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L'alternativa ai fondi comuni

Post n°7 pubblicato il 24 Agosto 2006 da risparmiatore
 

Una valida alternativa ai fondi comuni di investimento, sono gli ETF (Exchange Traded Fund), un termine con il quale si identifica una particolare tipologia di fondo d’investimento con due principali caratteristiche: è negoziato in Borsa come un comune titolo azionario; assicura gli stessi rendimenti dell’indice di ferimento.   

Gli ETF sono caratterizzati inoltre da un innovativo meccanismo di funzionamento, che consente una puntuale replica dell’indice e un maggior contenimento dei costi rispetto ad un fondo tradizionale. Gli ETF quotati attualmente su Borsa Italiana sono 51, e permettono di operare su di un’ampia scelta di strumenti, azionari ed obbligazionari riferiti a diverse aree geografiche. In pratica l’ETF consente, in maniera immediata, di prendere posizione su un indice azionario (globale, regionale, settoriale ecc..), su un indice obbligazionario (costituito da titoli di stato oppure da titoli corporate) o su un basket di materie prime, attraverso un’unica operazione di acquisto/vendita.
Per l’investitore intervenire sul mercato degli ETF è molto semplice: un ETF si compra e si vende infatti come un’azione sul Mercato Telematico Azionario (MTA) di Borsa Italiana (segmento MTF). La negoziazione è continua (senza aste) a partire dalle 09:05 fino alle 17:25. Questo strumento si presta bene anche all’utilizzo da parte del piccolo risparmiatore, dal momento che il lotto minimo di negoziazione è pari a 1 azione / quota di ETF. Ed anche per ciò che riguarda le spese non vi sono sorprese, dal momento che i costi di negoziazione sono indicativamente gli stessi previsti per le azioni.Per quello che riguarda le commissioni di gestione annue è invece necessario soffermarsi a chiarire gli aspetti sostanziali. Ogni ETF è caratterizzato infatti da proprie Commissioni Totali Annue (TER) che ad oggi variano a seconda dello strumento da un minimo di 0,165% all’anno a un massimo di 0,90% all’anno. Le commissioni annue sono pagate in proporzione al periodo di detenzione dell’ETF e sono trattenute ogni giorno, per la quota parte di competenza, dal gestore dell’ETF: si noti che in questo modo i prezzi di acquisto e di vendita che il risparmiatore può seguire su Borsa Italiana  sono già al netto di tali commissioni per cui né l’investitore finale né il suo intermediario sono tenuti ad operare alcun versamento. Non è prevista nessuna commissione di “Entrata”, di “Uscita” e di “Performance”, a differenza di quanto accade usualmente con i fondi comuni.
Altre spiegazioni tecniche che possono interessare il risparmiatore riguardano la valuta di Negoziazione e di Liquidazione, che è l’Euro, la liquidazione, che avviene in Monte Titoli dopo 3 giorni lavorativi, rispettando quindi le stesse modalità seguite anche dalle azioni, ed i dividendi, che l’ETF incassa a fronte delle azioni detenute nel proprio patrimonio, che sono, a seconda delle regole che il gestore indica nel prospetto di ciascun ETF, distribuiti periodicamente agli investitori oppure capitalizzati nel patrimonio dell’ETF stesso.

Ancora una precisazione in merito alla valuta: nel caso in cui l’ETF abbia come benchmark un indice statunitense si è esposti al rischio di cambio Euro/Dollaro (EUR/USD). L’indice in oggetto è infatti rappresentativo di azioni denominate in USD mentre l’ETF è negoziato in Euro per cui, il rendimento in EUR dell’ETF è la somma di 2 componenti: la prima l’apprezzamento o il deprezzamento dell’indice “statunitense”, la seconda l’apprezzamento o il deprezzamento del tasso di cambio EUR/USD.

Una domanda che il risparmiatore si rivolgerà quasi certamente prima di intraprendere l’operatività su questo mercato riguarda la liquidità degli ETF, cioè la facilità con la quale è possibile costruire o smobilizzare una posizione. E la risposta è tranquillizzante, dal momento che la Liquidità degli ETF è assicurata da uno Specialist con obblighi di quotazione in continua (“spread massimo bid-ask” e “quantità minima esposta”) e da eventuali Liquidity Providers (market maker non ufficiali). Per il risparmiatore che nutrisse dubbi sulla validità dello strumento è utile ricordare che da circa 10 anni, i maggiori utilizzatori degli ETF sono gli investitori istituzionali, che ne apprezzano gli standard di trasparenza e di efficienza.

Una volta chiariti gli aspetti teorici principali riguardanti gli ETF viene il momento di affrontare quelli pratici. Ad esempio, a chi rivolgersi per l’acquisto di un ETF? Anche in questo caso la risposta è tranquillizzante: l’ordine di acquisto / vendita può essere inoltrato attraverso la propria Banca / Sim utilizzando gli usuali canali (Internet; sportello; promotore; call center ecc..). L’investitore non deve quindi apprendere nessuna nuova nozione. Il trading su questo strumento è analogo a quello delle le azioni, le difficoltà di apprendimento per chi già opera con gli strumenti tradizionali e quindi nulla.

Date le sue caratteristiche, l’ETF si presta a varie modalità d’impiego: investimento di medio / lungo termine, trading anche di tipo intraday e vendita allo scoperto al fine di prendere una posizione ribassista sull’indice benchmark. La possibilità di diversificare facilmente il portafoglio, la precisione con cui viene replicato l’indice benchmark e i bassi costi di gestione fanno si che l’ETF sia particolarmente adatto anche alla costruzione di un piano di accumulo (PAC) attraverso versamenti periodici, anche di piccola entità, effettuati dai singoli investitori. Gli ETF non sono esposti ad un rischio di insolvenza (e di conseguenza non richiedono un rating) neppure nel caso in cui le società che ne hanno curato o curano le attività di costituzione / gestione / amministrazione / marketing ecc... risultino insolventi. Questo perché gli ETF quotati su Borsa Italiana sono, a seconda dello strumento, o Fondi Comuni di Investimento oppure Sicav che, come noto, hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società appena menzionate.

Non deve invece essere dimenticato che gli ETF sono ovviamente esposti al rischio che le azioni, le obbligazioni e gli altri strumenti in cui è investito il loro patrimonio perdano valore.
Fonte: Borsaitaliana


 
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