Creato da corrieredellanotte1 il 16/07/2009

CORRIERE DELLA NOTTE

GIORNALE ITALIANO ONLINE

 

 

CORRIERE DELLA NOTTE

Post n°96 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

I preparativi Che cosa evitare e che cosa non va dimenticatoDal gioiello etnico alle palle di carta velina Le 10 regole per la valigia (quasi) perfettaRigida solo se si viaggia in auto. Lui in lino, lei in abito aperto sulla schiena

Di solito la prima dolorosa dimen­ticanza ferisce al check-in o sul treno già in movimento. Perché mai la ca­micia azzurra che tanto dona all’oc­chio o quel tubino nero che lima due chili sui fianchi sono rimasti in guar­daroba? Eppure erano al primo posto della lista-viaggio, prima di occhiali, tachipirina e crema anti-età.

Nella categoria sogni-incubi ricor­renti, con la scena muta all’esame di maturità e l’incapacità di muovere le gambe o urlare aiuto se qualcuno ci insegue, c’è anche una valigia da riempire senza sapere come fare e che cosa metterci.

E non c’entrano né lo stress post-lavoro né le lancette dell’orolo­gio sempre molto veloci quando c’è una partenza da rispettare.

Il problema vero, dunque la condi­zione ansiogena, viene da una casisti­ca ostile che ci ricorda oggetti inutil­mente portati, causa bizze del meteo o errata valutazione della destinazio­ne finale. Le vacanze si possono sal­vare in mille modi però è chiaro che sbarcare su un’isola greca vestiti co­me se si andasse a Deauville (e vice­versa), non garantisce un soggiorno di buon umore.

Ma ci sono regole sul fare bene una valigia? Che sia un argomento sentito, particolarmente in questi giorni, lo si evince da Internet, prodi­go anche di consigli specializzati sul­la valigia intelligente, esotica, legge­ra, rurale e perfino sexy, con tanto di consulenza di escort asiatiche. Ecco allora dieci consigli per una partenza senza rimpianti.

Cominciamo proprio dalla valigia. Rigida o morbida? La prima conserva meglio, ma su un treno affollato e nervoso, con quegli spigoli possono essere dolori: meglio in macchina. E il colore? Puntare sul neutro con ine­vitabili equivoci e moltitudini che si buttano verso lo stesso bagaglio o su un vispo verde cavalletta, riconosci­bile ma sconcertante anche per il più alternativo dei tassisti? Meglio neu­tro magari con un vistoso adesivo co­lorato.

Sul contenuto ci si può sbizzarrire. Salvo caricatore di telefonino, adatta­tore elettrico, pastiglie di elementare emergenza e quei libri lungodegenti sul comodino, dipende dove si va. In una metropoli, in montagna, in Gro­enlandia, in soggiorni cioè «mirati» è più difficile sbagliare, fra abbiglia­mento formale e tecnico, che nella ge­nerica vacanza marina, la più diffusa in Italia.

In questo caso che cosa non può dimenticare lui? Camicia di lino bian­ca, maglietta-polo, buone da portare in bermuda e con il pantalone blu la sera, cashmirino leggero sulle spalle. Quello che non può mancare a lei? Abito aperto magari più sulla schie­na, sandalo con tacco, pashmina o sciarpa di seta anti-refolo, pantaloni alla caprese, gioiello etnico, un po’ aggressivo, non si sa mai. Fresche ba­nalità sullo sfondo di mandolini e lu­ne piene? Forse, ma non è che tutte le alternative siano per forza miglio­ri.

E come «costruire» la valigia? Da dove cominciare? Il sito OneBag.com ne fa quasi una scienza. Ma le scuole di pensiero sono diverse. C’è chi con­siglia, procedendo a strati, di comin­ciare dalle cose più leggere e finire con le più pesanti o viceversa. C’è chi raccomanda di mettere tutto sotto cellophane come in freezer e chi pro­pugna l’arrotolamento di magliette e la sistemazione delle camicie con col­letto alzato. E invece chi mette all’in­dice gli strati per passare a un sapien­te, rischioso arrotolamento.

I buchi lasciati dai sacchetti delle scarpe? Si riempiono con fazzoletti e calzini. Ma la tendenza montante è la profusione di carta velina: a strisce e a «palle» per smussare contrasti e li­mitare spiegazzamenti. Che fatica an­dare in vacanza.

Gian Luigi Paracchini
25 luglio 2009

 
 
 

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Post n°95 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

REBIBBIARuba un filone di pane, arrestato
e condannato a tre mesi di carcereL'episodio denunciato dal Garante dei detenuti del Lazio

 

E'` stato arrestato all`inizio di giugno all'Ospedale Santo Spirito perché aveva un carico penale di poco meno di tre mesi di carcere per il furto (commesso 3 anni fa) di un filone di pane e un altro genere alimentare in un supermercato di Monte Mario, a Roma. Ora l'uomo - un italiano senza fissa dimora condannato anche ad una ammenda pecuniaria di 4 centesimi - si trova nell'infermeria del braccio G 14 del carcere di Rebibbia con un fine pena fissato al 3 settembre prossimo.

MANCATO RECUPERO E SOVRAFFOLLAMANTO - La vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui «la storia di Silvio è l'emblema dell'attuale confusione che regna nel sistema della sicurezza italiano, che pensa di punire ogni tipo di condotta difforme dalla legge con la reclusione, con conseguenze drammatiche in termini di sovraffollamento e di recupero sociale dei reclusi. Una funzione, quella del recupero, garantita dalla Costituzione ma ormai praticamente abbandonata nelle carceri, perennemente alle prese con l`emergenza sovraffollamento». Quello del sovraffollamento è un problema evidente nel Lazio anche se con numeri in apparenza meno drammatici che altrove. Nella regione, infatti, al 20 luglio scorso i detenuti reclusi erano 5.739 (5300 uomini e 439 donne), 2083 gli stranieri, a fronte di una capienza regolamentare di 4.765 posti. 1292 sono in attesa di primo giudizio, 979 gli appellanti e 521 i ricorrenti. Quelli definitivamente condannati sono 2755.

LE STORIE - Di vicende come quella di Silvio i collaboratori del Garante ne hanno gestite diverse nelle carceri di tutto il Lazio: ad esempio, sempre a Rebibbia, un detenuto affetto da poliomielite ha raccontato di aver scontato un residuo di pena di 10 giorni sempre su un letto ed ogni volta che doveva spostarsi per le necessità elementari, la sua sedia a rotelle doveva superare i controlli di sicurezza. Secondo il Garante tutto ciò dovrebbe far riflettere sul fatto che, invece di contrastare il sovraffollamento con la costruzione di nuove carceri, governo e Parlamento dovrebbero puntare ad una riforma del codice penale che preveda la reclusione per i casi veramente gravi e un sistema di misure alternative (ma non per questo meno penalizzanti del carcere) negli altri casi.


25 luglio 2009

 
 
 

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Post n°94 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

Gli psicologi: andando in quella casa sta cercando di gettarsi il passato dietro le spalleKampush torna nella sua «prigione»La ragazza ha comprato la villetta dove è stata segregata dal suo aguzzino per otto anni. Ci va per «rilassarsi»

MILANO- Ogni volta che la vedono si stupiscono. E si chiedono:«Ma come fa a tornare qui?». I vicini di casa si interrogano spesso. Cioè tutte le volte che Natascha Kampush, la ragazza austriaca di 21 anni rapita da un maniaco quando era bambina e tenuta segregata per oltre otto anni, torna nella sua «prigione». La casa è di sua proprietà e spesso ci torna per rilassarsi.

LA VILLETTA- Alcuni vicini hanno raccontato di averla vista spesso far pulizia e far portare via mobili e suppellettili dalla villetta di Strasshof, nell'Austria meridionale, appartenuta a Wolfgang Prikopil, il suo aguzzino morto suicida quando la giovane riuscì a fuggire. «A volte la vedo in giardino mentre legge o addirittura si rilassa in un luogo che dovrebbe provocarle solo incubi», ha detto meravigliata una donna che abita nella zona. Natascha, a quanto riferiscono i giornali, sembra passi lì molti fine settimana.

LO PSICOLOGO- Il dottor Michael Thiel, uno psicologo, ha spiegato che questo comportamento non è poi così bizzarro. «Molte persone che subiscono traumi del genere scelgono strade a volte curiose per cercare di superarli, andando in quella casa lei sta solo cercando di gettarsi il passato dietro le spalle», ha spiegato il medico. E poi ha aggiunto:«Non penso stia rischiando niente con queste visite, anzi, dimostra di avere coraggio e di voler prendere il toro per le corna, questo è un atteggiamento molto importante per un ritorno ad una vita serena».

LA VICENDA- Allora diciottenne, Natascha riuscì a fuggire dalla casa il 23 agosto 2006, dopo otto anni e mezzo di prigionia. Priklopil, un esperto di telecomunicazioni di 44 anni, poche ore dopo si suicidò buttandosi sotto un treno. Una decina di giorni fa, il tabloid austriaco Oesterreich ha scritto che la ragazza, dopo la casa, ha acquistato anche quella che fu l'auto del suo aguzzino, una Bmw 850i rossa su cui era stata portata a fare qualche gita nei lunghi anni della sua prigionia.


24 luglio 2009

 
 
 

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Post n°93 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

RietiPerseguita minorenne con mille messaggini: denunciato per stalkingProtagonista un 34enne che si era invaghito
di una ragazzina di 17 anni e le inviava sms deliranti

 

Oltre 1.000 sms (foto Epa)
Oltre 1.000 sms (foto Epa)
Mille messaggi molesti. E poi continui pedinamenti e tentativi di approccio. E’ stato denunciato a piede libero dalla squadra mobile di Rieti, G.M., 34enne che dopo essersi invaghito di una 17enne, aveva cominciato a inviarle sms e mms sul telefonino. Il risultato del corteggiamento, però, non è stato un appuntamento, ma un fascicolo aperto con l'accusa di stalking.

LA DENUNCIA DEI GENITORI - Nel marzo scorso i genitori della minore, esasperati dai continui messaggi ricevuti dalla figlia, ma soprattutto dai numerosi tentativi di avvicinamento di G.M., attraverso pedinamenti e frequenza nei luoghi frequentati dalla ragazza, hanno presentato una denuncia alla questura. Oltre ai messaggini, i genitori hanno raccontato agli agenti tutta una serie di tentativi che l'uomo ha fatto per avvicinare la ragazza che si è sempre sottratta. In parrocchia così come fuori da scuola, G. M. Ha cercato di avvicinarsi, di esser presente. Gli agenti della squadra mobile hanno accertato la fondatezza «dell’attività persecutoria» raccogliendo numerose testimonianze, effettuando appostamenti.

MILLE MESSAGGI DALL'INIZIO DEL 2009 - Il successivo esame dei messaggi inviati è stato sconcertante: dal mese di gennaio ad oggi, il giovane ha inviato oltre 1000 sms ed mms, tutti contenenti frasi ritenute dagli investigatori «deliranti» e dal contenuto «passionale» e «mistico-religioso». Il tribunale ha disposto alcune misure di prevenzione nei confronti del giovane. A G.M. è stato fatto divieto di avvicinarsi alla ragazza, ora maggiorenne; di frequentare i luoghi abituali di vita della giovane e dei suoi genitori, nonché di comunicare con lei ogni mezzo, anche tramite posta. Alle prescrizioni imposte dal giudice seguirà l’iter processuale dove G.M. dovrà rispondere del reato di «atti persecutori», che prevede la pena del carcere da sei mesi a quattro anni, aumentata della metà poiché il fatto è stato anche commesso in danno di una minore.


25 luglio 2009

 
 
 

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Post n°92 pubblicato il 25 Luglio 2009 da corrieredellanotte1

La piccola aveva 18 mesiMorta bimba caduta
nella fontana dell'hotelLa tragedia venerdì sera a Spotorno, in provincia di Savona. Inutili i tentativi di rianimarla

La fontanella dove è avvenuta la tragedia (da Hotelmelograno.com)
La fontanella dove è avvenuta la tragedia (da Hotelmelograno.com)
SAVONA - Una bambina di appena 18 mesi è morta annegata venerdì sera dopo essere caduta nella fontana di un albergo di Spotorno, in provincia di Savona. I genitori della piccola erano giunti da poco da Milano per le vacanze e avevano preso alloggio nell'albergo Il Melograno. Mentre cenavano, la bimba si è allontanata a giocare con alcuni coetanei. Non vedendola ritornare, i genitori l'hanno chiamata e si sono messi a cercarla con l'aiuto del personale dell'albergo e poi anche dei carabinieri. È stato un dipendente dell'albergo a trovarla verso le 23 riversa a faccia in giù nell'acqua bassa della fontana nel giardino dell'hotel. La bambina non dava segni di vita; i soccorritori le hanno praticato la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco e infine l'hanno intubata e ricoverata con prognosi riservata in ospedale, ma poi non ce l'ha fatta.

TRAGICA FATALITÀ - Secondo i primi accertamenti dei carabinieri non sono emerse al momento responsabilità di terzi. I titolari dell'albergo, nel centro storico di Spotorno, e i residenti della zona che hanno partecipato alle ricerche sono sotto choc. «È stata una disgrazia», dicono i carabinieri. «La bimba stava giocando quando improvvisamente sarebbe scivolata nella recinzione della fontana con una grossa anfora e una rana di ceramica. È finita con la faccia in acqua profonda non più di una cinquantina di centimetri». Tutto è successo a pochi metri di distanza dal gazebo del ristorante dell'albergo dove si trovavano i genitori. La madre della piccola al pronto soccorso è stata colta da un malore.


25 luglio 2009

 
 
 

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