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 dove l’altro smette.

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Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 17/07/2015

 

M5S

Post n°3797 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: M5S

Da “La Tecnica della Scuola”


Riforma, il M5S invita tutte le regioni a fare ricorso: la scuola non è un’azienda!


Alessandro Giuliani

 

I parlamentari ‘grillini’: l'iniziativa veneta conferma che l'autonomia scolastica e l'alternanza scuola lavoro, spacciate da Renzi come una grande rivoluzione, in realtà erano già presenti nel nostro ordinamento e per funzionare avevano semplicemente bisogno di risorse fresche.

 

Dopo il Veneto, anche le altre regioni devono ribellarsi alla riforma e chiederne l’annullamento di alcune parti non costituzionali della riforma dell’istruzione pubblica italiana: lo chiedono i parlamentari M5S delle Commissioni Cultura Camera e Senato, per i quali "la riforma della scuola vacilla ancor prima che venga messa in atto. Il ricorso sollecitato dall'Assessore all'Istruzione della Regione Veneto, infatti, potrebbe aprire un fronte in grado di far crollare pezzo per pezzo questo scellerato provvedimento".

Attraverso una nota congiunta, i parlamentari ‘grillini’ sostengono ce "l'iniziativa veneta conferma ciò che il M5S ha sempre sostenuto: che l'autonomia scolastica e l'alternanza scuola lavoro, spacciate da Renzi come una grande rivoluzione, in realtà erano già presenti nel nostro ordinamento e per funzionare avevano semplicemente bisogno di risorse fresche. Il governo, invece, ha deciso di scardinare questo sistema per trasformare la scuola pubblica nella brutta copia di un'azienda, ignorando le esperienze di 'buona scuola' già naturalmente presenti sul territorio".

"Invece della sbandierata autonomia, questa riforma impone al Paese l'esatto contrario, cioè un centralismo burocratico che parte e si sviluppa dal ministero. Ora faremo in modo che quello Veneto non rimanga un caso isolato, i nostri consiglieri si batteranno affinché anche nelle altre regioni partano i ricorsi", concludono i parlamentari del M5S.

Ricordiamo che in Veneto, Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e alla formazione, ha “bollato” la riforma della scuola come “una prova dichiarata di centralismo, perché cancella le graduatorie di immissione in ruolo su base territoriale ed espropria le regioni delle competenze garantite dall’articolo 116 della Costituzione: da qui il progetto del ricorso, che nei prossimi giorni verrà formalizzato

 
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Insegnanti

Post n°3796 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “Corriere della sera”


Insegnanti con la valigia (e senza stipendio): i rischi della Buona scuola


Prove generali per la riforma. I prof dell’organico funzionale saranno chiamati su base nazionale, e potrebbero trovarsi a doversi trasferire, pena perdita dell’incarico

 

Valentina Santarpia

Insegnanti con la valigia, e senza stipendio (almeno per un po’): la prospettiva dei prof alle prese con l’avvio del nuovo anno scolastico rischia di essere pesante. Secondo una stima dell’Anief, sono almeno due neo assunti su tre, circa 65 mila, gli insegnanti che rischiano di essere trasferiti fuori regione, anche a centinaia di chilometri di distanza dalla propria residenza. E c’è un altro dettaglio della riforma, che sta per essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed è dunque legge a tutti gli effetti, di cui si parla poco, che potrebbe aggravare la situazione: il contratto decorre giuridicamente dal 1° settembre ma in realtà gli insegnanti percepiranno la prima busta paga solo quando entreranno in servizio. E questo potrebbe voler dire anche dopo mesi, in alcuni casi. Ma andiamo con ordine.

Insegnanti di serie A e di serie B

La questione dei trasferimenti è sicuramente un tema spinosissimo: perché di fatto la riforma crea involontariamente due categorie di insegnanti neo assunti. Ci sono i circa 36 mila che verranno assunti in prima battuta, e che sono tecnicamente al sicuro, già entro la metà di agosto se le procedure funzioneranno: a loro andranno i posti vacanti e disponibili per il turn over, e le regole saranno quelle antecedenti alla riforma. Cioè la scelta avverrà su base provinciale, sulla base delle preferenze presentate. La stessa cosa dovrebbe valere per i 10 mila che andranno ad occupare i posti scoperti, quelli che negli anni scorsi venivano occupati «provvisoriamente» dalle supplenze lunghe, dal 1° settembre al 30 giugno. Diverso invece il discorso per il rimanente organico, ovvero quei 55 mila dell’organico funzionale che saranno spalmati sulla base di una sorta di graduatoria nazionale. Cioè, anche se il sistema del ministero dell’Istruzione, attraverso gli Uffici scolastici regionali che distribuiranno i ruoli, tenterà di incrociare desiderata e disponibilità di cattedre, di fatto a questi professori potrebbe essere offerto un posto in qualsiasi provincia, anche al di fuori di quelle vicine a casa.E chi non accetta, è fuori dalle graduatorie, e dalle assunzioni. Secondo l’Anief, si tratta di un «ricatto». Per Maria Coscia, Pd, relatrice del provvedimento alla Camera, bisogna invece ricordare sempre che i precari «vengono assunti sulla base delle esigenze dell’amministrazione scolastica e non viceversa: non si possono creare posti laddove le graduatorie sono stracolme». Per loro la procedura sarà molto diversa: dal 14 luglio al 15 agosto si aprirà una finestra in cui i professori che sono nelle categorie di potenziali assunti potranno compilare online una «domanda» di assunzione. Per essere poi chiamati solo a partire dal 15 settembre.

La mobilità straordinaria

Dovrebbe essere questa la svolta per chi, costretto a far le valigie e a partire per accettare l’incarico, potrà l’anno prossimo chiedere un trasferimento subito, in deroga quindi alla norma che prevede che debbano trascorrere almeno tre anni. Ma in realtà anche questa potrebbe nascondere un tranello: la mobilità infatti riguarderà la totalità degli insegnanti. «E prevarrà la scelta di chi ha maggiore anzianità di servizio», chiarisce l’on.Coscia. Significa che chi è stato assunto negli anni precedenti avrà priorità nello scegliere la sede, e i neo assunti si troveranno quindi a dover stabilire la propria vita per alcuni anni altrove, se vogliono mantenersi stretto il ruolo nella scuola. «Speriamo che nella fase attuativa della riforma si aggiusti quanto indicato nella legge approvata. Ovvero, che non si obblighi il personale, nelle preferenze sulle assunzioni da attuare, ad inserire tutte le province italiane». Ma la linea politica non sembra essere questa. E infatti l’opzione «rinuncia» è ben contemplata nelle stime del ministero, che continua a parlare di numeri «approssimativi» e non definitivi non potendo prevedere le scelte dei potenziali prof

I tempi

Il fatto che l’assunzione giuridica valga per tutti dal 1° settembre non vuol dire che tutti saranno effettivamente pagati dal 1° settembre, indipendentemente dalla loro posizione. Sarà solo la firma del contratto a determinare la partenza dello stipendio da prof a tempo indeterminato. E i tempi di scelta saranno molto diversi per le differenti categorie. I professori «blindati», quelli con cattedra da turn over, potranno prendersi addirittura un anno prima di decidere, nel caso abbiano un altro lavoro e abbiano bisogno di tempo per organizzarsi. Possono firmare il contratto, e tornare in classe l’anno dopo. Quelli che hanno un incarico di supplente annuale, restano al loro posto, firmano il contratto, ma avranno lo stipendio da indeterminato solo dal 1° luglio, quando entreranno effettivamente nel ruolo a loro destinato. Infine, gli insegnanti dell’organico potenziato, potranno prendersi solo una piccola pausa di riflessione, ovvero quella legata ai tempi giuridici del preavviso legato ad un eventuale contratto (15 giorni o un mese, a seconda dei contratti): ma poi dovranno licenziarsi e andare nella scuola a cui sono predestinati. Questo meccanismo dovrebbe permettere a tutti di non rimanere senza busta paga, assicura il Miur. Ma il meccanismo è delicato, e non tiene conto di tante diversissime posizioni. «Se ad esempio ricevo nei prossimi giorni un’offerta di contratto a tempo determinato - rileva un precario- potrei rifiutarla perché sono sicuro dell’assunzione a scuola. Ma se poi la nomina ritarda o è difficile da accettare, ad esempio se è molto lontana da casa, mi potrei pentire». E trovare senza stipendio.

 
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Referendum

Post n°3795 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

 

Da “La Tecnica della Scuola”


Depositati in Corte di Cassazione 8 referendum: c'è anche il preside manager


L'obiettivo del movimento di Civati è chiudere la raccolta delle 500mila firme il 30 settembre, per arrivare a votare sui referendum nella primavera del 2016.

Alessandro Giuliani

La mattina di giovedì 16 luglio, il movimento di Pippo Civati, ha depositato in Corte di Cassazione otto referendum, anunciati solo alcun giorni fa: riguardano lavoro, scuola, legge elettorale e Sblocca Italia. Due quesiti riguardano l'Italicum: uno ne chiede l'abolizione totale, uno l'abolizione di capilista e pluricandidature. Altri due quesiti chiedono l'abolizione di due aspetti del Jobs act: demansionamento e licenziamenti collettivi. Due intendono verificareil pensiero del popolo italiano sulle trivelle e sul loro valore strategico.

Per quanto riguarda la scuola, ha fatto sapere il movimento 'Possibile', il referendum interviene in particolare sulla figura del preside manager e dai poteri "allargati", introdotta dalla riforma e tanto contestata negli scorsi mesi anche dai docenti.

L'obiettivo del movimento di Civati è chiudere la raccolta delle 500mila firme il 30 settembre, per arrivare a votare sui referendum nella primavera del 2016

 

 
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Sostegno

Post n°3794 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

 

Da “OrizzonteScuola”

 

Sostegno: l’assistenza scolastica non è un diritto incondizionato secondo il Consiglio di Stato

 

di Lucrezia Di Dio

Con la sentenza 3400 dello scorso 8 luglio la sezione VI del Consiglio di Stato si è occupato delle ore di sostegno da garantire agli studenti disabili.

Il fatto

Una scuola di Avezzano era tata condannata al risarcimento dei danni nei confronti di un alunno che aveva usufruito di meno ore di sostegno rispetto a quelle spettanti. All’allievo, che frequentava la scuola media di Avezzano, spettavano 18 ore di sostegno settimanali ma la scuola, per 4 mesi, gli aveva permesso di fruire soltanto di 9 ore. Soltanto nell’anno scolastico successivo,2013/2014, la scuola avrebbe garantito al minore il corretto numero di ore. Il Tar Abruzzo aveva assegnato alla famiglia del ragazzo un risarcimento di 5000 euro per il danno subito anche se non erano state allegate le prove di tale danno.

L’attribuzione del risarcimento, però è stata annullata dal Consiglio di Stato  che, facendo uso dei principi della Corte di Cassazione, ha sostenuto che in ogni caso il danno va provato da chi chiede il risarcimento.

Motivazione sentenza

Il Consiglio di Stato, per motivare la sentenza ha sostenuto che  il diritto all’assistenza scolastica non è un diritto incondizionato poiché deve coniugarsi con le esigenze generali e con la limitatezza delle risorse economiche della scuola. Il principio di parità di bilancio, elevato a rango costituzionale, va in questo caso a scontrarsi con  i principi di diritto alla studio e alla salute.

 

 

 

 
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Comitato LIP SCUOLA

Post n°3793 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Tecnica della Scuola"


Comitato Lip Scuola: "No a raccolta firme referendum con tempistica ingestibile"


Redazione

L'assemblea si esprime, quindi, negativamente sull'ipotesi di organizzare il referendum entro il 30 settembre, a scuole chiuse, con quesiti incompleti, con una tempistica ingestibile e con risultati incerti, se non ancora peggio dannosi, per il proseguimento della lotta comune.

In merito alla proposizione entro il 30 settembre di un referendum abrogativo della legge n. 107 "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti" approvata definitivamente il 7 luglio alla Camera, e pubblicata in G.U. il 15 luglio, ribadiamo quanto deciso unanimemente lo scorso 12 luglio a Roma dall'assemblea nazionale dei comitati locali e delle associazioni che hanno lottato in questi mesi contro la riforma proposta dal govern.

L'assemblea decide di convocare un secondo incontro nazionale domenica 6 settembre a Bologna per valutare concretamente se indire un referendum abrogativo, i suoi contenuti, i tempi e i modi per procedere. Tale possibilità deve però nascere a partire dal mondo della scuola, con l'intenzione di allargarsi a tutta la società, nella presunzione/necessità di farne una battaglia generale, culturale e di civiltà in grado di parlare trasversalmente a tutte e tutti, genitori, insegnanti, studenti e studentesse, cittadine e cittadini, capace di collegarsi alle altre iniziative referendarie sui temi di interesse sociale e democratico."

Il documento integrale è disponibile su http://lipscuola.it/blog/


 

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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