Creato da massimogardani1947 il 04/05/2007

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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 20 Maggio 2007 da massimogardani1947
Foto di massimogardani1947

 



No ad insediamenti nelle aree militari!

 



Negli
ultimi tempi stanno maturando una serie di circostanze che renderanno possibili
scenari urbanistici prima solamente vagheggiati.



Le
servitù militari che in passato hanno pesantemente condizionato lo sviluppo civile
della città sono destinate a venir meno per la concomitanza di alcuni fattori
tra i quali principalmente la profonda trasformazione di obiettivi e strutture
(fine della leva obbligatoria) che coinvolgono le forze armate.



Come nelle favole, quando, dopo un lungo periodo di
vicissitudini sembra dischiudersi un avvenire meno cupo, inopinatamente a
sbarrare la strada dei giusti si ergono orchi draghi e mostri di ogni tipo,
sulla nostra città si allungano ora gli appetiti di individui e gruppi con
pochi scrupoli che vorrebbero utilizzare l’occasione per un poco onorevole banchetto.



Queste
lobby, che sarebbe inutile e velleitario distinguere dal colore, cercano di
costruire un consenso attorno ad operazioni che in qualche modo giustifichino e
nascondano di fronte all’opinione pubblica il programmato saccheggio.



 



Al
centro del meccanismo di disinformazione e manipolazione che hanno messo in
piedi c’è la



necessità
di costruire un nuovo stabilimento militare al posto degli attuali tre che non
è conveniente ammodernare e le cui aree diverrebbero in tal modo disponibili
per la città.



Utilizzando
capziosamente questo argomento questi signori credono di poter piegare la
resistenza di coloro che antepongono la tutela del verde e della salute
pubblica e della qualità della vita all’interesse di pochi.



 



  1. Il punto di partenza
    del ragionamento (?!) è quello che la città di Piacenza deve risarcire lo
    stato per le aree ricevute
    mettendo a disposizione un’area adeguata nelle sue adiacenze per la
    costruzione dei nuovi impianti.
  2. Successivamente viene
    asserito, come fosse un dogma della fede, che i piacentini devono farsi
    carico dei capitali occorrenti per la costruzioni degli impianti
    menzionati.
  3. Per risolvere il
    problema, dato le enormi cifre che vengono strumentalmente propalate,
    senza indebitare fortemente il
    Comune a lungo termine, ecco trovata la formula magica:


estrazione di valore dalle aree dimesse attraverso la cessione (che
potrebbe essere anche “solo” parziale) alla speculazione edilizia.



 



E’
del tutto evidente che questa impostazione è contraria alla priorità di
migliorare la qualità della vita nella nostra città.



 



Ne
consegue logicamente anche una valutazione negativa delle ricadute economiche
di un’operazione così concepita, perché senza alcun dubbio in una città
qualitativamente migliore



i
valori (intesi come valori economici) di ogni attività, comprese le attività
immobiliari, migliorano (sono più elevati) al contrario i valori scendono con
il deterioramento del quadro urbanistico. 



Respingiamo
con nettezza il punto di partenza
, perché la questione dell’adeguamento degli
stabilimenti militari alle nuove opzioni strategiche non è, e non può essere,
di competenza dei piacentini se non per la quota che essi rappresentano nella
Repubblica Italiana.



Prossimamente
 il demanio dismetterà aree non
utilizzate ragion per cui è necessario tenere ben distinti problemi per loro
natura diversi, metterli insieme ora serve solo a confondere le idee ai
cittadini in modo tale da favorire chi vuole mantenere le decisioni in gruppi
ristretti.



Senza
una seria ed approfondita discussione in città e nelle istituzioni sugli
indirizzi sui principi e sui limiti

riguardanti l’utilizzo di tali aree non può e non deve essere approvato alcun
progetto, non può e non deve assumere
alcuna decisione operativa.



Senza
adeguatamente approfondire questi argomenti non possono essere prese
responsabilmente delle decisioni, l’occasione è storica per il miglioramento
della città, ma sospinti dalla fretta interessata di alcuni si potrebbero
commettere errori che risulterebbero poi irreparabili.



In
conclusione l’operazione immobiliare nascosta nel cavallo di Troia sarebbe
un’operazione autolesionista per tutti noi, un’operazione che inferirebbe a
questa città un ulteriore grave danno che metterebbe una pietra tombale sulle
speranze di una città migliore e più bella.



Ora
però che questo infelice progetto è stato individuato abbiamo la possibilità di
combatterlo e di affossarlo semplicemente manifestando la nostra contrarietà
con le più diverse modalità, magari iniziando con un uso assennato della scheda
elettorale.



 



                                                                           GARDANI MASSIMO





             
massimogardani@libero.it  



      PIACENZA 21 Maggio 2007

 
 
 

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