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E’ un inseguirsi tra le righe

questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

Una connessione spontanea

Senza alcuna richiesta

 

 

 

Sensibilità tenerezza ardore

sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

Sunny_Poems

 

 
Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 21/09/2015

 

Notte bianca

Post n°3993 pubblicato il 21 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

 

Da “OrizzonteScuola”


Notte bianca della scuola, giorno 23 settembre in tutte le piazze d'Italia


Gruppi, comitati, associazioni e liberi cittadini partecipano al presidio, concomitante con l’incontro che le OOSS avranno con il ministro Giannini sull’applicazione della legge 107

In concomitanza con le iniziative in molte città italiane, nell'ambito della notte bianca della scuola pubblica, promossa dall’assemblea nazionale di Bologna del 6 settembre: gruppi, comitati, associazioni e liberi cittadini partecipano al presidio, concomitante con l’incontro che le OOSS avranno con il ministro Giannini sull’applicazione della legge 107.

Si realizzeranno CARTOLINE ITINERANTI DELLA SCUOLA STATALE: un set fotografico, seguito dalla lettura corale degli articoli della Costituzione, per ribadire il prosieguo della lotta e della resistenza alla 107 per la sua marcata incostituzionalità. Il presidio sarà collegato con quello al Senato, contro l'attacco contro la Costituzione.

VIALE TRASTEVERE MANIFESTAZIONE AL MIUR 23 SETTEMBRE ORE 16.30 a seguire fiaccolata

  1. per la scuola statale di qualità che sia ambiente di apprendimento e non di competizione: contro il “comitato di valutazione” e i presidi-manager;
  2. per l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari, contro il demansionamento e la precarizzazione dei docenti, in difesa delle graduatorie: no al piano-ricatto/truffa del Governo Renzi;
  3. per il ripristino dell'orario scolastico e i relativi posti di lavoro prima dei tagli della Gelmini;
  4. per la difesa e il rinnovo del contratto collettivo nazionale della scuola e per l'aumento del salario ai livelli europei;
  5. contro le deleghe in bianco al Governo;
  6. contro l’avviamento precoce al lavoro gratuito previsto nell’alternanza scuola-lavoro;
  7. contro la privatizzazione della scuola dell’infanzia statale e comunale e dei nidi;
  8. contro i privilegi alle scuole paritarie e per il “senza oneri per lo Stato”;
  9. per la democrazia e la laicità della scuola, contro la delegittimazione degli organi collegiali;
  10. contro l’entrata dei privati nella scuola e la formazione di scuole di serie A, B, C….
  11. per una manifestazione nazionale della scuola e uno sciopero generale unitario contro le politiche di tagli economici e di aggressione ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e alla democrazia del Governo Renzi e di quelli precedenti;

 

 

 
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SCUOLA

Post n°3992 pubblicato il 21 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da "Internazionale"


Per migliorare la scuola non servono scorciatoie

2    

     Christian Raimo, giornalista e scrittore

      Il dibattito sulla scuola rischia sempre di alimentare due retoriche contrapposte: una, quella dell’innovazione come panacea di tutti mali, dei tablet in classe, dei prof 2.0, dei test Invalsi come unico metro di misura dell’esistente; e l’altra, quella dello studio come si affrontava una volta, della missione salvifica degli insegnanti, degli studenti svogliati e distanti da riavvicinare alla conoscenza.

6.      1.      Da una parte c’è un gruppo di persone che potremmo chiamare “prestazionali”, quelle che vivono con un’ansia da risultati mescolata al feticismo della tecnologia, che insieme danno vita a un perverso pedagogismo, sempre in cerca di una presunta misurabilità dei metodi educativi.

7.      2.      Dall’altra ci sono gli impressionisti – quelli che prendono la propria esperienza personale e ne ricavano un paradigma, a prescindere da qualunque confronto con i dibattiti pedagogici, dal dovere di considerare i dati che abbiamo sull’istruzione, dal fondamentale confronto con bibliografie aggiornate.

8.      3.      Queste due retoriche sono due scorciatoie. E siccome aggiornarsi, fare bene il mestiere del professore è impegnativo, chi non ha tempo, e voglia, è meno capace di mettersi in discussione e di pensare l’istruzione come una forma continua di autocritica, e imbocca una delle due scorciatoie sentendosi rassicurato: sta nel giusto, si pensa innovativo, è migliore degli altri, ai quali spesso addirittura fa la morale.

9.      4.      La maggior parte degli insegnanti per fortuna non è così. La maggior parte degli insegnanti in Italia è sottopagata e nonostante questo prepara bene le lezioni, è dubbiosa, si forma, studia, segue corsi d’aggiornamento, cerca di capire come rispondere al meglio ai problemi degli studenti, capitalizza quello che impara in classe per provare a immaginare strategie d’istruzione: seria, dedicata, professionale.

10.  5.      I comitati di valutazione dei docenti servono per uniformare la scuola alle aziende

11.  6.      Perciò queste due retoriche sono dannose. Perché di fronte ai veri bisogni dei docenti – più soldi, più formazione qualificata, più conoscenza del mondo, più libertà pedagogica – rispondono con la fiacca illusione di due vie facili. E gli insegnanti meno critici, o anche semplicemente quelli più stanchi, si lasciano abbindolare.

12.  7.      Ecco che così, proprio in questi giorni, la maggior parte dei collegi docenti – invece di pensare a come reclamare più reddito e più aggiornamento, a strutturare un serio piano formativo – si trova ad avere a che fare con l’inutilissima bega della formazione dei cosiddetti comitati di valutazione dei docenti stessi.

13.  8.      La complessità resta sottovalutata

14.  9.      Questi organismi – presieduti dal dirigente scolastico, e formati da tre insegnanti, due rappresentanti dei genitori, e un componente esterno – sono pensati dalla riforma della Buona scuola per fare in modo che la scuola si uniformi alle aziende, quelle aziende dove già dagli anni novanta si è affermato il management per obiettivi.

15.  10.  È ormai pacifico che i presidi e i comitati di valutazione hanno a loro disposizione i risultati dei test Invalsi, e in base a quelli improntano le loro decisioni.

16.  11.  Ma se ci riflettiamo, i test Invalsi si concentrano sulle prestazioni e di fatto trascurano completamente i contesti sociali, storici, culturali degli studenti, sottovalutano la complessità dei rapporti umani e dei processi sociali, non tengono conto del fatto che le interazioni nel contesto educativo sono dinamiche e in continua evoluzione. A che servono veramente?

17.  12.  Qualunque sociologo metterebbe in discussione la loro validità svincolata dal contesto; e invece – cosa terribile – i test Invalsi finiscono per trasformare i numeri in minacce. Mettiamo che la scuola A abbia più studenti con voti alti della scuola B – gli insegnanti delle scuola B sono chiamati a recuperare. In base ai risultati si riceveranno più fondi, bonus, premi. Come si sposa tutto questo con la libertà del docente?

 

 
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SCUOLA

Post n°3991 pubblicato il 21 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Scuola

Da “Internazionale”

 

 

13.  E soprattutto cosa ha a che fare tutto questo con la ricerca pedagogica? Come fa notare un recente articolo di Alain Goussot, non è tanto l’arretratezza dei docenti ma l’approccio pedagogico a sembrare l’unica vittima delle ultime riforme della scuola.

14.  Molti insegnanti hanno spesso una scarsa preparazione pedagogica, non conoscono i fondamentali delle varie correnti metodologiche in educazione, hanno un grosso deficit di sapere sul piano delle didattiche vive che sanno inventare e creare situazioni di apprendimento lì dove sembrava impossibile.
Quanti insegnanti oggi sono mai entrati in contatto con i testi e il pensiero, e quindi le pratiche, dei grandi pedagogisti ed educatori del passato? Quanti hanno letto non solo Rousseau e Pestalozzi, ma anche Maria Montessori, Ovide Decroly, John Dewey (…) Ernesto Codignola, Giovanni Maria Bertin, Mario Lodi?
È come se questo patrimonio storico-pedagogico di esperienze vive nel campo educativo non fosse parte del loro bagaglio culturale: invece nel loro bagaglio troviamo i manuali di una didattica meccanica e standardizzata, i vari trattamenti provenienti dalle correnti comportamentali e cognitivistiche, i kit applicativi con tanto di griglie e schede che funzionano come tanti schermi che gli impediscono di vedere e vivere la realtà scolastica e relazionale per quello che è.

15.  A questa smania valutativa che nasconde – nemmeno troppo – forme di controllo si affianca la reazione scomposta di rimpiangere la scuola com’era una volta. La paladina di questa ideologia nostalgica è Paola Mastrocola. Il suo libro appena uscito, La passione ribelle, è la summa di una serie di pregiudizi che la probabile buona fede e il consenso di cui gode la sua voce non rendono meno pericolosi.

16.  Mastrocola guarda al mondo dei ragazzi e descrive un panorama distopico, un paesaggio postapocalittico in cui nessuno studia più.

17.  In classe nessuno segue, a casa nessuno fa i compiti, davanti a un libro nessuno riesce a capire nulla, in biblioteca perdono tutti tempo. Per affermare questo genere di tesi, Mastrocola però non cita nemmeno un dato, non pensa sia doveroso fornire una bibliografia pur minima a conferma, si avventura in campi come la neuroscienza o l’economia che evidentemente non padroneggia senza però temere di essere imprecisa, scrive in modo così trasandato che le accuse di approssimazione e sciatteria che muove ai ragazzi in generale risultano poco credibili.

18.  Eppure i suoi interventi sono letti. I suoi libri sono citati, circolano nelle sale insegnanti. Perché? Perché consolano. Perché danno a quei professori sostanzialmente reazionari e poco volenterosi una sorta di credito morale, in nome del quale possono lanciare strali sul mondo moderno con le sue diavolerie (le lavagne interattive! I registri elettronici! Perfino le macchine fotocopiatrici!).

19.  La scuola non è separata dalla società. La scuola è la società

20.  È un vero peccato insomma che il dibattito sulla scuola si sia ridotto a questo. Perché invece saper leggere i dati e usarli per progetti pedagogici coraggiosi ci farebbe comprendere come la politica scolastica può rappresentare la vera leva dello sviluppo di questo paese.

21.  Per esempio? Non pensando di ridurre l’alunno a una unità di misura identificabile con il suo comportamento.

22.  Per esempio? Rivalutando la psicanalisi, e imbracciando la sfida delle difficoltà di apprendimento senza appiattirla a un problema di medicalizzazione attraverso la pioggia di diagnosi di bisogni educativi speciali (Bes) e disturbi dell’apprendimento (Dsa), evitando che tutto passi da una rilevazione di “comportamenti problema”, di difficoltà e di sintomi da incasellare in qualche griglia prefabbricata e prodotta dagli esperti del comportamentismo e del cognitivismo.

23.  Esercitare il dovere della critica

24.  Per esempio? Pensando che la scuola non è separata dalla società. La scuola è la società. E le problematiche sociali devono essere affrontate con una politica scolastica studiata.

25.  Per dire: la questione meridionale – tornata nei dibattiti in questi mesi – è un nodo ancora irrisolto perché in Italia esiste un’asimmetria sociale talmente ampia che nemmeno centocinquant’anni di scuola unitaria sono riusciti a modificare; un interessante libro appena edito da Donzelli, L’istruzione difficile, a cura della Fondazione Res lo conferma, dati alla mano.

26.  E se vogliamo problematizzare quella che ormai è una weasel word – una parola che vuol dire tutto e niente – come valutazione, possiamo rileggerci il bel numero di Aut aut dedicato al tema (qui trovate l’intero pdf).

27.  Mentre, per rispondere ai catastrofismi sulla scuola e sull’educazione in generale con qualcosa di più della nostalgia dei tempi antichi, è utile riprendere un libro uscito nel 2014 che ha avuto poca fortuna, La congiura contro i giovani di Stefano Laffi.

28.  Ossia uno dei pochissimi testi recenti che – invece di costruire un alibi per gli educatori liquidando i giovani con un ritratto da nichilisti, disimpegnati, ripiegati su stessi – sottolinea una mancanza evidente di molti dibattiti sulla scuola: quando si parla di educazione non possiamo sottrarci al dovere di criticare con radicalità i capisaldi della società in cui viviamo.

29.  Sulla scorta di Paul Goodman e del suo meraviglioso La gioventù assurda (Einaudi 1971; tra l’altro perché nessun editore italiano lo ripubblica?), Laffi ci mostra che fare scuola, pensare la scuola, è, o dovrebbe essere, sempre un atto di critica politica: e la critica non può essere rivolta a quello che fanno i ragazzi ma a coloro che evidentemente hanno il potere, e che vogliono – attraverso l’educazione – replicare un universo pieno di merci, tecnocratico, ipercompetitivo.

 

 
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ATA

Post n°3990 pubblicato il 21 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: ATA

Da “OrizzonteScuola”


Fase C assunzioni e supplenze ATA: oggi i sindacati al Miur, mercoledì 23 per anno di prova


di redazione

 


Giorno di convocazione dei sindacati al Miur. All'ordine del giorno l'illustazione della circolare che il Miur si appresta ad inviare agli USR sull'applicazione della fase C del piano straordinario di assunzioni e le problematiche delle supplenze ATA.

Piano straordinario di assunzioni: fase C

Ciò di cui si parlerà oggi al Miur lo abbiamo anticipato nel nostro articolo Assunzioni fasi C. Indicazioni potenziamento: quali sono le aree disciplinari, utilizzo insegnanti anche in ordini di scuola diversi

La macchina del potenziamento si è messa in moto. Lo sa bene chi in questi giorni ha partecipato ai Collegi docenti, ma sappiamo anche fino a quando non arriveranno delle indicazioni più chiare, si procederà alla cieca.

La fase C dovrebbe riguardare i 42.200 aspiranti al ruolo (cioè coloro che hanno presentato la domanda e non sono stati assunti nella fase B). Da questo numero bisogna sottrarre i docenti di scuola dell'infanzia, per i quali non ci sarà potenziamento.

I sindacati sono preoccupati che, nonostante la domanda sia inferiore all'offerta, non si riuscirà a far combaciare le richieste delle scuole con i precari presenti nelle graduatorie.

Inoltre, ci si chiede quale potrà essere la sorte dei posti eventualmente non assegnati (a supplenza? dovrebbe essere da escludere per l'a.s. 2015/16)

Sappiamo già da tempo che il Miur nella circolare chiederà alla scuola di indicare non le specifiche classi di concorso, ma le aree disciplinari, individuate in

  • linguistica (sia per lingue straniere che potenziamento dell'italiano come seconda lingua)
  • scientifica
  • artistico musicale
  • motoria
  • laboratoriale
  • umanistica (nella quale includere i percorsi socio - economici e quelli sulla legalità).
    • Nel secondo ciclo questi ultimi costituiscono un'area disciplinare distinta

N.B. La specifica classe di concorso dovrebbe poter essere richiesta per il posto già attivato per l'esonero o il semiesonero del vicario (e attualmente conferito con supplenza fino all'avente diritto)

Secondo la CISL Scuola inoltre sembra inevitabile uno slittamento dei tempi inizialmente previsti per l'invio delle richieste da parte delle scuole, circa una decina di giorni. Dovranno infatti essere i Collegi docenti a deliberare la richiesta di organico potenziato nell'ambito del POF 2015/16. Collegio docenti, adempimenti ottobre. Dal POF triennale al piano di formazione dei docenti, all'alternanza scuola-lavoro

Supplenze ATA

Dopo la richiesta unitaria da parte dei sindacati rappresentativi, il Capo Dipartimento per l'Istruzione ha indetto per oggi una convocazione per trovare una soluzione operativa per arginare il limite posto dalla legge di Stabilità alle supplenze saltuarie del personale ATA.

La situazione risulta particolarmente complessa, come abbiamo evidenziato nell'articolo Se il bidello si ammala la scuola chiude?

Anno di prova insegnanti

Per giorno 23 settembre è prevista un'altra convocazione, il cui ordine del giorno è la formazione dei docenti, l'anno di prova, la valutazione dei dirigenti scolastici, i nuovi criteri di riparto del fondo di funzionamento e lavoratori e piano digitale scuola nazionale.

 
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Appello Cobas

Post n°3989 pubblicato il 21 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

1. Da “La Tecnica della scuola”


No alla riforma, appello Cobas agli altri sindacati: sciopero generale ad inizio novembre


Alessandro Giuliani

 

Contro la riforma "non c'è stata la resa e l'abbandono della lotta": contro i suoi "effetti nefasti" faremo una manifestazione nazionale il 24 ottobre e uno sciopero generale a novembre.

L’annuncio arriva da Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas Scuola, il quale pone l’accento sul fatto che i lavoratori non sarebbero rassegnati ad adottare le norme previste dalla Buona Scuola. "In questi giorni nelle scuole si susseguono enormi assemblee unitarie, che testimoniano la volontà diffusa di impedire la realizzazione degli effetti nefasti della legge 107, con particolare riferimento alla grottesca pretesa di individuare tramite il Comitato di valutazione i 'buoni' docenti da premiare e i 'cattivi' da punire, nonché di usare nel Piano triennale i docenti come tappabuchi, disposti a tutto in quanto assunti e licenziati per volere sovrano di presidi-padroni, modello Marchionne".

Il leader del sindacato di base torna quindi a chiedere agli altri sindacati quell’unitarietà che ha contraddistinto la protesta anti-riforma della scorsa primavera. "Docenti e Ata – sottolinea Bernocchi - segnalano con forza che non si può rinchiudere la lotta solo all'interno delle singole scuole e chiedono con insistenza che i sindacati che hanno condotto lo scontro con la cattiva scuola di Renzi negli scioperi di maggio e giugno, riprendano unitariamente le fila di quel conflitto e diano vita in tempi ragionevolmente rapidi ad un nuovo e plebiscitario sciopero generale della scuola e ad una oceanica manifestazione nazionale". 

Siccome "i cinque sindacati (Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda) che insieme a noi hanno convocato gli scioperi di maggio-giugno, hanno indetto una giornata di mobilitazione per il 24 ottobre con manifestazioni regionali, sarebbe sbagliato contrapporre a questa data un'altra ove sia possibile far coincidere sciopero e manifestazione nazionale".

Pertanto, secondo Bernocchi "si può anche impostare la lotta su due giornate, una di manifestazione nazionale e una di sciopero generale. In tal senso, proponiamo agli altri sindacati che il 24 ottobre si svolgano non manifestazioni regionali ma una manifestazione nazionale a Roma, da gestire unitariamente; e che si convochi nella prima parte di novembre uno sciopero generale della scuola per la cancellazione degli effetti nefasti della 107 e per un forte recupero salariale per docenti ed Ata, escludendo l'applicazione della 107 nel contratto".

"Riteniamo che le date preferibili siano il 6 o il 13 novembre, disposti a prendere in considerazione altre date, a patto che non si vada oltre la metà del mese. Attendiamo una risposta, precisando, per chiarezza, che, qualora non ne ricevessimo in tempi ragionevoli, dovremmo procedere alla convocazione, pur con la massima disponibilità a rivederne la data unitariamente".

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

Felice settimana


 Serena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme...

FabianaGiallosoleq

 

 

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