lascatoladeiricordi
Voglio che qndo penso che niente e nessuno potrà mai sconvolgere il mio animo... mi si presentino persone uniche e senzazioni stupende.
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Post n°39 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da o0.coccinella.0o
L’amore vero è il primo amore: l’amore giovane. L’intimità rubata. Immaginata. Fatta d’attesa e ricordo. «Una grandissima pazienza impazienza». Un sogno senza sonno, un sogno insonne, il pensiero che più domina ... poi viene la ricordanza. Essa è più del ricordo, perché è una condizione. Non un atto, ma uno stato. Tutto è “sembiante” intorno. Intoccabile. L’amore non conosce e non è conosciuto, sa e resiste al suo sapere. È come ciò che è andato via. Non è perduto o lasciato. È nello stato di cosa che è stata. Un’immagine d’immagine che non trova l’originale. Una duplicazione che non è una copia, perché l’originale è l’immagine stessa della duplicazione. L’amore è il desiderio infinito. S’incarica dell’illusione, ne è l’incavo. È uno stato di resistenza dell’impossibile contro il «certo e vano», che la ragione desume dall’indifferenza della natura per l’uomo. E tuttavia quest’amore è anche lo stato in cui s’annida e germina più intensamente la Natura nella sua contrarietà, pronta a corrodere e far perdere tutto quanto non è mai stato dato. È così la delusione: solo l’amore può provarla. E dopo, quando l’illusione se ne è andata, resta il ricordo di ciò che non si è avuto. La delusione e poi il rimpianto sembrano prendere stanza nell’animo come di fronte ad un giocattolo rotto. Eppure non è così. Non c’è né delusione né rimpianto, per quanto se ne tocchino le pareti. E questo sarà un tratto decisivo per comprendere la portata e la funzione dell’illusione, che la Natura suggerisce all’uomo e l’uomo ripete alla Natura. L’illusione è dell’amore il frutto più dolce e più amaro in tutte le sue espressioni. L’illusione è come la forma transitiva della ricordanza. Il rimpianto certo è il contrario della ricordanza, quanto la delusione lo è dell’illusione. E illusione e ricordanza, delusione e rimpianto sono come due coppie che si escludono, due tonalità affettive del tempo che viene e del tempo già venuto, ma portano un segno differente. Non si cade nella delusione e nemmeno nel rimpianto, si resta nell’oscillazione dell’illusione e della ricordanza: l’una è lo stato dell’attesa come del sogno ad occhi aperti, l’altro è lo stato di chi resta svanito davanti allo svanire d’ogni cosa. Entrambe sono uno stato del tempo presente. L’umore non è sconfitto, è il pensiero dominante, una passione che allo svanire dell’illusione si muta nell’amore cosmico della compassione. Non è la caducità che tormenta quest’amore, ma l’impossibile, per cui ogni essere nasce come incrinato, «essendo come non doveva essere». Ed in questa incrinatura l’amore oscilla e domina.
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