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 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 08/07/2015

 

Insegnanti ciceroni

Post n°3770 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Nuova Sardegna"


Sassari, insegnanti ciceroni spiegano ai turisti i guai del ddl Renzi


Manifestazione contro la riforma della scuola: i docenti alle prese con storia dell’arte e crisi dell’istruzione


di Luigi Soriga


SASSARI. Gli insegnanti, questa volta, per manifestare contro il Ddl Renzi sulla “Buona scuola”, se la sono pensata bella.

«Per un giorno faremo gratuitamente le guide turistiche per i visitatori della Basilica di Saccargia, e li informeremo anche delle conseguenze della riforma scolastica».

A pensarci bene l’idea è di una perfidia unica. Si propongono come Ciceroni, cominciano a parlare di stile romanico pisano, e poi a tradimento, quando il turista meno se l’aspetta, con qualche gioco di prestigio concettuale, tra un abside e una navata ci infilano Matteo Renzi. Tiè!

«D’altronde – sostiene Graziano Caputa, 40 anni, docente di Lettere all’Alberghiero – i monasteri con i loro “scriptoria” contribuirono a salvare e divulgare la cultura nei cosiddetti secoli bui del Medioevo. Ecco perché la scelta della chiesa di Saccargia: un alto valore simbolico e anche un sito visitato da numerosi turisti».

Peccato che gli insegnanti, a proposito di cultura e Divina Commedia, non abbiano fatto i conti con Flagetonte, e con un anticiclone da 40 gradi all’ombra. Alle 17, i turisti sono tutti sotto gli ombrelloni a bordo piscina nei loro alberghi, e alla sacralità della basilica hanno preferito di gran lunga un benedetto condizionatore.

Ma a un certo punto il miracolo: i pullman scaricano alla spicciolata qualche coppia di anziani tedeschi e del nord Europa. Hanno affrontato Flagetonte, sono armati di macchina fotografica a tracolla, e per nulla al mondo rinuncerebbero a immortalare l’architettura zebrata di Saccargia.

Ma c’è un problema: un lato della chiesa è completamente coperto dalle impalcature del restauro, e sulla facciata un gruppetto di persone sta appiccicando degli strani manifesti che raffigurano un tipo con i dentoni e le orecchie d’asino. E adesso, come scattare la tanto sospirata foto?

Ignari del dramma interiore e artistico che i turisti stanno vivendo, gli insegnanti-guida possono entrare in azione. Sono stati previdenti: sapevano già che la loro missione divulgatrice avrebbe avuto bisogno di un inglese fluente, e quindi si erano premuniti di tradurre il testo anti “Buona Scuola”.

Frasi chiare e semplici, condensate in un concetto: la riforma Renzi è un disastro. «È priva di alcun fondamento pedagogico-scientifico. Il Ddl è concepito da persone che non conoscono la scuola e la trattano come fosse un’impresa, applicando le regole del marketing. L’obiettivo finale è la privatizzazione, alla stregua della Sanità o delle Poste, con collegi di docenti trasformati in cda, con presidi dai superpoteri, e dimenticando che l’istruzione è il patrimonio più prezioso di una nazione».

L’acrobazia è infilare questo distillato di concetti dentro un breve tour di storia dell’arte sacra. La scena, a immaginarla è più o meno così: la guida parla, il turista ascolta. «L’impianto a croce commissa, con aula mononavata, è costituito da un transetto triabsidato con bracci voltati a crociera. Lo stile bicromo alterna cantonetti calcarei

e basaltici, e le maestranze sono pisano-pistoiesi. Sono chiare dunque le influenze toscane, come fiorentino è l’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha concepito un disegno di legge nefasto per la scuola...». Tutto questo, naturalmente, in inglese o in tedesco.

 

 

 

 
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DDL Scuola

Post n°3769 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “La Tecnica della Scuola”


DdL Scuola, inizia la discussione finale alla Camera (DIRETTA)


Andrea Carlino

E' iniziato tra le polemiche l'esame degli emendamenti al DdL scuola in aula alla Camera, giunto all'ultimo passaggio prima del voto finale.
IL TESTO DEL DDL 2994-B IN FASE DI APPROVAZIONE ALLA CAMERA

La relatrice di maggioranza Maria Coscia (Pd) e il governo hanno dato parere contrario a tutti gli emendamenti.
In apertura di seduta, così come riporta askanews, il vicepresidente di turno dell'assemblea Roberto Giachetti ha spiegato che la presidenza ha deciso di procedere alle votazioni per principi o rassuntive, secondo quanto previsto dall'articolo 85 bis del regolamento, e dunque di chiedere a ciascun gruppo di segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Per Giancarlo Giordano (Sel) si tratta di una "contrazione della possibilità delle minoranze di intervenire sul testo. Sono soltanto 135 gli emendamenti presentati dalle opposizioni quindi non capiamo il motivo per cui dobbiamo subire l'ennesima contrazione dei tempi. Per quanto riguarda il nostro gruppo, passare da 27 emendamenti a uno solo ci mette di fuori dalla discussione".
La decisione della presidenza della Camera, criticata anche da Lega, M5S e Forza Italia, è stata difesa da Giachetti che ha spiegato come si tratti di una "norma applicata a tutti i provvedimenti in via sistematica", una decisione "adottata sulla base di una costante prassi".
"Le prassi - ha protestato il presidente dei deputati di Sel, Arturo Scotto - non sono le tavole della legge, possono essere cambiate. In questa legislatura più volte e su provvedimenti di estrema delicatezza sono stati tagliati i tempi all'opposizione. Convocare una capigruppo o una giunta del regolamento su questo tema sarebbe una scelta di buonsenso anche per evitare ulteriori tensioni. Lo spazio per l'opposizione oggi sarà ulteriormente ridimensionato ma questo è diventato un fatto naturale, anch'esso è diventato una prassi".
Il voto non dovrebbe riservare sorprese: visti i numeri della maggioranza alla Camera, il provvedimento dovrebbe diventare legge dello Stato.

 
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Riforma

Post n°3768 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da "Il Messaggero"


Riforma della scuola, l’ultimo scontro


Corteo dei sindacati, sit-in e proteste fuori da Montecitorio con Sel, M5S e gli ex dem usciti dal partito. Fassina contestato. Oggi alla Camera parte la votazione del disegno di legge per l’approvazione definitiva. Il Pd: «La svolta è dietro l’angolo».


ROMA «Contro la scuola di classe». Questo lo slogan con cui ieri, nel giorno in cui il ddl di riforma della scuola ha iniziato l'ultimo passaggio dell'iter parlamentare, una fetta di prof e studenti sono tornati in piazza, davanti a Montecitorio, lanciando un appello «alla coscienza dei deputati». Altrimenti, avverte l’Anief, «la riforma uscirà da Montecitorio per entrare nelle aule dei Tribunali». Sono già migliaia, infatti, i ricorsi annunciati come ultima arma di una battaglia che, nel tempo, non ha lesinato i colpi.
CARTELLI E FISCHIETTI
Con cartelli, fischietti, bandiere e striscioni in centinaia, insegnanti e sindacati, si sono radunati davanti alla Camera auspicando un «pentimento» dell'ultimo minuto da parte del Governo. Appelli, affidati agli striscioni, anche al presidente della Repubblica: «Ddl incostituzionale: Mattarella non firmare!». In piazza con i lavoratori anche esponenti dei partiti d'opposizione, come Sel e M5s, e gli ex Pd, Pippo Civati e Stefano Fassina (al quale non sono mancate le contestazioni). «Anche se la varano, questa legge non si applicherà mai. Li rimandiamo a settembre quando si parlerà anche del rinnovo dei contratti», ha detto in piazza il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. «L'applicazione di questa riforma incontrerà enormi difficoltà. La nostra mobilitazione - ha avvertito il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio - continuerà anche durante l'estate e a settembre ogni istituto diventerà la Stalingrado della Buona scuola». «Renzi ha con violenza chiesto e ottenuto la fiducia al Senato ma ha perso la fiducia del mondo della scuola», ha commentato il piazza con i lavoratori anche esponenti dei partiti d'opposizione, come Sel e M5s, e gli ex Pd, Pippo Civati e Stefano Fassina (al quale non sono mancate le contestazioni). «Anche se la varano, questa legge non si applicherà mai. Li rimandiamo a settembre quando si parlerà anche del rinnovo dei contratti», ha detto in piazza il leader della Uil, Carmelo Barbagallo. «L'applicazione di questa riforma incontrerà enormi difficoltà. La nostra mobilitazione - ha avvertito il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio - continuerà anche durante l'estate e a settembre ogni istituto diventerà la Stalingrado della Buona scuola». «Renzi ha con violenza chiesto e ottenuto la fiducia al Senato ma ha perso la fiducia del mondo della scuola», ha commentato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, assicurando che i sindacati sono pronti a dar battaglia ben oltre l'approvazione della legge che ormai, loro malgrado, danno per scontata.
IL CORTEO
Per il leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo «si sta creando una situazione di confusione che rischia di far cominciare l'anno scolastico nel peggiore dei modi». Il «tanto sbandierato» piano di assunzioni previsto dalla riforma «è un bluff» a parere dei sindacati secondo i quali nel prossimo anno scolastico ci saranno circa 60mila cattedre senza insegnanti di ruolo». La maggioranza politica, in ogni caso, non sembra avere intenzione di fermarsi. La Buona Scuola potrebbe essere approvata già oggi. Non sono le date a preoccupare gli insegnanti. Ieri sera, a sit-in esaurito (con corteo finale improvvisato fino a piazza Santi Apostoli con tanto di insegnanti incatenati), la Camera ha avviato la discussione sulla riforma della scuola.
ORE DECISIVE
Sul testo, che non è stato modificato in commissione a Montecitorio rispetto a come è stato approvato dal Senato, potranno essere presentati al massimo 40 emendamenti per gruppo. Le votazioni avranno inizio stamattina. « La svolta è ormai dietro l'angolo», ha commentato Maria Coscia, capogruppo Pd in Commissione Cultura alla Camera e relatrice del provvedimento. Ma tra gli oppositori della Buona scuola c'è chi ancora spera che il Presidente della Repubblica rifiuti di votare la legge restituendola al Parlamento. Il piano delle assunzioni, previsto dalla riforma, prevede diverse fasi. «A settembre - spiega Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi - entreranno nelle scuole solamente i 36.625 professori che andranno a coprire i posti disponibili e vacanti. Tutti gli altri verranno assunti nel corso dell'anno con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2015, ma con decorrenza economica dall’entrata in servizio».
Valeria Arnaldi

 
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Scuola

Post n°3767 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole

Da “Corriere della sera”


Scuola, stretta finale I sindacati avvertono: a settembre sarà il caos


E al Senato partenza lenta per il ddl Boschi


ROMA È l’ultimo atto. Dentro Montecitorio. Ma fuori, davanti alla Camera, una piazza piena di bandiere colorate e striscioni molto creativi («Renzi #staisereno prenditi un Oxi») scandisce a una sola voce: «Non ci fermeremo, la protesta contro la Buona scuola non finisce qui, ci rivediamo a settembre». Dopo dieci mesi di dibattiti, consultazioni online, proteste, scioperi, giornate per «spiegare», annunci, scuse e passi indietro, al massimo domani la Buona scuola diventa legge.
Da ieri sera a Montecitorio è cominciata la discussione del disegno di legge 2994b. È l’ultimo passaggio parlamentare del testo già approvato in prima battuta dalla Camera il 20 maggio e poi dal Senato il 25 giugno.
Pochissime quindi le modifiche del disegno di legge licenziato da Palazzo Madama, appena 140 gli emendamenti (sfoltiti all’ultimo momento) da votare, cui si aggiungono gli ordini del giorno. Poi le dichiarazioni di voto, con il via libera finale che potrebbe arrivare domani e, visti i numeri della maggioranza alla Camera, la Buona scuola sarà legge senza problemi: dal primo settembre verranno dunque assunti 10o.701 precari, sarà dato più potere ai presidi, verrà assegnato un bonus in denaro ai docenti più meritevoli. «La svolta è ormai dietro l’angolo» esordisce in aula la relatrice del testo Maria Coscia (Partito democratico).
Lo sanno le decine di professori, precari e non, che ieri erano davanti a Montecitorio nonostante il grande caldo romano e che, guidati dal leader dei Cobas Piero Bernocchi hanno cercato di raggiungere il Quirinale per chiedere al presidente della repubblica Sergio Mattarella di non firmare la nuova legge. Torneranno anche oggi e domani insieme agli studenti dell’Uds.
La Buona scuola diventerà legge ma loro non demordono. «La mobilitazione continuerà anche durante l’estate - promette Rino Di Meglio della Gilda insegnanti - e a settembre ogni istituto diventerà la Stalingrado della Buona scuola perché l’applicazione di questa riforma incontrerà enormi difficoltà». Annunciano fiumi di ricorsi i sindacati che l’opposizione contro la riforma in questi mesi ha unito come non succedeva da anni.
Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Fnals Confsal, Gilda: insieme hanno riunito gli uffici legali «per rispondere alle centinaia di ricorsi che arriveranno da settembre da parte di precari non assunti, ma anche contro le decisioni dei presidi trasformati in manager».
E si promette battaglia anche dentro il Parlamento. Il Movimento 5 Stelle chiede a Mattarella di non firmare la legge «perché incostituzionale»: «La nostra opposizione è totale e assoluta - dice in aula Gianluca Vacca - perché la riforma sarà dannosa per la scuola italiana».
Elena Centemero, responsabile scuola di Forza Italia, spiega che «le proteste sono eccessive: nel testo ci sono delle criticità ma la nostra scuola ha bisogno di cambiare e ora alcuni passi vengono fatti».
Ma, prevede Domenico Pantaleo (Cgil) «l’anno scolastico comincerà nel peggiore dei modi, sarà un autunno molto caldo».
Se la riforma della scuola sarà legge adesso, sembra però ormai deciso che quella del Senato slitterà a settembre. Anche se ieri sera il ministro per le riforme Maria Elena Boschi ha mostrato fiducia: «Ci sono margini per fare un buon lavoro prima della pausa estiva».
Claudia Voltattorni

Tuttoscuola ha raccolto diverse voci dei manifestanti in questi due file (FILE 1 e FILE 2).

 
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DDL

Post n°3766 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da “Tuttoscuola”


Ddl scuola, la protesta in piazza Montecitorio


Tuttoscuola ha raccolto diverse voci dei manifestanti


No al preside-sindaco", "No ai soldi dei privati, "No alle scuole di serie A e di serie B", "Renzi stai sereno, noi non molleremo". Sono alcuni degli slogan urlati dalla folla che tra le 15 e le 16 ha riempito piazza Montecitorio per protestare contro il ddl "Buona scuola".

Hanno preso parte alla manifestazione, oltre a Cgil, Cisl e Uil Scuola, anche sigle sindacali come Gilda, Co.n.itp., Cobas e Snals. "Siamo pronti a bloccare la scuola a settembre", urlano i manifestanti davanti al Parlamento, armati di fischietti, bandiere e trombette.

"Diciamo no ai due docenti del comitato di valutazione. No alla valutazione del merito in base a meccanismi che ancora non si conoscono", dice una prof. venuta dalla Sardegna. Un ragazzo distribuisce copie della Costituzione Italiana, "quella che Renzi vorrebbe distruggere". "Mai più Pd, siete dei traditori del popolo!", grida invece una giovane insegnante.

Nella piazza sventola anche qualche bandiera del Movimento Cinque Stelle. È presente anche una delegazione di Sel.

 
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Docenti

Post n°3765 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Docenti

Da “La Tecnica della Scuola”


I docenti danno lezioni di democrazia alla politica


Silvana La Porta


Ieri a Roma tanti operatori della scuola si sono riversati in piazza per gridare l’ennesimo no alla riforma Renzi. Ecco la vibrante testimonianza di Marcella Raiola del Coordinamento precari di Napoli.



Qual è stato lo scenario di ieri a Roma?

Non era scontato che il 7 luglio tanta gente si riversasse a Roma. Da Napoli sono partiti due pullman Cobas con 85 persone a bordo, di cui 30 studenti di tutti i collettivi operanti sul territorio campano. Una piazza traboccante, completamente ignorata da una stampa asservita, che ha abdicato alla sua funzione precipua; una piazza bollente, non solo per il caldo terribile, ma soprattutto per la rabbia; una piazza composta da tutte le "anime" della protesta, dalla più moderata e recente alla più radicale e della prima ora, contro un disegno di legge che umilia la Scuola tutta e calpesta i più elementari diritti dei lavoratori e, soprattutto, delle lavoratrici. Il comparto Scuola, infatti, è altamente femminilizzato e precarizzato da anni; la prevista assunzione su tutto il territorio nazionale mette le donne da anni in attesa di stabilizzazione di fronte ad un aut-aut intollerabile: o la deportazione, o la rinuncia al lavoro!

E l’atteggiamento dei politici?

Personalmente, ho provato fastidio nel vedere alternarsi, sul palco montato sotto l'obelisco di Montecitorio, esponenti politici e sindacali che fino ad ora, per amor della poltrona, hanno consentito al DdL di seguire il suo iter senza mettere mai in discussione la ratio ad esso sottesa, cioè quel mercantilismo e quel "classismo di ritorno" imposti dai poteri economici (ormai è noto che la legge riprende un "desideratum" della Fondazione TreeLLLe!) che costituiscono un attentato alla Costituzione e determinano il primato degli affari sulla politica e sulla cittadinanza.

Come giudica la posizione sulla questione dei sindacati confederali?

Mi preoccupa molto, inoltre, l'illusione, alimentata dai sindacati confederali, di una risoluzione "ex post" del conflitto, per via giurisdizionale, cioè tramite ricorsi e referendum, strumenti che potrebbero non essere affatto dirimenti e che, intanto, spegnerebbero la protesta e farebbero la fortuna politica di qualche avventuriero o di qualche esponente del Pd tardivamente fuoriuscito dalla sua compagine.

C’è stato qualche momento di tensione?

La piazza si è trasformata in un lungo corteo; alcuni colleghi e amici del Collettivo "3 Ottobre" di Milano, all'altezza della sede della Provincia, sono stati strattonati e trattenuti dalla polizia, perché avevano proposto un sit-in.

Lei pensa che alla scuola sia affidato in questo momento un compito importante nel Paese?

La vittoria morale è certamente nostra. Non sono mancati riferimenti entusiasti alla reazione del popolo greco, che ha avuto il coraggio, in condizioni estreme, di rigettare il mantra dell'austerity e di prospettare un futuro senza paura e senza padroni. Stiamo dando lezioni di democrazia a quelli che sarebbero preposti a difenderla e a tradurla in provvedimenti legislativi. Continueremo a farlo senza scendere a compromessi. La posta in gioco è troppo alta per cedere.

 
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DDL

Post n°3764 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: DDL

Da “OrizzonteScuola”


DDL riforma. Il video: il mondo della scuola è sceso nuovamente in piazza. A settembre battaglia legale e barricate



di Fulvia Subania

 

Migliaia di docenti nuovamente in piazza per chiedere ai parlamentari di non votare la riforma della scuola.

Ieri, mentre in Parlamento si preparava il dibattito sulla scuola prima del voto finale, in piazza migliaia di docenti manifestavano per chiederne il ritiro.

Presenti tutti i sindacati, le associazioni dei docenti, le forze di opposizione.

Molti gli appelli e le intenzioni di azioni per contrastare la riforma anche dopo il suo varo.

I sindacati stanno organizzando gli uffici legali per avviare una battaglia nei tribunali, mentre da settembre si promette battagli all'interno delle scuole, con "barricate" contro l'applicazione.

 
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Stipendi

Post n°3763 pubblicato il 08 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Stipendi insegnanti al palo e DDL scuola introduce premi solo ai meritevoli, individuati con sistema discutibile


di redazione
 
 
Anief - Per i dipendenti dello Stato, il rinnovo contrattuale, atteso da sei anni, potrebbe rivelarsi una beffa.
Già, perché se l’ultima sentenza della Consulta, non appena pubblicata, annullerà il blocco dei contratti, previsto dalla Legge 122/2010 fino al 2012, prorogato dalla Legge 147/2013 fino al 2014, e ancora dalla Legge 190/2014 fino al 2015, costringendo il Governo a convocare le parti sociali, non ci saranno comunque più aumenti “a pioggia” per tutti i lavoratori in base all’anzianità di servizio maturata. Ciò accadrà perché il decreto legislativo 150/2009, la riforma della Pubblica amministrazione che viene associata a Renato Brunetta, l’allora ministro della Funzione pubblica, e la successiva intesa interconfederale, prevedono la sostituzione del criterio del merito per anzianità con quello per prestazione individuale all’interno dell’unità aziendale di riferimento.
Quanto appena previsto nel comparto scuola, dove con la riforma di settore Renzi-Giannini, piuttosto che prevedere aumenti per tutti i dipendenti, il Governo ha deciso di attribuire al dirigente scolastico la facoltà di premiare attraverso il salario accessorio chi ritiene più meritevole; peraltro, adottando criteri definiti dal nucleo di valutazione e successivamente da conformare alle linee guida ministeriali. Ora, è il caso di dire, si tratta di una beffa che si aggiunge a quella del mancato recupero delle somme non percepite illegittimamente, sempre per via dei mancati aumenti minimi stipendiali.
“Ad oggi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal - l’unica possibilità per vedere in busta paga gli aumenti rimane quella del ricorso in Tribunale. Per ottenere dal giudice quel diritto allo stipendio equo, almeno pari all’inflazione, che il legislatore continua a negare: quindi, per chiedere quanto costituzionalmente previsto a proposito del pagamento di uno stipendio dignitoso rispetto all’opera professionale profusa, attraverso almeno il ritorno dell’erogazione di quell’indennità di vacanza contrattuale che è legata all’aumento del costo della vita. Ma che, attraverso una serie di meccanismi e dispositivi normativi, è stata bloccata dai vari ultimi Governi ai valori del 2008 sino addirittura al 2018”.
“Ma non solo. Perché il Governo, attraverso il DEF, su questo tema ha già promesso che darà appena 5 euro in più al mese a partire dal 2019. La via dell’impugnazione, per chi intende ottenere giustizia, è quindi inevitabile. L’ultima sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, intese come retribuzione differita, che ha bocciato il mancato adeguamento dei trattamenti previdenziali al costo della vita deciso dall'esecutivo Monti con il decreto Salva Italia per il biennio 2012-2013, ha creato uno spartiacque: d’ora in poi gli stipendi dovranno essere almeno allineati al costo della vita. Per il passato, però, non rimane che l’impugnazione: lo conferma la “toppa”, l’una tantum da 750 a 278 euro di arretrati, messa pochi giorni fa dal Governo Renzi. Ecco perché il sindacato – conclude il rappresentante Anief-Confedir-Cisal - ribadisce la necessità di rivolgersi al giudice ed ottenere finalmente il denaro maltolto”.
Per tutti i dipendenti della scuola che intendono ricorrere per recuperare lo stipendio almeno ai livelli del costo della vita, recuperano le somme non assegnate dal 2008, è stata predisposta dal sindacato autonomo una apposita sezione informativa e di adesioni.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

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