapere, in altri una continua richiesta di adrenalina ed emozioni ed il

bdsm, come altre cose, si presta magnificamente a questo.

Vi sono Master sempre alla ricerca di una nuova schiava come se

il solo fiutarla crei in loro il desiderio di averla, schiave che sentono

la voglia e poi il bisogno mentale e fisico di esserlo ed ogni volta

vi è la volontà di un passo più avanti, un qualcosa che sia più “forte”

e così si parla di Master che “senti” dentro o meno, ciò che crea quel

legame fatto di mille cose ma alla fine è che solo Lui può darti quella

scarica di adrenalina, quella eccitazione che si ricerca nell’Appartenere.

Alla fine, in fondo, siamo per gli altri, reciprocamente, le proiezioni di

noi stessi, non gli esseri completi  e complessi di una realtà difficile da

afferrare nel suo insieme, ma ombre, profili sfrondati che per quanto si

possa esservi addentro non  riescono o non vogliono mostrare ogni

parte di se.

 
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Sincerità e Fiducia

Post n°119 pubblicato il 22 Maggio 2008 da comando101

Leggevo di queste cose, osservo spesso, curiosando su diari e blog,

rovisto curiosamente per cercare di intuire gli altrui pensieri,

alcune volte prendendone atto senza giudicare, ponendomi domande,

brutto vizio il mio di voler sempre capire la mente altrui.

Menti molteplici che cercano apparentemente le stesse cose eppure si

differiscono tanto, certe volte mi annoiano quando troppo semplici

e scontate se ne può fare un fascio e buttarlo via, altre volte mi

affascinano e continuo a seguirle.

Tutte concordi però a parlare di sincerità e fiducia, tutte a dire

che queste sono le basi ed è vero, estremamente giusto, anche se

spesso attraverso i fatti, le diatribe tra Master e schiave o quel

cambiare continuamente legame, cosa che non depone a favore di

nessuno, sia piuttosto diffusa ed allora ci si domanda quanta sincerità e

fiducia vi sia stata nel precedente.

 

Sono le cose più importanti che ci siano l’una concatenata all’altra,

indissolubilmente. Ciò che nasce da un abile affabulatore deve poi

trovare riscontro nei fatti. Nasce la prima nel porsi, nel trovare

riscontro, supporto concreto alla parola al di là di ogni fumoso dire

ed in essa germoglia la seconda come un virgulto da quel seme che

si rafforza ogni giorno di più.

La sincerità è la base della fiducia, il suo seme e guai all’uomo che per

tema di perdere un qualcosa omette di usarla. Nulla è più

dequalificante di chi si professa Master o schiava e tradisce la

fiducia che gli è stata donata, egli o ella dimostra tutta la sua

meschinità e la sua poca forza di carattere.

Discorso valido per tutti, da entrambe le parti perché se ci si aspetta

che un Padrone abbia quel polso fermo e sia sincero altrettanto deve

essere valido per una schiava altrimenti, diciamocelo: abbiamo giocato

e tutti a casa.

 
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Oggi

Post n°118 pubblicato il 11 Maggio 2008 da comando101

Festa della mamma, fra tutte le donne che vi sono qui

alcune lo sono, altre no ma di certo ognuno ha o ha avuto

una mamma. Si nasce per mille ragioni su questa terra ma

spesso per Amore. Queste due righe le dedico a tutti coloro

che amano e sono amati dentro e di fuori il bdsm.

 

                             Amare

Amare è prendere la musica e farne una

onda che ti porti in vetta spumeggiando,

ti avvolga ed accarezzi la pelle sino a

farla fremere sotto le sue note.

Amare è una tela da riempire dei colori del sole,

rubi un raggio ed il bianco si trasforma  in iride

mentre doni pennellate di felicità.

Amare è parlare.

Amare è tacere.

Amare è il Silenzio che grida.

Amare è uno sguardo che ti prende per mano.

 
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Ragnatele

Post n°109 pubblicato il 05 Maggio 2008 da comando101

Sapete cosa è una ragnatela? Risposta ovvia, lo sanno anche i bambini, una

 ragnatela è come una rete tesa per catturare altri insetti. In realtà nella

natura ve ne sono di vari tipi, da quella classiche a rete a quelle che

 appaiono come imbuti dal colore lattiginoso dato lo spessore dei fili,

in queste ultime il ragno si pone, a seconda dei casi, alla fine dell’imbuto o

da fuori per precipitarsi dietro la sua vittima e sbarrargli ogni via di uscita.

Non tutti i ragni tessono ragnatele, ve ne sono alcuni che vanno a caccia

saltando sulle prede rincorrendole con enorme velocità e per questo sono

denominati saltatori.

Istintivo è il paragone nel bdsm tra un Master ed un ragno. Qualcuno,

sofferente di aracnee fobia può trovare la cosa sgradevole ma se riesce a

superare questo suo problema si rende conto di quanta somiglianza vi sia.

A differenza di ragnatele, atte a catturare chi incautamente vi sbatte contro,

il Master ne costruisce una lentamente attorno alla schiava, è un lavoro

curato,fatto di mente, in cui egli stende dei fili sempre più stretti attorno di

lei sino al momento che se anche volesse volare via si rende conto di non

poterlo più fare.

Capita che una schiava si illuda di poter avere il “controllo” della situazione

creando un senso di falsa sicurezza di cui diventa consapevole solo quando

quando già Appartiene ed allora è troppo tardi, la rete non ha più vie di

uscita.

 

 

 
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Snob?

Post n°108 pubblicato il 04 Maggio 2008 da comando101

Per una volta non parlo di bdsm, bhe’ può anche capitare mica faccio il

Master da mattina alla sera, datemi un po’ di ferie ogni tanto.

Stamani sono andato al mare, giornata meravigliosa a prendere il sole, vi

erano 25 gradi, questo  detto giusto per alimentare il mio lato sado che

causerà  invidia a chi è rimasto a casa. Poca gente, periodo di comunioni

e di gente che soffre “incravattata” con signore che sfoggiano i nuovi vestiti

primaverili o sperano, riciclando i vecchi, che nessuno si ricordi di averli già

visti. Ero lì sulla spiaggia a deliziarmi sotto il sole con una lieve brezza

quando  poco distanti son giunti un piccolo gruppo di ragazze e ragazzi.

Solito chiasso fatto dai giovani e fin qui nessun problema, certo se avessi

una barca di certo andrei a cercarmi qualche spiaggetta isolata e discreta

ma…non la ho. Quello che non sopportavo di loro era  il parlare a voce alta

con un tono dialettale del miglior strascico di “forcella” , questo per gli

intenditori che ben sanno che “forcella” non è quello che si definisce un

quartiere tra i più aristocratici di  Napoli. Certo, non vorrei essere

discriminante ma da buon partenopeo posso amare il dialetto di Eduardo

come il genovese di Govi e tutti gli altri ma la cosiddetta “stesa” nella sua

volgarità mi prende lo stomaco. Pareva di assistere a delle sceneggiate di

Merola in versione giovanile.

Riflettevo, nella mia vita privata, quella di ogni giorno, qualche volta sono

stato definito snob ed in fondo, a rifletterci, lo sono. Ma essere snob per me

è essere cordiale ma mettere dei paletti, delimitare come un Lupo il Mio

territorio, un cerchio invisibile che permetto a pochi di valicare.

Odio la volgarità nella vita di ogni giorno e la posso accettare solo in una

camera da letto ed in certe situazioni ma al di fuori di queste aborrisco

ogni senso di volgarità, le battute triviali, il parlare sboccato che abbia

dinanzi un uomo o una donna lo detesto. In certe occasioni, lo confesso,

dicono che sfoderi una aria di superiorità ma in fondo è solo il mio non

condividere certe cose da cui mi distacco, come dire, scusate ma se siete

“sotto il ginocchio” come usava dire il partenopeo Pazzaglia, a me non

interessate. Mah, mi sa che sono proprio …snob.

 
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