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E’ un inseguirsi tra le righe
questo continuare a cercarsi
dove l’altro smette.
Una connessione spontanea
Senza alcuna richiesta
Sensibilità tenerezza ardore sono collegate al cuore Talvolta arrecano lacrime e dolore. Ma si è vivi nella sofferenza e morti nell’indifferenza. Sunny_Poems
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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari
Buongiorno da FabianaGiallosole ...voglio bene a te che mi cerchi senza condizione ma piena di emozione. Una luce che diventa un sole (Antropoetico)
NON SMETTIAMO DI FARCI SENTIRE!!!Ricordate: Non smettiamo di farci sentire!
Cari amici la nostra "guerra" non è ancora finita. Stiamo ancora lottando per mantenere il nostro posto di lavoro: facciamolo insieme con energia, solarità e fede. La vita è fatta di tante battaglie, delusioni e vittorie, ma è sempre degna di essere vissuta. Coraggio. Mille raggi di sole per voi. FabianaGiallosole Inno Alla Vita -Madre Teresa Di Calcutta - (clicca sul titolo) AI LETTORI DEL BLOGAi lettori del blog
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Mille raggi di sole per voi.
FabianaGiallosole POST PUBBLICATI OGGI
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Messaggi del 25/06/2015
Post n°3707 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: DIRETTA TV SENATO
Post n°3706 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Scuola
Da “Internazionale”
La pessima fine di una cattiva riforma della scuola
Girolamo De Michele, insegnante e scrittore
Partiamo dai contenuti della legge, così come sono articolati nel maxiemendamento presentato alla proposta di riforma della scuola. Leggete questo elenco di deleghe, che corrisponde al comma 178 del disegno di legge:
Su tutte queste materie il governo chiede una delega in bianco per poter riformare, nei fatti, l’intera scuola senza rispondere a nessuno. La famosa volontà di confronto, il parlamento che “si è messo in ascolto” (come ha detto Marco Rossi Doria, riciclando un’espressione di Manuela Ghizzoni), finisce davanti a questo muro: quale volontà di discussione c’è se i criteri di riforma sono tenuti nascosti nei cassetti in attesa della delega? Dal punto di vista della forma – che in diritto è sostanza – stiamo parlando di una legge di spesa che viene portata in parlamento senza il parere della commissione, e di una richiesta di fiducia su nove deleghe. Il minimo che si possa dire, è che sarà l’occasione buona per vedere se c’è un presidente della repubblica garante della costituzione. Tolte le deleghe, cosa resta? Ben poco: quel che c’è sembra un sacco di bella roba, e invece, come in certi mercatini in cui vai per fare l’affare e prendi una sòla, è solo fuffa. La buona sòla, appunto. Le assunzioni Si tratta di un obbligo giuridico a cui il governo deve in ogni caso ottemperare, pena non solo oltre centomila ricorsi, ma anche una multa dalla Commissione europea. Stiamo parlando di lavoratori che hanno maturato il diritto al contratto a tempo indeterminato. Dicono: senza riforma non è possibile assumere. Falso: questi 160mila precari sono già interni alla scuola, lavorano ogni anno da settembre a giugno. Nel dettaglio: i posti disponibili per nuove assunzioni sono 53.037, cui si aggiungono le circa 125mila supplenze annuali attivate lo scorso anno, per un totale di 178mila posti. Chi dice che senza riforma non si assume mente. Non a caso chi lo dice è costretto a citare, pur di avere uno straccio di fonte, quel Max Bruschi braccio destro di Mariastella Gelmini. Francesca Puglisi, responsabile scuola nel Partito democratico, ai tempi di Gelmini chiedeva “un piano di immissioni in ruolo che preveda la stabilizzazione di quei docenti precari che stanno lavorando oggi su posti vacanti. Per quegli insegnanti lo stato paga già le ferie non godute e la disoccupazione: è per questo che diciamo che stabilizzarli non costerebbe un euro in più allo stato” (qui, dal minuto 3.30). Fine delle classi pollaio Le classi pollaio sono classi nelle quali gli studenti sono anche 29 o 30, nelle quali la didattica è improbabile, se non impossibile. Nelle quali sono violate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: in caso di terremoto, incendio, crollo o altra emergenza, quattro o cinque dei presenti non hanno la certezza di uscire in tempo (chi scrive ha vissuto tre terremoti nella sua carriera scolastica, e sa cosa vuol dire portare in sicurezza una classe giù per le scale esterne, trovandole ingombre di motorini parcheggiati “per venire incontro ai bisogni dell’utenza”, o fermare una scolaresca terrorizzata in fuga nel corridoio di un edificio del seicento). Le classi pollaio sono state create con il Dpr 81/2009 (con l’occasione: grazie, presidente Napolitano, per aver firmato quel decreto che poteva rimandare indietro con lettera motivata, riconoscendogli il carattere straordinario di necessità e urgenza). Questa norma non viene abrogata. Viene data facoltà di deroga al dirigente scolastico (una deroga alla deroga di una legge!); e questo non nell’ambito della sicurezza sui posti di lavoro, ma “nell’ambito dell’organico dell’autonomia assegnato e delle risorse, anche logistiche, disponibili”. Basta che un dirigente non abbia facoltà di creare dal nulla qualche nuova aula, o che, più realisticamente, i fondi disponibili siano insufficienti, e le classi pollaio, che restano la norma, ricompaiono. Alternanza scuola-lavoro Cioè meno tempo per la didattica, e più per attività lavorativa gratuita sotto varie forme di apprendistato. Perché, dicono, la disoccupazione è causata non dalla crisi, ma dal mancato raccordo tra scuola e lavoro. Così, per creare questo raccordo, cominciamo a educare gli studenti al lavoro gratuito, che fa curriculum. Dai tempi in cui don Milani pretendeva una scuola che insegnasse a leggere il contratto nazionale di lavoro nel quale sono scritti diritti e doveri, a una scuola che educa al fatto che il lavoro è un favore che ti fa il padrone. Del resto, lo aveva detto in tempi non sospetti Renzi, che don Milani era un modello da mettere in discussione Più soldi alla scuola I ministri Gelmini e Tremonti hanno tolto alla scuola oltre otto miliardi in tre anni, cui vanno aggiunti circa tre miliardi all’anno dal 2012, con l’entrata a regime dei tagli. Più il blocco del contratto, e quindi dell’adeguamento del salario al costo della vita. Quello che viene ora messo nelle casse della scuola è una minima parte di quella cifra (per di più, è anche falso che questo governo abbia smesso di tagliare fondi alla scuola). Più il blocco del contratto, e quindi dell’adeguamento del salario al costo della vita. Di tutto questo ci viene restituita una miseria, e pretendono anche di non darci voce in capitolo su soldi presi dalle nostre tasche. La valutazione Come ogni volta che un governo ne parla, non viene detto quale valutazione, con quali criteri, secondo quali modelli. Il tutto, senza una sola parola di confronto – se non la menzogna degli insegnanti “che non vogliono essere valutati” – con le decine di titoli, delle centinaia di ore di convegni pubblici, delle migliaia di pagine scritte, prodotte dal mondo della scuola sull’argomento (qui, nota 9), mentre i sistemi di valutazione messi in atto in questi anni in Europa e Stati Uniti mostrano tutti i loro limiti: stiamo adottando la mela bacata che altri paesi cominciano a rifiutare, e che nondimeno ci viene offerta. Fare una torta per riciclare le mele che stanno andando a male può essere indice di parsimonia: offrirla agli ospiti è segno di scarso rispetto. Il dirigente-sindaco Un preside che si avvale di poteri risalenti all’epoca fascista, come la chiamata diretta degli insegnanti: meglio chiamarlo dirigente-podestà. Che gode già ora di poteri enormi, ai quali si aggiungono il potere di assumere e, di fatto, non rinnovare gli insegnanti, e il potere di premiarne il cosiddetto merito. E un ruolo di direzione, gestione, organizzazione e coordinamento: un Leviatano in sedicesimo, un dirigente-manager che amministra la scuola come fosse un’azienda, e attua un vero e proprio pactum subjectionis tra sé e gli altri lavoratori della scuola, cui fa da pendant la fine di ogni residuo di collegialità e di discussione pubblica. Con buona pace della retorica sul “merito”: perché non ci vuol molto a capire che, in una situazione di semionnipotenza, non i “migliori” o “capaci” (che in genere sono invisi a chi esercita il potere), ma i più accondiscendenti e servili saranno premiati sulla base di criteri ad hoc che consentiranno al dirigente di legittimare la propria scelta, e di essere legittimato dai propri valutatori. Lo squilibrio del balance tra diritti e doveri (che sarebbe anche scritto nella costituzione, ma tant’è…) è il segno distintivo dell’autoritarismo: e infatti il tanto reclamizzato licenziamento del dirigente incapace non trova traccia in questo testo di legge – persino il “riordino delle modalità di assunzione e formazione del dirigente scolastico” è stato cancellato. Quanto al carattere incostituzionale dell’assunzione per chiamata diretta, Francesca Puglisi (che su quelle parole si era presentata agli elettori, ai quali deve costituzionalmente rispondere – non a Renzi, non al Pd: agli elettori), quando la regione Lombardia per prima la propose, la definì antincostituzionale (qui il video). I finanziamenti alle scuole private Stiamo parlando dell’ennesima capriola semantica per violare un articolo costituzionale che dice inequivocabilmente “senza oneri per lo stato”. Si tratta nei fatti di una svendita della scuola ai privati. Con le parole dell’insegnante Giovanni Cocchi (qui, al minuto 23.55), “se passa questo, la cosa inevitabile è che ci saranno molte scuole private, poche scuole bellissime nei centri storici di alcune grandi città, molte scuole brutte e povere nelle periferie. E succederà quello che avevamo superato da decenni, quello che diceva don Milani: e cioè che il figlio del dottore farà il dottore, il figlio dell’operaio o dell’impiegato farà l’operaio o l’impiegato. È un salto all’indietro mostruoso” – almeno per chi non può lasciare la scuola di periferia per una poltrona al ministero. Qual è stata la risposta di Renzi? Non partecipare a un programma televisivo nel quale sarebbe stato costretto a confrontarsi con questo insegnante.
Renzi, il Pd, Francesca Puglisi, la ministra Stefania Giannini, il sottosegretario Davide Faraone hanno delegittimato in ogni modo possibile un movimento di protesta che rappresenta oltre l’80 per cento del mondo della scuola, per poi recitare la parte delle vittime. Hanno cercato di ridurlo prima a movimento sindacale, riconducendo la pluralità sindacale a “un solo sindacato”, salvo trovarsene contro 23, cioè tutti; poi a specchietto per le allodole di una minoranza interna, salvo scoprire che gli insegnanti non hanno legittimato i vari Fassina come loro rappresentanti, e li hanno fischiati nella stessa misura in cui hanno fischiato Giannini, Renzi e Puglisi. Hanno delegittimato l’esercizio del diritto di critica politica costituzionalmente garantito con termini quali “squadrismo”, “centri sociali” e via dicendo. Hanno rifiutato di confrontarsi con la Legge d’iniziativa popolare. Sono andati allo scontro alla camera, hanno blindato le audizioni nelle commissioni, fino a impedire alla senatrice Maria Mussini, prima firmataria della legge, di trasferirsi nella VII commissione per partecipare ai lavori in senato. Hanno ammesso come unica forma di mediazione possibile una trattativa interna alle correnti, quasi che la scuola fosse “cosa loro”. Hanno impedito la discussione in senato, prima in commissione, poi con la fiducia, in aula. Manca solo l’aula sorda e grigia, ma al peggio non c’è mai fine. Matteo Renzi a Porta a porta (al minuto 1.18.50) aveva garantito che con tre miliardi si mettevano in sicurezza le scuole. È bastato un solaio crollato su due studenti e una maestra, per scoprire che la cifra era sottostimata: di miliardi ne servono dodici. La differenza è uguale a quella tra una scuola nella quale il diritto alla vita è o non è garantito. Matteo Renzi ha garantito la sicurezza delle scuole con tre miliardi, e non era vero: comprereste un’auto da quest’uomo? Gli dareste fiducia? E se no, perché dovremmo dargliela su una scuola usata spacciata per nuova?
Post n°3705 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Sindacati
Da”La Tecnica della Scuola”
I sindacati in coro: "Maxi emendamento, l’ennesimo atto di arroganza del governo"
"La decisione del governo di procedere sulla riforma con un maxi emendamento, su cui intende porre il voto di fiducia, è l'ennesimo atto di arroganza nei confronti della scuola, del parlamento e del Paese. Questo non fermerà la protesta". Così, in una nota, i sindacati Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda.
Le nostre critiche e proposte sono rimaste inascoltate, al di là dei soliti annunci di apertura, giunti dal Presidente del Consiglio
Il governo ha deciso, infatti, di forzare la mano per approvare un provvedimento dannoso per la scuola, ignorando le ragioni di insegnanti, studenti, famiglie e le prerogative del parlamento. Esso verrebbe così privato degli spazi e dei tempi necessari per discutere una riforma decisiva per il Paese, resa ancora più ampia da ben otto deleghe in bianco. Vengono messi in discussione basilari principi costituzionali: inclusività, uguaglianza sociale e libertà di insegnamento.
Non si può migliorare il sistema scolastico, come l'esecutivo invece proclama, con provvedimenti che l'intero mondo della scuola ritiene, con solide motivazioni, sbagliati.
Questa legge infatti:
Il dissenso finora espresso in modo massiccio e compatto dalla scuola, attraverso una partecipazione storica allo sciopero unitario che ha visto incrociare le braccia a 618 mila lavoratori, oltre un milione di fiaccole nelle piazze delle città italiane, 10 milioni di post e, non ultima, l'altissima adesione allo sciopero degli scrutini, non si fermerà.
I sindacati andranno avanti con tutti gli strumenti di lotta possibili. Non si illuda il premier che la scuola, complice il periodo estivo, possa alla fine rassegnarsi alla sua decisione. Il prossimo anno scolastico sarà contrassegnato dal caos di scelte organizzative e didattiche improvvide e sbagliate, in cui la voce di protesta si farà sentire ancora più forte e chiara.
Renzi e il Governo sappiano che la scuola non accetta padroni, che esiste una comunità educante fatta di professionalità e competenze che ogni giorno lavora con passione e dedizione, a dispetto di stipendi bassissimi, mancato rinnovo del contratto nazionale e tanta precarietà. Questi lavoratori formano al valore della conoscenza e della democrazia le giovani generazioni. La scuola non può tollerare prepotenze e improvvisazioni, ma pretende di essere ascoltata, rispettata e valorizzata
Post n°3704 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Riforma
Da “la Repubblica” Riforma scuola in aula alla Camera il 7 luglio. Protestano Sel-M5s Le opposizioni accusano maggioranza e governo di mettere in atto una "forzatura". Ipotesi via libera al Senato entro fine settimana, presto la questione di fiducia. Di Maio a Renzi: se blindi il testo "sei un uomo finito"
ROMA - Il disegno di legge di riforma della scuola approderà nell'aula della Camera il prossimo 7 luglio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Una decisione che viene accolta dalle proteste di Sel e Movimento 5 Stelle, che accusano maggioranza e governo di mettere in atto una "forzatura". La riforma della scuola, viene spiegato al termine della capigruppo, ipotizzando il via libera del Senato entro domani o al massimo entro venerdì, passerà all'esame delle commissioni competenti dalla prossima settimana.
Post n°3703 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: DDL scuola
Da “OrizzonteScuola”
Post n°3702 pubblicato il 25 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
Tag: AVVISO
AVVISO IMPORTANTE AI DOCENTI,STUDENTI,PERSONALE ATA, GENITORI Riceviamo nelle nostre caselle di posta (copdus@gmail.com e fabiana.giallosole@libero.it) l'invito, da parte di numerosissimi colleghi, studenti, famiglie, personale ATA ad inviare ai senatori della minoranza PD il testo che segue al fine di evitare il voto sul maxiemendamento.
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CHI SIAMO Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale. e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it Felice settimanaSerena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme... FabianaGiallosole
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Bruno Murgia-PDL-26 luglio 2011 Interrogazione parlamentare proposta dal COPDUS tramite
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il 16/04/2016 alle 21:40
Inviato da: fabiana.giallosole
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