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CorrieredelMatino

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CORRIERE DEL MATTINO ONLINE

Post n°1501 pubblicato il 26 Luglio 2009 da corriereonline
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Secondo i media britannici cerca di riaccreditarsi presso la comunità cattolica«Berlusconi il libidinoso fa il penitente»La stampa estera attacca il premier italiano: per recuperare immagine va in pellegrinaggio da Padre Pio

Il pezzo che il Sunday Times dedica a Berlusconi
Il pezzo che il Sunday Times dedica a Berlusconi
ROMA - Continua ad occuparsi di Silvio Berlusconi la stampa estera e, in particolare, quella inglese, convinta che il premier per recuperare il calo di immagine legato alla vicenda D'Addario, stia preparando un'estate soft nella terremotata Aquila e non a villa Certosa, con in programma anche una visita al santuario di padre Pio per recuperare i rapporti con i cattolici. Un duro attacco al premier arriva dal londinese The Observer, edizione domenicale del Guardian, in un articolo intitolato «le buffonate di Berlusconi meritano la nostra censura». Il settimanale si chiede se gli altri leaders europei «avrebbero tollerato, da un Paese che si apprestasse a diventare membro dell'Ue, una situazione in cui la società civile è così evidentemente sottomessa alla volontà del Premier? Certamente no». Una domanda che il giornale si pone dopo aver sottolineato che Berlusconi «controlla» diversi media e «società che controllano il reddito pubblicitario», e che, se dall'inchiesta emergesse qualcosa di serio, «sarebbe al sicuro dalle accuse grazie ad una legge introdotta da lui stesso».

DEVOTO E PLAYBOY - «Silvio Berlusconi leggermente contrito corteggia la chiesa con un cenno ed un ammiccamento», è il titolo del Daily Telegraph che scrive: «Nelle prossime settimane, Silvio Berlusconi, il libidinoso primo ministro italiano, giocherà un ruolo poco visto nel suo repertorio alimentato dal testosterone: il penitente». Il giornale spiega che il premier intende ripulire la sua immagine dopo le rivelazioni sulla sua vita privata, per «mostrare agli italiani che può giocare il ruolo del leader responsabile e devoto, quanto quello del settuagenario playboy». Di qui la decisione di trascorrere l'estate all'Aquila e non a villa Certosa. E, nel tentativo di riavvicinarsi ai cattolici, «l'unica comunità che ha visto le buffonate di Berlusconi con disapprovazione», ha organizzato una visita al santuario di padre Pio.

ESTATE IN SOBRIETA' - Sulla stessa linea anche il Sunday Times, con un articolo dal titolo «I nastri sul sesso costringono Berlusconi ad un'estate di sobrietà». Dopo le ultime rivelazioni sulla sua vita privata, recita il sottotitolo, «il leader italiano corre ai ripari per recuperare la dignità». Secondo il giornale, «nel tentativo di compiacere la chiesa cattolica, nella quale molti cardinali lo hanno rimproverato di offrire un misero esempio morale, Berlusconi intende visitare il santuario di Padre Pio, santo popolarissimo nell'Italia meridionale».

L'articolo su Paris Match
L'articolo su Paris Match
LE BAMBOLE DI SILVIO - Di Berlusconi si occupa anche Paris Match, in edicola questa settimana, con un articolo, intitolato «le bambole russe di Silvio Berlusconi», che ripercorre la vicenda delle intercettazioni e dedica un capitoletto alla D'Addadio la quale, scrive, «non demorde» e ribatte alle accuse di essere stata pagata dai giornalisti. (Ansa).

 
 
 

CORRIERE DEL MATTINO ONLINE

Post n°1500 pubblicato il 26 Luglio 2009 da corriereonline
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  • Cronache >
  • La single infelice e il sogno di un marito
  • IL CASOLa single infelice e il sogno di un maritoUna quarantenne scrive al forum «Così è la vita». Ma gli uomini replicano duri: «Chissà quanti no avrà detto»

    Erano anni probabilmente che una donna, tanto meno una quarantenne, per paura di sembrare ridicola, di veni­re sbeffeggiata, di essere presa per un reperto d'altri tempi, non osava più di­chiarare: vorrei tanto sposarmi. Un ou­ting — quasi — abbastanza coraggioso, insomma.

    Il matrimonio — lo si è sentito affermare fino allo sfi­nimento da indagini conosci­tive, da psicologi e sociologi — non era, infatti, da un pez­zo più in testa ai desideri del­le ragazze e delle donne, a quanto pare innanzitutto in­teressate a realizzare se stes­se prima nello studio e poi nel lavoro. Il messaggio di Paola viene dunque a infrangere in un cer­to modo un tabù in nome del quale sognare un marito così, semplicemente, come lo so­gnavano le nostre nonne e bi­snonne era fino a oggi consi­derato materia buona per un romanzo rosa. E il coro delle donne ribadiva con fermezza il concetto: sposarmi? No gra­zie. Non rientra tra le mie aspirazioni dover dividere il letto con un uomo che russa, che legge fino a notte fonda o che si rigira senza posa nelle lenzuola; e tanto meno lavare i suoi calzini.

    Ma che i tempi siano cam­biati — sia pure in tutt’altro senso — lo lasciano intende­re anche le reazioni che la let­tera di Paola ha suscitato nel forum. Se mai avesse osato pensare (ma non è probabi­le) di trovare per questa via qualche corteggiatore, maga­ri, chissà, perfino uno «strac­cio» di fidanzato, deve essere rimasta molto amaramente delusa. Se infatti le reazioni delle donne sono state per lo più abbastanza tiepide e an­che scontate, del genere, ap­punto: «Sposarmi? No grazie, prima voglio studiare, viag­giare, lavorare», quelle degli uomini sono invece state stiz­zose, malevole, quando non addirittura violente. Di corteg­giatori, insomma, di cuori so­litari che colgono l’occasione per gettare un amo, nemme­no l’ombra.

    Fatte le debite eccezioni — di alcuni, per esempio, che si sono dichiarati altrettanto sconsolatamente soli e deside­rosi di trovare infine la donna giusta da sposare — gli uomi­ni del forum si sono accaniti contro la povera Paola come se avesse voluto prenderli in giro con il suo sogno matri­moniale. Chissà quanti «no» ha detto la signora, ritenendo­si troppo preziosa per tutta una serie di ottimi corteggia­tori. Chissà quanto si ritiene perfetta, lei, e mediocri e buo­ni a nulla, invece, gli uomini che hanno osato farsi avanti con lei. Chissà quanto è stata sessualmente promiscua e quanti fidanzati ha sperimen­tato prima di rimanere sola. Di sicuro ha posto la carriera tra i suoi primi e massimi ob­biettivi, di sicuro attribuisce agli uomini la colpa di tutti i suoi guai e della triste situa­zione nella quale si trova ora, di sicuro non ha mai prestato attenzione ai bisogni degli uomini, di sicuro — ecco l’of­fesa massima e sanguinosa — è una femminista!

    Sono giovani o anziani, co­sa fanno, dove vivono e da do­ve vengono gli uomini che esprimono tale acredine nei confronti di una donna che ha osato raccontare il suo so­gno matrimoniale di quaran­tenne? Non si sa, perché di lo­ro si conosce solo un nickna­me. Certo è che sono purtrop­po assai numerosi, che consi­derano le donne una specie di nemico pubblico del quale diffidare e dal quale difender­si, e che giudicano il femmi­nismo il peggiore dei mali, la catastrofe responsabile di ogni loro problema. Questa, almeno, è l’impressione che se ne ha leggendo i messaggi che hanno inviato al forum. Scrivono tutti quanti «le donne», tendendo a riunire nell’invettiva l’intero genere femminile. Ciascuno ha, tutta­via, per sua fortuna — così sembra — trovato un esem­plare non femminista e non carrierista con il quale è fidan­zato o sposato con soddisfa­zione. Ogni speranza, perciò, dopotutto, forse non è perdu­ta; per Paola e per le altre.

    Isabella Bossi Fedrigotti
    26 luglio 2009

     
     
     

    CORRIERE DEL MATTINO ONLINE

    Post n°1499 pubblicato il 26 Luglio 2009 da corriereonline
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    IL DOSSIERESalute, conti a posto solo per 5 Regioni
    E al Nord Veneto e Liguria sono in rossoAnche la Calabria a rischio commissario. Il disavanzo totale è di 3,9 miliardi: 3,2 al Centro Sud

    ROMA — Dopo Lazio, Abruzzo, Campania e Molise, la prossima Regione a subire il commissariamento della Sanità potrebbe essere la Calabria. È quanto si ricava dal dossier informale che i tecnici del ministero del Welfare hanno elaborato per fare il punto sui sistemi sanitari regionali, sia dal punto di vista degli equilibri di bilancio sia da quello dell'efficienza delle prestazioni. Il quadro, come è già stato anticipato l'altro ieri dal governo a commento della decisione di commissariare Campania e Molise, è «devastante», in particolare per i deficit accumulati dalle Regioni del Centro-Sud, che sembrano destinati ad aggravarsi nel 2010. +

    Problemi anche al Nord

    La spesa sanitaria, scrivono gli esperti che lavorano nel ministero guidato da Maurizio Sacconi, impegna quasi l'80% del bilancio delle Regioni e quindi la salute finanziaria delle stesse dipende dalla capacità di contenere il deficit in questo settore. Nel 2008 ben 14 Regioni (più la provincia di Trento) hanno chiuso i conti sanitari con un disavanzo strutturale. Solo 5 Regioni (più la provincia di Bolzano) in attivo: Lombardia (9,7 milioni), Friuli (6,6), Toscana (7,4), Umbria (20,1) e Marche (21,7). La classifica delle Regioni in rosso è guidata dal Lazio con 1,6 miliardi. Nelle prime posizioni troviamo poi: Campania (-554 milioni), Piemonte (-363), Sicilia (-350), Puglia (-211), Veneto (-201), Calabria (-159), Liguria (-111), Sardegna (-109), Abruzzo (-99), Molise (-80) ed Emilia Romagna (-37). Complessivamente, il disavanzo strutturale nazionale ammonta a 3,9 miliardi, dei quali 3,2 si concentrano nel Centro-Sud. Ma la cosa più preoccupante, aggiungono i tecnici, è che la spesa sale «negli ultimi anni a ritmi del 4-6%», molto più dell'inflazione. Considerando che il Fondo sanitario nazionale, che nel 2009 è stato di 102,6 miliardi, salirà nel 2010 di appena 1,3 miliardi, la situazione potrebbe appunto diventare «devastante».

    Il caso Calabria

    Negli ultimi dieci mesi si sono svolte numerose riunioni ai tavoli tecnici tra governo e Regioni sotto osservazione. Alla fine il giudizio è stato del tutto negativo per Molise e Campania, commissariate l'altro ieri dal consiglio dei ministri, e per la Calabria, che potrebbe presto subire la stessa sorte. Questo significa che i piani di intervento decisi dalle istituzioni regionali non sono stati ritenuti dal governo idonei a risanare i conti. In particolare, per la Calabria «risultano non coperti per il 2007 e il 2008 ben 45,89 milioni di euro». I disavanzi, si sottolinea nel rapporto, «non possono essere coperti con ulteriori manovre fiscali» di inasprimento di Irap e Irpef. Le manovre di rientro non paiono inoltre credibili, si aggiunge, a causa della «inaffidabilità dei sistemi contabili regionali e quindi dei sistemi informativi». Mancherebbe insomma un bilancio sanitario attendibile.

    Due anni per i pagamenti

    Sugli squilibri contabili delle Regioni sotto osservazione pesa anche il livello di indebitamento nei confronti delle aziende fornitrici delle Asl. Si tratterebbe, solo verso i fornitori di tecnologie, di 5 miliardi di euro. Il debito si accumula anche a causa dei forti ritardi con i quali le aziende vengono pagate. A livello nazionale la media è di 287 giorni, cioè nove mesi e mezzo. Ma in Molise la media è di quasi due anni (668 giorni) e così anche in Calabria (661) mentre in Campania per incassare una fattura le imprese aspettano mediamente 611 giorni. Appena un po' meno nel Lazio (478 giorni) e in Puglia (403).

    Ospedali scadenti

    La Calabria e la Campania, scrivono i tecnici, «hanno i case mix (indice che misura la complessità dei casi trattati) più bassi d'Italia, a riprova della scadente qualificazione tecnologica professionale (salvo lodevoli eccezioni, che ci sono) delle strutture ospedaliere». La complessità dei casi trattati nel Centro-Sud è «mediamente del 15-20% inferiore alla Lombardia e del 10% alla media nazionale». Fanno parzialmente eccezione i dati del Lazio, grazie alle strutture ospedaliere e ai policlinici universitari della capitale, e del Molise, grazie ad alcuni ospedali privati. Nelle regioni del Centro-Sud la degenza media pre-operatoria, «che evidenzia la tempestività ed efficacia della diagnosi e degli accertamenti è mediamente superiore del 20-30% al dato nazionale pari a due giorni». Inoltre, sempre in confronto ai dati del Nord, si vede «con chiarezza» nel resto del Paese «il sovradimensionamento della rete ospedaliera e i conseguenti ricoveri anche per pazienti che potrebbero essere tratti con minori costi in strutture extraospedaliere o domiciliari». Carenti, invece, le strutture di riabilitazione e quelle per i lungodegenti.

    Pochi day hospital e letti per anziani

    Nel Centro-Sud le prestazioni in regime ambulatoriale o di day surgery (chirurgia giornaliera) sono di un terzo inferiori a quelle effettuate nel Nord in rapporto al totale dei ricoveri. L'altra faccia di questa «iperdotazione ospedaliera generalista», dicono gli esperti, è la «gravissima carenza» di posti letto specifici per gli anziani e di strutture per l'assistenza domiciliare, che consentirebbero di curare i pazienti con minori costi. Scontato che, in conseguenza di un sistema meno efficiente, nel Mezzogiorno (con l'eccezione di Abruzzo e Molise) si registri un «indice di fuga elevato» per farsi curare a Roma o al Nord.

    Enrico Marro
    26 luglio 2009

     
     
     

    CORRIERE DEL MATTINO ONLINE

    Post n°1498 pubblicato il 26 Luglio 2009 da corriereonline
    Foto di corriereonline

    IL DOSSIERESalute, conti a posto solo per 5 Regioni
    E al Nord Veneto e Liguria sono in rossoAnche la Calabria a rischio commissario. Il disavanzo totale è di 3,9 miliardi: 3,2 al Centro Sud

    ROMA — Dopo Lazio, Abruzzo, Campania e Molise, la prossima Regione a subire il commissariamento della Sanità potrebbe essere la Calabria. È quanto si ricava dal dossier informale che i tecnici del ministero del Welfare hanno elaborato per fare il punto sui sistemi sanitari regionali, sia dal punto di vista degli equilibri di bilancio sia da quello dell'efficienza delle prestazioni. Il quadro, come è già stato anticipato l'altro ieri dal governo a commento della decisione di commissariare Campania e Molise, è «devastante», in particolare per i deficit accumulati dalle Regioni del Centro-Sud, che sembrano destinati ad aggravarsi nel 2010. +

    Problemi anche al Nord

    La spesa sanitaria, scrivono gli esperti che lavorano nel ministero guidato da Maurizio Sacconi, impegna quasi l'80% del bilancio delle Regioni e quindi la salute finanziaria delle stesse dipende dalla capacità di contenere il deficit in questo settore. Nel 2008 ben 14 Regioni (più la provincia di Trento) hanno chiuso i conti sanitari con un disavanzo strutturale. Solo 5 Regioni (più la provincia di Bolzano) in attivo: Lombardia (9,7 milioni), Friuli (6,6), Toscana (7,4), Umbria (20,1) e Marche (21,7). La classifica delle Regioni in rosso è guidata dal Lazio con 1,6 miliardi. Nelle prime posizioni troviamo poi: Campania (-554 milioni), Piemonte (-363), Sicilia (-350), Puglia (-211), Veneto (-201), Calabria (-159), Liguria (-111), Sardegna (-109), Abruzzo (-99), Molise (-80) ed Emilia Romagna (-37). Complessivamente, il disavanzo strutturale nazionale ammonta a 3,9 miliardi, dei quali 3,2 si concentrano nel Centro-Sud. Ma la cosa più preoccupante, aggiungono i tecnici, è che la spesa sale «negli ultimi anni a ritmi del 4-6%», molto più dell'inflazione. Considerando che il Fondo sanitario nazionale, che nel 2009 è stato di 102,6 miliardi, salirà nel 2010 di appena 1,3 miliardi, la situazione potrebbe appunto diventare «devastante».

    Il caso Calabria

    Negli ultimi dieci mesi si sono svolte numerose riunioni ai tavoli tecnici tra governo e Regioni sotto osservazione. Alla fine il giudizio è stato del tutto negativo per Molise e Campania, commissariate l'altro ieri dal consiglio dei ministri, e per la Calabria, che potrebbe presto subire la stessa sorte. Questo significa che i piani di intervento decisi dalle istituzioni regionali non sono stati ritenuti dal governo idonei a risanare i conti. In particolare, per la Calabria «risultano non coperti per il 2007 e il 2008 ben 45,89 milioni di euro». I disavanzi, si sottolinea nel rapporto, «non possono essere coperti con ulteriori manovre fiscali» di inasprimento di Irap e Irpef. Le manovre di rientro non paiono inoltre credibili, si aggiunge, a causa della «inaffidabilità dei sistemi contabili regionali e quindi dei sistemi informativi». Mancherebbe insomma un bilancio sanitario attendibile.

    Due anni per i pagamenti

    Sugli squilibri contabili delle Regioni sotto osservazione pesa anche il livello di indebitamento nei confronti delle aziende fornitrici delle Asl. Si tratterebbe, solo verso i fornitori di tecnologie, di 5 miliardi di euro. Il debito si accumula anche a causa dei forti ritardi con i quali le aziende vengono pagate. A livello nazionale la media è di 287 giorni, cioè nove mesi e mezzo. Ma in Molise la media è di quasi due anni (668 giorni) e così anche in Calabria (661) mentre in Campania per incassare una fattura le imprese aspettano mediamente 611 giorni. Appena un po' meno nel Lazio (478 giorni) e in Puglia (403).

    Ospedali scadenti

    La Calabria e la Campania, scrivono i tecnici, «hanno i case mix (indice che misura la complessità dei casi trattati) più bassi d'Italia, a riprova della scadente qualificazione tecnologica professionale (salvo lodevoli eccezioni, che ci sono) delle strutture ospedaliere». La complessità dei casi trattati nel Centro-Sud è «mediamente del 15-20% inferiore alla Lombardia e del 10% alla media nazionale». Fanno parzialmente eccezione i dati del Lazio, grazie alle strutture ospedaliere e ai policlinici universitari della capitale, e del Molise, grazie ad alcuni ospedali privati. Nelle regioni del Centro-Sud la degenza media pre-operatoria, «che evidenzia la tempestività ed efficacia della diagnosi e degli accertamenti è mediamente superiore del 20-30% al dato nazionale pari a due giorni». Inoltre, sempre in confronto ai dati del Nord, si vede «con chiarezza» nel resto del Paese «il sovradimensionamento della rete ospedaliera e i conseguenti ricoveri anche per pazienti che potrebbero essere tratti con minori costi in strutture extraospedaliere o domiciliari». Carenti, invece, le strutture di riabilitazione e quelle per i lungodegenti.

    Pochi day hospital e letti per anziani

    Nel Centro-Sud le prestazioni in regime ambulatoriale o di day surgery (chirurgia giornaliera) sono di un terzo inferiori a quelle effettuate nel Nord in rapporto al totale dei ricoveri. L'altra faccia di questa «iperdotazione ospedaliera generalista», dicono gli esperti, è la «gravissima carenza» di posti letto specifici per gli anziani e di strutture per l'assistenza domiciliare, che consentirebbero di curare i pazienti con minori costi. Scontato che, in conseguenza di un sistema meno efficiente, nel Mezzogiorno (con l'eccezione di Abruzzo e Molise) si registri un «indice di fuga elevato» per farsi curare a Roma o al Nord.

    Enrico Marro
    26 luglio 2009

     
     
     

    CORRIERE DEL MATTINO ONLINE SPA.

    Post n°1497 pubblicato il 26 Luglio 2009 da corriereonline
    Foto di corriereonline

    I controlli hanno escluso infezioni in corso, la nave autorizzata a entrare in portoVenezia: controllata nave da crociera con sette contagiati dall'influenza AL'infezione era già stata segnalata due giorni fa dalle autorità sanitarie greche del Pireo

    La Ruby Princess (Ap)
    La Ruby Princess (Ap)
    VENEZIA - Come previsto, i passeggeri della nave da crociera Ruby Princess, giunta a Venezia dal porto greco del Pireo, sono stati bloccati a bordo su disposizione dell'autorità sanitaria marittima che ha riscontrato sospetti casi si influenza A/H1N1. I controlli sanitari hanno però escluso infezioni in corso e la nave è stata autorizzata all’ingresso in porto. La nave, con 3.800 passeggeri, martedì dovrebbe ripartire per Dubrovnik (Croazia). Per domenica era prevista una gita a Venezia, che in un primo tempo era stata però sospesa in attesa degli accertamenti sanitari, ma che sarà svolta nel pomeriggio. «I controlli precauzionali», ha detto il capitano di Vascello Alessandro Petri, ufficiale della Capitaneria di Porto di Venezia, hanno dato esito negativo dal punto di vista sanitario. La nave è pronta a sbarcare. Non c’è stato nessun blocco ma solo controlli preventivi».

    SETTE CONTAGIATI - Già due giorni fa al Pireo sette persone erano risultate positive ai sintomi dell'influenza A a bordo della Ruby Princess. Fonti del ministero della Sanità greco avevano riferito che avevano contratto il virus dell'H1N1 e per loro era scattata la quarantena con l'invito a restare in cabina e a non scendere. La nave da crociera proveniva dalla Turchia: era stato il capitano a chiedere alle autorità sanitarie di ispezionare la nave, a bordo della quale viaggiano 3.393 passeggeri e 1.196 membri di equipaggio.


    26 luglio 2009

     
     
     

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