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la scuola più bella....LA PIAZZA

Post n°7 pubblicato il 13 Ottobre 2007 da COMUN.ALE

sapete non avrei mai pensato di ritrovarmi a criticare un governo di sinistra.....o almeno che così si dichiara.....ma mai dire mai

Eccomi a parlare del famigerato decreto Fioroni

cominciamo con una statistica PAUROSA...........il 70% dei rimandi è sinonimo di BOCCIATURA!!!!!!!!!!!

ieri 12-10-07 a Napolli erano (non che io non ci fossi) in 20mila a protestare contro un decreto che ci porta indietro nel tempo di ben 40'anni e non solo ci sono 150 milioni destinati alla scuola................ops ho sbagliato ci sarebbero...........MA DOVE SONO????

la protesta non riguardava solo le scuole superiori bensì anke le università, perchè diciamolo chiaramente non si entra più alla facoltà!!!!!!!!è tutto a numero chiuso ora fanno i test di ammissione anche per essere inservienti

altro motivo di dibbattito acceso è il CARO-LIBRI voi direte..........si ma per quello ci sno le cedole...........a tutto c'è una risposta...........uno studente medio compra circa 10 - 15 libri destinati allo studio scolastico......la cedola è stata di circa 60 euro....bhè 60 EURO con 1 LIBRO CHE NE COSTA 40????????????????? se questa è una battuta non mi fa ridere!!!!!!!!!!!!!

bhè ragazzi la parola la lascio a voi lasciate un commento dite la vostra opinione su TUTTO quello che ha riguardato i diversi cortei studenteschi

 
 
 

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Post n°6 pubblicato il 13 Ottobre 2007 da COMUN.ALE

questo è stato fatto da Simone un compagno SERIO

 
 
 

una piaga EVITABILE

Post n°5 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da COMUN.ALE

La piaga degli incidenti sul lavoro in Italia ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul lavoro: peggio di una guerra», presentato alla Camera dei deputati, ha calcolato come dall'aprile 2003 all'aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti: queste le cifre del fenomeno secondo l'Eurispes. Un dato «impressionante».

In pericolo più gli uomini delle donne: le donne infortunate sono in media il 25,75% e i decessi si attestano su un valore medio del 7,7 per cento. La percentuale media delle denunce per infortunio tra i lavoratori immigrati è dell'11,71%, mentre quella dei decessi è del 12,03%: una sostanziale uguaglianza anomala, segnala il rapporto, dato che per i lavoratori italiani la percentuale degli incidenti è di gran lunga superiore a quella dei morti. Segno, secondo l'Eurispes, che molti infortuni non vengono denunciati.
In troppi casi i lavoratori non sono coperti da assicurazioni sanitarie o roba varia di conseguenza nessuno assicura alle famiglie una sicurezza (che pur essendo ridicola ed insignificante rispetto alla perdita di una persona da adito ad una sottospecie di "penisone")

Non resta che dire a tutti i politici che amano tanto parlare di riforme  lavorative x la sicurezza dei dipendenti e non................MENO CHIACCHIERE

 
 
 

Libertà d'informazione in Italia

Post n°4 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da COMUN.ALE

7 ottobre 2007 Napoli

"La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire ".
George Orwell

Tempo fa mi capitò di sentire di una classifica che posizionava l'Italia attorno al quarantesimo posto in quanto a libertà d'informazione e dietro paesi quali il Mozambico. La notizia mi rimase in mente e ci rimugginai fin quando, dopo quasi due anni di vita in Inghilterra, mi è sembrato evidente che qualcosa di vero dopotutto ci dovesse essere.
Mi sono preso la briga di fare una ricerca a proposito del tema "libertà d'informazione in Italia". È un argomento che spesso accende gli animi nel nostro paese e volevo esaminare la questione con una certa equanimità, raccimolando le informazioni attraverso un mezzo (Internet) che ancora non risente in maniera apprezzabile della censura e dando una netta preferenza a documenti ufficiali di organi o istituzioni autorevoli.
Va da sè che, per non incorrere in una sorta di petitio principii, ho usato fonti internazionali (prevalentemente in inglese). Se infatti fosse vera l'ipotesi di una compromessa libertà d'informazione in Italia, questo ci dovrebbe portare a ritenere le fonti italiane "compromesse" e, almeno parzialmente, non affidabili da cui nel dubbio la preferenza per fonti internazionali sicuramente piu' lontane dai teatrini televisivi della politica italiana e dai chiassosi battibecchi tra gli opposti schieramenti.

Quello che emerge è un quadro che non è mai stato, fin dalle sue origini, particolarmente roseo:

"According to the information received by the Special Rapporteur, the public television network RAI has been strongly politicized since its creation in 1954. At the time, and until the major political changes of the end of the 1980s, Italian public television was controlled by the political party in power, the Christian Democrats. " (Dal rapporto dell'esperto dell'ONU sulla libertà della stampa, il keniota Ambeyi Ligabo).

E mi sembra una ricostruzione storicamente fedele dei fatti. Affermare che in Italia il problema della libertà d'informazione nasce con il Governo Berlusconi sarebbe fuorviante. Tuttavia, stando ai rapporti e ai documenti ufficiali delle principali ong e istituzioni prese in esame si delinea abbastanza chiaramente un generale peggioramento e deterioramento degli spazi di libera espressione.

SPERANDO IN CAMBIAMENTI EVIDENTI!

 
 
 

APRITE JI OKKI il motivo della guerra in iraq:

Post n°3 pubblicato il 06 Ottobre 2007 da COMUN.ALE
Foto di COMUN.ALE

Il motivo è semplice: la moneta utilizzata in futuro per il commercio del petrolio, e di conseguenza il dominio economico mondiale. USA o Unione Europea? Sinora l’America aveva il monopolio, ma proprio l’Iraq, nel 1999, lo infranse iniziando a vendere il suo petrolio non più in dollari, bensì in euro, ricavandone maggiori vantaggi. Se l’America invadesse l’Iraq assumendone il controllo, ributterebbe a mare l’euro e la sua posizione di dominio economico diverrebbe inattaccabile. Australia e Gran Bretagna sostengono gli USA, convinti di ricavarne in seguito dei vantaggi. Francia e Germania sono la punta di lancia dell’Unione Europea, la Russia vorrebbe aggregarsi e la Cina non disdegnerebbe che gli europei si ritagliassero una bella fetta di potere, in attesa che la sua economia a livello internazionale cresca al punto di condividerne poi i benefici. In effetti, ultimamente il dollaro è stato messo un po’ in crisi dall’euro sui mercati internazionali.

Il dibattito su questo argomento, benché non compaia sui grandi media ( che, chissà perché, non ne parlano assolutamente ), non è se l’America soffrirebbe dalla perdita del monopolio del dollaro nel commercio del petrolio — il che è scontato — bensì quanto duramente ne verrebbe colpita. L’opinione comune tra gli analisti è che l’impatto sarebbe molto duro nella migliore delle ipotesi, e catastrofico nella peggiore. Per gli Stati Uniti si profilerebbe il collasso economico. Dopo l’Iraq, infatti, altre nazioni hanno cominciato a prendere in considerazione l’idea di usare l’euro come moneta di scambio nelle transazioni petrolifere: l’Iran, il Venezuela, la Russia. Insomma, se questa tendenza ad usare gli euro e non i dollari si diffondesse a macchia d’olio ( ed è questo che gli Stati Uniti temono di più ), il tremendo disavanzo statunitense ( al momento in cui scrivo dovrebbe essere pari alla stratosferica cifra di 6.453.244.681.378,86 dollari! ) determinerebbe un crollo senza precedenti nella storia. In pratica, la guerra all’Iraq avrebbe principalmente quattro obiettivi:

Salvaguardare l’economia americana riportando l’Iraq al commercio del petrolio in dollari,

Mandare un messaggio molto chiaro a tutti gli altri produttori petroliferi su quanto succederebbe se non rimangono nella cerchia del dollaro.

Mettere sotto il diretto controllo americano le seconde riserve petrolifere mondiali.

Creare uno stato vassallo dal quale gli Stati Uniti, presumibilmente con elementi di Gran Bretagna e Australia, possano dominare l’intero Medio Oriente e le sue riserve petrolifere.

MA I RISULTATI QUALI SONO????? LA FOTO è LA RISPOSTA

 
 
 
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Data di creazione: 05/10/2007
 

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