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Un blog creato da avamposticulturali il 13/12/2006

Contro la Chiesa

Chi spara sulla Chiesa?

 
 

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Questo blog nasce da una considerazione: è giusto attaccare la Chiesa come si sta facendo nell’ultimo periodo? Perchè per gli italiani è così importante il giudizio della Chiesa quando poi le Chiese (scusate la cacofonia) la domenica sono deserte? Perchè si considera quello che è un indirizzo morale come un'ingerenza iniqua su sfere del tutto "laiche"?

Post: http://blog.libero.it/controchiesa/2026595.html

 

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IO Cristiano?

Post n°33 pubblicato il 17 Novembre 2007 da avamposticulturali
 

Nella dottrina cattolica, all’interno degli insegnamenti di San Josemaria,  trova molto spazio un’affermazione: “la santità si raggiunge attraverso, nella vita di tutti i giorni, il compiere i doveri ordinari del cristiano”. In San Josemarìa questo concetto diventa fondamentale e si applica nel mondo quotidiano, ossia nella famiglia, nel lavoro.  Non bisogna frequentare le sagrestie per ottenere la santità, ma la vita comune di tutti i giorni.   Vivere la famiglia e il lavoro per affermare la propria identità cristiana e diffondere la cultura dell’amore.

Se lavori devi farlo con responsabilità e dedizione, se sei in famiglia offri tutto il tuo tempo a chi ti circonda senza risparmio alcuno. Ovviamente le priorità sono: Dio, famiglia, lavoro.

Ma quali sono i doveri ordinari di un cristiano?

Spesso, io per primo, confondiamo questa affermazione e la plasmiamo a nostra sembianza. Quasi sempre cerchiamo di vedere le cose, facendo degli sconti ai nostri doveri. Nel discount delle responsabilità scegliamo il 2 x 1. Molte volte sediamo i nostri sensi di colpa, ma non agiamo con responsabilità e ci scordiamo dei nostri doveri. Ossia agiamo non per convinzione, ma per attenuare la sofferenza della colpa, e quindi per sentirci meglio.

Torniamo a quali sarebbero i doveri ordinari di un cristiano.

Tralascio, volutamente, di parlare dei doveri di un cristiano in ambito familiare perché tutti dovrebbero già essere eruditi, cercherò di palare, spero senza presunzione, del  lavoro. Cercherò di chiarire i termini di un discorso molto complicato ed infine mi piacerebbe concludere con una domanda che faccio per primo a me stesso. Io cattolico praticante, noi cattolici osservanti, “osserviamo i doveri ordinari del cristiano?”.

Il lavoro solitamente si svolge  in maniera autonoma o subordinata. Quindi possiamo distinguere due famiglie di lavoratori: da un lato impiegati, operai, contadini dall’altro imprenditori (commercianti, artigiani, industriali …), e professionisti (avvocati, commercialisti etc.).

Per quanto riguarda gli impiegati e gli operai adempiere al dovere ordinario di un cristiano è relativamente semplice. Si tratterà di essere cordiale con i colleghi, interessarsi delle loro necessità, dire una parola buona. Operare con diligenza e responsabilità fere un lavoro ben fatto ed ordinato. Accettare le mortificazioni passive derivanti dalle seccature di colleghi e superiori o dal dovere fare, con amore, un lavoro faticoso o monotono. Le occasioni in cui la coscienza di queste persone viene messa in gioco sono poche perché solitamente le cose “sporche” l’imprenditore o capo ufficio se le fa da se.

Gli imprenditori, i professioni ed anche i politici hanno un ruolo diverso, infatti molte delle cose che per un dipendente sono straordinarie per un imprenditore sono ordinarie. Mi spiego meglio. Queste persone quotidianamente fanno delle scelte. Il lavoro ordinario diventa fare delle scelte, quindi l’ordinario di un autonomo è lo straordinario di un dipendente. Facciamo un esempio molto semplice. Un fruttivendolo ogni giorno va al mercato e sceglie la frutta in base al prezzo, alle abitudini della propria clientela e alla qualità. Comprare questa frutta rispetto all’altra è una scelta, ma cosa deve fare un cristiano in questa ordinarietà? Scegliere, per il fruttivendolo, di acquistare banane e ananas, sapendo che provengono da zone dosi sfrutta la manodopera minorile, è cristiano? Il nostro fruttivendolo, però sa, che quel tipo di frutta, è richiesta dalla propria clientela e, che spesso fa parte di sistemi dietetici per alcuni soggetti malati. Compro le banane o no? Bel dilemma! Fin qui tutto sommato va bene, ma quando si presenta il mafioso a chiedergli il pizzo cosa fa? Lo denuncia e rischia di trovarsi con una bomba in bottega o paga? Accetta che con quei soldi si paghi la droga che ucciderà o rovinerà qualcuno o si tira fuori? Ci siamo giocati la serenità mentale e la psiche del nostro fruttivendolo!

Amplifichiamo l’orizzonte e passiamo ad imprenditori, professionisti più grandi allarghiamo anche ai politici. Queste persone sanno che il mondo reale è fatto di compromessi più o meno forti, sanno che il mondo è fatto di conoscenze di aiuti, di favori. Di corruzione, di finanziamenti poco puliti, “di soldi che non hanno nome”. Sanno che la nostra società si basa sul profitto senza regole se non quella di profittare. Come fanno a comportarsi da cristiani ordinari? Senza essere eroi! Senza rischiare la propria vita. Senza essere additati come mosche bianche con nessun futuro.

I politici, gli imprenditori, i professionisti che si dichiarano cristiani   (o meglio cattolici osservanti) devono sapere che il proprio ordinario è fatto di azioni straordinarie, di labirinti dai quali uscire senza rischiare la vita o la coscienza. Devono essere convinti di dovere fare i funamboli in un mondo che li vorrebbe estinti per sempre. Non è un compromesso perché devono sapere che c’è la possibilità di essere anche martiri, non solo nel senso letterale, ma anche quando le banche e il sistema ti esclude mettendo in crisi anche la stessa sussistenza.

Quanti di noi professioni, imprenditori o politici siamo dei cristiani ordinari? E se ce ne fossero di più?

Saluti, sono graditi i commenti.        

 

  

 

 
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NOTE VARIE

immagine“Verrà un tempo in cui dovremo fare delle scelte tra quello  che è giusto e quello che è facile”, così (o quasi) in Harry Potter nell’ultimo film.

La nostra società sta cambiando e probabilmente non in maniera giusta, forse in maniera facile. L’interesse collettivo si sta spostando dal bene comune e naturale (termine giurisprudenziale)  all’interesse unico dell’individuo.

 Leggi il post: http://blog.libero.it/controchiesa/2191139.html

Cosa è giusto e cosa è facile? Chi spara sulla Chiesa e perchè?

 

CHIARIAMO I TERMINI

             I dibattiti televisivi non hanno la capacità di chiarire i termini delle discussioni, noi telespettatori rimaniamo lì costretti a vedere individui che litigano con il pretesto di parlare di argomenti alti e sacri.

 I saccenti “telemediatici” e i politici “saltafosse” che, non capendo nulla o meglio non parlando in maniera chiara e semplice,  fanno solo chiasso e confusione.

C'è un divario grande come un oceano tra chi, crede di parlare (o blaterare), e chi li ascolta davanti la scatola magica.

            In questo blog intendo chiarire i termini del dibattito e, in maniera pacata, confrontarmi con chi la pensa in maniera totalmente diversa dalla mia.

 
 
 
 

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