Post n°108 pubblicato il 07 Settembre 2007 da jinny1978
IL MATRIMONIO IN GIAPPONE
In Giappone è diffuso un tipo di matrimonio combinato molto
particolare: giunta all'età di circa 25 anni una ragazza prepara
una sua scheda personale con studi, aspirazioni lavorative,
preferenze e hobbies e la inoltra in giro tramite colleghi di
lavoro, parenti, amici e agenzie matrimoniali. In questo modo può
venire contattata da giovani in cerca di moglie con i quali
stabilirà un primo incontro.
Non è indispensabile che tutto finisca con un matrimonio subito: i
due giovani iniziano a frequentarsi in base ad affinità ed altro e
solo in seguito decidono (e la scelta spetta ad entrambi, sullo
stesso piano) se sposarsi o meno. A chi, come alcuni sociologi
americani, critica questa filosofia di vita in Giappone rispondono
che i matrimoni nati in questo modo hanno dieci volte in più la
possibilità di durare rispetto a quelli d'amore all'occidentale,
che spesso si concludono nel Paese del Sol levante con un divorzio
già al ritorno dalla luna di miele.
Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo: gli sposi,
con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre
volte da una ciotola con dentro riso e sakè. Ma il fascino per la
cultura occidentale è talmente forte in Giappone che molti giovani
scelgono un matrimonio all'occidentale, con tanto di abito bianco e
lungo con il velo. Tra tutte le coppie che si sono sposate l'anno
scorso, circa il 10% (provenienti soprattutto da metropoli come
Tokyo o Osaka) ha celebrato il matrimonio all'estero, e sono circa
51.760 coppie: cinque volte in più rispetto a 5 anni fa.
Il luogo più popolare sono Isole Hawaii, perché ci sono molte
chiese (circa 200) e alberghi convenzionati per questo tipo di
servizio, inoltre è comodissimo arrivarci (da tante città
giapponesi ci sono voli diretti). Anche molte delle coppie che
inizialmente sceglierebbero l'Europa e le sue solenni cattedrali,
finiscono poi col cambiare idea poiché parenti e ospiti avrebbero
problemi di lingua, inesistenti alle Hawaii, dove si può comunicare
in giapponese. Alle Hawaii seguono, nelle preferenze degli
aspiranti sposini, l'isola Guam, l'Oceania e il Nord America, e in
caso di maggiore disponibilità di tempo e denaro l'Europa.
MATRIMONIO POLINESIANO
Il sorprendente impatto con una terra esotica e affascinante,
incastonata tra mare e cielo in uno scenario naturale mozzafiato,
ricca di panorami unici e variegati.
La serenità e la gioia di vivere di un popolo che da più di mille
anni scandisce le giornate secondo ritmi ancestrali, insieme alla
radicata tradizione di squisita ospitalità che da sempre lo
caratterizza.
Un'esperienza irripetibile in un angolo di paradiso che offre
generosamente la sua natura, il suo mare e la sua cultura. Un
viaggio da tenere per sempre tra i ricordi più preziosi.
L'Oceano Pacifico intrappolato nelle meravigliose lagune
polinesiane. Le tonalità più incredibili dal turchese all'oltremare
che colorano il contesto perfetto per un momento assolutamente
unico.
La natura, la storia, la tradizione e le leggende cospirano per
rendere la luna di miele un momento unico, in una terra che venera
e celebra l'amore con gioiosi riti secolari.
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LA LEGGENDA
C'era una volta la bella principessa Hotuhiva. La fanciulla
cresceva spensierata nell'isola natia dove trascorreva il tempo in
giochi con un coetaneo, Teaonuimaruia. Finché, un triste giorno, fu
costretta a lasciare il proprio villaggio per seguire il padre
nell'isola di Raiatea, dove egli sarebbe divenuto re. Pur in mezzo
al fasto e alle ricchezze Hotuhiva deperiva. Invano furono
convocati tutti i più valenti guaritori dell'isola: la fanciulla
pareva incurabile. La causa delle sue sofferenze era il mal
d'amore: aveva lasciato il cuore con Teaonuimaruia nei luoghi della
sua infanzia.
Al re suo padre non restò che affidare la figlia a un'imbarcazione
e sperare che i venti più favorevoli la potessero condurre fino
all'isola dell'amato. Ma una volta giunta nella terra d'origine
venne rapita dai guerrieri di un capo locale, invaghitosi della
bella sconosciuta.
Ben presto, però, si accorse che nel cuore della giovane non c'era
posto per lui e, indispettito, la concesse ogni notte a un uomo
diverso. Finché Teaonuimaruia riconobbe nella splendida giovane la
bimba con cui soleva giocare fanciullo, uccise il capo cattivo e
sposò Hotuhiva.
Il bianco era un must anche nella tradizione polinesiana: le trame
preziose che decoravano i pareo nuziali venivano filate da mani
esperte, ed erano arricchite da intrecci di felci. Sul candore
delle vesti spiccava l'allegra policromia dei copricapi, strutture
rigide su cui venivano innestate piume colorate. E il bouquet?
Fornito gratuitamente da Madre Natura.
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LA TRADIZIONE
Nulla è più importante dell'amore, lo sanno bene gli abitanti degli
arcipelaghi polinesiani, che stupirono persino il freddo Capitano
Cook con i loro modi aperti e gentili e con la solarità che da
sempre contraddistingue tutti i riti e i rapporti sociali.
Soprattutto il legame più importante: il matrimonio.
Le nozze erano vissute come una vera e propria festa collettiva che
poteva durare anche una settimana. Le giornate erano scandite da
gesti rituali legati a simboli specifici, e i preparativi per il
grande banchetto cominciavano con molti mesi d'anticipo.
Era la sposa che portava
i doni con sé in occasione della visita all'abitazione del futuro
marito. Durante la vigilia la coppia riceveva gli ospiti circondata
da tutti i doni, a testimonianza della fertilità e dell'opulenza
cui quest'unione avrebbe portato. Contrariamente alle abitudini
occidentali, invece, l'onere del banchetto spettava alla famiglia
dello sposo.
Le danze accompagnavano o seguivano i momenti più intensi del
cerimoniale, come la formulazione dei riti propiziatori da parte
del prete e dei genitori degli sposi, oppure durante il ricchissimo
banchetto che veniva offerto dopo lo sposalizio. Curiosamente,
durante la vigilia si teneva l'equivalente di un occidentale "addio
al celibato": amici e parenti improvvisavano veri e propri
ricevimenti allietati da danze e canti per festeggiare la nuova
vita intrapresa dai loro cari.
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LA CERIMONIA
Vahine e tane, sposa e sposo, signora e signore.
Ogni coppia che giunge in Polinesia Francese può assaporare la
sensazione di essere stata trasportata per magia in uno degli
ultimi Eden sulla terra.
Eden incontaminato, fatto di bianche spiagge, cime verdeggianti e
lagune trasparenti; Eden che permette ai suoi ospiti di chiudere il
mondo
all'esterno, assistiti con gentilezza e discrezione dagli operatori
delle strutture ricettive: resort di ottimo livello nascosti nella
vegetazione, piccole e linde guest-house o fare che letteralmente
emergono dal turchese delle lagune.
Non stupisce, quindi, che in questa terra consacrata all'amore una
nuova moda stia riscuotendo sempre maggiore successo tra le coppie,
che siano in viaggio di nozze o meno: il rinnovo dei voti nuziali
con una cerimonia che unisce il fascino delle tradizioni, il colore
del rito e la bellezza unica della cornice naturale. Un cerimoniale
ispirato a quello cui si è sopra accennato viene officiato,
naturalmente senza alcun valore legale, in alcuni degli hotel
sparsi sugli arcipelaghi principali. Ma per chi vuole vivere
un'esperienza unica il Tiki Theatre Village, la ricostruzione di un
antico villaggio polinesiano a Moorea, offre una fastosa
celebrazione, ispirata alle antiche tradizioni.
Il "rito" officiato al Tiki Village inizia con il viaggio sulle
canoe, alla volta del villaggio in cui si celebrerà la cerimonia.
Qui, i giovani del luogo si prendono cura della coppia con riti
mutuati dalla tradizione regale: massaggi con olio di monoï per
lei, e body-painting ispirato ai tatuaggi per lui.
Quindi, ultimata la vestizione con pareo tradizionali, la coppia
viene condotta di fronte al capo della comunità, che pronuncia le
preghiere e gli incantesimi di buon auspicio, tradotti da un
interprete per la vahine e il tane. Gli sposi ricevono, infine, un
nome tahitiano e un "certificato" di matrimonio, redatto su una
speciale pergamena di corteccia di palma (tapa).
I festeggiamenti continuano con le diverse alternative offerte dal
cerimoniale: una processione nel villaggio con gli sposi adagiati
su sedie regali, portate a spalla da giovani polinesiani, o una
spettacolare esibizione di canti e danze.
L'indimenticabile giornata si può concludere con una romantica
crociera, o un intimo brindisi con lo champagne in un fare, dove si
può anche trascorrere la prima notte della "seconda" luna di miele.
Un modo originale e molto romantico, insomma, per confermare le
promesse d'amore al proprio partner.
QUATTRO MATRIMONI CON LO STESSO UOMO
Si è assolutamente vero, come gli uomini arabi possono sposarsi 4
mogli nelle Maldive una donna può divorziare e risposarsi lo stesso
partner per ben tre volte. La 4 volta se i divorziati desiderano
ancora riunirsi, il procedimento sarà diverso: La donna prima
dovrà contrarre matrimonio con un'altro uomo. Se anche dopo questa
esperienza insisterà nel volersi riunire al primo marito, ciò vorrà
dire che ha riconosciuto l'importanza del suo legame iniziale, che
ha capito di essere stata troppo esigente con il primo partner,
dal momento che il secondo le è andato bene! complicato vero? è
meglio che questa usanza rimanga alle Madive. http://www.sposimarche.it/sito/ancona/curiosita.asp#MATRIMONIO%20POLINESIANO
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Inviato da: chiaracarboni90
il 22/09/2011 alle 12:25
Inviato da: Giles2004
il 31/12/2007 alle 14:29
Inviato da: Giles2004
il 25/12/2007 alle 11:35
Inviato da: Giles2004
il 24/12/2007 alle 08:36
Inviato da: maredolce72
il 18/11/2007 alle 09:59