Quale futuro?

perchè studiare è un diritto di tutti

Creato da comitatogenitori6 il 06/02/2009

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INVALIDA LE PROVE INVALSI

Post n°12 pubblicato il 10 Maggio 2011 da comitatogenitori6
 

 

Invalida gli Invalsi

Ecco 7 buoni motivi per invalidare i test Invalsi:

1) Nonostante siano stati sostenuti da governi di diverso schieramento e decantati dai giornali, numerosi sono gli studi che ne dimostrano la scarsa validità scientifica; NESSUNO NE HA MAI PARLATO!

2) L’obbligatorietà del test, che viene via via estesa a tutti i livelli della scuola italiana, unita alla tracciabilità del test (che dunque non è anonimo) rendono l’INVALSI un ottimo metodo per ottenere una schedatura di massa, che seguirà lo studente dai primi anni di scuola fino alla fine del suo percorso di studi.

3) La didattica della scuola dovrebbe essere flessibile, individualizzata e pianificata secondo le necessità degli alunni. Attraverso il test INVALSI si punta ad uniformare il sapere: solo il fascismo era riuscito ad imporre un modello di istruzione unico su tutto il territorio nazionale.

4) L’INVALSI esaspera non solo la competizione fra docenti all’interno dell’istituto, ma anche tra le diverse scuole che vorranno accaparrarsi il maggior numero di studenti. È chiaro come tale pratica non sia volta al miglioramento dell’offerta didattica, ma all’incentivazione della competitività, basata sulla ricerca del premio di merito, che diventa il fine ultimo dell’istituzione Scuola, a discapito della crescita culturale e umana di studenti e studentesse.

5) I risultati delle prove dei ragazzi disabili sono elaborati in maniera differente al fine di non incidere sul valore medio dell’istituto, e quindi la disabilità non rientra nei criteri di valutazione INVALSI; ne consegue che, in un sistema di valutazione basato su tale test, gli invalidi non sono minimamente contemplati, risultando del tutto invisibili.

6) Il test INVALSI non è assolutamente utile a misurare “la buona didattica” ne “il buon insegnante”, perché le capacità di coinvolgere, motivare e ispirare non si valutano!

7) Il test INVALSI non è assolutamente utile a misurare “il buon apprendimento” o le capacità di uno studente o studentessa, poichè IL NOSTRO SAPERE NON STA DENTRO I LORO RIQUADRI.

Per questo è necessario boicottare il test INVALSI, ennesimo attacco che la scuola pubblica è costretta a subire, dalle elementari alle superiori. Il tentativo si è spinto fino al punto di voler proporre l’INVALSI come prova d’esame anche alle superiori, come già da qualche anno avviene nelle scuole medie.

Dimostriamo ancora una volta che non siamo disposti a svendere il nostro futuro e la nostra istruzione!

 

 
 
 

Agevolazioni scuole private

 

Tarzia, nuova proposta di legge:

"Aiuti per l'iscrizione alle scuole private"

L'onorevole Olimpia Tarzia ha presentato in consiglio regionale una proposta di legge per l'erogazione di buoni scuola che coprano le spese di iscrizione agli istituti scolastici non statali

 

tarzia

 

Erogazione di buoni scuola per coprire le spese di iscrizioni alle scuole non statali, il tutto "per garantire il diritto di libertà di scelta educativa dei genitori". Questa in sintesi la proposta di legge presentata in consiglio regionale dall'onorevole Olimpia Tarzia che ha dichiarato la volontà con il provvedimento di "concorrere agli oneri che gravano sulle famiglie che intendono iscrivere i propri figli in istituti scolastici privati".

In una nota l'onorevole ha spiegato nello specifico: “le iniziative previste nel testo della proposta prevedono come destinatari le famiglie degli allievi attraverso l'erogazione di buoni scuola finalizzati alla copertura, totale o parziale, delle spese per l'iscrizione e la frequenza ai corsi ordinari con l'intento di ridurre le disparità del gravame economico esistente. La scelta di emendare” ha continuato Tarzia “attraverso questa proposta di legge, la vigente l.r. 29/1992, ovvero la legge che disciplina l’attuazione del diritto allo studio nella nostra Regione, è coerente con la scelta di svolgere questa azione di supporto alle famiglie non in maniera sporadica ma sistemica, e la conseguente istituzione di un apposito capitolo di spesa dedicato al finanziamento del buono scuola costituisce un efficace supporto per le famiglie del Lazio, una garanzia di tutela della libertà di scelta educativa non solo per il 2011, ma anche per gli anni a venire".

 

n.d.r.

E NESSUNO NE PARLA...MA NON AVETE PROPRIO IL SENSO DEL LIMITE ..DOPO LA CAZZATA DEI CONSULTORI CONTINUIAMO A SCENDERE AI LIVELLI DEL TERZO MONDO..MA CHE DICO TERZO MONDO...LI' ALMENO TENTANO DI MIGLIORARSI.

STIAMO RASCHIANDO IL FONDO DEL BARILE E NON HANNO NEMMENO VERGOGNA DI QUELLO CHE FANNO, NON SOLO E' ANTICOSTITUZIONALE FINANZIARE LE SCUOLE PRIVATE (ART. 33) MA ORA LE AGEVOLIAMO PURE MENTRE LA SCUOLA PUBBLICA VA A ROTOLI. DOPO I CONSULTORI CONTINUIAMO AD AFFONDARE L'ITALIA. MI RIVOLGO AGLI ELETTORI DEL CENTRO DESTRA, QUALE ALTRA CAZZATA SI DEVE FARE A DISCAPITO DEL POPOLO PER FARVI APRIRE GLI OCCHI?? FERMIAMO QUESTO SCEMPIO

 

ORA E' CHIARO A TUTTI A COSA

SERVONO I TAGLI NELLA SCUOLA PUBBLICA?

DI COSA AVETE ANCORA BISOGNO PER CAPIRE A COSA MIRANO?? 

 

 
 
 

12 Marzo 2011

 

Noi ci siamo sempre...

vogliamo una scuola migliore...

...ma la vogliamo pubblica...

ed invece...

LA SCUOLA VA A ROTOLI

 

MANIFESTAZIONE 12 MARZO 2011

 

MANIFESTAZIONE 12 MARZO 2011

 

 

 

 

 
 
 

Giù le mani dalla scuola pubblica...

Post n°9 pubblicato il 12 Marzo 2011 da comitatogenitori6
 

 

giu le mani scuola pubblica

 

Coloro che scrissero la nostra Costituzione erano persone che avevano vista lunghissima...

...cambiarla, modificarla, potrebbe essere pericoloso...

Piero Calamandrei – discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime… Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico”

 

minietro gelmini 

 
 
 

MA DOVE VOGLIAMO ARRIVARE?? VERGOGNA!!

Post n°8 pubblicato il 06 Ottobre 2010 da comitatogenitori6
 

BAMBINI PUBBLICITA'

PUBBLICITA' BAMBINI  BAMBINI PUBBLICITA'


Scuola, pubblicità in aula per ridurre le speseBando della provincia di Barletta: loghi delle aziende sulle suppellettili delle aule per 70 euro


05 ottobre, 20:46

BARLETTA - Scuola-sponsor, un matrimonio che si puo' fare. E alla faccia dei tradizionalisti. Uno slogan sul banco puo' valere qualche rimostranza ma risultare il toccasana per le finanze pubbliche, alle prese con le casse vuote da un lato e dall'obbligo di garantire la regolarita' delle lezioni dall'altro. Queste considerazioni hanno spinto l'assessore all'Istruzione della neonata Provincia Bat (Barletta, Andria e Trani), Pompeo Camero, a tendere la mano al mondo delle imprese e a lanciare l'idea. Che e' vista di buon occhio dal mondo delle imprese proprio nel giorno in cui il ministro Mariastella Gelmini, intervenendo al Senato, ha annunciato che e' allo studio, al Sud, ''il modo per reperire risorse anche da enti privati'' per supportare l'edilizia scolastica. Sara' possibile fare pubblicita' nelle aule degli istituti superiori del nord barese (sono 53 in un territorio che conta circa 400 mila abitanti), pagando 69,80 euro (Iva esclusa) per un banco e una sedia. Le aziende che aderiranno - il bando, pubblicato on line, scade il 30 novembre prossimo - avranno la possibilita' di far conoscere la propria attività con una placca sistemata sugli arredi. ''Questa proposta - spiega Camero, eletto in una lista del centro destra - l'abbiamo valutata dal punto di vista tecnico-giuridico e l'abbiamo ritenuta fattibile. Ci e' sembrata opportuna in una fase in cui stavamo riscontrando tutte le richieste che ci erano arrivate dagli istituti''. I dirigenti scolastici, dice l'assessore, hanno comunicato i dati delle iscrizioni alle prime classi, inferiori alle attese, che ci ''hanno mandato un po' fuori programmazione. Cosi' ci siamo dovuti inventare qualcosa e attraverso il pubblico incanto siamo arrivati a definire il costo di banchi e sedie''. La scuola - insiste Camero - dovremmo rimetterla al centro degli interessi della nostra societa'. Non e' un incidente di percorso per le famiglie e deve poterle coinvolgere in modo diretto. E quale occasione migliore quella di potersi sponsorizzare un banco?''. Pronta, e positiva, la reazione delle aziende pugliesi. ''Sono anni che noi mettiamo in bilancio una quota destinata a interventi nel sociale e tra questi l'acquisto di materiale per le scuole come computer e altre attrezzature'' dice l'imprenditore della pasta Francesco Divella. ''Certo - aggiunge - un bando per l'acquisto di banchi e' una cosa nuova, comunque e' positivo che gli enti pubblici comincino a coinvolgere gli imprenditori in queste attività''. ''Gli enti pubblici finora hanno sempre tenuto lontani i privati da queste cose - prosegue Divella - ma se facessero campagne di questo genere troverebbero decine di imprenditori disponibili a collaborare e specie nell'attuale situazione economica penso che sarebbe un vantaggio per tutti''. Qualche perplessita' Divella la esprime, invece, sulla idea di fissare con una targhetta sui banchi il nome dello sponsor.

 
IN UN ISTITUTO DEL VARESOTTO ALUNNI 'CUSTODI' DELLA PULIZIA DELLE AULE - Gli alunni di una scuola media di Castellanza, nel varesotto, a causa della carenza di personale, sono stati incaricati di mantenere pulite e ordinate le aule: ogni giorno avranno a disposizione cinque minuti, prima che suoni la campanella di uscita, per raccogliere le carte gettate per terra e per allineare i banchi con le sedie in classe. A lanciare l'iniziativa e' la presidenza dell'istituto comprensivo, con l'obiettivo di ''responsabilizzare i ragazzi e superare la carenza di personale provocata dal taglio di fondi per la scuola pubblica''. Il numero dei bidelli con l'inizio dell'anno scolastico e' passato infatti da sei a cinque e, secondo la scuola, mancano i fondi per sostituire i dipendenti che vanno in pensione. ''Una situazione - ha spiegato l'istituto - che rende difficile portare avanti con gli stessi tempi di prima i lavori di pulizia''. La preside della scuola media Leonardo Da Vinci ha quindi fatto distribuire agli alunni una circolare nella quale spiega che ''il campanello suonera' cinque minuti prima dell'ultima ora di lezione in modo che le aule siano lasciate in ordine''. ''Ogni alunno e' responsabile del proprio banco - si legge nell'avviso - che deve lasciare pulito, allineato con la sedia, senza carta o altro sopra o sotto''. I bidelli, dopo l'intervento dei ragazzi, si occuperanno del grosso dei lavori, come scopare per terra e lavare banchi e pavimenti.



BAMBINI SPAZZINI


 
 
 

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