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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 14/09/2015

 

EVENTO

Post n°3975 pubblicato il 14 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: EVENTO

OGGI A SASSARI


EVENTO: COGITO ERGO SUM

Lunedì 14 settembre

dalle ore 17:00 alle ore 20:00

 

Piazza Azuni, 07100 Sassari

Quanti dubbi riguardo le azioni e non azioni della Regione riguardo la scuola sarda. Quante risposte non date.Chiediamoglielo in piazza, tutti insieme.Qualcuno, forse, avrà la bontà e l'accortezza di risponderci.

Porta con te un'idea, una domanda da porre a chi ci governa a proposito di scuola. Non priviamo la nostra terra di una chance unica da salvaguardare!

 
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Guida

Post n°3974 pubblicato il 14 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Guida

Da “Internazionale”


Guida minima ai problemi della Buona scuola


Non è difficile comprendere che elargire premi di stipendio può rischiare di condizionare pesantemente quell’istituto fondamentale della nostra scuola che è la libertà del docente

Carlo Scognamiglio, insegnante
Christian Raimo, giornalista e scrittore

Non è semplice districarsi tra i cambiamenti introdotti dalla riforma della scuola, alcuni dei quali sono stati molto criticati. I non addetti ai lavori possono faticare a capire perché si parla di deportazioni, cos’è un organico rafforzato, quali sono le preoccupazioni dei professori. Ecco una breve guida.

Assunzioni, stabilizzazioni, graduatorie a esaurimento, deportazioni

Con l’approvazione della Buona scuola, solo in pochi casi si può definire “assunzione” la firma di un contratto a tempo indeterminato per i docenti della scuola statale.

Tra i vincitori e gli idonei del concorso voluto dall’ex ministro Profumo – i quali a norma di legge avrebbero già dovuto essere assunti grazie al bando di concorso, che per l’appunto aveva una validità biennale – nella scuola statale ci sono alcuni laureati non ancora abilitati e senza esperienza lavorativa, ma anche docenti già dipendenti di istituti paritari. Tutti questi sono stati tecnicamente “assunti”, o lo saranno nei prossimi mesi.

La parola assunzione sembra quasi esigere una manifestazione di gratitudine

Tuttavia, una parte consistente dei vincitori di concorso era già iscritta nelle graduatorie a esaurimento provinciali (Gae): si tratta cioè di insegnanti già attivi da diversi anni nelle nostre scuole, con incarichi annuali per lo più interrotti a fine giugno e rinnovati a settembre.

Per questi, come per l’altra metà degli aventi diritto al contratto a tempo indeterminato – i cosiddetti precari storici – sarebbe giusto parlare invece di “stabilizzazioni”.

Con una recente sentenza, la corte di giustizia europea ha evidenziato l’illegittimità del sistema fin qui adottato dai governi che si sono succeduti negli scorsi anni in merito all’utilizzo del personale precario.

Come in un gioco di prestigio, l’uso sistematico del sostantivo “assunzioni” prova a occultare la sostanza dei processi reali, per nascondere molti errori passati nella gestione dei meccanismi di reclutamento, e per dare forza a un atto amministrativo di fatto obbligato.

Tuttavia, è proprio questa sostituzione terminologica a rendere equivoci i passaggi più controversi della riforma. Un’assunzione può essere facilmente associata all’offerta di un’opportunità, di un posto di lavoro. Sembra quasi esigere una manifestazione di gratitudine.

Ed è per questo che a occhi esterni diventa incomprensibile il rifiuto, da parte di alcuni docenti interessati, di certe destinazioni lavorative molto lontane dal proprio territorio, come se rispondessero no a caval donato, addirittura parlando di “deportazioni”. Sicuramente un’espressione troppo forte, anche perché il ministero sta tentando di ovviare al problema anteponendo l’assegnazione degli incarichi annuali e annunciando un piano di mobilità straordinaria.

Tuttavia il disagio è reale, e se usassimo il verbo stabilizzare si renderebbe meglio la necessità di sanare una ferita, di rimediare in qualche modo al danno procurato a insegnanti con anni di lunghissimo precariato alle spalle.

Le fasi zero, a, b, c, organico dell’autonomia, chiamata diretta da parte dei dirigenti

Il piano di immissioni in ruolo predisposto dal governo è stato articolato in quattro fasi, tra le quali non è semplicissimo districarsi per chi è poco avvezzo alla pluristratificata amministrazione della scuola italiana.

La stessa indicazione sequenziale appare misteriosa. La prima fase è stata definita da qualcuno fase zero, tanto per complicare le cose.

Si tratta in realtà di una copertura del normale ricambio su cattedre lasciate da professori che vanno in pensione. Sono coinvolti per metà i vincitori di concorso del 2012, ma anche addirittura quelli ancora da smaltire dei concorsi 1990 e 1999, e per l’altra metà i precari storici collocati in cima alle graduatorie a esaurimento.

Con una prima convocazione, sono stati così assegnati i primi “ruoli” seguendo il sistema tradizionale.

A stretto giro è partita la cosiddetta fase A, in cui si assegnavano le cattedre rimaste dalla fase zero, seguendo il medesimo criterio utilizzato in precedenza, ma escludendo – questa volta – i vincitori dei vecchi concorsi. Fatta salva questa differenza, le prime due fasi possono essere concettualmente accorpate come normale amministrazione, una semplice copertura dei pensionamenti.

Passata l’estate, è partita la fase B, molto più complessa, che costituisce l’avvio del piano straordinario di assunzioni/stabilizzazioni. Anche qui i posti a disposizione sono quelli rimasti dalle fasi precedenti con l’aggiunta di alcune cattedre complete – per intenderci, quelle che negli anni passati si assegnavano tradizionalmente ai precari, con durata dell’intero anno scolastico.

La differenza è che con questa fase cambia completamente il meccanismo di convocazione. Stavolta sono i lavoratori a presentare una domanda di assunzione, accettando di lasciarsi alle spalle le vecchie graduatorie, e di mettere la propria storia al servizio dell’algoritmo informatico che ha destinato ciascuno nella sede in cui le cattedre sono state individuate dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con possibile destinazione in qualunque provincia italiana.

Questa è stata finora interpretata come la fase più critica della riforma, perché oltrepassa la dimensione provinciale delle graduatorie a esaurimento e quella regionale del concorso, proponendo a lavoratori anche di 40/50 anni di cambiare vita, oppure di rinunciare per sempre a tutte le posizioni precedentemente maturate in graduatoria.

In ultimo, la fase C, che è la vera novità della riforma Renzi. Quelli che saranno assunti con questa procedura, non copriranno cattedre tradizionali, ma saranno reclutati per comporre il cosiddetto organico potenziato o “dell’autonomia”, restando cioè a disposizione di reti di scuole per un periodo indeterminato. Non si sa con quali funzioni e con quale efficacia.

Naturalmente sembrerebbe una buona opportunità per stabilizzare i precari, che però favorisce al tempo stesso l’introduzione di alcuni meccanismi molto criticati, come l’autonomia dei dirigenti nel chiamare i docenti. Con esiti ovviamente problematici, come l’impiego di insegnanti su discipline nelle quali non sono specializzati o addirittura in funzioni non legate alla didattica tradizionale.

Autonomia, privatizzazione, albi territoriali

Uno dei cavalli di battaglia della Buona scuola approvata nel 2015 è l’idea di un rafforzamento dell’autonomia scolastica. In effetti, leggendo il provvedimento, si inseriscono alcune novità strutturali nelle possibilità di gestione da parte dei dirigenti scolastici. Citiamone alcune: i capi d’istituto dovranno decidere il monte ore complessivo da assegnare a ciascuna disciplina, potendo così aumentarne o diminuirne l’impatto formativo.

Non è ancora chiaro se e quale livello di condivisione collegiale potrà esserci su questo, perché anche gli organi decisionali o consultivi attualmente previsti nella scuola italiana, saranno oggetto di revisione.

Ciò che appare comunque evidente è che si voglia assegnare ai dirigenti una maggiore responsabilità decisionale, che riguarda per esempio l’aumento del tempo-scuola, sollecitando aperture pomeridiane o anche estive, magari con il coinvolgimento di associazioni o altre realtà presenti sul territorio.

Qualcuno ha paventato su questo la possibilità di privatizzazione degli spazi scolastici dati in prestito a strutture esterne con finalità culturali o ricreative, ma anche di lucro.

Dovrebbe essere data anche maggiore responsabilità ai dirigenti per valutare chi lavora a scuola, il cosiddetto organico dell’autonomia che, oltre ai docenti inseriti negli albi territoriali al fine di potenziare l’offerta formativa (reclutati dai dirigenti scolastici con un sistema di chiamata ancora da mettere a fuoco), include il personale di diritto dell’istituzione scolastica, i collaboratori del dirigente, e altre figure impegnate in attività di progettazione e coordinamento.

Come potrà il dirigente esercitare un controllo sulla qualità del lavoro svolto dal suo organico? Con l’aiuto del cosiddetto comitato di valutazione, nel quale entrano a far parte anche rappresentanze di genitori e studenti, che tra i loro compiti avranno anche quello di decidere se assegnare premi di stipendio.

Comitati di valutazione, premi in busta paga

Proprio in questi giorni nelle scuole si stanno svolgendo i primi collegi docenti. E appunto uno dei compiti che gli ha affidato la Buona scuola è quello di individuare i criteri e scegliere i docenti da inserire nei comitati di valutazione – comitati che saranno composti da tre docenti, due rappresentanti dei genitori (ma di un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori nella secondaria superiore), un componente esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

Cosa dovranno valutare questi comitati? La qualità dell’insegnamento, il successo formativo e scolastico degli studenti; le performance dei docenti riguardanti “la innovazione didattica, la ricerca, la diffusione di buone pratiche didattiche”.

Molti docenti in questi giorni hanno deciso di boicottare i comitati di valutazione. La riunione dei docenti contro la Buona scuola che si è svolta a Bologna il 7 settembre ha difeso questa protesta e lanciato l’idea di un comitato di valutazione esterno.

Si dice che i docenti siano refrattari alla valutazione, ma questo non è vero. Molti docenti sono contrari a questo tipo di valutazione, la quale – con il pretesto di premiare i migliori – rischia di rendere aziendale la gestione del personale scolastico.

Non è difficile comprendere che elargire premi di stipendio può rischiare di condizionare pesantemente quell’istituto fondamentale della nostra scuola che è la libertà del docente.

 
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Codacons

Post n°3973 pubblicato il 14 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “OrizzonteScuola”


Codacons lancia "Libri gratis" per scambiare o regalare libri di testo usati


di redazione

Codacons - "LIBRI GRATIS" è il sito lanciato dalla Codacons attraverso il quale studenti e cittadini possono scambiare o regalare libri di testo usati.
Chiunque in tutta Italia possieda un testo scolastico e sia intenzionato a regalarlo o a scambiarlo con un altro libro, può accedere gratuitamente a questo servizio specificando il testo che si intende cedere (titolo, autore, edizione, ecc.), eventuali libri ricercati per scambio, e lasciando i propri riferimenti. in tal modo sarà possibile creare una rete dove i cittadini autonomamente potranno contattarsi e scambiare libri di testo, risparmiando notevolmente in vista del nuovo anno scolastico.

L'attuale normativa prevede che già dall’anno scolastico 2008/2009 gli studenti hanno diritto a scaricare gratis da internet i libri on-line, laddove un testo si trovi legalmente su internet, lo studente può farne copia gratis. Fintanto che dal governo non arriva una risposta chiara su cosa prevede questa normativa procediamo a servire gli interessi della gente senza piegarci alle intimidazioni degli editori e nel futuro segnaleremo ai cittadini dove si trovano pubblicati libri on-line.

Naturalmente raccomandiamo a chi scarica libri da internet di pagare i diritti di autore se previsti dalla legge.
In materia è intervenuta la circolare MIUR n. 16 del 10.02.09 relativa all'anno scolastico 2009/2010 che inserisce fra i vincoli cui attenersi per la scelta dei libri di testo da parte del collegio dei docenti: la progressiva transizione ai libri di testo on line o in versione mista in relazione alla disponibilità di proposte editoriali.

link alla fonte

 

 
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Liceo Parini

Post n°3972 pubblicato il 14 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “la Repubblica”


La svolta americana del Parini di Milano “Corsi scelti dai ragazzi”


Allo storico liceo lezioni da 50 minuti e mensa interna Oggi inizia l’anno scolastico per 8 milioni di studenti italiani

 

TIZIANA DE GIORGIO

 

Ci sono le lezioni monografiche su Leopardi o Pascoli per conoscere le poesie che non si trovano sui normali libri delle superiori. E poi i laboratori di traduzione dal greco o dal latino, le letture in lingua originale dell’apologia di Socrate o di alcuni passi della

Recherche di Proust. Tocca ai liceali scegliere quali corsi frequentare, come all’università. Ma ogni anno dovranno dimostrare di avere raggiunto un numero sufficiente di crediti formativi per essere promossi, da inserire nel nuovo “curriculum dello studente” introdotto dall’istituto.

Nel giorno della prima campanella che riporta sui banchi oltre otto milioni di studenti in 13 regioni, lo storico liceo Parini di Milano apre l’anno scolastico con una novità che cambia il modo di fare scuola per i suoi alunni. E strizza l’occhio alle high school inglesi e americane.

In uno dei più antichi classici d’Italia le lezioni tradizionali si accorciano per lasciare il posto, durante la giornata, a nuove discipline di approfondimento che ogni singolo alunno potrà decidere di seguire spostandosi di aula in aula, secondo lo stesso principio degli atenei universitari. Le ore di filosofia, di matematica o di storia non cambiano, ma diventano di 50 minuti e non più di sessanta.

«Un modo per mantenere alta l’attenzione degli studenti — spiega il preside, Giuseppe Soddu — e per guadagnare minuti preziosi che vengono usati per fare altro».

I nuovi corsi, operativi da gennaio, vengono inseriti nel normale orario scolastico e sono tenuti dagli stessi professori del Parini: a chi già lavora nel liceo milanese è stato chiesto di prepararsi su un aspetto specifico della propria materia e immaginare un pacchetto di lezioni da impostare in maniera completamente diversa rispetto al solito.

«Deve essere un arricchimento, qualcosa che i ragazzi non avrebbero mai affrontato normalmente in classe ma che sia complementare ai loro studi», prosegue il dirigente scolastico, la cui proposta ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera del collegio docenti e ora è pronta per essere messa in pratica. Ci sono tre mesi di tempo per organizzare il tutto e «con l’inizio del 2016 dovremmo essere pronti», assicura.

In cantiere cicli di lezioni di letterature comparate, corsi di linguistica e di storia della lingua italiana ma anche approfondimenti di geopolitica e anatomia. Alcune si svolgeranno nel pomeriggio.

E intanto a scuola, già da oggi, parte un nuovo servizio mensa che permetterà agli studenti di usare l’istituto come base d’appoggio per lo studio durante tutta la giornata.

Ma le ore guadagnate grazie alle lezioni più corte non servono solo per i nuovi corsi di approfondimento: tutti gli alunni che hanno un’insufficienza in qualsiasi materia dovranno frequentare obbligatoriamente, durante la settimana, corsi di recupero per raggiungere il 6. Verranno segnalati direttamente dai loro insegnanti e inseriti in un percorso di ripetizioni, ma a scuola. Un modo per dare una mano alle famiglie e abbattere il ricorso alle lezioni private.

Qualsiasi attività a cui partecipano i ragazzi verrà inserita in un documento personale, aggiornato di anno in anno e che verrà consegnato direttamente ai ragazzi insieme al diploma.

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


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