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questo continuare a cercarsi

 dove l’altro smette.

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sono collegate al cuore

Talvolta arrecano lacrime e dolore.

Ma si è vivi nella sofferenza

e morti nell’indifferenza.

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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

Messaggi del 24/09/2015

 

CONVEGNO CESP

Post n°4004 pubblicato il 24 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "Cobas" Roma


REPORT CONVEGNO CESP-ROMA 23 Settembre 2015


Oggi si è tenuta a Roma, nella sala Convegni CESP, una partecipatissima assemblea sulla cattiva scuola di Renzi, alla quale erano presenti più di cento colleghi e colleghe che dopo aver ascoltato con grande interesse ed attenzione le relazioni mie e di Piero Bernocchi , hanno dato vita ad un vivace ed interessante dibattito.
Dopo il Convegno è rimasto in sede un nutrito gruppo di docenti idonei ad altri compiti che, come nelle più belle riunioni del passato hanno analizzato la loro situazione alla luce dell'incombente data del 1° settembre 2016 che prevede il definitivo passaggio dei docenti idonei ad altri compiti nella mobilità intercompartimentale.
Abbiamo ribadito quanto già rappresentato da me nella riunione del 7 aprile in VII Commissione Cultura alla camera, nella discussione sull'allora progetto di legge sulla scuola del Governo Renzi e cioè che nel momento in cui, attraverso il Piano Triennale dell'Offerta formativa si avrà un organico potenziato che non per forza sarà legato ad una classe, anzi, che non sarà in classe, ma utilizzato in progetti e/o attività relative al potenziamento dell'offerta formativa, scelto dal dirigente con contratti triennali, si conferma che i docenti inidonei sono un organico potenziato ante litteram e che pertanto decadono le motivazioni che dovrebbero comportare la mobilità intercompartimentale.
Detto questo è stato deciso di riprendere mobilitazioni e la prima tappa in tal senso è una richiesta di incontro al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera, al Presidente del Senato, al Ministro Giannini per il 14 ottobre prossimo per illustrare le motivazioni della nostra richiesta di annullare la norma del passaggio nella mobilità intercompartimentale.
Nei prossimi giorni invierò il documento relativo alla richiesta.
Anna Grazia Stammati

 
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Riforma

Post n°4003 pubblicato il 24 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 
Tag: Riforma

Da “La Tecnica della Scuola”


Riforma e contratto, l’incontro Miur-sindacati non avvicina le parti


L’incontro del 23 settembre tra il ministro Giannini e i sindacati ha confermato un punto: le posizioni su adozione della riforma, “merito” e contratto rimangono lontane

Alessandro Giuliani

L’incontro del 23 settembre tra il ministro Giannini e i sindacati ha confermato un punto: le posizioni su adozione della riforma, “merito” e contratto rimangono lontane.

Il responsabile del Miur si dice soddisfatto: “si è trattato di un incontro importante perché è il primo dopo l’approvazione in Parlamento della legge Buona Scuola. Siamo ora entrati nella fase decisiva dell’attuazione durante la quale confermo che continueremo a confrontarci con sindacati, associazioni ed esperti sul cambiamento che stiamo introducendo nel mondo della scuola”, ha detto Stefania Giannini.

Ma a leggere i resoconti dei sindacati non sembra ci siano i presupposti per parlare di dialogo avviato e con possibilità effettive di andare a buon fine. Per il segretario generale Uil Scuola, Pino Turi, “è stata fatta la legge, ora bisogna far funzionare le scuole. Senza un confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, non sarà possibile”.

“Quello che stanno tentando di realizzare, fase dopo fase, è un sistema che si sta rivelando - come avevamo preannunciato – inefficace, ingiusto, impossibile da realizzare.  E’ mancata una seria programmazione e la capacità di gestione di un sistema complesso, come la scuola, a cui ora bisogna fare fronte”.

“Al ministro – continua Turi - abbiamo fatto proposte concrete e fattibili che mirano a trovare soluzioni e che riguardano ilprecariato”, pe il quale “serve un piano anche pluriennale che metta a sistema il reclutamento” e “una fase di assestamento che risolva le incongruenze e le iniquità introdotte con l’uso dell’algoritmo ed affronti la questione delle persone, delle loro aspettative, bisogni, in particolare per tutti coloro che forniti di abilitazione all’insegnamento e con diversi anni di servizio alla spalle. Analogamente per il personale ATA, vanno sbloccate le nomine in ruolo per tutti i profili, come vanno introdotte deroghe per consentire le supplenze brevi”.

Si contesta poi “la scelta dei docenti: l’anello debole è rappresentato dall’equilibrio dei poteri e competenze previsto nella  scuola dell’autonomia. La scelta dei docenti dagli albi a cura dei dirigenti scolastici, se presenta una sua ragione nell’organico potenziato, è impossibile e comunque sbagliato applicarlo a tutti i docenti. Non può funzionare concretamente. Un altro esempio: gli squilibri di potere e responsabilità tra consiglio di istituto e collegio dei docenti.  Il dirigente, con la scelta diretta dei docenti, potrebbe addirittura cambiarne la costituzione dell’organo collegiale ed orientarne le scelte”.

C’è poi il nodo del contratto, “che potrà definire gli ambiti,  diritti ed obblighi, e  tutte le ricadute sul rapporto di lavoro, compresa la contrattazione decentrata di singola scuola”.
Per la Uil, infine, bisognava puntare tutto sull’autonomia, perché “non si può definire per i docenti un sistema e per i dirigenti un altro che è l’esatto opposto.  Al di là della composizione degli organismi di valutazione, che presenta molti limiti, occorre un confronto ed una scelta il più possibile condivisa e coerente”.

Anche per Mimmo Pantaleo, leader Flc-Cgil, le posizioni rimangono molto distanti, in particolare “sull’attuazione del piano di immissioni in ruolo e sull’esclusione dalle stabilizzazioni dei tanti precari anche in previsione della fase C”. Ma anche “sull’esclusione del personale ATA e dei docenti della scuola dell'infanzia dalle immissioni in ruolo, sulla necessità del rinnovo del contratto e la salvaguardia del contratto nazionale”.

“Interlucotorie, rispetto alle questioni poste, - continua Pantaleo – sono state le risposte sulla formazione iniziale della scuola secondaria e dell’anno di prova, la valutazione dei dirigenti, laboratori e scuola digitale”.

“Valutare i dirigenti scolastici senza condivisione e partecipazione, reclutare i docenti attraverso un contratto di apprendistato significa continuare a battere strade sbagliate, rimanendo sordi alle richieste della scuola.

Non subiremo passivamente misure che danneggiano il lavoro e la didattica. La mobilitazione, decisa unitariamente insieme agli altri sindacati, si intensifica e va avanti per cambiare una legge profondamente sbagliata”.

 
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Organico potenziato

Post n°4002 pubblicato il 24 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da “ScuolaOggi”


Nei campi del potenziamento, dove nascono e muoiono le ultime speranze….


di Pippo Frisone

 Anche la tanta attesa fase c) quella dell’organico potenziato sta per prendere il via.

La circolare che detta istruzioni, campi dettagliati e specifici d’intervento, procedure e vincoli  di quello che vuole essere il fiore all’occhiello della Buona Scuola è stata firmata.

Assegnare alle scuole  48.812 mila posti comuni aggiuntivi cui vanno aggiunti  7.446

posti di potenziamento di sostegno. Questo è quanto previsto perlomeno sulla carta.

Il cronogramma del Ministero prevede che ogni scuola dal  10 al 15 ottobre invii al SIDI il

proprio fabbisogno, individuando e qualificando le risorse all’interno dei campi predisposti.

Entro il 22 ottobre gli USR valutano e girano le richieste delle scuole al Miur che tra il 12 e il 20

Novembre assegnerà alle scuole le risorse del potenziato alle scuole.

L’individuazione dei campi, 6 nel primo e 7 nel secondo ciclo, pur se distinti e articolati  si somigliano molto e si attraversano oltre che nei titoli anche nelle finalità.

Nel primo ciclo sono 6 e comprendono : 1) potenziamento umanistico-socio-economico e per la legalità 2) potenziamento dell’arte e della musica 3) potenziamento motorio 4) potenziamento dei laboratori 5) potenziamento linguistico 6) potenziamento scientifico

Nel secondo ciclo i campi invece sono 7 : 1) potenziamento linguistico 2) potenziamento umanistico 3) potenziamento scientifico 4) potenziamento artistico-musicale 5) potenziamento socio-economico e per la legalità 6) potenziamento motorio 7) potenziamento laboratoriale

E’ previsto anche il potenziamento sul sostegno a partire dalla stabilizzazione dei posti in deroga.

Quanto all’esonero dei vicari ,il posto dovrebbe coincidere con quello prescelto dalle scuole e ove

ciò non fosse possibile il posto si perde non solo a livello di scuola ma anche regionale.

Quanto delineato sopra è ahimè solo il punto di partenza.

La prima questione è che non potranno essere accolte tutte le richieste delle scuole.

Fossero sei o sette per ogni scuola e lasciando fuori CIPIA e istituzioni educative, i 48.812

non basterebbero a soddisfare quanto richiesto. Almeno tre per ogni scuola, invece, verrebbero

garantiti ed è quello che con molta probabilità si verificherà, salvo strappi e contorsioni ad alcuni commi della L.107. E vediamo come e perché. Sono in 63mila i precari rimasti nelle graduatorie nazionale dopo la tormentata e poco trasparente fase b).  Contrariamente a quest’ultima fase,

distinta per ordini di scuola e insegnamenti curriculari, la fase c)  del potenziamento è stata pensata

non per curricoli ma per campi d’intervento, ben più ampi e flessibili, rompendo alcune rigidità non

solo legate alle singole classi di concorso ma anche tra i due cicli dell’istruzione. Può capitare così che un docente della secondaria vada alla primaria o che uno delle medie alle superiori e viceversa.

Ma quello che forse è l’elemento più positivo nella distribuzione delle risorse dell’ultima fase, potrebbe alla fine non bastare a soddisfare tutte le richieste delle oltre 8.100 istituzioni scolastiche.

Non bisogna dimenticare la carenza di docenti, sin dalla fase zero, in alcune aree tecnico-scientifiche. Per non parlare dei 7mila posti di sostegno rimarranno quasi tutti vuoti per assenza  di specialisti  .

E ancora, parte dei 63mila docenti in attesa di nomina in ruolo, hanno accettato una supplenza

annuale nelle loro province. Come avvenuto per la fase b) resteranno a completare le supplenze

(comma99). I posti rimasti vacanti non saranno, invece, coperti con supplenze (comma95).

Basterà la letterina scritta a Tuttoscuola da qualche solerte funzionario del Miur per aggirare

un divieto di legge? E poi c’è il Tesoro che non vede l’ora di lucrare qualche risparmio anche sulla

scuola. Ove rimanessero, eventualmente scoperti, 10mila posti, farebbero rientrare nelle casse dello Stato almeno 340milioni. Una cifra troppo ghiotta per il Tesoro per lasciar  coprire con le supplenze  

i posti rimasti vacanti, nonostante il divieto della L.107.

A tutto ciò vanno aggiunti gli oltre 8mila posti che andranno in sostituzione degli attuali vicari scelti dalle scuole.

In conclusione, a conti fatti e al netto delle supplenze brevi,  il rischio di delusione  sarà molto forte quando le scuole scopriranno che di risorse aggiuntive ne rimarranno ben poche rispetto a quelle programmate.

Del resto come si poteva pensare di abolire anche le supplenze  ( lo scorso anno 143.652, dati Miur 2015) con appena 102mila posti , quando la Buona Scuola non è riuscita a coprire nemmeno tutti i posti dell’organico curricolare e di sostegno?

E infine, per ultimo ma non di poco conto come pensare di realizzare i progetti individuati col potenziato senza un corrispondente potenziamento anche dell’organico ATA?

La fase c) , ripetendo gli errori delle fasi precedenti, difficilmente riuscirà a portare

all’incasso tutti gli obiettivi che si prefiggeva. Il rischio di una riforma azzoppata è oramai evidente.

E se quella giocata sulle assunzioni era una partita piena di buone intenzioni mal programmate, per quanto riguarda il resto (merito, superpoteri del Ds, chiamata diretta ecc..) non c’è da aspettarsi solo rose e fiori, come nei campi del potenziamento, dove possono nascere e morire le ultime speranze  della Buona Scuola .

 
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Falsi invalidi

Post n°4001 pubblicato il 24 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"


Insegnanti falsi invalidi? Le chiavi di lettura per lo scandalo della CMV di Torino


di Vittorio Lodolo D'Oria

 


Lo scandalo di Torino sulle mazzette percepite dal presidente della CMV, a fronte di facili prepensionamenti, offre molti spunti di riflessione ma lascia al contempo inevase numerose domande. Proviamo a mettere ordine senza cedere alla tentazione di alimentare ulteriori stereotipi sulla categoria professionale dei docenti. In quanto medico di commissione per oltre un ventennio nella ASL di Milano e come medico di parte degli insegnanti per oltre un decennio nelle varie CMV d’Italia, fare luce su tutta la questione è doveroso.

L’episodio

I carabinieri di Torino hanno filmato la scena in cui un “medico di parte” (specialista in odontoiatria e medicina legale) elargisce una mazzetta ad un collega, che riveste la carica di presidente della CMV, in cambio dell’aggiustamento di una pratica volta a ottenere il prepensionamento per il proprio assistito. Il suddetto medico “corruttore”, secondo gli articoli di cronaca, gestirebbe la quasi totalità delle pratiche degli insegnanti, e di pochi altri dipendenti pubblici, per presentarle in sede di commissione al presidente della CMV opportunamente “sensibilizzato”. Tutta la vicenda avrebbe avuto inizio grazie a una segnalazione anonima (cosa assai verosimile) e in seguito a diagnosi di “patologie ricorrenti o difficili da smentire quali stress da mobbing, mal di testa, afonia” (motivazione assai dubbia).

Le perplessità

  1. Come prima cosa intendo subito stigmatizzare le facili conclusioni cui pervengono gli stessi insegnanti, oltre all’opinione pubblica, di fronte a simili fatti di cronaca: “Chi presenta domanda d’invalidità sta facendo il furbetto”. Invito tutti a rifuggire da queste generalizzazioni. Ricordo bene che nei miei 20 anni di collegio medico, mi sono imbattuto in un solo docente, sugli oltre mille visitati che, seppur sanissimo, aveva avanzato domanda di prepensionamentio per invalidità. Per il 92% del restante campione era stata decretata dalla nostra commissione un’invalidità più o meno grave. Occorre dunque fare la tara ai giornali che titolano: “Scandalo falsi invalidi: centinaia di insegnanti malati immaginari”, salvo poi scrivere nell’articolo che “per ora sono solo due i casi accertati”.
  2. Nel caso in esame, la maggiore stranezza sembra risiedere nella circostanza che il medico di parte (il presunto corruttore) sia particolarmente centrato sugli insegnanti, mantenendone di fatto l’esclusiva e procurandosi, non si sa come, tutti i riferimenti di coloro che avviano la pratica ai fini del prepensionamento. Il suddetto clinico non ha alcun ruolo istituzionale e dunque deve per forza esserci una terza persona a procurargli la lista dei potenziali clienti. Inutile dire che gli enti in possesso dei nominativi sono solamente gli Uffici Scolastici e la CMV.
  3. La CMV provvede all’esame delle pratiche ricorrendo a una particolare procedura (istituzionalmente consentita) che però presta il fianco a episodi come quello di Torino. La visita medica al lavoratore sottoposto ad accertamento medico può essere infatti effettuata da un solo componente della commissione, mentre il provvedimento viene assunto in un secondo momento a collegio medico riunito davanti agli atti, ma in assenza del paziente e del suo medico di parte. Sul verbale finale deve essere infine esplicitamente indicato se il giudizio, cui si è addivenuti, è stato raggiunto all’unanimità o a maggioranza. Inutile dire che i colleghi della CMV di Torino, qualora avessero concordato col parere espresso dal loro presidente, potrebbero oggi trovarsi in una situazione poco simpatica. Per correttezza va anche detto che non mi è mai capitato di assistere al raggiungimento di un verdetto a maggioranza: tutti, sempre e solo all’unanimità. Andare contro il parere del proprio presidente di commissione, a torto o a ragione, è infatti cosa piuttosto insolita e inusuale oltreché antipatica.
  4. Circa le diagnosi che avrebbero indotto dei sospetti “perché difficili da smentire”, mi sentirei di bollare la questione come folklore giornalistico. Le patologie professionali degli insegnanti sono all’80% di tipo psichiatrico e neoplastico (vedi La Medicina del Lavoro N°5/04), mentre, per nessuna delle malattie indicate nell’articolo, un medico, ancorché corrotto, oserebbe chiedere una inabilità a qualsiasi proficuo lavoro. Ci sarebbe piuttosto da chiedersi perché la categoria professionale degli insegnanti è quella che più di ogni altra attira “profittatori” e “mercenari dalla ricetta facile” e la risposta, alla luce del succitato studio e di numerose altre pubblicazioni scientifiche, è scontata: i docenti stanno male. A comprovare definitivamente quanto appena affermato, insieme alla cattedra di Statistica dell’Università del Sacro Cuore di Milano, abbiamo fatto richiesta all’Ufficio III della Direzione Generale dei Servizi del Tesoro (vedi pdf qui sotto) per elaborare i dati delle CMV italiane nell’ultimo quinquennio. Ancora non è pervenuta una risposta, ma speriamo che nell’interesse di tutti e per la trasparenza del lavoro dei colleghi ci venga dato accesso alle informazioni richieste.
  5. Un’ulteriore considerazione va fatta sull’inasprimento delle regole per il prepensionamento. Fino al 2011 un docente, cui veniva emesso il giudizio di “inidoneità permanente all’insegnamento”, poteva scegliere se ritirarsi in pensione con i contributi maturati (unico requisito indispensabile un’anzianità di servizio di 15 anni) o essere adibito ad altre mansioni (biblioteca, amministrazione). Con l’adozione del DPR 171/11, in analoghe condizioni di salute, è oggi possibile solamente transitare nei ruoli ATA. C’è da credere che anche l’esasperazione di alcuni docenti abbia indotto qualche sciagurato a percorrere deprecabili scorciatoie che infangano l’intera categoria. L’unico provvedimento che oggi consente il prepensionamento è quello di “inabilità a qualsiasi proficuo lavoro” che, nella mia esperienza a contatto con le varie CMV d’Italia, viene oggi riservato per casi clinici gravissimi o per pazienti terminali.
  6. Resta il fatto che il caso di Torino, seppur grave nella sostanza, non deve indurre a fare nocive generalizzazioni, mentre potrebbe essere spunto per rendere più trasparente l’operato delle CMV che detengono preziose informazioni ai fini della individuazione delle malattie professionali delle categorie professionali del pubblico impiego ed in particolare di quella degli insegnanti. D’altro canto l’inasprimento delle riforme previdenziali (ultima quella che porta il nome della Fornero) e degli aggiustamenti in corso come il DPR anzi citato, non possono che porci dinnanzi a una realtà di lavoratori sempre più anziani e malati. Considerata l’età a cui vanno in pensione oggi i lavoratori, il Medico del Lavoro deve possedere competenze geriatriche, così come al Geriatra occorrono quelle di Medicina del Lavoro. Nel presente e per il futuro occorrerà valutare anzitutto l’impatto sociale delle riforme previdenziale la cui adeguatezza non può dipendere solo dai numeri prescindendo dal capitale umano.

www.facebook.com/vittoriolodolo

Richiesta avanzata al MEF per i dati nazionale delle CMV

 
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Nomine supplenti

Post n°4000 pubblicato il 24 Settembre 2015 da fabiana.giallosole
 

Da "La Tecnica della Scuola"


Divieto di nominare i supplenti Ata per la prima settimana, si apre uno spiraglio


Alessandro Giuliani

 

Sugli Ata i sindacati non transigono, soprattutto dopo che dal 1° settembre è stato introdotto il divieto di conferire supplenze brevi in sostituzione del personale assente.

La norma non è nuova, perché è contenuta nella Legge di stabilità 2015. Ma sino all’ultimo si è sperato che non andasse in porto. Nel corso dell'incontro tenuto al Miur il 23 settembre, “il capo dipartimento Dott. Rosa De Pasquale – scrive la Cisl Scuola - ha in premessa garantito l'impegno del Miur per una sostanziale modifica, nella prossima legge di stabilità, dei punti più controversi della norma, al fine di recuperare una giusta considerazione dell’importanza delle mansioni svolte dal personale ATA, già oggetto di insostenibili penalizzazioni a partire dalla riduzione dell'organico di diritto già applicata nel 15/16 e recuperata in organico di fatto a seguito di una forte pressione sindacale”.

Resta tuttavia, nell’immediato, la necessità di un intervento, da parte dell'amministrazione, che consenta da subito alle scuole di rimuovere i disagi derivanti da un divieto di sostituzione che già sta mettendo a rischio il regolare svolgimento del servizio. Da parte del Miur c'è stata la promessa di “predisporre una circolare nella quale fornire indicazioni ai Dirigenti scolastici affinché, in determinati casi, si adotti una ragionevole flessibilità nell’applicare la norma in questione, con particolare riguardo al divieto di nomina per i primi sette giorni di assenza dei collaboratori scolastici”. 

“Analoga attenzione è stata da noi rivendicata anche a tutela del lavoro delle segreterie e della funzionalità dei laboratori, prevedendo possibili deroghe al divieto di sostituzione di assistenti amministrativi e tecnici nei casi di assenze lunghe, in particolare sulle maternità già a carico del Mef”.

Il Miur “ha inoltre affermato che, per quanto riguarda il divieto di sostituzione per il primo giorno di assenza del personale docente, è la stessa legge di stabilità - al comma 333 - a prevedere che debba essere comunque salvaguardata e garantita pienamente l'offerta formativa. Su questo passaggio della norma abbiamo chiesto che la circolare in corso di elaborazione contenga un esplicito riferimento, che valga anche come raccomandazione perché se ne tenga debitamente conto”.

“L'incontro – prosegue la Cisl - si è concluso con l'impegno dell’Amministrazione a un preventivo confronto, prima della sua emanazione, sulla circolare che si sta predisponendo in riferimento alle tematiche oggetto dell’incontro. Durante la discussione l'Amministrazione ha peraltro chiarito, rispondendo a una nostra specifica richiesta, che per i profili di cuoco, infermiere, guardarobiere e addetto all'azienda agraria il divieto di nomina del supplente non è previsto”.

Durante l’incontro, infine, si conferma l’ulteriore slittamento per l’indizione di un nuovo bando di concorso per Dsga (l’ultimo risale al 2000!).

 
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 CHI SIAMO

Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it

 

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FabianaGiallosoleq

 

 

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