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Un blog creato da avamposticulturali il 13/12/2006

Contro la Chiesa

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Questo blog nasce da una considerazione: è giusto attaccare la Chiesa come si sta facendo nell’ultimo periodo? Perchè per gli italiani è così importante il giudizio della Chiesa quando poi le Chiese (scusate la cacofonia) la domenica sono deserte? Perchè si considera quello che è un indirizzo morale come un'ingerenza iniqua su sfere del tutto "laiche"?

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« Chiesa cosa è e cosa può fare.Risposte »

Eutanasia o accanimento, funerali si o no

Post n°3 pubblicato il 23 Dicembre 2006 da avamposticulturali
 

Nota del Vicariato di Roma in merito alla richiesta dei funerali:

In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti.

 

Preferirei ripresentarmi. Sono un uomo di 38 anni da qualche anno impegnato in un percorso spirituale nella chiesa cattolica, oggi sono un credente praticante. Sottolineo ciò perchè le cose che dirò hanno bisogno di questa precisazione in quanto voglio chiarire a chi mi legge in maniera inconfutabile quale sia la mia posizione ideologica.

Premesso che il caso di Welby è un caso umano, in cui ogni individuo reagisce in maniera differente, che posso immaginare quale sia stato il vissuto di questo uomo della sua sofferenza e del suo dolore.

1 - Per quanto riguarda i funerali che la Chiesa chiama Esequie Cristiane nel punto 1684 del catechismo leggiamo: ".... sono una celebrazione liturgica della Chiesa: Il ministero della Chiesa in questo caso mira ad esprimere la comunione efficace con il defunto come pure a rendere partecipe la sua comunità..." quindi i funerali sono un atto di comunione con chi ha professato i valori e la fede che la chiesa esprime e manifesta. Fare i funerali ad un defunto che si dichiarava non cattolico e che anzi si opponeva al magistero (o "direttive") della Chiesa che senso ha? Non sarebbe solo una inutile parata?  A beneficio di chi? Non di certo del defunto che non può cambiare nulla della sua vita. Inoltre l'atto di Welby (non voglio usare il nome di battesimo  per rispetto)  si configura come un suicidio o eutanasia che, di fatto, lo esclude dai funerali perchè scandalizza la collettività in quanto, non motivato solo da uno stato di sofferenza ma effettuato come atto pubblico di denuncia. Resta chiaro leggendo gli altri articoli del  catechismo citati nel comunicato (lo si può trovare online sul sito del vaticano http://www.vatican.va/archive/ccc/index_it.htm ), che Dio nella sua misericordia, resta l'ultimo arbitro, e che è legittimo anzu utile pregare per la sua anima.

2 - Bisogna capire comunque che "quello che è successo", a mio parere, è eutanasia. Ricordate Terry Schiavo alla quale un sondino garantiva l'alimentazione? Dare aria, cibo e acqua ad un paziente, in grado di metabolizzarli ed assorbili in maniera autonoma, non è accanimento terapeutico ma solo alimentazione, idratazione, ventilazione. Welby aveva bisogno del ventilatore perchè il foro praticato con la trachetomia non gli consentiva di fare entrare l'aria necessaria ai suoi polmoni (se sbaglio chi può mi contraddica). Della stessa opinione è la commissione sanitaria che ha emesso il noto giudizio. La stessa vedova  nelle interviste ha usato solo il termine eutanasia. Se di eutanasia si tratta chiamatela col suo nome poi se la gente è favorevole o contraria è un'altra cosa. Una cosa è l'eutanasia un'altra è l'accanimento terapeutico.

3 - Trovo immorale e deprecabile il fatto che la sofferenza di un uomo sia diventata il terreno fertile per imporre legittime ideologie (anche se errate). La presenza di "amici" interessati per Welby non è giovata a nulla anzi per lui e la sua famiglia, sono sicuro, sono stati motivo di pressione. E' come se tutti si aspettano che tu faccia l'unica cosa giusta che ti resta da fare ossia morire. Bastava che uno di questi amici (accettando che l'eutanasia sia un atto di amore) avesse per errore mandato in corto l'impianto elettrico dopo che Welby per il "dolore" avesse assunto della morfina. Non parlate di eutanasia clandestina, perchè anche parecchie persone che spariscono nel nulla vengono uccise, senza colpevole, e non sono omicidi clandestini ma solo omicidi. Mi immagino che senza quegli amici, sia la madre che la moglie (profondamente cattoliche) o l’amico prete avessero voluto dirgli: abbraccia la Croce baciala amala e con gioia pronuncia quel fiat che è stato della Madonna e affidati a Dio che sicuramente ha un grande progetto per te. Non sono parole vuote ma sono le uniche parole seguite dai fatti che possono fare accettare la sofferenza e renderla utile e proficua.

4 - Concludo sulla Chiesa citando mio figlio di otto anni. "Papà ma perchè questa persone non vogliono che il Papa si interessi di queste cose (anche embrioni e pacs)? Se il Papa deve salvare delle anime e sa che queste cose sono peccati non deve interessarsene? Altrimenti che Papa è? Cosa dirà a Dio quando morirà che è stato come quei papi di tanto tempo fa che avevano i figli?" E io aggiungo: Cosa dovrebbe dire ai governi e alle nazioni? Sovvertite la legge naturale? A me non interessa! Ognuno è libero di fabbricarsi un Dio a sua misura, tanto Dio è solo un’esigenza della psiche la verità non esiste! Questo è il Papa e la Chiesa che vorrebbero alcuni io no.

Per chi volesse insultarmi mi trova via mail avamposticulturali@libero.it saluti.

 

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Commenti al Post:
danielatuscano
danielatuscano il 23/12/06 alle 09:23 via WEB
Ad Avamposticulturali vorrei tentare di rispondere io. Cattolica come lui (o meglio: come cerco di essere), mi trovo d'accordo nel rifiutare ogni tentativo di strumentalizzazione del caso Welby per cercare di introdurre l'eutanasia in Italia. E non perché me lo impone il Magistero: perché vi si ribella la mia umanità! Non vado contro la volontà del singolo, massimo rispetto per lui in quei momenti (io stessa non so come affronterò l'ultimo passo, potrei desiderare come Piergiorgio la stessa cosa, potrei voler continuare a vivere, come Fogar). Nessuna legge potrà mai regolare nulla in questi casi estremi. Trovo io pure molto pericolosa, e non priva di serie ambiguità etiche, questa battaglia pro-eutanasia tacendo completamente, per esempio, sulla cura palliativa, perché considerata dispendiosa e inutile. Già. Quando il "prodotto" uomo non serve più, tanto vale sbarazzarsene. Non sembra anche più pietoso? "Vite indegne di essere vissute", lo diceva anche Hitler, sotto il quale l'eutanasia veniva ampiamente praticata. Non firmerò dunque alcuna petizione pro-eutanasia, e non per dolorismo. Giovanni Paolo II in persona rifiutò l'accanimento terapeutico (e a me, contrariamente all'utente di cui sopra, proprio di questo sembrava si trattasse riguardo a Welby). L'accanimento terapeutico è un'inutile crudeltà contro cui anche la Chiesa si oppone. Ma detto questo, le parole del Vicariato di Roma mi hanno ferita atrocemente, e sono a parer mio un ultimo schiaffo a Welby. La Chiesa non solo non si è sottratta al can can mediatico che è sorto, ma in qualche caso l'ha alimentato con la sua intransigenza e la sua mancanza di carità. Ho sempre trovato scandaloso non il suicidio - che non è uno scandalo, ma un atto terribile, per il credente anche un gravissimo peccato, e giustamente, - ma credo che il motivo per cui la Chiesa abbia rivisto la sua (questa sì) scandalosissima decisione di rifiutare la benedizione della salma del suicida sia stata motivata dalla considerazione delle attenuanti psicologiche ecc. Ho quindi assistito alle esequie religiose di alcuni suicidi e NON mi sono scandalizzata, né ho MAI pensato che la Chiesa avesse "chiuso un occhio" sulla sua dottrina. Anche perché avrei dovuto pensarlo molte altre volte. Quando, p. es., leggo sul Catechismo universale che l'aborto è sempre e comunque inaccettabile, la pena di morte invece no (e non importa nulla che si parli di "rarissimi casi", resta il fatto che è accettata...); quando, e non è accaduto una volta sola, si nega la comunione a una donna che ha preso la pillola, ma non a chi fa soldi coi soldi (cfr. Alex Zanotelli), né tantomeno i devoti suffragi a mafiosi notori, che forse, in vita (nella loro santa vita) hanno guidato le processioni al patrono del paese. Non dimentichiamo che Provenzano possedeva sette Bibbie nel suo rifugio, e si serviva dei passi delle stesse per comunicare i suoi omicidi. Avrei dovuto pensarlo durante i funerali di Pinochet, che sono stati religiosi. Chissà perché. Forse la risposta si trova qui: http://granosalis.cz/images/articles/papa_pinochet2.jpg ? Avrei dovuto pensarlo, lo penserei, davanti a una Chiesa che tuona contro i Pacs mentre benedice sedicenti "cattolici" con tanto di doppie e triple famiglie, o anche convivenze, che, se parlamentari, ricevono regolare sussidio. Ma lo negano, sia chiaro, ai comuni mortali. E dovrebbe quindi scandalizzarmi una preghiera pubblica per Welby? Vedete voi. L'eutanasia e il materialismo non si combattono dunque con la paura, segno di poca fede. Io personalmente non credo che Dio, in questo momento, abbia rifiutato le sue porte a Piergiorgio, anche se aveva desiderato di morire. Nutro qualche dubbio in più a proposito del devotissimo Pinochet di cui sopra. P.S.: Anch'io ho un blog, se volete intervenire non ci sono problemi, www.danielatuscano.wordpress.com
 
 
avamposticulturali
avamposticulturali il 26/12/06 alle 04:21 via WEB
Ho inserito degli articoli di risposta se vuoi sono sul mio blog, saluti
 
MiseEnAbime
MiseEnAbime il 23/12/06 alle 12:32 via WEB
non ho la più pallida idea del motivo che ti abbia portato a chiedere il mio parere. detto per inciso, pensare che io esprima dei pareri è una cosa che mi fa sorridere. comunque, ci sono. la mia posizione religiosa è di uno che si dichiara non cattolico, non cristiano, diciamo ateo. la mia famiglia non mi ha impartito una educazione religiosa senza per questo mai insegnarmi che i credenti erano dei mentecatti. di contro ho potuto verificare dai tempi delle elementari che i figli di famiglie cattoliche erano ben istruiti sul trattarti come una specie subumana, cosa che peraltro non facevano solo i bambini ma anche sacerdoti e devoti di ogni età. questo per la chiarezza. sul caso di piergiorgio welby (pronunciarne il nome non è un'offesa) le cose devono essere viste sotto un aspetto minimo di correttezza. in primo luogo eutanasia e accanimento terapeutico non c'entrano nulla. l'eutanasia, da un punto di vista logico, dovrebbe essere un atto volontario di un soggetto diverso dal malato per procurare la morte, ad esempio attraverso la somministrazione di un veleno o simili. in ogni caso si suppone che il problema dell'eutanasia possa avere luogo solo quando il malato sia incapace di esprimere in qualche modo una sua volontà esplicita. nel caso di terri schiavo, che secondo me non è comunque una vera eutanasia, non c'era la volontà esplicita della malata, ma la decisione era sollecitata dal marito, se non erro. nel caso di welby la decisione esplicita era del malato quindi, al limite, si dovrebbe parlare di suicidio. cosa che implicitamente fa la chiesa. se si trattasse di eutanasia la chiesa, se non erro, dovrebbe considerarla un omicidio. non mi risulta peraltro che la chiesa rifiuti funerali religiosi né alle vittime di omicidio né agli stessi omicidi. escluso che si tratti di eutanasia, passiamo alla questione dell'accanimento terapeutico che, come ha osservato stefano rodotà, è assolutamente indifferente al caso di welby. la stessa cosa è quasi esplicitamente sostenuto, se non vado errato, dall'organismo che ha valutato inesistente l'accanimento osservando però che questo non cambiava molto circa il diritto del malato di non sottoporsi a un trattamento sanitario. veniamo al problema reale. in questo caso si trattava solamente del diritto della persona, nella sua piena coscienza, di non sottoporsi a un trattamento sanitario. questo diritto è ampiamente riconosciuto non solo dalla costituzione ma anche dalla legge, dalle pratiche mediche responsabili, dal senso morale della società e, oso sostenere, non è negato dalla chiesa. il malato o meglio, la persona umana, ha il diritto di rifiutare le cure anzi, il medico ha l'obbligo di chiedere alla persona un consenso per il trattamento. di più il consenso deve essere informato, nel senso che la persona deve essere messa nellla piena condizione di valutare cosa scegliere. da questo si deve desumere che, come la persona non possa in nessun modo essere sottoposta a un trattamento che rifiuta, la persona abbia il diritto inviolabile a decidere di revocare il consenso in qualsiasi momento. detto questo, io ritengo che qualsiasi trattamento 'inflitto' a una persona contro la sua volontà esplicita debba essere considerato un abuso simile alla tortura e il medico che si macchia di un simile abuso dovrebbe essere non solo condannato dalla giustizia penale, ma anche radiato dall'ordine e, comunque, gli dovrebbe essere impedito di esercitare in qualsiasi modo l'attività medica. che una persona abbia diritto a rifiutare trattamenti contro la sua volontà dovrebbe essere ovvio anche per la dottrina cristiana e non solo per ogni autentico senso di rispetto dell'umanità di una persona. ovviamente non ho le competenze per esprimere un parere ma ritengo di avere ragione. il caso di welby, dunque, rientra logicamente nei limiti di quanto impone la costituzione, la legge, la morale, e un senso comune di umanità e rispetto. il fatto che i parenti, lui stesso e lo moglie, abbiano parlato di eutanasia non cambia la questione di una virgola. spiego: il motivo che obbligava welby alla tortura era principalmente l'ignoranza e la disumanità della cultura medica e NON DELLA MORALE CATTOLICA, che è un concetto astratto, mentre quello che lo inchiodava era un medico concreto. è possibile che lo stesso welby, vedendosi impotente abbia creduto che l'unico rimedio fosse quello che, erroneamente, viene chiamato eutanasia. in realtà lui aveva tutto il diritto di chiedere la sospensione del trattamento. che lui abbia chiamato questo eutanasia non cambia in nulla lo stato obiettivo delle cose. lo stesso non può dirsi di alcuni che si sono affaccendati intorno a welby e hanno trsformato un semplice caso di abuso della professione medica in un caso di rilevanza politica. così facendo hanno difatto contribuito a una tortura, fisica e psicologica, protratta ininterrottamente per più di ottanta giorni. nello specifico la sospensione del trattamento ha significato la morte. questo argomento naturalmente può essere rovesciato per dimostrare che, in effetti, welby era in vita solo per mezzo di apparati meccanici ed elettrici e, quindi, la sua vita era totalmente artificiale e non aveva nulla di naturale. il suo decesso, al contrario, è stato naturale e non indotto o facilitato. casi simili, come quello della donna che non ha voluto essere amputata, non hanno suscitato tanta impropria furia, giacché allora è sembrato semplicemente ovvio che una persona decidesse in piena consapevolezza di non farsi amputare (anche se questo significava, inevitabilmente, la sua morte). dunque welby ha semplicemente revocato il consenso a un trattamento indesiderato e il medico che ha dato corso al suo proposito ha semplicemente fatto quello che ogni medico avrebbe avuto l'OBBLIGO di fare. ad essere indagato dovrebbe essere, per amore dela logica, il medico che si è rifiutato. nei prossimi giorni potremmo verificare che, come immagino io, nessuno sarà indagato, e se lo fosse, nessuno sarà condannato semplicemente perché non esiste un reato da contestargli. ho evitato accuratamente di tirare in mezzo la religione, la chiesa cattolica e le ingerenze vaticane perché in questo caso non hanno avuto un ruolo così significativo. nonostante questo tu solleciti una riflessione sul rifiuto dei funerali religiosi. io sono persuaso che la chiesa abbia il diritto di stabilire, per i suoi seguaci, quali sono i comportamenti compatibili e che atei e non cattolici non dovrebbero indicare alla chiesa il modo corretto di essere cattolici (sarebbe ridicolo), ma comunque abbiamo il diritto sacrosanto di pensare tutto il male possibile di una organizzazione, la chiesa, che manifesta questa incredibile ipocrisia. Mi spiego: tu sostieni che la chiesa rifiuta i funerali a welby perché con le sue dichiarazioni si è posto al di fuori dalla corretta dottrina, poi sostieni che lo stesso non si può dire dei suicidi nel cui caso "si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso" (cito). questo, per una persona un minimo distaccata, è un atto di ipocrisia quasi immondo. se la chiesa fosse rigorosa terrebbe fuori tutti i suicidi, perché supporre che manchi la piena avvertenza per uno che si suicida è quasi un'offesa postuma alla sua dignità. la chiesa è costretta a fare così perché sa che la maggior parte dei suoi fedeli troverebbe ripugnante una religione che rifiuta un suicida e perdona un omicida. dato che la chiesa non può alienarsi le simpatie dei suoi setssi credenti, abbozza, e con quetso esercizio linguistico ammette quello che nega. resta da capire allora perché welby no? l'unica risposta è che la chiesa voglia dare un messaggio politicistico (non politico nel senso partecipazione alla vita collettiva, ma politicistico nel senso di entrare nelle contrattazioni tra fazioni politiche), il che è parimenti ripugnante. io, per essere chiari, non avrei trovato nulla da ridire se la chiesa avesse rifiutato il funerale a welby e, al contempo, anche a tutti i suicidi. è sconvolgente però che i credenti, la chiesa sono loro, non abbiano di che riflettere. e qui veniamo all'ultimo punto. la chiesa interviene nel dibattitto politicistico non per tracotanza o mediavelità, come amano pensare certi laici, ma perché ha perso il contatto con i credenti. a vivere fuori dalla dottrina non è welby ma sono milioni di persone che vanno in chiesa tutte le domeniche. il potere spirituale della chiesa e delle gerarchie sui SUOI fedeli è nullo. sono i cattolici a non rispettare la morale sessuale, sono i cattolici a formare coppie al di fuori del matrimonio ecc. il caso dell'atteggiamento nei confronti dei suicidi è abbastanza paradigmatico: la chiesa trova una contorsione logica per non scontentare il senso comune dei SUOI fedeli. di fronte a questa sconfitta (simboleggiata una volta per tutte da una massa di fornicatori, proclivi all'uso di droghe, che si comportavano come a un qualsiasi 'evento' rock accorsi per il giubileo a trattare un papa morente come se fosse una specie di mick jagger, sostituendolo addirittura a cristo come oggetto di venerazione) la chiesa deve rilanciare sul piano 'temporale'. non può imporre la propria autorità morale (perché sono i cattolici a non crederci) e tenta la carta disperata della politica.
 
 
avamposticulturali
avamposticulturali il 26/12/06 alle 04:21 via WEB
Ho inserito degli articoli di risposta se vuoi sono sul mio blog, saluti
 
andreaserendi
andreaserendi il 23/12/06 alle 14:44 via WEB
Avamposticulturali hai fatto un bell'articolo frammentato in 4 punti. Sarò brevissimo xké Daniela Tuscano ha risposto benissimo ed esaurientemente. Mi trovo daccordo con te al punto 1 e 4. Confuso al punto 3 xké non ho capito ke vuoi dire / poi metto un blocco e m'innervosisco ). Invece al punto 2 ti dirò ke prima intendevamo x eutanasia anche l'accanimento terapeutico. Solo negli ultimi 10/20 anni ke è stata fatta la doverosa distinzione, ma ciò provoca ancora confusione e ambiguità. Secondo me per Welby era accanimento terapeutico anke se la Commissione ha dato parere negativo. Inoltre spero ke per il futuro queste commissioni siano influenzate più dalla volontà del paziente ke piuttosto dai pareri medici e ke poi debba avere un peso determinante anche da quanto tempo il paziente sta soffrendo tale situazione. Saluti e grazie x avermi interpellato. Citerò il tuo blog.
 
 
avamposticulturali
avamposticulturali il 26/12/06 alle 04:22 via WEB
Ho inserito degli articoli di risposta se vuoi sono sul mio blog, saluti
 
danielatuscano
danielatuscano il 24/12/06 alle 08:21 via WEB
Mi giunge questa mail di don Paolo Farinella, che inoltro volentieri a tutti voi. **** A tutte le amiche e amici, che mi hanno scritto moltissime e-mail sulla morte di Welby. Annuncio due cose: a) Il 24 dicembre domenica IV di Avvento io e la mia comunità nella chiesa di San Torpete in Genova centro storico, alle ore 10,00 celebreremo la Messa per Giorgio Welby e lo innesteremo nella immensa e infinita misericordia di Dio attraverso la misteriosa riserva che per Ebrei e Cristiani si chiama "merito dei Padri e delle Madri". Celebreremo l'Eucaristia per ringraziare il Signore di averlo già accolto nella casa della sua Paternità. Noi credenti sappiamo e crediamo che sulla croce è morto Gesù che ha abbracciato tutti senza escludere nessuno. b) Il numero di gennaio di MicroMega sarà dedicato monograficamente all'eutanasia e ho l'onore di esservi ospitato con un mio editoriale il cui titolo dovrebbe essere (se non l'hanno cambiato) "Il diritto di vivere il dovere di morire". Il titolo ha diverse interpretazioni a seconda che si metta una virgola o la si ometta. A tutti un caro augurio con tutto il cuore Paolo Farinella, prete Genova **** Per chi può (e vuole) sarebbe buono partecipare alla Messa. E' domenica, del resto, e tanto vale andare lì se ci si trova nei paraggi. Invito tutti gli altri a unirsi virtualmente in preghiera nell'esatto momento in cui inizierà la funzione. Spero anche che i funerali "laici" non diventino l'occasione per ulteriori strumentalizzazioni pro-eutanasia ecc. Ma questi ultimi non m'interessano tanto, mi preme far sapere che non esiste solo la Chiesa che condanna. Buon Natale e Buon Anno, Daniela
 
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NOTE VARIE

immagine“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello  che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.

La nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale)  all’interesse unico dell’individuo.

 Leggi il post: http://blog.libero.it/controchiesa/2191139.html

Cosa è giusto e cosa è facile? Chi spara sulla Chiesa e perchè?

 

CHIARIAMO I TERMINI

             I dibattiti televisivi non hanno la capacità di chiarire i termini delle discussioni, noi telespettatori rimaniamo lì costretti a vedere individui che litigano con il pretesto di parlare di argomenti alti e sacri.

 I saccenti “telemediatici” e i politici “saltafosse” che, non capendo nulla o meglio non parlando in maniera chiara e semplice,  fanno solo chiasso e confusione.

C'è un divario grande come un oceano tra chi, crede di parlare (o blaterare), e chi li ascolta davanti la scatola magica.

            In questo blog intendo chiarire i termini del dibattito e, in maniera pacata, confrontarmi con chi la pensa in maniera totalmente diversa dalla mia.

 
 
 
 

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