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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 27/06/2015

 

Poesie amiche

Post n°3721 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 

Poesie amiche

 

 

Le quattro

Le quattro di un giorno qualunque,

sono qui ma potrei essere ovunque

nel silenzo senza lavoro

di una pace che precede la tempesta.

Sospeso da ciò che accade

ma non sorpreso dall'apparente festa.

Sono i giovani che ancora sorridono

ignari del tempo che li aspetta.

La poca felicità disponibile è in quegli occhi

cucita addosso dalla speranza e dai sogni

di un percorso ancora all'inizio.

Le quattro assorto ma non assolto

con l'cchio appeso allo schermo

senza che nulla cambi aspettando sera

Antropetico


Pace che tace

E' silenzio la pace che tace

nell'intimo fermo immagine di un momento audace,

un fotogramma di ogni cosa capace,

un fuoco ancora acceso sotto brace.

Parole in processione come colombe inseguite dal rapace

nell'assenza di suoni che vibra in cranica scatola.

Osservare a lungo dall'esterno con fare pervicace

l'assunzione di posizione così sagace

da fiori fuori stagione senza alcun verbo mendace.

Antropetico 

 

 

 
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SCUOLA

Post n°3720 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “Il Tempo.it”


Scuola, Protesta dei docenti contro il ministro Giannini

Ma il ministro non verrà, si collegherà solo in videoconferenza


Palermo, (AdnKronos) - Un gruppo di docenti, sia di ruolo che precari, sta protestando all'ingresso del Teatro Massimo di Palermo, per contestate il disegno di legge sulla #BuonScuola. Questa mattina la ministra Stefania Giannini era attesa al Festival del Lavoro, organizzato dai Consulenti del Lavoro al Teatro Massimo, ma l'esponente del Governo si collegherà solo in videoconferenza e non verrà di persona. "Non ha neppure il coraggio di venire - dicono in coro i docenti armati di fischietto e di manifesto - Qui festeggiano il lavoro e noi docenti lo abbiamo perso, sia i docenti di ruolo che i precari. E' una vergogna. Questo disegno di legge è un attacco alla democrazia". Per i docenti il disegno di legge approvato al Senato "è anticostituzionale, perché lede il diritto al lavoro". Tra gli slogan gridati dai docenti: "La scuola pubblica non si tocca". Sui manifesti di legge: "Vergogna", "Giannini ministro della Pubblica distruzione", "Pd, il partito della vergogna. Questo partito sta distruggendo la scuola e ha dichiarato guerra al popolo italiano".

 
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Manifestanti

Post n°3719 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 

Da Blog Sicilia.it


Tra i manifestanti un professore vestito da Faraone

La scuola pubblica non si tocca”
Protesta degli insegnanti a Palermo


“La scuola pubblica non si tocca”, “Vergogna”, fischi e striscioni colorati. E’ il clima che si respira davanti il Teatro Massimo di Palermo, dove da giovedi’ e’ in corso il festival del Lavoro 2015.

Una cinquantina di insegnanti delle scuole elementari e superiori, infatti da questa mattina manifestano contro il ddl della Buona Scuola e il ministro Stefania Giannini.

Il ministro, dopo avere annullato la sua presenza sul palco del teatro palermitano, interverra’ in video conferenza all’iniziativa dei consulenti del lavoro. Tra i manifestanti, anche un professore vestito da Faraone, per sbeffeggiare il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone.

 
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COCCOLE DAY

 

Riforma

Post n°3717 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “La Tecnica della Scuola”

 


“Nella riforma non c’è nessuna teoria gender:

 

polemiche sul nulla”

 


Alessandro Giuliani


A sostenerlo è Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd e relatrice del DdL 1934: la legge assicura semplicemente l'attuazione dei principi di pari opportunità, la parità tra i sessi e la prevenzione di ogni violenza e discriminazione per informare studenti, docenti e genitori del decreto sul femminicidio firmato da Angelino Alfano.

Nella scuola non c’è nessuna teoria gender da combattere. E non sarebbe presente, nemmeno tra le righe, neanche all’interno della riforma della scuola. A sostenerlo, a chiare lettere, è Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd e relatrice del provvedimento di riforma.

"Nel ddl sulla buona scuola non c'è alcun riferimento alla teoria gender. La legge assicura semplicemente l'attuazione dei principi di pari opportunità, la parità tra i sessi e la prevenzione di ogni violenza e discriminazione per informare studenti, docenti e genitori del dl n.93 2013, ovvero il decreto sul femminicidio firmato da Angelino Alfano", dichiara Puglisi.
"Dunque l'onorevole Meloni intende abrogare una legge di civiltà che difende donne e minori dalla violenza come la legge sul femminicidio? Le polemiche sul nulla di queste ore di esponenti della maggioranza e dell'opposizione sembrano una gara per appropriarsi del Family day (svoltosi lo scorso 20 giugno a Roma). Quanto al consenso informato per le famiglie per le attività extra curricolari, non serve né un decreto, né una legge. Tutto ciò che non ha carattere ordinamentale e viene inserito nel piano dell'offerta formativa: deve comunque essere approvato dal consiglio di istituto in cui sono eletti democraticamente i genitori", tiene a sottolineare la senatrice Pd prima di concludere la puntalizzazione.

A sentire la responsabile Scuola del Pd, insomma, il caso sarebbe chiuso. Anzi, non si sarebbe mai dovuto aprire. Rimane un dubbio: e allora perchè tanto clamore? Perchè così tanta gente è scesa in piazza, a Roma, la scorsa settimana? Solo allarmismo infondato? Forse.

Nostro commento: peccato cha a fare questa affermazione sia

la "traditrice" dei Docenti. Prima partecipa ai sit-in

(2012-13) e poi ci pugnala vergognosamente alle spalle!!!

 
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DDL

Post n°3716 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da "OrizzonteScuola"


DDL riforma scuola. Comitato valutazione, funzionamento e criteri. Quale ruolo nell'anno di formazione: aprirà porta a licenziamento? Arriva il membro esterno


di Avv. Marco Barone

ipsef



Il Comitato di valutazione, quale ruolo nell'anno di prova, da chi è composto, quali sono i criteri di valutazione. Tra le modifiche anche l'inserimento di un membro esterno.
Il comma 125 del ddl scuola, come approvato al Senato della Repubblica, nella nota data del 25 giugno 2015 afferma testualmente che : “Per la valorizzazione del merito del personale docente è istituito presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca un apposito fondo, con lo stanziamento di euro 200 milioni annui a decorrere dall'anno 2016, ripartito a livello territoriale e tra le istituzioni scolastiche in proporzione alla dotazione organica dei docenti, considerando altresì, i fattori di complessità delle istituzioni scolastiche e delle aree soggette a maggiore rischio educativo, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Il dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti, istituito ai sensi dell'articolo 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come sostituito dal presente articolo, assegna annualmente al personale docente una somma del fondo di cui al comma 125 sulla base di motivata valutazione ''. 

 

Il Comitato di Valutazione che verrà istituito presso ogni istituzione scolastica ed educativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dunque si opererà a titolo di “volontariato”, ha durata di tre anni scolastici, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti: a) tre docenti dell'istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto; b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto; c) un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

 

Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base: a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti; b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche; c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

 

Il comitato esprimerà il proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo. A tal fine il Comitato è composto dal dirigente scolastico, che lo presiede, dai docenti di cui sopra ed è integrato dal docente a cui sono date le funzioni di tutor. Questo Comitato valuterà anche il servizio di cui all'articolo 448 del TU della scuola su richiesta dell'interessato, previa relazione del dirigente scolastico; ed eserciterà altresì le competenze per la riabilitazione del personale docente, di cui all'articolo 501 TU Scuola. Ovvero, trascorsi due anni dalla data dell'atto con cui fu inflitta la sanzione disciplinare, il dipendente che, a giudizio del comitato per la valutazione del servizio, abbia mantenuto condotta meritevole, puo' chiedere che siano resi nulli gli effetti della sanzione, esclusa ogni efficacia retroattiva.

Dunque il Comitato di Valutazione avrà sicuramente un ruolo determinate per il superamento del periodo di prova e formazione per il personale docente ed educativo, che, come da ddl approvato il 25 giugno, in caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, verrà sottoposto ad un secondo periodo di formazione e prova, non rinnovabile, ergo fine rapporto di lavoro. Però, al termine del triennio 2016-2018, gli Uffici scolastici regionali inviano al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca una relazione sui criteri adottati dalle istituzioni scolastiche per il riconoscimento del merito dei docenti di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Sulla base delle relazioni ricevute, un apposito Comitato tecnico scientifico nominato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previo confronto con le parti sociali e le rappresentanze professionali, predispone le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale. E qui sorgono dei dubbi. Non è che per caso questo Comitato della Valutazione, visto quanto ora riportato, aprirà la via all'articolo 55 quater del TU Pubblico Impiego lì ove si afferma che “ il licenziamento in sede disciplinare e' disposto, altresi', nel caso di prestazione lavorativa, riferibile ad un arco temporale non inferiore al biennio, per la quale l'amministrazione di appartenenza formula, ai sensi delle disposizioni legislative e contrattuali concernenti la valutazione del personale delle amministrazioni pubbliche, una valutazione di insufficiente rendimento e questo e' dovuto alla reiterata violazione degli obblighi concernenti la prestazione stessa, stabiliti da norme legislative o regolamentari, dal contratto collettivo o individuale, da atti e provvedimenti dell'amministrazione di appartenenza o dai codici di comportamento ”.?

 

Certo, è vero che ad oggi, la norma citata, ai sensi dell'articolo 74 del dlgs 150 del 2009 pare essere esclusa nel settore scolastico, però questo articolo si riferisce agli organismi indipendenti di valutazione correlati alla performance. Ora, il Comitato di Valutazione è stato realizzato, ed alla fine del triennio del 2018 si costituirà il Comitato tecnico scientifico nominato dal MIUR che avrà come scopo quello di predisporre le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale. Viste le deleghe in bianco che il Governo si è deliberatamente assunto, che relegheranno alla contrattazione collettiva un ruolo marginale se non irrilevante, delle perplessità in tal senso esistono. Insomma per farla breve non vorrei che alla carota di un bonus irrisorio che all'interno della scuola classificherà i docenti in bravi e cattivi, meritevoli e non, visto il quadro normativo come sussistente, seguisse il bastone del licenziamento...
 
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Occasione

Post n°3715 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 

Dal Sito della CGIL


L'occasione perdutadi Fabrizio Dacrema


La ripresa di una politica di investimenti nella scuola pubblica non poteva essere sprecata in modo più spettacolare: il ricorso al voto di fiduciaper imporre a un Parlamento assediato dalla protesta degli insegnanti l'approvazione della legge rappresenta perfettamente il fallimento del Governo.

L'ultimo guizzo di lucidità del premier (pausa di ascolto e conferenza sulla scuola a luglio) è stato travolto dalla voluttà solipsistica di un ceto politico la cui conoscenza e sensibilità nei confronti del mondo della scuola è ben sintetizzata nella visionaria e inquietante affermazione del Sen. Marcucci, Presidente della Settima Commissione del Senato: "La Buona Scuola è frutto della più grande consultazione popolare mai realizzata"...

Ignorati anche gli appelli del padre nobile dell'autonomia scolastica Luigi Berlinguer che fino all'ultimo si è espresso a favore di"modifiche di qualità del testo, opportune correzioni condivise" in modo da approvare una "riforma ben accettata".

Nessuna riforma della scuola, infatti, può essere imposta dal governo con colpi di fiducia a un parlamento assediato dalla protesta degli insegnanti che la dovrebbero attuare.

A maggior ragione se questa riforma pretende di rilanciare un processo autonomistico cui è indispensabile la fiducia di tutti coloro che sono chiamati a un maggior impegno per migliorare l'offerta formativa.

Difficile spiegare il senso di una forzatura che, per altro, produrrà un vero e proprio salasso elettorale per il PD, se non con l'autoreferenzialità intrinseca di un metodo di governo ostile a ogni intermediazione con le forze sociali e i corpi intermedi.

Al fine le aperture al confronto, imposte dalla forza straordinaria della mobilitazione del mondo della scuola, si sono rivelate del tutto insufficienti ad affrontare i nodi politici ed educativi in gioco.

Innanzi tutto la questione del nuovo modello organizzativo per lo sviluppo dell'autonomia scolastica basato, in analogia al jobs act per il mondo del lavoro privato, sull'indebolimento del lavoro a favore delle funzioni dicomando. Un'idea vecchia e autoritaria inadatta alle organizzazioni complesse,sia pubbliche che private, in cui la figura lavorativa centrale è costituita da soggetti caratterizzati da alti livelli di competenza e autonomia tecnico-professionale. In questi contesti, infatti, la partecipazione e la cooperazione sono le leve principali dei processi di innovazione e di miglioramento qualitativo.

Il maxi emendamento presentato dal governo ha attenuato il potere di comando del dirigente scolastico eliminando la discrezionalità nella conferma triennale degli insegnanti. La funzione di elaborazione del piano dell'offerta formativa, poi approvato dal consiglio d’istituto, è stata restituita alcollegio docenti. Ma ha confermato l'impostazione originaria della scelta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico sulla base del proprio potere d'indirizzo impresso al piano dell'offerta formativa.

Sempre il maxi emendamento ha introdotto anche una confusa e improbabile commissione di insegnati, studenti, genitori e nominati dall'amministrazione scolastica che dovrebbe affiancare il dirigente scolastico nella distribuzione dei premi economici agli insegnanti migliori, inventandosi per gli insegnanti una nuova autorità salariale, carnevalesca e unilaterale,sostitutiva a quella legittima del contratto.

Al posto di questi pasticci la legge dovrebbe, invece, creare le condizioni per favorire la contrattazione di riconoscimenti per la valorizzazione del merito degli insegnanti: istituzione del portfolio delle competenze professionali, finalizzato a documentare i titoli di studio e le competenze professionali certificate che sono state apprese attraverso l'esperienza professionale e i percorsi di formazione, e definizione di procedure caratterizzateda scientificità, oggettività, terzietà, indipendenza finalizzate aindividuare, validare e certificare le competenze professionali, arricchite e aggiuntive, degli insegnanti.

Al posto della chiamata nominativa, fonte di discrezionalità incontrollabili, la legge dovrebbe affidare alla contrattazione le definizione di nuove modalità per favorire l'incontro tra domanda e offerta di competenze professionali specifiche degli insegnanti per la realizzazione del piano triennale dell'offerta formativa.

Il governo, invece, ha pensato di recepire la protesta attenuando alcuni aspetti senza modificare un'impostazione.

Ha eliminato il cinque per mille alle scuole che avrebbe amplificato le già gravi diseguaglianze territoriali, ma ha confermato le defiscalizzazioni a favore delle scuole private senza trovare un euro per il diritto allo studio in presenza di un preoccupante aumento delle famiglie in difficoltà che non possono più mandare i figli a scuola e all'università.

L'impostazione originaria che il governo ha incassato imponendo la fiducia contrasta, tra l'altro, con la finalità indicate dal primo articolo del disegno di legge, dove l'obiettivo della riduzione delle diseguaglianze èstrettamente connesso a un modello di autonomia scolastica ispirato non alla concorrenza ma alla cooperazione.

La mobilitazione proseguirà, tutte le organizzazioni in campo lo hanno confermato, comprese le 32 associazioni che hanno sottoscritto l'appello"La Scuola che cambia il Paese". In queste condizioni di ostilità attiva diverse parti del disegno di legge non potranno essere attuate.

Inoltre la sentenza della Corte Costituzionale, dichiarando l'illegittimità del blocco della contrattazione pubblica proprio alla vigilia dell'approvazione al Senato del disegno di legge, ha riaperto la via maestra del contratto nazionale di lavoro per ridefinire in modo condiviso i temi delle carriere e della mobilità degli insegnanti, su cui il governo che voleva metterela scuola al primo posto ha provocato il più grande sciopero della storia del sindacalismo scolastico italiano.

 
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SCUOLA

Post n°3714 pubblicato il 27 Giugno 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da "Il Fatto quotidiano"


Scuola, la riforma di destra


A mio modo di vedere la cosiddetta riforma della scuola è, tra le ‘belle’ innovazioni partorite da Renzi e dal suo governo, la più carica di conseguenze nefaste per l’Italia. Due premesse: al di là delle rituali giaculatorie sull’importanza della scuola, rimane il fatto che l’istruzione di massa è il più potente strumento di autoriproduzione o di automodifica non cruenta che una società moderna possiede. E’ a scuola che ciascuno di noi ha imparato a ragionare (o a mal ragionare) e ha imparato i contenuti e i modi del suo ragionare, che per altro porterà con sé per tutta la vita. (Non sottovaluto la famiglia, ma qui sto tentando un altro discorso).

Ma – seconda premessa – proprio per questo suo potere riproduttivo o innovativo, la scuola ‘buona’ o ’bella’ non esiste. Non esiste in sé. Esistono solo modelli specifici di istruzione buoni per riprodurre una determinata società o per modificarne un’altra in una determinata direzione. E non si tratta solo di contenuti (più matematica o più musica): si tratta di valori. Scuola autoritaria o permissiva, meritocratico-competitiva o cooperativa, conformizzante o diversificante, scuola che incoraggia le parità di genere o ignora il problema. E così via.

E’ per questo, per essere sempre la realizzazione di un progetto, che comunque la scuola, ogni scuola, è sempre anche il frutto di scelte e decisioni politiche. Non esiste la scuola neutra.

Di queste due premesse la sinistra italiana non ha mai tenuto molto conto: dimenticando Gramsci, ha sempre ritenuto che il Ministero del Lavoro fosse più strategico di quello della Pubblica Istruzione.

Tuttavia l’Italia repubblicana ha avuto un modello di scuola coerente con il suo modello di società: è quello tracciato nella Costituzione. E’ una scuola tesa al massimo verso un modello di cittadinanza egualitaria e libera. E’ una scuola laica, nettamente non confessionale, aperta a tutti; è obbligatoria e gratuita fino al massimo livello di età che lo Stato ritiene di poter garantire a tutti; e coloro che, senza mezzi, dimostrano capacità e impegno, avranno sostegni per andare oltre.

Gli insegnanti sono selezionati attraverso concorsi; il relativamente alto grado di autonomia di cui gode[va]no nell’esercizio delle loro funzioni nasce[va] dal convincimento del Costituente che la professione dell’insegnante sia di quelle che possono essere regolate solo dalla scienza e coscienza da chi le esercita.

La scuola deve essere dunque un potente strumento di uguaglianza, di acquisizione uguale per tutti degli strumenti di base della partecipazione sociale, civile, economica e politica alla vita del proprio paese. Pertanto l’omogeneità degli ordinamenti e dei programmi non è un’imposizione autoritaria, ma uno strumento di produzione di uguaglianza. Questa bella scuola poteva essere fatta crescere, come dimostrò la istituzione della Scuola media unica (1961).

Ma poiché a scuola impariamo a ragionare, in questa scuola si ragionava troppo perché potesse piacere a quei gruppi di potere che aspirano al controllo monopolistico sul ragionamento dei cittadini. Avanti allora a distruggere la scuola pubblica: diminuzione relativa progressiva dei salari e perdita di prestigio di una professione femminilizzata e mal pagata; diminuzione relativa progressiva dei fondi per le attrezzature e per l’edilizia; piccole riforme , il cui unico scopo era l’introduzione progressiva di elementi confessionali nel sistema- scuola d’Italia; fino ai trionfi morattiani e gelminiani.

In verità Renzi, con questa “riforma di destra” (Schifani dixit) ha portato avanti il lavoro ‘sporco': ha introdotto tra i compiti della scuola quello di produrre per le aziende un poco addestrato ma permanente esercito di riserva, il cui compito non è tenere bassi i salari, ma dimostrare che non necessariamente il salario è un diritto di chi lavora. Quanto agli insegnanti, la loro scienza e coscienza è una moneta che non ha più corso. Fannulloni e inconcludenti, un sistema di bastone e carota provvederà a rimetterli in carreggiata, mentre i più disponibili e volonterosi diverranno i/le favoriti/e dell’ormai celebre preside sceriffo. E saranno esempi virtuosi per i loro alunni.

Ma non è tutto questo il peggio, anche se, lo confesso, centinaia di migliaia di docenti in piazza mi aveva fatto sperare che andasse un po’ meglio.

No, la cosa per me agghiacciante, è il doppio ricatto con il quale la ‘riforma’ è stata portata a compimento. Ai docenti: o fate come dico io o dite addio alle immissioni in ruolo. E ai parlamentari del Pd: o fate come dico io o dite addio alla poltrona. Con una differenza: i docenti continuano a dire di no; i parlamentari hanno scoperto di avere un altissimo senso della responsabilità che impedisce loro di provocare una crisi di governo “che in questo momento l’Italia non può permettersi”. Gli “irresponsabili” sono stati quattro, ai quali va la mia stima.

Visto che il Parlamento serve sempre a meno, a quando la sua trasformazione in Assemblea dei parlamentari muti?

P.S. Cara ministra Boschi, se le fa piacere, può anche dirmi che ho un’allucinazione.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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