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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 07/07/2015

 

DDL

 

DDL

Post n°3761 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da “OrizzonteScuola”


DDL riforma scuola. Docenti in sciopero della fame "Mattarella non firmare". Oggi testo in aula


di redazione
 
Oggi il testo del DDL di riforma della scuola arriverà in aula, alla Camera, per l'ultima votazione dopo il voto di fiducia al Senato.
Le proteste non accennano a smorzarsi e da ieri due docenti del comitato "Scuola per la Repubblica" hanno iniziato lo sciopero della fame. Albergheranno in un camper e chiedono al Presidente della Repubblica di "non fare il notaio, ma il garante della costi­tu­zione".
Oggi Roma sarà nuovamente interessata da una manifestazione organizzata da tutti i sindacati di categoria e dai docenti organizzati.
Al loro fianco esponenti di Sel e del M5S. "Oltre a uscire dal Palazzo per incontrarci con i manifestanti, faremo anche entrare i cittadini a Palazzo Montecitorio, invitandoli ad assistere dalle tribune ai lavori d'Aula. In questo modo - spiegano deputati e senatori pentastellati - potranno assistere con i loro occhi allo scempio che stanno compiendo Governo e Maggioranza".
Intanto alla vigilia dell'approvazione del testo, il ministro Giannini apre al dialogo sul suo profilo Facebook: "Diventerà una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto con tutti voi - promette - sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell'Università.‪#staytuned". Un dialogo a bocce ferme, qualcuno si chiede che senso abbia.
Nel frattempo i sindacati si organizzano anche per il post-approvazione, con gli uffici legati di tutti i sindacati all'opera per attaccare giurdicamente il testo. Mentre i Cobas promettono uno scontro permanente in ogni istituto.
Tutto sulla Buona scuola

 
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Faraone

Post n°3760 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Faraone

 

Da “La Tecnica della Scuola”


Faraone e l’albero della cuccagna


Lucio Ficara


Il sottosegretario al Miur Davide Faraone, impegnatissimo, per sua stessa ammissione, a fare in modo che già il prossimo settembre siano garantite le oltre 100 mila assunzioni  e che si parta già con l’organico dell’autonomia, trova anche il tempo di comunicare, tramite social network, le strabilianti novità della Buona Scuola
Sembra essere questa la nuova strategia del Miur, dopo le pesantissime contestazioni di massa degli insegnanti, per recuperare consensi. Infatti con una sincronia incredibile,  da fare invidia alle più abili  ginnaste di nuoto sincronizzato, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e Davide Faraone, lanciano una campagna imbonitrice sulla buona scuola, cercando di ammorbidire le dure contestazioni subite.
La Giannini apre al dialogo e al confronto, attraverso il suo profilo facebook, sui provvedimenti in via di approvazione definitiva in materia di Istruzione. Davide Faraone sciorina tutti gli investimenti fatti da questo governo sulla scuola, facendo credere che la legge sulla scuola sia l’albero della cuccagna. L’atteggiamento usato da Davide Faraone sul suo profilo facebook, fa tornare in mente la favola di Pinocchio, quando la volpe cerca di convincere il burattino più famoso del mondo dell'esistenza dell'albero della cuccagna.
Faraone, con estrema sicurezza e senza alcun timore di essere smentito, sostiene che “questo è un governo che per la prima volta dopo tanti anni torna a investire nella scuola”.
Snocciola cifre, che nessuno ha ancora visto e che molti temono non vedranno mai: 500 euro annue per ogni insegnante per spese culturali e di aggiornamento, 90 milioni di euro per il piano nazionale scuola digitale 2015, 10 mila euro in più ad Istituto per l’acquisto di materiale tecnologico o per l’attivazione di progetti che sviluppino le competenze digitali dei ragazzi. Faraone sostiene che con la Buona Scuola  ci saranno ancora ulteriori risorse: oltre 123 milioni per il 2016. In buona sostanza un vero e proprio albero della cuccagna.
Quindi Faraone promette che con la buona scuola ci saranno più soldi e a partire dal prossimo settembre oltre 100 mila precari avranno il ruolo. Speriamo che non sia la stessa promessa che fece il 18 aprile a Reggio Calabria, dove il sottosegretario siciliano disse in pubblico: “Fra qualche giorno, al massimo martedì prossimo, sarà disponibile on line l’anagrafe degli edifici scolastici, dove ognuno potrà vedere lo stato di sicurezza e di eventuali messe in sicurezza della propria scuola”.
Rammentiamo all’On. Davide Faraone che siamo a luglio e di martedì ne sono passati tanti, ma di anagrafe degli edifici scolastici on line nemmeno l’ombra. Forse prima di parlare delle 100 mila assunzioni effettive al primo settembre 2015, dell’organico dell’autonomia a partire dal prossimo settembre,  e dell’albero della cuccagna che non c’è, sarebbe meglio aspettare i fatti ed evitare inutili promesse.


 

 
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Giannini

Post n°3759 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola"


DdL, Giannini apre al confronto su Facebook


Alessandro Giuliani


Il ministro: il mio profilo privato diventerà una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto con tutti voi sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni in fatto di Ricerca e Università. L’obiettivo è creare un canale di scambio di opinioni. Basterà per recuperare punti?

Inizia un nuovo corso, all’insegna dell’area interattiva digitale, per i rapporti tra il Miur e tutti coloro che seguono le sorti della scuola italiana. Come per le altre modifiche alle norme nazionali che regolano l'Università e la Ricerca pubblica. Ad annunciarlo è direttamente il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini.
"Cari amici – dichiara il responsabile del Miur, lunedì 6 luglio - , da oggi inizia per me un nuovo percorso su Facebook. Il mio profilo privato diventerà una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto con tutti voi sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell'Università.
#staytuned".
L’iniziativa del ministro giunge proprio alla vigilia dell’approdo in Aula alla Camera del testo di riforma della Scuola, dove dovrebbe incassare l’assenso per diventare legge dello Stato: Giannini ha quindi spiegato che terrà aperto, sul web, un canale costante di informazione e scambio di opinioni sulla riforma.
Basterà il confronto nell’area cosiddetta Social, per recuperare un po’ di consensi su una riforma, quella dell’istruzione pubblica, che ad oggi rimane iper-contestata?

 
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NUOVO TESTO UNICO

Post n°3758 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ItaliaOggi”


Nuovo testo unico, ecco perché si rischia la paralisi


Salteranno norme e prassi di decenni



Carlo Forte


Le norme sulla scuola saranno contenute in un nuovo testo unico. Lo prevede una delle deleghe contenute nel disegno di legge sulla scuola, da attuarsi entro 18 mesi dall'entrata in vigore della riforma. Il rischio che si corre è di complicare ulteriormente l'interpretazione e l'applicazione di tutte le norme del diritto scolastico.
Ecco i motivi. È dal 1994 che il governo non provvede ad una rivisitazione sistematica della normativa scolastica in vigore. E il compito si preannuncia molto difficile. La scuola, infatti, è stata fatta oggetto nel corso degli anni di un numero enorme di provvedimenti.
I compilatori del nuovo testo unico dovranno fare i conti non solo con la grande quantità di disposizioni, ma anche e soprattutto con il lavoro di interpretazione. Che costituisce il prerequisito per l'inserimento delle disposizioni all'interno di qualsiasi testo unico. La funzione di questa particolare tipologia di atto normativo, infatti, non è solo quella di riunire in un unico volume tutte le norme di un determinato settore, ma anche quella di scartare le norme non più in vigore.
Nei testi unici, peraltro, viene di solito inserita una disposizione che preclude la possibilità di far prevalere norme di settore non inserite nel testo unico stesso. A meno che la legge non preveda espressamente l'abrogazione della disposizione contenuta nel testo unico. Anche se non necessariamente in contrasto. (si veda, per esempio, l'art. 55 del decreto legislativo 177/2005).
Il rischio che si corre con l'avvento del nuovo testo unico, dunque, è quello di cancellare norme importanti che, nel corso degli anni, hanno informato la prassi delle istituzioni scolastiche. Si pensi, per esempio, alle disposizioni che regolano le competenze e le funzioni degli organi collegiali della scuola. Alcune di queste ancora regolate dai regi decreti degli anni '20 con i quali fu introdotta la riforma Gentile. Come per esempio, la norma che prevede la prevalenza del voto del presidente del consiglio di classe in caso di parità. Oppure quella che regola il processo di assegnazione dei voti di scrutinio.
E poi c'è tutto l'impianto della contrattazione collettiva, introdotta anche nella scuola, dal decreto legislativo 29/93, successivamente rimodernato con il decreto legislativo 165/2001: il cosiddetto testo unico del pubblico impiego. In questo caso il rischio che si corre è quello di introdurre modifiche unilaterali negli obblighi di lavoro. Che potrebbero addirittura precludere la riapertura dei tavoli negoziali. Pure necessaria per effetto della recente pronuncia della Corte costituzionale con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale delle norme che bloccano per il futuro il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Il peggioramento delle condizioni di lavoro degli insegnanti, infatti, qualora fosse introdotto per legge, direttamente nel testo unico, andrebbe a scontrarsi con una disposizione contenuta nella legge 15/2009: la norma che preclude alla contrattazione collettiva la possibilità derogare le leggi. Che però fa salve le deroghe introdotte con il contratto di lavoro attualmente vigente.
Ciò vuole dire che i sindacati potrebbero non avere interesse a firmare un nuovo contratto che recepisse eventuali condizioni peggiorative. E tutto rimarrebbe assolutamente come prima. Sempre che il legislatore non decidesse di abrogare espressamente l'articolo 2 della legge 15/2009, nella parte in cui fa salve le deroghe previgenti. Ma così facendo il governo andrebbe allo scontro con tutti i sindacati e i lavoratori del pubblico impiego.
E poi c'è la questione delle sanzioni disciplinari. Questione particolarmente delicata perché nel testo unico del 1994 (il decreto legislativo 297/94) vi sono norme, tuttora in vigore, in aperto contrasto con quelle contenute nel decreto Brunetta. Si tratta in particolare della disciplina sostanziale che regola le sanzioni del personale docente. Sanzioni più pesanti di quelle previste per il resto del pubblico impiego. Che però, secondo la prevalente giurisprudenza di merito, non sono applicabili dai dirigenti scolastici (ma il ministero è di diverso avviso). In questo caso il contrasto potrebbe essere risolto essenzialmente in tre modi. Il primo è la delegificazione della materia e relativa restituzione al tavolo negoziale. La seconda è il recepimento del decreto Brunetta con relativa cancellazione della disciplina sostanziale delle sanzioni attualmente in vigore. Il terzo è la riscrittura totale dell'intera materia, con l'introduzione di nuovi istituti validi solo per i docenti

 

 
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BUONA SCUOLA

Post n°3757 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Corriere della sera”


Buona scuola, martedì l’ultimo atto. Discussione alla Camera e proteste


Ultimo passaggio parlamentare per il ddl. Presidi fin dalla mattina di sindacati e docenti a Montecitorio. Giannini: parliamone su Facebook

Claudia Voltattorni


ROMA .Così si chiude il primo post pubblico della ministra dell’Istruzione Stefania Giannini che da lunedì 6 luglio ha reso pubblico il suo profilo privato su Facebook. Una decisione per aprire la pagina a «dialogo e confronto con tutti voi sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell’Università». E non mancheranno quindi anche lì le proteste del mondo della scuola che si sta preparando all’ultima puntata di questa lunga gestazione che è stata la riforma della Buona scuola voluta dal governo di Matteo Renzi, partita lo scorso settembre e in arrivo martedì pomeriggio a Montecitorio dove i deputati dovranno discuterla e votarla nel terzo passaggio parlamentare dopo il primo via libera della Camera e poi quello del Senato.
In piazza
Tutto comincerà il pomeriggio di martedì. Dentro e fuori Montecitorio. Alle 16 tutti i sindacati (Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals, Gilda, Cobas) si sono dati appuntamento per un presidio di protesta contro quella che chiamano «la brutta scuola». Lo hanno spiegato i giorni scorsi con annunci a pagamento pubblicati sui giornali. Lo ribadiscono anche oggi: «Noi non possiamo permettere all’esecutivo di cambiare in maniera così autoritaria la scuola di tutti, saremo uniti per difendere la scuola e ci batteremo sempre: torneremo in piazza anche a settembre con tante iniziative di mobilitazione e lavoreremo sodo perché venga fuori in modo chiaro che con questa riforma si cancellano diritti e libertà di tutti». Ma da tutta Italia arriveranno anche studenti, docenti, precari e non, riuniti in associazioni nate su Facebook in questi mesi per protestare contro il disegno di legge (Gessetti rotti, Manifesto nazionale docenti precari, Docenti che non voteranno Pd, Comitato decenti precari, Esercito di docenti, Docenti incazzati). «Questa nostra lotta contro il ddl Scuola - spiegano ad esempio quelli del Manifesto che inizieranno fin dalle 10 del mattino a presidiare Montecitorio - non è una manifestazione di protesta, ma è una festa per la democrazia: indosseremo una maglietta bianca, porteremo una Costituzione e metteremo una fascetta nera sulla fronte per indicare che i nostri pensieri sono censurati ogni santo giorno: è ora di dire basta e riprendersi la democrazia». Anche il Movimento 5 Stelle e Sel saranno in piazza.
In Aula
Ma i docenti saranno anche nell’Aula di Montecitorio dove i deputati cominceranno la discussione del testo approvato al Senato. I 5 Stelle porteranno alcuni insegnanti : «In questo modo potranno assistere con i loro occhi allo scempio che stanno compiendo Governo e maggioranza: l’intento del governo - sottolineano - di smantellare la scuola pubblica statale e di favorire il privato». Il voto è quindi previsto mercoledì pomeriggio e il ddl, visti i numeri della maggioranza alla Camera, dovrebbe diventare legge senza scossoni.
Settembre di mobilitazioni
Ma non finirà la battaglia contro la Buona scuola. «Il movimento non va in vacanza», promettono i contrari alla legge. E Piero Bernocchi, leader dei Cobas, spiega: «La cattiva scuola governativa dovrà affrontare uno scontro permanente in ogni istituto da settembre in poi: fin dalla prima riunione dei collegi docenti e dei consigli di istituto, si passerà “dalla battaglia campale ad una guerriglia», non-violenta ma assai pervasiva, diffusa, continua e logorante per i sostenitori della cattiva scuola-azienda».

 
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SCIOPERO

Post n°3756 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “il manifesto”


Sciopero della fame contro il Ddl scuola. E oggi la protesta alla Camera


La protesta di due docenti a Roma in camper. Appello a Mattarella: Ci riceva e rimandi la riforma alle Camere. Renzi ha spaccato il paese. Oggi a Montecitorio i sindacati della scuola in piazza. La riforma Renzi sarà votata entro il 10 luglio

Roberto Ciccarelli


L’ultimo, estremo, ten­ta­tivo di resi­stenza con­tro la riforma Renzi della scuola (oggi alla Camera, appro­va­zione defi­ni­tiva pre­vi­sta il 10 luglio) è lo scio­pero della fame. Lo hanno ini­ziato ieri due docenti romani: Mauro Carlo Zanella, 50 anni, da 29 mae­stro ele­men­tare, e Rosalba Fal­zone, docente alle supe­riori, di 53 anni (nella foto). La pro­te­sta è pro­mossa da «Scuola per la Repub­blica», una delle asso­cia­zioni che hanno pro­mosso la «Lip — Legge di Ini­zia­tiva Popo­lare per la scuola della Repub­blica», un’iniziativa dal basso soste­nuta da migliaia di docenti che è diven­tata negli ultimi mesi un rife­ri­mento per il movi­mento della scuola. Da oggi i due docenti vivranno in un cam­per par­cheg­giato tra via XXIV Mag­gio e via Maz­za­rino a Roma, vicino al Qui­ri­nale. Il loro appello è rivolto al pre­si­dente della Repub­blica Mat­ta­rella a «non fare il notaio, ma il garante della costi­tu­zione». «L’ideale è che rimandi alle camere un prov­ve­di­mento che ha spac­cato l’unità nazio­nale — spiega Zanella — Met­tendo la fidu­cia sul Ddl al Senato, il governo ha fatto piazza pulita degli emen­da­menti che avreb­bero potuto miglio­rare un Ddl molto cri­ti­cato e cri­ti­ca­bile. È un fatto gra­vis­simo il rifiuto del dia­logo con i docenti, i sin­da­cati e le oppo­si­zioni che hanno pro­po­sto gli emen­da­menti ad una legge così impor­tante». «Il nostro è un atto estremo — aggiunge il mae­stro romano — per un obiet­tivo pra­ti­ca­bile. A Mat­ta­rella chie­diamo un incon­tro con una dele­ga­zione di docenti dove esporre le nostre ragioni, fin­ché non lo con­ce­derà andremo avanti. Certo, l’ideale sarebbe il rin­vio del Ddl alle camere per aprire un vero con­fronto con la scuola che non c’è mai stato». I digiu­nanti, che saranno assi­stiti da un’équipe medica, invi­tano i docenti a soste­nerli unen­dosi alla pro­te­sta o inviando let­tere e mes­saggi al pre­si­dente della Repub­blica. Negli ultimi giorni sem­bra che al Qui­ri­nale ne siano arri­vate già più di ventimila.
Oggi sarà anche il giorno di una nuova pro­te­sta uni­ta­ria dei sin­da­cati della scuola a piazza Mon­te­ci­to­rio. La rete degli stu­denti ha lan­ciato un flash-mob a piazza Navona. Le docenti che si rico­no­scono nel gruppo delle «Cat­tive Mae­stre» hanno lan­ciato sui social net­work una foto-petizione dove invi­tano i col­le­ghi a unirsi alla pro­te­sta al par­la­mento con­tro la riforma che isti­tui­sce il «preside-manager», la chia­mata diretta dei docenti, met­tendo a rischio la libertà di inse­gna­mento degli oltre 102 mila pre­cari assunti in varie tor­nate nel corso del pros­simo anno sco­la­stico. Flc-Cgil, Uil e Cisl scuola, Gilda e Snals, hanno pub­bli­cato sui quo­ti­diani un avviso a paga­mento dove rias­su­mono le ragioni della pro­te­sta con­tro il Ddl scuola sin dallo scio­pero gene­rale del 5 mag­gio scorso al quale hanno ade­rito quasi 700 mila tra docenti e per­so­nale Ata. E a set­tem­bre di rico­min­cia. Gli uffici legali di tutti i sin­da­cati si stanno pre­pa­rando alla bat­ta­glia, som­mer­gendo il Miur di ricorsi. Piero Ber­noc­chi (Cobas) sostiene che «fin dalla prima riu­nione dei col­legi docenti e dei con­si­gli di isti­tuto si pas­serà dalla bat­ta­glia cam­pale alla guer­ri­glia non vio­lenta e assai per­va­siva, dif­fusa e con­ti­nua. Ogni scuola sarà una bar­ri­cata con­tro il governo». L’11 set­tem­bre è stata pro­gram­mata una riu­nione nazio­nale delle Rsu, men­tre il primo giorno di scuola — dif­fe­ren­ziato sul ter­ri­to­rio nazio­nale — ci saranno assem­blee sin­da­cali. L’Anief si appella alla «coscienza» dei depu­tati per respin­gere la riforma alla Camera. Oggi, davanti alla ­Ca­mera, ci saranno anche Sel e il movi­mento 5 Stelle. Il destino della riforma è tut­ta­via già segnato

 
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RIFORMA

Post n°3755 pubblicato il 07 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “ItaliaOggi”


La riforma finisce in tribunale


I sindacati rappresentativi del settore preparano il primo ricorso unitario della storia. Obiettivo: portare la chiamata diretta dei prof alla Consulta

Alessandra Ricciardi


Ora c'è da mettersi d'accordo sui dettagli del ricorso. Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda sono pronti, per la prima volta nella storia del sindacalismo scolastico, a ricorrere unitariamente contro una riforma, quella della Buona scuola che oggi arriva nell'aula della camera per il via libera definitivo e contro la quale davanti Montecitorio ci sarà l'ennesima manifestazione di protesta. Gli uffici legali delle varie sigle si vedranno nei prossimi giorni per fissare i punti chiave dell'impugnativa davanti ai giudici, che avrà due filoni paralleli: il primo punta a portare la legge alla Consulta per vizi di legittimità costituzionale, dal sistema della chiamata diretta dei docenti alla valutazione degli stessi a cui concorrono anche genitori e studenti; il secondo a tutelare, davanti ai giudici ordinari, i diritti dei precari esclusi dalla stabilizzazione, dagli insegnanti di seconda fascia delle graduatorie di istituto ai diplomati magistrali non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Insomma, il tribunale sarà la nuova frontiera della protesta contro la riforma.
«È un'attività non propriamente sindacale», ammette Massimo Di Menna, leader della Uil scuola, «il nostro compito è risolvere i problemi attraverso il negoziato. Nel privato, datori di lavoro come Sergio Marchionne, per rivedere il rapporto di lavoro nelle aziende, sono passati attraverso le trattative sindacali. Nella scuola stiamo invece assistendo a un'assoluta anomalia, un datore di lavoro, il governo, che ignora i rappresentati dei lavoratori. Questo ci spinge a scelte estreme per alcuni noi, impugnare la legge, e unitariamente, davanti al giudice». Dopo lo sciopero del 5 maggio scorso, che ha visto l'astensione dal lavoro di 618 mila dipendenti, «sbaglia il governo a credere che la scuola a settembre si rassegnerà alla riforma», rincara la dose Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «e noi utilizzeremo tutte le armi che abbiamo a disposizione, compresa quella legale, visto che quella della trattativa ci è negata». Non si può migliorare il sistema scolastico «con provvedimenti che l'intero mondo della scuola ritiene, con solide motivazioni, sbagliati», ragiona Marco Paolo Nigi, segretario Snals-Confsal, «e che noi avverseremo unitariamente». Aggiunge Rino Di Meglio, coordinatore Gilda: «Il governo e il Pd hanno oggi consumato uno strappo insanabile con gli insegnanti, e il mondo sindacale risponderà compatto». La prossima legge «è confusa e illegittima in molti punti, c'è l'intento di comprimere i diritti dei precari e di violare la liberà di insegnamento», dice il numero uno della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo.
Il riferimento è al sistema della chiamata diretta, che assegna al dirigente il compito di scegliere il docente da utilizzare presso il proprio istituto e, dopo tre anni, il potere di confermarlo o meno. Inevitabile il rischio, sostengono le sigle sindacali, che nel giudizio finiscano per pesare anche valutazioni circa il modello didattico e l'orientamento culturale o politico dell'insegnante. Per non parlare del peso che avranno genitori e studenti nella valutazione ai fini dell'attribuzione del premio per il merito, circa 2.500 studenti delle scuole superiori di secondo grado e 14.500 genitori in tutti gli ordini scolastici: soggetti esterni al rapporto di lavoro che incidono su una quota di stipendio accessorio, senza vincoli e parametri oggettivi.
Mentre i sindacati, a cui pure il decreto 150 ancora assegna voce in capitolo, restano fuori. Insomma, questioni squisitamente contrattuali e non solo alla base della prossima battaglia d'autunno.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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