Creato da corrieredellanotte1 il 16/07/2009

CORRIERE DELLA NOTTE

GIORNALE ITALIANO ONLINE

 

 

CORRIERE DELLA NOTTE

Post n°106 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

Oro alla britannica Payne, argento alla russa SeliverstovaGrimaldi, lacrime e dedica per il bronzo
«Per i militari caduti in missione di pace»
La nuotatrice bolognese terza nella prova di fondo sui 10 km. «Nelle ultime bracciate piangevo di gioia»

 

OSTIA - Secondo bronzo per l'Italia ai Mondiali di Roma. Dopo la medaglia martedì di Tania Cagnotto nel trampolino 3 metri, è giunto il terzo posto di Martina Grimaldi nella 10 km di fondo donne, che si è svolta nel mare di Ostia. L'oro è andato alla britannica Keri Anne Payne con il tempo di 2 ore, un minuto e 37"1, argento alla russa Ekaterina Seliverstova che ha battuto in un avvincente spint la Grimaldi. La russa Larisa Ilchenko, olimpionica a Pechino, si è ritirata dopo circa un’ora di gara per un infortunio. Tornata a riva in sella a una moto d’acqua, la russa si è sottoposta alle cure dello staff medico. Martedì, dopo l’argento conquistato nella 5 chilometri, la Ilchenko aveva lamentato un problema alla gamba sinistra. Intanto l'Italia potrebbe ottenere una medaglia di bronzo anche nella gara maschile, sempre sui 10 km: il risultato dello statunitense Crippen, terzo, è in discussione per una irregolarità. E il bronzo potrebbe essere assegnato all'azzurro Cleri

Il podio: da sinistra Seliverstova, Payne e Grimaldi (Ansa)
LACRIME E DEDICA - Martina Grimaldi, nata a Bologna il 28 settembre 1988, è giunta decima a Pechino, è stata argento agli europei di Dubrovnik 2008 e oro alla coppa del mondo di Vienna 2007. «Sono contentissima, mi scendevano le lacrime mentre stavo arrivando al traguardo. Dedico questa medaglia a tutti i militari che sono caduti in missione di pace», ha detto al traguardo Martina Grimaldi, che gareggia per il gruppo Esercito. «Mi sono detta che dovevo arrivare al podio, non potevo mollare. Quando mi sono trovata un po' indietro, ho cercato sempre di recuperare e di tornare avanti nel gruppo. Questa medaglia mi regala tantissima gioia, serenità e sicurezza in vista della 25 km. Questo è il mio quarto Mondiale, non volevo che andasse male. In particolare, i risultati dello scorso anno mi avevano distrutto il morale. Stavolta ho tirato fuori la grinta, ci tenevo davvero a far bene. Ho fatto esperienza, in gara so cosa devo fare e posso prendere decisioni da sola. Oggi mi sentivo bene, volevo vivere questa gara da protagonista e ci sono riuscita».

VERDETTO IN SOSPESO - Continua la collezione italiana di quarti posti, con la naturale delusione per un'occasione sfuggita. Le ragazze del nuoto sincronizzato nella prova di libero combinato sono finite quarte dietro Spagna, Cina e Canada. Ma c'è ancora un caso aperto, quello che riguarda Valerio Cleri, quarto nella 10 km maschile a Ostia. nella gara vinta dal tedesco Thomas Lurz davanti agli statunitensi Andrew Gemmel e Francis Crippen, il risultato di quest'ultimo è in discussione. L'Italia ha deciso di presentare ricorso contro il suo terzo posto. Secondo la squadra italiana, il nuotatore americano ha effettuato un passaggio irregolare alla boa. Crippen è riuscito ad anticipare per un soffio Cleri dopo essere entrato in netto ritardo nella corsia d’arrivo passando sotto i galleggianti che delimitano il lato sinistro dell’imbuto finale. Il ricorso dell'Italia è stato accolto. I giudici della Fina, riuniti per quasi un'ora, hanno infatti deciso al momento di squalificare lo statunitense, che era riuscito ad arrivare terzo, ma sbagliando l'imbuto di ingresso. Tuttavia al momento la classifica resta bloccata e il podio per oggi non c'è. La squadra a stelle e strisce ha presentato un contro-ricorso, su cui si pronuncerà il Giurì d'appello entro giovedì.


22 luglio 2009

 
 
 

CORRIERE DELLA NOTTE

Post n°105 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

Prima medaglia per l'Italia ai mondiali di RomaTania, la rivincita: bronzo dai 3 metriDopo la delusione nella prima prova la Cagnotto conquista il terzo posto nella gara dominata dalla «regina» dei tuffi, la cinese Guo Jingjing.

 

ROMA - Prima medaglia per l'Italia ai mondiali di Roma di nuoto, pallanuoto e tuffi. È di bronzo e l'ha conquistata Tania Cagnotto (figlia d'arte) nel trampolino da 3 metri. L'oro è andato alla cinese Guo Jingjing (380,20 punti), considerata la migliore tuffatrice di tutti i tempi. L'argento è stato conquistato dalla canadese Emilie Heymans (346,45 punti) davanti a Cagnotto con 341,25 punti.

TERZA MEDAGLIA - Per la 24enne si tratta della terza medaglia mondiale dopo quelle conquistate a Montreal e Melbourne. Cagnotto ha esordito in finale ottenendo 67,50 punti, complice un'entrata in acqua non impeccabile, e ha archiviato la prima rotazione con la quinta posizione provvisoria. I 69 punti guadagnati nel secondo round, con qualche fischio ingiustificato nei confronti dei giudici, hanno proiettato la Cagnotto al terzo posto. Due tuffi sono bastati a Guo Jingjing per fare il vuoto rispetto alla concorrenza. L'italiana, con il parziale di 66 punti, ha chiuso il terzo turno con la quarta posizione (202,50), a un soffio dal podio e vicina anche alla piazza d'onore. Con i 69,75 punti assegnati dalla giuria per il quarto tuffo, la Cagnotto è salita al terzo posto prima del rush finale. L'azzurra non è stata perfetta nell'ultimo tentativo (69,00) ma ha raccolto un bottino sufficiente per respingere l'assalto della cinese He Zi: ha chiuso con 341,25 punti e ha posto fine alla serie di medaglie di legno conquistate dalla spedizione italiana.

«SONO SFINITA» - «Sono sfinita», sono state le prime parole di Tania Cagnotto al termine della sfida. «Questa gara mi è costata tantissimo, non sono mai stata così agitata. Non ho fatto una gara bellissima, la canadese Heymans è sbucata fuori dal nulla. Ma alla fine tra secondo e terzo posto non c'è tutta questa differenza. Ho iniziato con troppa tensione, facevo fatica a respirare. Non vedevo l'ora di terminare la gara, avvertivo un dolore fisico. Non mi sono espressa come avrei potuto fare, avrei anche potuto arrivare seconda. Mercoeldì mi aspetta una bella giornata di riposo», aggiunge. «Non ho mai vissuto una situazione del genere. Quando salivo sul trampolino, sentivo un boato impressionante. Le gambe non mi tremavano per fortuna, perché altrimenti tutto sarebbe diventato molto più complicato. Un tifo così mi fa immenso piacere, ma mi mette anche un po' paura: con tutta questa gente, aumentano le responsabilità».

ORO AL 15ENNE DALEY - Nella piattaforma uomini da 10 metri, ha vinto il 15enne inglese Thomas Daley. Argento e bronzo ai cinesi Bo Qiu e Luxin Zhou. Fuori dal podio l'australiano campione olimpico Matthew Mitcham. Il ragazzino inglese, che lo scorso anno aveva già partecipato alle Olimpiadi di Pechino, lo scorso aprile è stato costretto a lasciare la scuola perché vittima di episodi di bullismo da parte di coetanei gelosi della sua fama.


21 luglio 2009

 
 
 

CORRIERE DELLA NOTTE ONLINE

Post n°104 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

Amata, odiata, costretta all’autocritica: la vita complicata della numero 1 cinese che sa solo vincereLa diva Guo, un tuffo oltre il destino«Prima di buttarti sei come un pittore, in acqua è tutto dolce e confortevole»

 

ROMA — «Il tuffo sono io». Così rispose a chi le chiedeva una definizione della sua disci­plina. Un po’ come Luigi XIV, ma non è supponenza, quella di Guo Jingjing, semmai reali­smo: considerata (4 ori e 2 ar­genti olimpici, 8 ori mondiali in quattro edizioni dal 2001) la più grande tuffatrice di tutti i tempi, è soprannominata la Di­ving Queen o la Diva. Ma anche le regine tremano per il freddo e Guo scuote i suoi quattro orec­chini: ha fretta di andarsi a rive­stire. Ha appena dominato, in scioltezza, la semifinale dal trampolino da tre metri nella buca dei Mondiali, ma ha feb­bre e mal di gola. Tania Cagnot­to accede alla finale col quarto posto, preceduta anche dalla ca­nadese Jennifer Abel e dall’altra cinese, He Zi. «Voglio migliora­re il mio livello»: Guo è laconi­ca. La sua coach, Zhou Jihong, primo oro olimpico cinese di una lunga serie (Los Angeles 1984), fa spallucce: «Se sei un grande atleta puoi gareggiare in tutte le condizioni».

La vita di Guo Jingjing è un lungo tentativo di tuffarsi lonta­no da un destino che invece la riafferra in continuazione. Ave­va promesso di ritirarsi dopo Pechino, è stata sei mesi ferma, avvolta dal mistero che contrad­distingue le dive, poi è tornata nella quinta tappa del Grand Prix a Fort Lauderdale in Flori­da a maggio: prima nel sincro da tre metri con Wu Minxia. E quindi rieccola, a 27 anni, con un nuovo limite: «Arriverò fino a 30 anni». Londra 2012? Sottile e bella come un giunco, tenera e ribelle, la vita di Guo è una specie di soap opera ancora sen­za fine, né tantomeno lieto fine per questa ragazza nata a Bao­ding, 140 km a sud di Pechino, e scoperta a sette anni da Lei Fang, la sua prima mentore, scomparsa tragicamente schiac­ciata da un palo del telefono. Il nuovo coach, Yu Fen, la portò alla scuola di tuffi e anche al­l’esordio all’Olimpiade di Atlan­ta, a 13 anni. Quinta. L’esperien­za divenne una miniera con Zhou Jihong che la prese subito dopo i Giochi del 1996. Allena­menti, clausura, successo. Syd­ney 2000: due argenti.

Poi venne Atene e la consa­crazione. Brava e bella, è la testi­monial ideale. McDonalds, Co­ca Cola, Budweiser, cosmetici e altro. Due milioni di euro l’an­no di guadagni, l’estratto conto più alto mai toccato a un atleta cinese, Pechino invasa dai car­telloni con il suo faccino, jet set, il legame con Tian Liang, anche lui tuffatore, anche lui due ori olimpici al collo, anche lui bello e ricco. I due vengono sorpresi al Casino di Macao che se la spassano. Lui viene spedi­to in esilio, a meditare, a lei vie­ne chiesto di abiurare pubblica­mente certi comportamenti. Ma la verità è un’altra, ci sono di mezzo i soldi che Guo vuole tenere per sé e che lo stato, in­vece, vuole in gran parte nelle proprie casse, a risarcimento dell’investimento fatto su di lei. La storia con Tian si conclu­de, lui molla (o gli fanno molla­re) i tuffi e sposa la vincitrice di X-factor made in China.

Guo invece recita il suo mea culpa. «Non ho operato secon­do le istruzioni dei leader». Ria­bilitata, si fidanza con Kenneth Fok, nipote di un potente tyco­on di Hong Kong. Potente e ge­neroso: aggiunge 45 mila euro di bonus al premio per gli ori ci­nesi a Pechino. Amore e affari: Kenneth e Jinjing aprono un centro commerciale a Hong Kong. I tabloid, però, sono in agguato: alla vigilia dell’Olimpi­ade scrivono che è incinta. Non risulta, arrivano altri due ori. Sembra la conclusione promes­sa della sua carriera sportiva.

Invece torna. Segnata, ma torna. La descrivevano come una ragazza solare, ora rispon­de a monosillabi e non si fida più. A Pechino si era sciolta, ma alla domanda sulle sue avversa­rie si era trovata questa rispo­sta scritta sui giornali: «E poi c’è la cicciona canadese». Il rife­rimento era a Blyte Hartle. Che l’avesse detto o no, nel mondo piccolo della «buca», venne fuo­ri un tumulto. Forse è qua per disciplina, perché non c’è nes­suno che possa ancora distur­barla e, soprattutto, sostituirla. Oppure perché le piace. «Il mo­mento più bello del tuffo è al­l’inizio e alla fine. Prima è come essere un pittore che ferma il suo pennello e contempla il quadro, poi, quando sei sott’ac­qua tutto il tuo corpo capisce se hai fatto bene. Ogni cosa è dol­ce e confortevole». Fuori Guo Jinjing è ancora il tuffo. Ma den­tro?

Roberto Perrone
21 luglio 2009

 
 
 

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Post n°103 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

I CAMPIONI DELL'ACQUAI romani del nuoto si preparano
a un mondiale da protagonistiAlessia Filippi ha un potenziale tutto da esprimere. L'allenatore Butini: «E' una ragazza che deve crescere ancora e può stupire». Attesa per i 1.500 stile libero

 

La piscina dell'Aquaniene, l'impianto dove si allena la nazionale
La piscina dell'Aquaniene, l'impianto dove si allena la nazionale
Mancano pochi giorni all’inizio delle gare più attese e i protagonisti del nuoto compiono allenamenti che nascondono promesse. Con bracciate eleganti e leggere scivolano via nell’acqua mostrando la potenza di un record. Mettono a punto gli ultimi tasselli di una intensa e paziente preparazione atletica che ha richiesto molto tempo nel passato e che si consumerà sulle frazioni di secondo nel prossimo futuro.

LA PISCINA - Quella dell’Aquaniene di Roma è una piscina nuova, con spazi ampi e immersi nel verde dove il cuore degli atleti azzurri batte sotto le acque della vasca olimpionica all’aperto, una delle tre dell’impianto inaugurato meno di un mese fa. Gli atleti italiani si preparano ad affrontare un mondiale da protagonisti per le gare in partenza il 26 luglio (leggi il programma), nuotando ogni giorno un paio di ore, (una al mattino e una al pomeriggio) a conclusione di un lavoro mirato a vincere. (Guarda il VIDEO)

GLI ATLETI - Tra chi respira l’aria delle verdi colline vicine al fiume, fra i Monti Parioli e il Monte Antenne, sotto il sole cocente che rende la pelle di un color cioccolato da fare invidia, ci sono le star da primato mondiale come Federica Pellegrini e Massimiliano Rosolino. Ma c’è anche chi ha il cuore che batte a Roma fin dalla nascita e che nasconde sorprese e promette gioie: Alessia Filippi è attuale primatista mondiale negli 800 stile libero in vasca corta (gara in programma il 1 agosto) e secondo miglior tempo in assoluto nei 1500 stile libero (in programma il 28 luglio).

Alessia Filippi (Foto Jpeg)
Alessia Filippi (Foto Jpeg)
ALESSIA FILIPPI - Alessia è nata a Roma in una zona, quella di Tor Bella Monaca, di periferia estrema dove la voglia di vincere ha un valore più intenso e il riscatto conta molto di più. La ragazza di 22 anni, alta 1 e 87 con un fisico da modella e l’aria riservata, ha gli occhi puntati addosso per una scommessa vincente. E a pochi giorni dalle gare è seguita attentamente dall’allenatore Cesare Butini (leggi l'intervista), sua guida da sette anni. Lo stesso preparatore di Flavia Zoccari, altra ragazza romana di talento che insieme con Alessia farà parte della staffetta 4 x 200 stile libero (in programma il 30 luglio), gara sulla quale l’allenatore ha posto un’altra grande scommessa.

Cesare Butini (sea & sea)
Cesare Butini (sea & sea)
CESARE BUTINI – Marito di Laura De Renzis (allenatrice delle ragazze del Nuoto Sincronizzato, arrivate quinte in finale il 21 luglio), Cesare Butini è un ex nuotatore di livello che ha iniziato l’attività di tecnico nel 1980 all’Aurelia Nuoto. Fino ad oggi ha ottenuto dagli atleti che ha guidato, 80 titoli assoluti, 40 primati assoluti, 165 titoli giovanili e 30 primati di categoria. Alle piscine romane è abituato fin da piccolo: è stato uno dei numerosi nuotatori che ha riempito il grande vivaio degli anni ’70, un gruppo all’interno del quale c’era anche il senatore Paolo Barelli, presidente della Federazione Nuoto. Erano i tempi della grande società De Gregorio, un squadra costituita da soci che erano anche genitori dei piccoli atleti e che davano un'impronta “famigliare” al team allenato da Gianfranco Saini, attuale responsabile di tutta l’organizzazione delle gare dei Mondiali di Roma ‘09. Il cuore del nuoto a Roma ha sempre battuto molto forte. E oggi più del 60 per cento degli atleti nazionali si allena nella Capitale, anche se proviene da altre città. (Leggi l'intervista con Butini)

Manuela Pelati
21 luglio 2009(ultima modifica: 22 luglio 2009)

 
 
 

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Post n°102 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

sesta l'altra azzurra Elisabetta MarconiCagnotto quarta dal trampolino di 1 metroNon era la «sua» gara ma c'è delusione per il podio sfuggito per poco. Vince la russa Pakhalin

 

ROMA - Non era la sua gara. E questo lo si sapeva. Ma un pizzico di dalusione c'è per Tania Cagnotto, quarta nella gara dal trampolino di un metro ai mondiali di nuoto di Roma.
«Sarebbe bastato un tuffo come nelle eliminatorie e sarei stata terza», ha detto l'azzurra ai microfoni della Rai: «Troppa emozione? Tanta, non so se sia stata troppa, forse no. Alla fine sono contenta, perché il trampolino da un metro non è la mia disciplina, ma ora a vedere la classifica mi viene da piangere. Questa - ha ricordato l’azzurra - era la gara meno importante per me, il quarto posto va anche bene, le mie gare devono ancora arrivare». «La differenza l’ha fatta quel tuffo ritornato, sarebbe bastato mezzo punto». Poi un saluto ai fratelli Tommaso e Nicola Marconi, ieri quarti nella finale della piattaforma 10 metri sincronizzati: «Benvenuti nel club», ha detto scherzando la Cagnotto.

VINCE LA RUSSA PAKHALINA - La vittoria è andata alla russa Julia Pakhalina, che con 325,05 punti ha preceduto le due cinesi Wu Minxia con 311,90 e Han Wang (303,95). Tania Cagnotto ha chiuso al quarto posto con 296,60. Sesta l'altra azzurra Elisabetta Marconi con 268,80.
La Cagnotto ha comunque centrato il record personale di punti. «In realtà non ho sbagliato nulla - ha spiegato la campionessa d'Europa - ma è anche vero che non ho eseguito tuffi da 9 punti. Se li avessi fatti probabilmente sarei salita sul podio. Mi dispiace soprattutto per il primo tuffo che, invece, la mattina era riuscito bene. Ho avvertito un po' di nervosismo, come spesso capita quando si gareggia in casa. Ringrazio il pubblico che mi ha sostenuto».

PALLANUOTO FEMMINILE - Intanto nel torneo di pallanuoto femminile il«Setterrosa» ha esordito contro l'Uzbekistan con un perentorio 20-3. L'Italia, trascinata da una Tania Di Mario non ha avuto particolari difficoltà a sbarazzarsi delle avversarie asiatiche. Il prossimo impegno per le ragazze di mister Fiori è previsto per martedì alle 21:00 contro l'Ungheria. E domani sera alle 21.15 c'è l'esordio del Settebello nel torneo maschile contro la corazzata Stati Uniti.


19 luglio 2009

 
 
 

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